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RACCONTI D'AUTORE

Adamo Bencivenga
PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE 6
New York, stazione di Flushing Main.
Venerdì 16 Febbraio. Il treno delle 17:32 è pieno di pendolari
stanchi, ansiosi di lasciarsi alle spalle la settimana lavorativa.
Julian ed Elisabethh, per ora due perfetti sconosciuti, siedono uno
di fronte all’altra nel vagone centrale, immersi nei loro pensieri,
ignari che un incontro casuale sta per intrecciare le loro storie.

.LUNEDI’ 12 MARZO 2018. ORE 9:27 A.M. ELISABETH
RICEVE UN SMS DA JULIAN. Julian: “Ti devo parlare.”
Elisabeth: “È successo qualcosa?” Julian: “Sì.”
Elisabeth: “Non puoi anticiparmi nulla?” Julian: “Non
sono in ufficio. Sono a casa, lei è in cucina. Ho detto
che vado nel pomeriggio in ufficio.” Elisabeth: “Va
bene.” Julian: “Se puoi ci vediamo al Washington Park
vicino alla fontana alle 5 in punto.” Elisabeth:
“Niente, niente mi dici? Sono in ansia.” Julian:
“Preferisco raccontarti a voce.” Elisabeth: “Ok sarò
lì.”
LUNEDI’ 12 MARZO 2018. ORE 5:00 P.M. JULIAN
E’ SEDUTO SUL BORDO DELLA FONTANA, SFOGLIA
DISTRATTAMENTE UN GIORNALE. ELISABETH NONOSTANTE I
TACCHI SI AVVICINA DI CORSA.
Julian: Ciao.
Elisabeth: Oddio hai una faccia stanca. Cosa è successo?
Julian: Dici che è un posto sicuro questo? Elisabeth:
Non credo, ma dalla strada non ci vedono. Julian:
Siediti un attimo. Elisabeth: Sì tesoro raccontami,
sono in pensiero da quando mi hai mandato quel messaggio
stamattina. Julian: È dura la vita degli amanti!
Avevi ragione. Elisabeth: Dai ti prego Julian,
raccontami! Julian: La signora Hernandez non ha perso
tempo… Quando sono arrivato in piscina dai ragazzi mia
moglie era già lì ad aspettarmi e mi ha letteralmente
aggredito. Elisabeth: E tu? Julian: Ho raccontato
la scusa che ci eravamo inventati cercando di non dare
peso alle mie parole e facendo il disinvolto, ridendo e
scherzando a bordo piscina con i ragazzi. Elisabeth:
E lei? Julian: Non ci ha creduto neanche un po’.
Aveva una faccia scura, mi ha detto che quella scusa
potevo andare a raccontarla alla mia amichetta e che lei
non l’avrebbe mai bevuta. Elisabeth: E poi?
Julian: Le ho detto che era la sola verità che conoscevo
e non potevo inventarmi una bugia per compiacere il suo
stato ansioso. Elisabeth: Era piuttosto carica!
Evidentemente si era fatto già un film nella sua testa…
Julian: Mi urlava perché non la guardassi negli occhi.
Mi ha dato del vigliacco. Elisabeth: E tu? Julian:
Ovviamente ho fatto l’offeso e non ho più parlato.
Elisabeth: Tesoro mio che bordello! Non ci voleva.
Julian: Quando siamo tornati a casa lei ha mandato i
bambini dalla signora Hernandez e siamo rimasti soli in
casa. Abbiamo parlato per circa tre ore. Ho dovuto
raccontare di nuovo l’accaduto aggiungendo altri
dettagli, ma non c’è stato nulla da fare. Elisabeth:
Non si è convinta? Julian: Manco un po’. Diceva che
sono cambiato, che sono freddo e scostante con lei,
irascibile con i ragazzi e che ultimamente non rispondo
al telefono, che curo di più il mio aspetto, il mio
abbigliamento. Insomma per lei questa è stata solo una
scintilla ed ora vuole andare a fondo a questa storia,
addirittura mi hai detto che vuole conoscerti. Mi ha
detto più volte che le donne hanno il sesto senso e non
possono essere ingannate così facilmente. Elisabeth:
Oh tesoro… Conoscermi? Ma come può credere che una
cliente incontrata per caso in un centro commerciale
possa prestarsi a questo gioco… Julian: E’ ciò che le
ho detto… Elisabeth: A parte il ridicolo, credo che
tua moglie ti stia creando un bel tranello perché lei sa
che solo un’amante potrebbe sottoporsi a questo gioco,
negando ogni rapporto e giurando sulla casualità di
quell’incontro. Julian: Sì vero. Le ho chiesto se si
rendeva conto in quale situazione ridicola e grottesca
mi avrebbe messo, ma lei non ha sentito ragioni. Mi ha
dato l’aut-aut o in qualche modo chiarisco i suoi dubbi
oppure posso anche fare la valigia e andare via di casa.
