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RACCONTI D'AUTORE

Adamo Bencivenga
PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE 5
New York, stazione di Flushing Main.
Venerdì 16 Febbraio. Il treno delle 17:32 è pieno di pendolari
stanchi, ansiosi di lasciarsi alle spalle la settimana lavorativa.
Julian ed Elisabethh, per ora due perfetti sconosciuti, siedono uno
di fronte all’altra nel vagone centrale, immersi nei loro pensieri,
ignari che un incontro casuale sta per intrecciare le loro storie.

.SABATO 10 MARZO 2018. ORE 11:00 PARCHEGGIO DEL
TRENDY STORE, SULLA STATALE 18 ALL’ALTEZZA DI MEAD AV.
ELISABETH E’ NELLA SUA AUTO, STA RIPASSANDO LE SUE
LABBRA DI ROSSO ALLO SPECCHIETTO RETROVISORE. DOPO
QUALCHE MINUTO SI AFFIANCA UNA MACCHINA NERA. E’ QUELLA
DI JULIAN. SI SALUTANO DAL FINESTRINO POI LEI SCENDE E
SALE SULL’AUTO DI JULIAN. Elisabeth: Ciao caro come
stai? Julian: Bene grazie e tu? Elisabeth: Che
strano vederti senza cravatta! Julian: Non ti
piaccio? Elisabeth: Oh sì tanto… ma sei strano non
sono abituata a vederti così sportivo… Julian: Tu
invece sei estremamente elegante. Elisabeth: Dici?
Julian: Dico!
L’UOMO SI GUARDA INTORNO…
Elisabeth: Ti vedo sospettoso. Problemi? Julian:
Vorrei uscire al più presto da qui. Elisabeth: Con
queste siepi alte sembra un parking love per amanti
clandestini. Beh adatto a noi no? Julian: Appunto
meglio andare in un posto più tranquillo e che dia meno
sospetti.
JULIAN AVVIA LA SUA AUTO E SI DISTRICA
TRA LE MACCHINE DEL PARCHEGGIO E I CLIENTI CON I
CARRELLI. Elisabeth: Dove mi porti? Julian: Sarà
una sorpresa. Elisabeth: Hai portato i ragazzi in
piscina? Julian: Sì tutto come previsto… Tesoro
abbiamo quasi due ore di tempo per noi, sai?
Elisabeth: Magnifico allora! Julian: È stata una idea
fantastica incontrarci di sabato. Ti sento ancora più
vicina… Elisabeth: Ti piaccio?
LA DONNA SI
TOGLIE IL SOPRABITO. PORTA UN VESTITO AVORIO DELLO
STESSO COLORE DEL CAPPELLO. UN FILO DI PERLE E UN
ROSSETTO CILIEGIA CHE CONTRASTA PIACEVOLMENTE CON LA SUA
PELLE CHIARA DEL VISO. L’UOMO ALLE PRESE CON I VIALETTI
DEL PARCHEGGIO LA GUARDA PER UN ISTANTE. Julian: Non
potevi fare di meglio… Elisabeth: Grazie. Sono felice
sai… Allora dove andiamo? Non resisto alle sorprese…
Julian: C’è un Park Motel a poche miglia da qui… Lì
possiamo stare tranquilli… Elisabeth: Perfetto! Ho
sempre detto che sei un uomo dalle mille risorse.
MA IL DIAVOLO FA LE PENTOLE E SI DIMENTICA SPESSO I
COPERCHI E PROPRIO IN QUEL MOMENTO, DAVANTI ALLA LORO
AUTO, UNA DONNA DI MEZZA ETA’, PIUTTOSTO FORMOSA,
ATTRAVERSA LA STRADINA CON UN BAMBINO PER MANO E UN
CARRELLO COLMO DI MERCE. GUARDA NELL’AUTO E SI FERMA PER
UN ISTANTE. IL VISO DI JULIAN SBIANCA PER POI ASSUMERE
IN POCHI ISTANTI TUTTI I COLORI DELL’ARCOBALENO ED
OLTRE. Elisabeth: Julian cosa c’è? Julian: Me lo
sentivo che non era un posto sicuro questo. Che sfiga!
