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Alla Corte dei Re
 LE SEI MOGLI DI ENRICO VIII 
LE INTERVISTE ALLE SEI MOGLI

Caterina d'Aragona
Anna Bolena
Jane Seymour
Anna di Clèves
Caterina Howard
Caterina Parr 



 

 

Enrico VIII (Greenwich il 28 giugno 1491 – Londra, 28 gennaio 1547) fu il secondo monarca della Dinastia Tudor, succeduto al padre Enrico VII d'Inghilterra. Fu il fondatore della Chiesa Anglicana, nata in seguito allo scisma religioso, quindi alla separazione dalla Chiesa cattolica di Roma. Sposato sei volte e detentore di un potere assoluto incontrastato, segnò fortemente le vicende inglesi. Decretò lo scioglimento dei monasteri e l'unione dell'Inghilterra con il Galles.

Per approfondire la sua figura di uomo e di monarca assoluto abbiamo intervistato le sue sei mogli:
-    Caterina d'Aragona
-    Anna Bolena
-    Jane Seymour
-    Anna di Clèves
-    Caterina Howard
-    Caterina Parr 


Enrico fu il secondogenito di Enrico VII Tudor e di Elisabetta di York. Il padre, fondatore della dinastia, conquistò il potere e lo consolidò sposando Elisabetta, sorella di Edoardo V d'Inghilterra.

Nel 1501 presenziò alle nozze del fratello maggiore Arturo con Caterina d'Aragona, allora rispettivamente di quindici e sedici anni. Arturo tuttavia morì per una infezione poco dopo, ed Enrico, all'età di soli undici anni, divenne erede al trono e fu nominato Principe di Galles.

Il padre Enrico VII, desideroso di concludere un'alleanza matrimoniale fra Inghilterra e Spagna con un nuovo matrimonio fra Enrico e Caterina d'Aragona, iniziò a muoversi a livello diplomatico per realizzare il suo progetto. Per renderlo possibile occorreva ottenere una dispensa dal Papa, perché, malgrado il matrimonio precedente non fosse stato consumato, inglesi e spagnoli convennero sulla necessità di una dispensa papale per la rimozione di tutti i dubbi riguardo la legittimità dell'unione. Spinto dalla madre di Caterina, la regina Isabella, il Papa concesse la sua dispensa con una Bolla papale.
 
Alla morte del padre, nell'anno 1509, Enrico salì al trono, col nome di Enrico VIII. Circa nove settimane dopo sposò Caterina. La cerimonia di incoronazione dei due sovrani venne celebrata nell'Abbazia di Westminster. Iniziarono quasi subito i problemi di discendenza che seguiranno a lungo il regno di Enrico VIII; la prima gravidanza della regina Caterina si concluse con un figlio nato morto, nel 1510, e il secondo figlio sopravvisse soltanto due mesi.
Nel 1516, la regina Caterina diede alla luce una bambina, Maria, facendo sperare ad Enrico di poter ancora avere un erede maschio, che ancora, per fatalità, non aveva avuto. Tuttavia il popolo inglese riteneva disastroso un governo femminile. Enrico nel frattempo aveva avuto varie amanti, tra cui Maria Bolena e Elizabeth Blount che gli diede il tanto sperato figlio maschio seppur illegittimo. Henry Fitzroy però morì appena diciassettenne. Nel 1526, quando fu evidente che la regina Caterina non avrebbe potuto avere altri bambini, il re cominciò a corteggiare la sorella di Maria Bolena, Anna Bolena.
 
Enrico voleva fortemente un erede maschio, e iniziò a pensare alla possibilità di far dichiarare nullo il suo matrimonio con la regina Caterina. Si appellò alla Santa Sede sostenendo che la Bolla di Giulio II era stata ottenuta con un inganno e conseguentemente non era valida. Inoltre chiese al papa Clemente VII anche una dispensa che gli permettesse di sposare Anna Bolena, visto che precedentemente aveva avuto una relazione con la sorella di lei, Maria. Clemente VII, pur non favorevole ad annullare il matrimonio, concesse la dispensa voluta, probabilmente pensando che tale concessione non sarebbe servita a nulla finché Enrico fosse rimasto sposato con Caterina. Ma le intenzioni di Enrico furono ben presto evidenti, dichiarare nulla il matrimonio con Caterina e sposare Anna. Così avvenne e immancabilmente l’atto portò alla scomunica di Enrico da parte del Papa. La reazione di Enrico, che non accettò tale atto, comportò la nascita della Chiesa anglicana. La regina Caterina portò la questione davanti alla legge, ma venne sconfitta e fu costretta a lasciare la Corte reale. Il re stava ormai per divenire il capo della Chiesa Anglicana, e l'influenza di Roma, sulle vicende dinastiche della corona inglese, stava per essere annullata.

Il 25 gennaio 1533 si celebrarono le nozze di Enrico e di Anna Bolena. La principessa Maria, figlia di Caterina, venne dichiarata illegittima e nuovo erede al trono designato diventò la figlia della regina Anna, la Principessa Elisabetta. Caterina perse il titolo di "regina", e morì di cancro nel 1536.