Elisabeth: Tesoro mi spiace tanto. E poi come è
proseguita la giornata? Julian: Un inferno sia sabato
che domenica. Si calmava e poi ricominciava… Addirittura
ha iniziato ad urlare anche davanti ai ragazzi. Diceva
che me la doveva far pagare. Che mai e poi mai mi
avrebbe perdonato. Che il suo sesso me lo potevo pure
scordare visto che preferivo le cosce di qualcun’altra.
Elisabeth: Beh questo almeno… Una buona notizia, no?
Julian: In quel momento ho pensato a come eri vestita al
Park Hotel… Elisabeth: Dici che ne sia valsa la
pena? Julian: Non lo so, ma posso dirti che lo
rifarei sperando sempre che una signora ficcanaso non
sia nei paraggi! Elisabeth: Amore… Non sai quanto mi
faccia piacere quello che hai detto, nonostante la
situazione che stai vivendo…
LEI LO GUARDA, POI
CON UN GESTO TRA LA TENEREZZA E IL MATERNO GLI SPETTINA
I CAPELLI! Elisabeth: Oggi cosa hai fatto?
Julian: Mi sono preso una mezza giornata di ferie ed ho
cercato di parlarci di nuovo. Ho accompagnato i ragazzi
a scuola poi sono tornato a casa, ma era più
intrattabile del giorno prima. E’ stato tutto inutile,
un vero e pietoso buco nell’acqua. L’ho anche invitata a
pranzo fuori, ma non c’è stato verso. Elisabeth: È
bella tua moglie? Julian: Perché me lo chiedi?
Elisabeth: La sua sa di persona con poca autostima.
Julian: È una donna comune e dopo due figli di certo gli
uomini non si voltano per strada a guardarla.
Elisabeth: Tu credi che questo influisca? Julian:
Ovviamente sì. Anche perché la signora Hernandez ti ha
descritta come una signora di classe, elegante e bella!
Elisabeth: Ma come ha fatto? Non poteva vedermi! Ero
nella tua macchina! Julian: Beh la distanza era molto
ravvicinata. Forse le è bastato notare il dettaglio del
cappello e del rossetto.
I DUE SI STRINGONO LA
MANO. Elisabeth: Cosa intendi fare tesoro? Julian:
Non lo so. Elisabeth: Ci sarà una via d’uscita e noi
abbiamo il dovere di trovarla. Almeno per la tua
tranquillità e quella dei tuoi ragazzi… Julian:
Tesoro sono tre giorni che ci penso. Elisabeth: Te
lo ricordi vero che io sono anche una cliente della
CityBank? Julian: Cosa vuoi dire? Elisabeth: Ci
pensavo oggi. Potresti portare le evidenze alla signora
e dimostrare che sono realmente una cliente. Julian:
A quel punto conoscerebbe il tuo nome… Elisabeth: Oh
amore per te questo ed altro, intanto lei avrebbe la
prova provata che tu non hai mentito o quanto meno che
esiste una mezza verità. Julian: Potrei prendere una
cartella a caso, del resto a lei chi l’assicura che sei
davvero tu! Elisabeth: Oh tesoro, mi sorprendi!
Guarda che tra i miei documenti depositati c’è anche la
fotocopia del passaporto, quindi la mia foto e la tua
vicina tanto cara che non si fa per nulla gli affari
suoi potrebbe confermare. Julian: Essere una cliente
non ti libera dal fatto che potresti essere comunque la
mia amante. Elisabeth: A quel punto è un problema di
tua moglie. Tu non hai mentito. Sono davvero una cliente
della banca, no? Julian: Pensiamoci bene. Il cerchio
si restringerebbe, lei oltre al tuo nome saprebbe il tuo
indirizzo. Tu non la conosci, ma è molto testarda.