Elisabeth: Che c’è tesoro? Conosci quella donna?
Julian: È la signora Hernandez, purtroppo la conosco
benissimo. È una nostra vicina di casa e penso mi abbia
riconosciuto. Elisabeth: Mannaggia. Dici che potrebbe
riferire tutto a tua moglie? Julian: Loro due sono in
estrema confidenza. Alle volte ci fa il favore di badare
ai ragazzi quando usciamo la sera. Elisabeth: Conosce
la tua macchina? Julian: Altro che…
L’UOMO,
SCHIVATA LA DONNA, ACCELERA PER POI PRENDERE LA STATALE.
Elisabeth: Dai tesoro calmati, forse non ci ha visto.
Julian: Non so… comunque si è fermata ed ha guardato
dentro la macchina. Elisabeth: Con il riflesso del
sole e i vetri oscurati non si notato i visi dei
passeggeri. Julian: Speriamo. Questa non ci voleva.
Elisabeth: Colpa mia tesoro, mi dispiace. Julian: Ma
che dici! Non è tua la colpa! Elisabeth: Sì! Sono
stata io a scegliere questo parcheggio infernale, non
immaginavo che il sabato mattina fosse così stracolmo di
gente. Julian: Va bene dai è successo. Non ci
pensiamo più. Elisabeth: Sì amore pensiamo a noi.
Julian: Cosa hai detto a tuo marito? Elisabeth: Temi
un altro incontro spacca cuore? Julian: Qui siamo
distanti da Doxville e questa strada non è molto
trafficata. Elisabeth: Ho detto che andavo a fare
delle spese al centro commerciale, per cui dopo quando
mi riporti alla mia auto, farò un salto dentro.
Julian: Non ti ha notata quando sei uscita di casa?
Elisabeth: Perché me lo chiedi? Julian: Sei
bellissima tesoro e soprattutto non mi sembra un
abbigliamento da shopping in un centro commerciale.
Elisabeth: Ho rischiato un po’ sì… Ma per un incontro
con te non avrei certo indossato un paio di jeans…
Julian: Ma ti ha visto? Elisabeth: Sì che mi ha
vista, ma quando mi guarda mi sembra di essere
trasparente ai suoi occhi. Sai ho sempre pensato di non
essere il suo tipo. Julian: Perché? Elisabeth: Non
so, anche quando eravamo fidanzati e passeggiavamo lui
si voltava a guardare un altro tipo di donna. Julian:
Ossia? Elisabeth: Lui adora le bionde, formose, non
tanto alte, con i seni grandi. Julian: Ma tu sei un
amore! Elisabeth: Sei tu che mi fai sentire bella…
tesoro. Julian: Tuo marito è pazzo da legare! Devo
confessarti che dal primo momento che ti ho visto ho
desiderato fare sesso con te. Elisabeth: Non posso
crederci! Sei stato molto gentile quella volta e non
davi certo di l’idea di essere un tombeur de femmes.
Julian: L’apparenza inganna… Elisabeth: E mi dica
Signor Mailer voleva portarmi subito a letto? Julian:
Subito no magari dopo dieci minuti…
I DUE RIDONO,
LUI TOGLIE LA MANO DAL VOLANTE ED ACCAREZZA LE GAMBE DI
LEI. Julian: Le tue gambe sono di seta! Elisabeth:
Di seta sì, ma tue, puoi stropicciarle come vuoi…
Julian: Ascolta gli hai parlato ieri sera? Elisabeth:
Lui è tornato tardi e poi ho deciso di seguire il tuo
consiglio. Del resto gliene avrei parlato solo per
dimostrarti di essere stata onesta con te. Non voglio
perderti tesoro e non voglio che tra noi ci sia la
minima incomprensione. Julian: Ma hai intenzione di
dirglielo vero? Elisabeth: Devo solo scegliere il
momento giusto. Julian: Quindi ieri sera non avete
fatto nulla? Elisabeth: Quando è tornato ho finto di
dormire.
I DUE ARRIVANO A DESTINAZIONE. IL MOTEL
E’ IMMERSO NEL VERDE. LA STRUTTURA CENTRALE E’ IN STILE
CLASSICO, LE STANZE HANNO TUTTE L’ENTRATA INDIPENDENTE.