Ma nemmeno Anna riuscì a dare alla luce un erede maschio per cui cominciò a perdere il favore di Enrico. Dopo la nascita della principessa Elisabetta, Anna ebbe altre gravidanze che si conclusero però con aborti o con bambini nati-morti. Enrico VIII, nel frattempo, si interessò a un'altra nobile della corte, Jane Seymour; anche Anna si era innamorata di un musico di corte visto che Enrico non la considerava più. Anna venne accusata di aver usato la stregoneria per spingere Enrico a sposarla, di avere amanti, di essere colpevole di incesto, di ingiuria verso il re e di cospirazione per ucciderlo. La corte giudicò Anna colpevole e la condannò a morte, con gli altri quattro uomini che si presumeva fossero suoi amanti e col fratello.
 
Il giorno dopo l'esecuzione di Anna Enrico sposò Jane Seymour. La Legge inglese di successione del 1536 dichiarò che i figli di Enrico e della Regina Jane sarebbero stati primi nella linea di successione e che Lady Mary e Lady Elizabeth erano illegittime. Il re si arrogò anche il potere di determinare la linea della successione con le sue volontà testamentarie. Jane diede alla luce un figlio, Principe Edoardo, nel 1537, e morì di parto.

In quel periodo Enrico fece approvare l'Act of Union (nel 1536), che formalmente annesse il Galles alla corona d'Inghilterra. L'Inghilterra e il Galles divennero quindi un'unica nazione. La Legge, da quel momento, impose l'uso del solo inglese negli atti ufficiali nel Galles, ignorando le proteste di chi usava la Lingua gallese. Sempre nel 1536, una sommossa, il Pilgrimage of Grace scoppiò nell'Inghilterra del Nord. Per calmare i cattolici romani ribelli, Enrico dapprima fece alcune concessioni ma poi, quando scoppiò una seconda sommossa, i capi della rivolta vennero condannati a morte per tradimento e giustiziati. Nel 1538, Enrico sanzionò la distruzione dei santuari dedicati ai Santi Cattolici Romani. Nel 1539 i monasteri che ancora rimanevano in Inghilterra vennero tutti aboliti e le loro proprietà trasferite alla Corona.

La questione dinastica tuttavia non era ancora risolta. L'unico erede maschio, il principe Edoardo, non godeva di buona salute, ed Enrico pensò allora ad Anna di Clèves, sorella del protestante Duca di Cleves. Il duca era visto anche come importante alleato in caso di un attacco cattolico all'Inghilterra. Dopo aver visto il ritratto di lei, dipinto da Hans Holbein il giovane, Enrico decise di sposarla, ed il matrimonio si celebrò il 6 gennaio 1540. L'unione tuttavia durò pochi mesi. La regina Anna acconsentì alla richiesta di Enrico per un annullamento e testimoniò che il loro matrimonio non era mai stato consumato. Ricevette così, in ricompensa, un titolo nobiliare e il castello di Hever, già appartenuto alla famiglia di Anna Bolena.
Il 28 luglio del 1540 Enrico sposò la giovane Caterina Howard, prima cugina di Anna Bolena, ma anche questo matrimonio durò poco. La regina venne sospettata di avere più di una relazione, in particolare con altri due uomini. Le indagini che seguirono provarono i fatti e tra il dicembre 1541 e il febbraio 1542, avvenne l'esecuzione dei due amanti e della stessa Caterina, che all'epoca aveva circa 18 anni.

Enrico sposò quindi la sua ultima moglie, la ricca vedova Caterina Parr, nel 1543. La Parr si scontrò subito con Enrico per motivi religiosi; infatti era protestante mentre Enrico era ancora cattolico. La situazione quasi portò a una nuova separazione, ma prima si arrivò ad un atto di sottomissione. Caterina inoltre contribuì a riconciliare Enrico con le sue prime due figlie, Mary ed Elizabeth. Nel 1544 una legge del Parlamento le reinserì nella linea di successione dopo il principe Edward benché fossero ancora ritenute illegittime. La stessa legge confermò ad Enrico il diritto di determinare con le sue volontà l'ulteriore successione al trono.

In tarda età, Enrico era fortemente in sovrappeso e soffriva di gotta. Pare soffrisse anche di sifilide. In seguito ad un incidente si procurò una ferita alla coscia che gradualmente, per complicazioni successive, lo condusse alla morte, che avvenne il 28 gennaio 1547 nel palazzo di Whitehall. Enrico VIII venne sepolto nella Saint George's Chapel nel Castello di Windsor, vicino alla moglie Jane Seymour.


In conseguenza dell'Atto della successione del 1544, l'unico figlio maschio di Enrico, Edoardo, ereditò la corona, diventando Edoardo VI. Edoardo fu il primo monarca protestante a regnare in Inghilterra.
A norma sempre dello stesso Atto, a Edoardo (in mancanza di una sua discendenza) sarebbe succeduta la figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona, Maria. Così avvenne.
Maria I regnò per cinque anni. Alla sua morte, senza discendenza, nel 1558, le successe la sorella Elisabetta. Elisabetta I non si sposò né nominò mai un erede, causando una crisi di successione. Per impedire agli Scozzesi di diventare la famiglia dinastica di Europa, Elisabetta ordinò l'esecuzione di Maria Stuart per impedire ai cattolici di prendere il trono. Secondo le volontà di Enrico VIII, a Elisabetta avrebbe dovuto succedere l'erede di Maria Tudor, (Lady Anne Stanley). In realtà il regno passò a Giacomo VI, re di Scozia, figlio di Maria Stuart. Giacomo fu, sin dall'inizio, sufficientemente potente, ed i suoi avversari non organizzati, quindi la sua successione non incontrò opposizione. Giacomo VI diventò Giacomo I, il primo re d'Inghilterra del Casato degli Stuart.

 


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L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

http://it.wikipedia.org



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