Potrebbe seguirmi e trovarci insieme oppure presentarsi
a casa tua, magari in tua assenza parlare con tuo marito
e si verrebbe a sapere che la tua auto non ha mai avuto
problemi quel giorno e a quel punto anche tuo marito
sospetterebbe. Io devo tutelarti, non voglio metterti
nei casini. Elisabeth: Beh non a caso sei uno
scrittore di gialli! Hai smontato tutto il mio castello
in un attimo! Mi sembrava un’idea geniale. Julian: E
se invece cambiassi versione, ammettendo che ci siamo
incontrati appositamente lì, che ti avevo conosciuto in
treno ecc. ecc. Naturalmente sarebbe anche questa una
mezza verità, lo descriverei come un momento di
infatuazione, nulla di più. Elisabeth: Hai già fatto
la valigia? Julian: No. Elisabeth: Vista la
reazione di tua moglie per una piccola soffiata credo
proprio che, se raccontassi questo, stasera tu dovresti
farla. Julian: Non è il momento vero? Elisabeth:
Ma scherzi? Julian: Mi sento perso sai? Non mi
lasciare ora… Elisabeth: Ma io non ci penso proprio…
Julian: Ti amo Elisabeth… Elisabeth: Ora hai altro a
cui pensare…
UN ATTIMO DI SILENZIO, POI LUI LA
GUARDA E CHIEDE. Julian: Hai fatto l’amore ieri?
Elisabeth: Sì ed anche sabato. Julian: Non desiste
vero? Elisabeth: Quando mai! Julian: Hai goduto?
Elisabeth: Sabato sì, ricordi in che condizioni mi avevi
lasciata? Julian: Mi hai fatto anche notare quanto
eri calda e vogliosa, io avrei voluto, ma sei stata tu a
dirmi che andava bene così… Elisabeth: Oh tesoro, la
tua scusa vacilla paurosamente, ma ancora regge perché
sei stato lontano per circa tre quarti d’ora, altrimenti
eri già alloggiato in un motel di periferia. Julian:
Hai goduto tanto? Ma almeno mi hai pensato in quel
momento? Elisabeth: Tesoro smettila hai altro a cui
pensare, ok? Julian: Ora devo andare… Elisabeth:
Mandami un sms domani, uno solo ok? Fammi sapere cosa
intendi fare. Julian: Ok ti faccio sapere.
Elisabeth: Ah ascolta che profumo porta tua moglie?
Julian: Perché? Elisabeth: Niente, voglio solo
conoscerla meglio, dimmi almeno la marca. Julian:
Porta Coco Mademoiselle di Chanel. Elisabeth: Un
profumo di classe anche se un filino aspro per i miei
gusti. Julian: Tu sei una donna romantica.
Elisabeth: Grazie ora la conosco meglio… Julian:
Amore vado. Elisabeth: Ok.
LA DONNA ATTRAVERSA
DA SOLA IL WASHINGTON PARK. E’ VISIBILMENTE TRISTE,
PRIMA DI RECARSI ALLA STAZIONE DI FLUSHING MAIN FA UN
SALTO IN PROFUMERIA. AL BINARIO 4 PRENDE IL SUO SOLITO
TRENO. APPENA SI SIEDE VEDE GEORGE, SUO MARITO.
Elisabeth: E tu che ci fai qui? George: Come vedi sto
tornando sconsolato a casa in treno. La mia macchina ha
deciso di non partire ed ora è all’assistenza.
Elisabeth: Ma allora è proprio destino! Mi sono
dimenticata di dirti che sabato quando sono andata al
Trendy Store, l’auto non voleva ripartire. Meno male che
un uomo molto gentile mi ha dato un passaggio fino
all’assistenza. George: E come mai non me lo avevi
detto? Elisabeth: Tesoro mi è passato dalla mente,
tra l’altro l’assistenza era chiusa e al numero dedicato
non rispondeva nessuno, per cui siamo tornati al
parcheggio e lui ha scoperto che era una banalità. Un
filo staccato, pensa! George: Beh meno male allora,
anche perché domani mi dovrai prestare la tua macchina…
Elisabeth: Oh sì tesoro. Pensa che poi parlando ho
scoperto che quell’uomo lavora alla Citybank dove
abbiamo quel piccolo conto, proprio a poche centinaia di
metri da dove lavoro io.