NEL PARCHEGGIO CI SONO SOLO DUE AUTO DI GROSSA
CILINDRATA. Elisabeth: Ohi ma che lusso! Tu non badi
a spese! Julian: Tesoro mio… Io voglio darti il
meglio in ogni situazione. Elisabeth: Mi fai sentire
una regina sai. Julian: Lo sei… Elisabeth: Dici
che quelle due macchine sono di amanti clandestini?
Julian: Oh tesoro non penserai che qui vengano turisti…
Elisabeth: E quindi ora sono in una di quelle stanze e
si stanno amando segretamente? Julian: Non vedo cosa
si possa fare altrimenti… Elisabeth: … e i rispettivi
coniugi non sanno nulla? Julian: Come i nostri del
resto… Elisabeth: Amore grazie! Tu mi hai fatto
entrare in un mondo sconosciuto, un mondo romantico,
coinvolgente, passionale. Inizia a piacermi questa
complicità sai? Julian: Anche a me tesoro. Ti ho
aspettata per una vita. Elisabeth: Ci ho messo un
po’ ad ingranare, ma ora penso che sarebbe stato un
peccato rinunciarci. Questa vita segreta ha un lato
affascinante, un gustoso sapore di libertà. Non so come
spiegarti… Julian: Sono contento allora di averti
presa per mano e condotta nei misteri più succosi della
vita. Elisabeth: Ci riflettevo stanotte quando
pensavo cosa indossare per te. La mia mente e il mio
corpo si stanno aprendo a scenari fantastici. Finora
credevo che il sesso fosse solo un’attività fisica tipo
il trekking o la palestra. Julian: Se scolleghiamo
la mente rimane quello che hai detto. Elisabeth:
Oddio tesoro amo questa complicità, è affasciante tutto
questo. Te ne sarò grata per sempre. Julian: Ora però
tu rimani qui buona in macchina. Io vado e poi torno ok?
Elisabeth: Massima riservatezza allora! Julian: È
quello che vogliamo no?
JULIAN SCENDE. ELISABETH
GUARDA IL TELEFONO, C’E’ UNA CHIAMATA PERSA DI SUO
MARITO. LO SPEGNE E LO RIMETTE IN BORSA. QUANDO L’UOMO
TORNA LEI SCENDE E INSIEME SI AVVIANO MANO NELLA MANO
ATTRAVERSO I VIALETTI DEL BEL GIARDINO ALL’INGLESE NELLA
STANZA 12. ENTRANO. Elisabeth: Amore mio non potevi
scegliere di meglio! Mi sembra di essere entrata in una
favola. Julian: Madame è di suo gusto l’arredo?
Elisabeth: Romantico come piace a me! È tutto curato in
ogni dettaglio. Oddio guarda queste tende! Queste
lampade in stile provenzale! E il letto a baldacchino è
sublime! Ma come hai fatto a scovarlo? Julian: Basta
fare una ricerca su internet ed il gioco è fatto!
Elisabeth: Bello davvero… Ti sarà costato una fortuna!
Vorrei passarci un’intera giornata e scordarmi di tutto!
Ma non abbiamo molto tempo vero? Julian: Il tempo
giusto per amarti. Elisabeth: Ho trovato una chiamata
persa di mio marito! Julian: Io non oso guardare il
telefono! Preoccupata? Elisabeth: Di solito il sabato
mattina ha sempre molto da fare… E tu pensi ancora alla
tua vicina? Julian: Pensavo che… se anche mi avesse
riconosciuto non avrebbe alcun senso riferire no? A che
pro? Elisabeth: Lo penso anch’io… e se per caso
riferisse? Julian: Direi che sei una cliente della
banca incontrata lì per caso… Elisabeth: Ci
crederebbe? Julian: Forse no, ma non mi vengono scuse
migliori. Elisabeth: E perché ero in auto con te?
Dove mi stavi portando? Julian: La scusa della
macchina in panne non funziona vero? Elisabeth: Oh sì
è possibile. Quindi mi stavi portando alla fermata del
pullman? Julian: Pullman, treno… sono uno scrittore
no?
LA DONNA SI METTE SEDUTA SUL BORDO DEL LETTO,
RIPASSA DI NUOVO LE SUE LABBRA DI ROSSO, POI TOGLIE IL
CAPPELLO, MA NON SI SPOGLIA. L’UOMO E’ IN PIEDI LA
GUARDA ESTASIATO. Julian: Sei davvero una signora
affascinante… Se penso che per tuo marito sei totalmente
trasparente… Elisabeth: Ma io ora l’uomo ce l’ho e
stai sicuro che non me lo faccio scappare. Julian: Oh
sì amore legami! Elisabeth: Ti piaccio con le gambe
accavallate? La posa è un po’ osé… Che effetto ti
faccio? Julian: Mi sazi occhi e mente tesoro, ma ora
voglio prenderti! Elisabeth: Ascolta Julian, non
voglio che tu abbia problemi a causa mia. In questi casi
il tempo è molto importante. Prima torni e meno crei
sospetti. Julian: Tesoro sei gentile a preoccuparti
per me, ma io ti voglio. Elisabeth: Smettila. Per te
questo e altro… Vieni qui, dai. Mi è venuta un’idea
pazza e alquanto super rapida!
L’UOMO SI AVVICINA
E RIMANE IN PIEDI. LA DONNA SEDUTA GLI SBOTTONA I
PANTALONI. Elisabeth: Ora gli diamo un bel bacino
affettuoso… Julian: Perché? Elisabeth: Perché te
lo meriti e soprattutto è da ieri che volevo farlo.
Ricordi quando mi hai detto che tua moglie… insomma ti
procura piacere in modo alternativo… Julian: Sì
certo… È piuttosto pigra, ma alle volte si rende
necessario farlo. Non è un granché ma ci mette impegno.
Elisabeth: Ti adoro così esigente. Julian: Ed io amo
la tua intraprendenza. Elisabeth: Allora stai buono
ora… Julian: Sei folle. Elisabeth: Ti piace il
rossetto o vuoi che lo tolga? Julian: Oh no… Tienilo.
Sarebbe un sacrilegio… Elisabeth: È più intrigante
vero? Julian: Molto… Elisabeth: Ho deciso di
recitare il ruolo dell’amante fino in fondo. Quindi il
rossetto ci sta. Il tacco come vedi è più alto di quello
finito nella grata davanti alla CityBank… Spero di aver
indovinato anche la lingerie. Julian: Sei fantastica…
Elisabeth: Ecco così vieni da me e guardami le gambe.
Guarda lo spacco del vestito come scivola sulla seta…
per il resto confido nella tua immaginazione… Julian:
Meravigliosa. Elisabeth: Poi mi dirai se noti
differenze… Ma devi essere sincero…
LA DONNA ORA
NON PUO’ PARLARE. DEDICA ALL’UOMO TUTTA LA SUA MAESTRIA
E LA SUA DEVOZIONE. LUI IN ESTASI SI LASCIA ANDARE A
GEMITI INCOMPRENSIBILI, POI DOPO POCHI MINUTL ESPLODE…
LEI LO ACCOGLIE. Julian: Ti amooooooooo…
Elisabeth: Sì tesoro dillo ancora. Dimmi che sono tua…
Julian: Tu sei fatta per amare… Elisabeth: La mia
bocca non serve solo per parlare vero? Julian: Questo
è il primo di una lunga serie, adoro la tua devozione.
Elisabeth: Il mio piacere è il tuo, lo sai vero?
Julian: Ne sono sempre più convinto... Elisabeth:
Sono solo una donna innamorata. Julian: Anch’io sono
perso! Elisabeth: Baciami… So di te vero? Julian:
Ti sto scoprendo a poco a poco… Sei una donna magnifica.
Elisabeth: Più che donna, mi sento la tua femmina…
I DUE SI BACIANO. LEI HA UN FREMITO DI PIACERE.
Julian: E ora? Elisabeth: Ora mi ridai il cappello,
rimetto il soprabito e andiamo… Julian: Noooo… Voglio
possederti! Elisabeth: Lo hai fatto ieri…
L’UOMO LE SOLLEVA LA GONNA FINO AI FIANCHI. DAVANTI A
LUI COMPARE UN PARADISO IN STILE REGENCY, UNA VERA E
PROPRIA OPERA D’ARTE. Julian: Oddio Elisabeth, mai
visto uno splendore simile… Voglio prenderti.