L’ALTOPARLANTE ANNUNCIA:
PROSSIMA FERMATA DOXVILLE. George: Va bene dai, meno
male che si è tutto risolto. Elisabeth: Tesoro
dobbiamo scendere… *****
MARTEDI’ 13 MARZO 2018. ORE 8:42 A.M. ELISABETH MANDA UN
SMS A JULIAN. Elisabeth: Posso chiamarti? (FACCINA
SORRIDENTE).
DOPO TRENTA SECONDI SQUILLA IL
TELEFONO DI LEI. Elisabeth: Tesoro! Julian: Ciao
amore, come va? Elisabeth: Bene dai, ascolta ti rubo
solo due minuti. Volevo dirti che ieri per una strana
coincidenza che poi ti spiegherò… ho detto a mio marito
che sabato al parcheggio del Trendy Store la mia auto
non partiva e un uomo gentile mi ha dato un passaggio.
Sono stata brava vero? Julian: Sì sei stata
bravissima, spero che tuo marito non abbia avuto
sospetti. Elisabeth: Visto che ha la macchina in
panne a lui interessava solo sapere che la mia fosse
perfettamente funzionante. Julian: Dici che a questo
punto possiamo attuare il piano della cliente? Sai ho
dato una sbirciata ai tuoi documenti in possesso della
banca. La foto del passaporto è abbastanza recente e
somigliante. C’è un numero di telefono, ma credo sia
quello dell’abitazione, inizia col 74 e poi l’indirizzo.
Tu abiti in Via Lincoln 9 a Doxville vero? Elisabeth:
Confermo, ma il telefono fisso non è più funzionante.
Julian: Quindi mia moglie non potrebbe telefonarti ma
eventualmente venire a casa tua… Elisabeth: E se
venisse mio marito non cadrebbe dal pero. Tieni solo
conto che tu mi hai dato un passaggio, che l’assistenza
era chiusa, che mi hai riportata al parcheggio e
trafficando nel motore hai trovato un filo staccato.
Julian: Che dici è una pazzia? Elisabeth: Tesoro fai
tu. Io cerco come vedi di spianarti la strada, non
voglio che tu soffra a causa mia. Julian: Grazie
amore. Elisabeth: Come stai? Julian: Come al
solito. Elisabeth: Ci vediamo stasera? Julian:
Meglio evitare. Ti dispiace? Elisabeth: Ti ho appena
detto che voglio che tu stia sereno. Julian: Allora a
domani. Elisabeth: Ricordati sempre che il tuo bene è
il mio bene. A domani amore.
ORE 5:28 P.M.
ELISABETH E’ ALLA STAZIONE. SI GUARDA INTORNO. PER
GRATIFICARSI DURANTE IL TRAGITTO VERSO LA STAZIONE SI E’
FERMATA IN UNA PASTICCERIA POI IN UN NEGOZIO DI
LINGERIE. ORA ADDIRITTURA ASPETTA QUALCHE MINUTO NELLA
SPERANZA CHE JULIAN CI ABBIA RIPENSATO E LE ABBIA FATTO
UNA SORPRESA. POI SALE SUL TRENO E MENTRE SI SIEDE
SQUILLA IN TELEFONO. Julian: Amore? Sei sul treno
vero? Elisabeth: Sì tesoro che sorpresa! Ma ti avevo
detto di non chiamarmi mai senza preavviso! Julian:
Scusa… Ti immaginavo tutta sola e magari con un bel
ragazzo seduto di fronte che sbirciava le tue
meravigliose gambe… ed allora, preso da un raptus di
gelosia, ho chiamato… Elisabeth: Ma a chi vuoi
possano interessare le mie gambe? Julian: Anche gli
altri hanno gli occhi per apprezzare sai? Non mi dire
che non ti è mai capitato di essere corteggiata da un
ragazzo più giovane. Elisabeth: Beh sì. Lo sai che
adoro il corteggiamento, quello fatto a modo.
Julian: Ecco vedi, allora ho fatto bene a telefonarti!