Elisabeth: Fai il bravo ora. Julian: Ma tu?
Elisabeth: Io sto benissimo così. Julian: Non ci
credo. Elisabeth: Vuoi sentire?
LEI PRENDE LA
MANO DELL’UOMO E LA PORTA TRA LE SUE GAMBE. L’UOMO
RAPITO DA TANTA BELLEZZA SFIORA LE SUE MUTANDINE UMIDE.
Julian: Sei calda… Elisabeth: … e soddisfatta così.
Julian: Sei incredibile, ma dove ti ho scovata io?
Elisabeth: Mi hai comprata nel megastore della Stazione
di Flushing Main. Ricordi? Ero in vetrina in offerta
insieme ad altri manichini, ma tu hai scoperto a
differenza degli altri avevo un’anima e così non hai
esitato a fare un ottimo acquisto.
LUI LA GUARDA
AMMALIATO DA QUELLA RICERCATEZZA. Julian: Ora e solo
ora riesco ad associare il concetto di sensualità.
Elisabeth: Vedi te l’avevo detto di attendere. Dovevamo
solo conoscerci. Sgrossarci di dosso la timidezza e i
sensi di colpa. Julian: Avevi ragione. Elisabeth:
Ho sempre ragione! Julian: Così mi fai dimenticare
tutti i problemi! Elisabeth: Ora però se sei un uomo
onesto devi mantenere la promessa. Julian: Quale?
Elisabeth: Ora riprenditi e smettila di guardare
incantato le mie intimità. Devi fissarmi negli occhi e
dirmi se hai notato delle differenze… E non dirmi
aggettivi tipo sublime, fantastica ecc… voglio sapere
tecnicamente… Julian: Amore… Se esiste il paradiso
quello sei tu… Elisabeth: Avevo detto tecnicamente…
Almeno dimmi se lei è brava quanto me… Julian: No.
Elisabeth: Ti accoglie? Julian: No, dice che non ama
quel sapore. Quando sto per arrivare lei lascia la
presa. Elisabeth: Ma tesoro mio… Quello per me è il
momento più bello… Il tuo seme, il tuo piacere, la tua
passione… Non posso crederci. Julian: Tesoro ti sei
accorta sono arrivato al piacere in tempi da record?
Sicuramente ci ho impiegato meno che un adolescente…
Elisabeth: Allora sono stata brava! Julian: Brava
quanto una donna esperta e devota al piacere del proprio
uomo.
ELISABETH RIDE. Elisabeth: Allora adesso
posso confessarti una cosa. Avevo timore di questa prova
perché non sono affatto esperta come tu dici!
Julian: Non mi dire che con tuo marito… Elisabeth: Ma
come te lo devo dire che lui usa il sesso solo per
procreare? E da quanto ne so io i bimbi non escono dalla
bocca! Julian: Quindi? Elisabeth: Quindi nella
mia esperienza di vita è successo appena due volte da
adolescente, una volta con un ragazzo scozzese durante
il viaggio di laurea. Poi altre volte da grande, ma si
contano sulle dita di una mano. Julian: Giuro che è
stato magnifico. Elisabeth: Sono contenta che tu me
lo dica. Ora in fretta dai usciamo, mi accompagni al
parcheggio e vai di corsa in piscina. Ovviamente ti devi
far vedere dai bimbi che sei lì. Julian: D’accordo
amore.
ORA SONO IN MACCHINA. Julian: Tesoro
neanche mezzora! L’addetto alla reception mi ha guardato
di traverso. Crederà davvero che come maschio valgo
poco. Elisabeth: Non ti curar di loro ma guarda e
passa! Julian: Quando ti rivedrò? Elisabeth:
Lunedì ovviamente. Julian: Ah già domani è domenica.
Ma come faccio a stare un giorno senza vederti?
Elisabeth: Goditi i tuoi figli tesoro per me c’è sempre
tempo. Julian: Arriverà quel giorno quando staremo
insieme senza problemi… Elisabeth: Stai zitto! Ma
dimmi piuttosto! Ti è piaciuta la mia lingerie? Vado
bene come amante?