Ascolta io sono in auto e penso a te. Vorrei vederti
sai. Elisabeth: Ma sei pazzo! Julian: E se ti
vengo a prendere alla fermata di Doxville? Elisabeth:
Amore… ma io abito vicino alla stazione, sarebbe
pericolosissimo… Julian: È buio, se non sbaglio il
parcheggio è abbastanza nascosto e poi la signora
Hernandez non ha certo il dono dell’ubiquità. Solo un
saluto dai… Elisabeth: Tu sappi che non sono
d’accordo, ma un saluto te lo concedo dai! Julian: Mi
fai felice! Grazie! Elisabeth: Senti, mio folle
seduttore, esco dall’uscita laterale di Viale Kennedy… è
poco frequentata e più sicura. Tu fatti trovare lì col
motore acceso. Ok? Julian: Ok a tra poco!
ORE
6:17 P.M. STAZIONE DI DOXVILLE. ELISABETH APPENA ESCE
DALLA STAZIONE NOTA L’AUTO DI JULIAN. CORRE E SALE DI
FRETTA SENZA GUARDARSI ATTORNO. Elisabeth: Amore mio!
Julian: Amore! Elisabeth: Ed io che me ne stavo
andando tutta sola soletta a casa. Ma tu sei veramente
da ricovero in un istituto psichiatrico specializzato!
Con tutti i problemi che abbiamo! Julian: Non potevo
non vederti! Elisabeth: Pazzo! Ti dovrai far vedere
da un medico molto bravo sai? Julian: Noooooo.
Elisabeth: Cosa no? Julian: Hai messo il profumo che
porta mia moglie! Elisabeth: Vedi che tengo a te?
Julian: Sei un angelo! Prima hai detto a tuo marito
dell’auto in panne, poi il profumo… Ti amo…
LUI
CERCA DI BACIARLA. Elisabeth: Ma noooooo. Spostiamoci
da qui! Julian: Ho voglia di fare l’amore.
Elisabeth: Non possiamo. Julian: Mi mancano i tuoi
baci! Elisabeth: Ascolta, vedi quel lampioncino a
destra in fondo al viale? Ecco quello è il mio giardino!
Siamo vicinissimi! Ti rendi conto? Julian: Ti voglio
lo stesso. Elisabeth: Dio cosa mi fai fare… Allora
ascolta, prendi la prossima a sinistra, ma vai piano c’è
un enorme buca dopo il cancello, alla fine della siepe
che delimita il campo da tennis fermati. Puoi accostare
lì, ma non più di cinque minuti ok? Julian: Faccio il
bravo te lo prometto!
L’AUTO SI SPOSTA E
INGHIOTTITA DAL BUIO SI FERMA AL BORDO DEL VIALETTO.
Elisabeth: Qui è più tranquillo. Julian: Sei
bellissima amore! Elisabeth: Hai capito allora? Mio
marito sa che sabato mattina ho avuto un problemino con
la mia auto. Julian: Brava tesoro, ma non dovevi. Hai
rischiato sai? Elisabeth: Tu hai preso i miei
documenti? Julian: Ho fatto le stampe, sono nella
ventiquattrore. Elisabeth: Fanne buon uso ok?
Julian: Se non sono costretto non li userò.
Elisabeth: Dai dai che ne veniamo fuori alla grande!
Julian: Amore… Elisabeth: Aspetta tolgo il rossetto.
Julian: Ti sta bene questo profumo… Elisabeth: Dici?
Non è il mio genere, io preferisco qualcosa di più
dolce.
LA DONNA NON FA IN TEMPO A TOGLIERE IL
ROSSETTO. LUI LA BACIA POI CON LA MANO RISALE LA CALZA
DI LEI FIN SOTTO LA GONNA. Elisabeth: Non ci provare,
sai! Julian: Oh madame oggi siamo in autoreggenti.
Elisabeth: Beh questo incontro non era previsto. Sai che
in un negozio del centro stasera ho visto un completino
intimo meraviglioso? È di un colore indefinito tra il
bluette e il verde mela, con i richiami in avorio. Costa
un occhio della testa… ma tu te lo meriti… Julian:
Sarà il mio primo regalo. Elisabeth: Amore…
SI
BACIANO ANCORA, ORA LUI ACCAREZZA LE SUE INTIMITA’.