LA DONNA SOLLEVA LA GONNA. POI
PRENDE LA MANO DELL’UOMO E SI FA ACCAREZZARE LA CALZA.
Elisabeth: È di vera seta sai. Julian: Una donna come
te non porta un banale nylon! Elisabeth: Beh ora non
esagerare, queste si indossano in occasioni molto
particolari. Fino a qualche giorno fa avrei scommesso
che queste calze fossero destinate a marcire in armadio
e non le avrei mai più indossate. Per questo ti dicevo
che mi stai facendo vivere un momento da sogno.
Julian: Grazie tesoro mio.
LUI NE APPROFITTA E
MENTRE GUIDA ACCAREZZA PROFONDAMENTE LE SUE INTIMITA’.
Elisabeth: Ohi fermo, mica sono di marmo io! Julian:
Lo sento. Elisabeth: Se continui così ti faccio fare
un’inversione e torniamo nella casetta delle favole!
Julian: Allora non smetto! Elisabeth: Mi fai tornare
la voglia…
L’UOMO RALLENTA ED ACCOSTA L’AUTO. SI
BACIANO. Elisabeth: Amore non farlo. Julian: Ho
bisogno di te. Elisabeth: Allora scoprimi il seno,
Julian: Qui in mezzo alla strada? Elisabeth: Qui
l’eccitazione è doppia, perché rubata. Julian: Mi
sorprendi sempre di più… Elisabeth: Bacialo,
accarezzalo, mordilo. Julian: Sei fantastica… Ma
allora non era vero che eri soddisfatta! Elisabeth:
Diciamo che sono in una specie di trance. Basta ora
però…
LA DONNA SI RICOPRE. LUI RIPARTE
Elisabeth: Sai… Potrei farlo più volte al giorno come
astenermi per settimane e ti assicuro il piacere sarebbe
identico. Julian: Non capisco. Elisabeth: Ascolta
tesoro, sono stata bene e questo è tutto! Ora però togli
la mano e fai il serio ok? Julian: Non te lo
prometto. Elisabeth: Cerca di comportarti bene con
tua moglie, non fare l’insofferente. Se la signora ha
parlato è anche giusto che lei sia gelosa e ti riempia
di domande. Julian: Cercherò di fare il bravo.
Elisabeth: Non voglio che bisticciate per me. Il nostro
futuro in caso dipende da noi e non dalle vostre
litigate. Sarebbe un delitto se il nostro rapporto
nascesse dalle macerie altrui. Per cui cerca di essere
accondiscendente… Julian: Mi stai dando il permesso?
Elisabeth: Beh non so se lei sarà nello stato d’animo
giusto, ma se quella donna oltre a riferire mi ha
descritta come un femme fatale sarà dura per te.
Julian: Sei un tesoro, cercherò di fare del mio meglio.
Elisabeth: Non ti sto dando alcun permesso tesoro! Bada
bene! Ti sto dicendo che solo nel caso fosse inevitabile
hai il mio consenso. Julian: Tesoro, non ho voglia di
lei, non mi interessano le sue grazie. Tu annienti
qualsiasi desiderio che non sia per te. Mi capisci vero?
Elisabeth: Sono contenta di questo. Julian: Ti amo.
Elisabeth: Siamo quasi arrivati. Ascolta, non entrare
nel parcheggio. Lasciami lì, vicino a quell’edicola.
Mancheranno cinquecento metri, proseguo a piedi e così
evitiamo qualsiasi incontro. Julian: Ok.
Elisabeth: Tu vai, io entro nello Store e compro qualche
stupidaggine. Così ho la mia bella scusa pronta nel caso
mio marito non fosse persuaso di questa uscita
mattutina. È inutile dirti di non chiamarmi domani per
nessuna ragione, in caso lunedì, nelle ore di ufficio,
mandami un messaggio. Ok tesoro? Julian: Ok.
LA MACCHINA DI JULIAN ACCOSTA. LA DONNA SCENDE.
Julian: Ciao amore mio. Elisabeth: A lunedì tesoro.
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|
CONTINUA


Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è
puramente casuale..
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