Elisabeth: Ma così non vale! Julian no… Avevi detto solo
un bacio, non sai mantenere la parola! Togli quella mano
per favore… Julian: Rilassati ti sento rigida…
Elisabeth: Ma una signora non può lasciarsi andare in
una macchina vicino ad un campo da tennis! Non sta bene!
Julian: Smettila! Elisabeth: Cosa hai intenzione di
fare? Julian: Darti piacere. Elisabeth: Come credi
mi possa concentrare? Julian: Non toglierò la mano
neanche sotto minaccia! Elisabeth: Parliamo dai,
raccontami la tua giornata… Julian: La mia giornata
ha un senso solo ora…
L’UOMO CERCA DI SCOSTARE
GLI SLIP. Elisabeth: Allora non così… aspetta…
Julian: E come? Elisabeth: Toglimi le mutandine…
Julian: Sei stupenda amore… Elisabeth: Sarai contento
ora… Julian: Non sono contento, sono felice! Tu mi
ripaghi d’ogni amarezza. Elisabeth: Ecco ora sono
tua… Mi senti? Julian: Voglio penetrarti…
Elisabeth: Non ci pensare nemmeno, sono a cento metri da
casa. Julian: Sarebbe un ricordo indimenticabile…
Elisabeth: Anche per mio marito lo sarebbe! Julian:
Cosa ti direbbe? Elisabeth: Di sicuro di non farlo
vicino casa. La rispettabilità, l’onore e i vicini vanno
di pari passo. Julian: Solo questo? Elisabeth: Per
fortuna non ha il carattere di tua moglie, non ce lo
vedo che si lascia andare ad un delitto passionale…
Julian: Ora lasciati andare tu… Elisabeth: Tutto ciò
ci porterà dritti all’inferno! Julian: Ed invece io
voglio farlo a pochi metri da casa tua, voglio che tuo
marito senta le tue urla d’amore… Solo in questo modo ti
sentirei veramente mia! Elisabeth: Pazzo… Julian:
Anzi no, vorrei farlo nel tuo letto matrimoniale dove ci
fai l’amore ogni sera… E non mi dire che non ti eccita
pensarlo…
LEI SI ADAGIA SULLO SCHIENALE. LUI
CONTINUA AD ACCAREZZARE LE SUE PARTI INTIME. ORA IL
MOVIMENTO DELLA MANO E’ SINCRONO CON IL RESPIRO DI LEI.
Elisabeth: Sì che mi eccita… sei irriverente,
blasfemo, sacrilego… ma toccami ora, così dai...
Julian: Ecco amore abbandonati. Elisabeth: Vuoi
restituirmi il favore del Park Motel vero? Julian:
Sono due giorni che ho un chiodo fisso. Elisabeth: Lo
avevo immaginato. Julian: Voglio sentire il tuo
sapore di fragola e miele sulle mie labbra.
L’UOMO A QUEL PUNTO VA GIU’ CON LA TESTA E LA BACIA TRA
LE GAMBE. Elisabeth: Tesoroooooo… sì… ancora… Ti amo…
Oddio sì… Continua dai… Non smettere… Mi ami vero?
Julian: Ti amo. Elisabeth: Dai che queste
autoreggenti non sono male… Julian: Mi ecciteresti
anche se ora portassi i mutandoni della nonna!
Elisabeth: Tu sai come trattare le donne… Chissà a
quante donne hai dato piacere su questi sedili.
Julian: È solo amore. Elisabeth: Ci credo sì… se ti
amo ci devo credere…
PROPRIO IN QUEL MOMENTO
PASSA UN SIGNORE CON UN CANE AL GUINZAGLIO, MA NON LI
NOTA. Elisabeth: Oddio ho visto un’ombra… Julian:
Non c’è nessuno tesoro… Elisabeth: Sì eccolo lì…
Julian: Tranquilla qui nessuno conosce la mia macchina.
Ed è così buio che non possono ficcare il naso dentro.
Abbandonati Elisabeth… Elisabeth: Tu sei pazzo. Fammi
esplodere… Julian: Sei calda, bollente. Sei una
calamita non riesco a staccarmi da te. Elisabeth:
Ora non ti azzardare a farlo, sì baciami intensamente,
sento il tuo fiato tra le mie cosce. Sono quasi in
paradiso…
LUI SI SBOTTONA I PANTALONI E GUIDA LA
MANO DELLA DONNA SUL SUO PIACERE. Elisabeth: Oddio
amore non ti ho mai sentito così eccitato. Julian: Sì
amore stringilo. Elisabeth: Mi eccita il pensiero che
tu sia così eccitato per me. Julian: Ed a me il
pensiero che una signora di classe come te ha tolto gli
slip ed ora mi chiede di venire… Elisabeth: Sì
insieme dai… Tocchiamoci così contemporaneamente… Come
due adolescenti. Julian: Ti amo… ancora, più svelta…
Elisabeth: Tu mi fai tornare bambina… Godo amore…
Julian: Sì… amore voglio il tuo piacere abbondante nella
mia bocca. Godi ora. Elisabeth: Non fermarti…
Julian: Dopo l’uragano voglio i tuoi baci… Elisabeth:
Eccomi… sì… Dio mio… Sei fantastico!
LEI SUSSULTA
DAL PIACERE, LUI CERCA ANCORA DI BACIARLA. Elisabeth:
No ora no, grazie amore. Sono stata benissimo! Mi hai
sentita vero? Julian: Oh amore, sembrava che non lo
facessi da una vita. Elisabeth: Sai di me vero?
Voglio baciarti. Julian: Ora vieni tu da me… Fai in
fretta. Elisabeth: Aspetta amore, vuoi i miei baci
vero? Buoni come quelli del Park Motel! Julian: Sì
dai non distrarti! Ora. Adesso. Subito. Elisabeth:
Sì dimmi tutto quello che ti viene in mente ora,
lasciati andare… Julian: Sei la mia femmina, il mio
piacere, promettimi che ogni giorno mi porterai in
paradiso!
L’UOMO LA GUIDA CON LE MANI
ACCOMPAGNANDO LA TESTA DI LEI FINCHE’ HA UNA SCOSSA
INTENSA DI PIACERE. PER ALCUNI SECONDI RIMANGONO
ABBRACCIATI E IN SILENZIO. DALL’ALTRA PARTE DELLA SIEPE
SI SENTONO VOCI E RUMORI DI UNA PARTITA DI TENNIS.
Julian: Tesoro sei unica! Elisabeth: Spero ti sia
piaciuto, questa macchina è maledettamente scomoda per
certe pratiche. Julian: Quasi quasi è stato più
intenso di quello di sabato. Elisabeth: Sicuramente
abbiamo apprezzato di più il sapore della trasgressione.
Julian: A proposito di sapore, sai davvero di fragola e
miele. Elisabeth: Ma smettila… in caso di donna
innamorata che appena la tocchi si lascia andare…
Julian: Dove ci porterà tutto questo? Elisabeth: Per
ora a casa, spero che mio marito non sia ancora
rientrato. Avrò la gonna sgualcita e spero non
macchiata! Julian: Sei bellissima… Elisabeth:
Conciata così? Accendimi una luce dai, almeno mi
risistemo un po’.
LA DONNA SI GUARDA NELLO
SPECCHETTO E RIPASSA IL ROSSETTO SULLE LABBRA.
Elisabeth: Vedi? Lo abbiamo consumato tutto! Julian:
Sarebbe una prova certa… Altro che quella spiona della
Hernandez. Elisabeth: Non scherzare dai, pulisciti
anche tu e poi controlla che il mio rossetto non sia
finito sui tuoi slip. Julian: Come si sentirebbe un
marito sapendo che la propria moglie ha offerto la sua
bocca al piacere di un altro? Elisabeth: Questo forse
me lo potresti dire tu, per quanto mi riguarda posso
dirti invece che io mi sento al settimo cielo. È bello
darti piacere in qualunque modo tu lo voglia. Julian:
Non mi hai risposto. Io parlavo di tuo marito.
Elisabeth: Secondo me mio marito non ci farebbe neanche
caso al rossetto. Julian: Già a lui interessa solo
che la tua pancia lieviti come una torta di mele.
Elisabeth: Vedo che inizi a capire… Julian: Io
capisco che non potrò mai più fare a meno di te!
Elisabeth: Un giorno ti racconterò tutto ora però fammi
andare… Julian: Ti riaccompagno? Elisabeth:
Scendo qui è più sicuro… Julian: Ciao tesoro.
Elisabeth: Ciao. .
|
CONTINUA


Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è
puramente casuale..
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RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
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