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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Marlene Dietrich
L'Angelo Azzurro
Marlene Dietrich venne definita la bellezza senza tempo. Era nata il 27 dicembre 1901. Visse 91 anni di passione sfidando i tempi.
 



 
 
(Berlino, 27 dicembre 1901 – Parigi, 6 maggio 1992)

 

 
Dicono che da bambina si facesse chiamare Paul
Ho sempre vissuto in ambienti maschili, mio padre era un ufficiale di polizia prussiano. Militare dalla testa ai piedi. Uno di quelli con i baffi attorcigliati… Ho sempre subito il suo fascino tanto ad emularlo e sognando di indossare quelle uniformi. A 16 anni debuttai come violinista vestita da uomo. Ero felice di affermare le mie caratteristiche anticonformiste.

Il successo del film "L'Angelo azzurro" la costrinse a recitare anche altri film in cilindro e frac.
Non che la cosa mi dispiacesse... Anzi, in privato ero spesso addobbata con monocolo, giacca militare e berretto. I miei costumi di scena erano disegnati da Travis Banton o da Jean Louis. Ricordo con piacere il frac di "Marocco" e il vestito da cavallerizza del "Giardino di Allah".

Andiamo per ordine si da bambina studiò violino…
Volevo diventare una solista ma poi dovetti rinunciarvi per via di una tendinite.

L’arte scorreva a fiumi nelle sue vene…
Continuai a dedicarmi alla musica e al canto, poi passai al teatro, al cinema. Nel 1953 tornai al teatro musicale, ma la rottura del femore, dopo una caduta durante uno spettacolo mi costrinse a interrompere la carriera.

La sua vita è costellata di forti passioni e amori travolgenti verso ambedue i sessi senza particolari distinzioni.
Sin dalla prima giovinezza ho amato e sono stata ricambiata.

Nel 1925 conobbe a Berlino la cantante Claire Waldoff.
Avevamo messo in piedi varie riviste dai contenuti lesbici, e un teatro-cabaret lesbico molto frequentato.

Claire Waldoff, era lesbica dichiarata e una cantante molto popolare di operette e riviste.
Io l’adoravo anche perché mi insegnò a cantare. Frequentavamo insieme un club berlinese di sole donne, il "Pyramide". Nel 1927 nella rivista "Bocca a bocca" cantavo " Meine beste Freundin", un fox trot con molte allusioni lesbiche non volute che diventò un successo. Ricordo che durante l’esibizione tenevo in mano delle violette, che offrivo alle donne alla fine della canzone.

Dichiarò più volte di essere diventata antinazista per decenza. E’ vero?
Infatti, rifiutai sistematicamente le offerte di lavoro del ministro della propaganda del Terzo Reich, e una corte spietata di Hitler che mi avrebbe voluta come simbolo della Germania nazista.
Svolsi un’attività pubblica contro il nazifascismo a sostegno dell'emigrazione clandestina di ebrei ed altri soggetti perseguitati.

Il rapporto tra lei e la Germania fu sempre negativo.
I miei connazionali non mi perdonarono mai di aver voltato le spalle alla "patria", ma io avevo voltato le spalle solo al regime nazista. Mi vanto di essere stata una delle poche voci "ufficiali" del dissenso al tempo di Hitler.

Nel 1929, la grande svolta…
L’anno dell’Angelo azzurro. Lasciai Berlino per Hollywood firmando il mio primo contratto con la Paramount.

Intanto a Berlino aveva lasciato un vuoto…
In California ricevevo molte telefonate e lettere dalle mie amiche lesbiche.

In Germania la situazione stava precipitando…
Nel 1933, dopo la presa di potere nazista, alla mia amica Claire Waldoff venne proibito di fare teatro. La sua carriera praticamente finì. Si trasferì in un villaggio vicino alla frontiera con la sua amante Olly e non tornò più a Berlino. La loro casa venne distrutta. Per mantenersi fece solo spettacoli clandestini, dove i biglietti in prevendita andavano a ruba.

Perché prese la nazionalità statunitense?
Fu inevitabile. Cercai anche di rendermi utile in numerose occasioni per le truppe americane cantando la canzone Lili Marleen, che sarebbe poi diventata il mio inno. Rischiai la vita al fronte per portare sollievo negli ospedali da campo durante la Seconda Guerra Mondiale..

Nel 1923 aveva sposato il regista Rudolf Sieber. Come mai?
Fu un "matrimonio aperto" senza convivenza, Volevo una figlia che nacque l'anno dopo : Maria.

La seguirono nell'avventura americana?
Sì vennero con me. Ma con Rudolf le cose non andarono più bene. Lui s’innamorò di una mia ex-amica, ma non divorziammo mai.

Negli Stati Uniti era diventata una diva.
La pubblicità del mio primo film hollywoodiano, Marocco, diceva: "Marlene Dietrich, la donna che tutte le donne vogliono vedere". Ne andavo orgogliosa!

Nel 1932 conobbe la scrittrice e sceneggiatrice Mercedes de Acosta, amante di Greta Garbo.
La incontrai durante un ricevimento, nella cucina della casa, dove Mercedes si era rifugiata piangendo disperata. La Garbo la faceva soffrire ed io volevo consolarla…

E la invitò a cena a casa sua….
Dopo pochi giorni mi scriveva già lettere d'amore che cominciavano con "tesoro mio", firmate con "Il principe bianco".

Vera attrazione o solo vendetta verso la più famosa e sua rivale Greta?
Amavo Mercedes tanto da condividerla con la Garbo. Nessuna vendetta, anzi era una specie di triangolo a distanza e naturalmente fu molto chiacchierato...

La relazione durò un anno. Vero?
Sì. Quando mi accorsi che era solo un’arrivista la lasciai rifiutandomi anche di risponderle al telefono. Mercedes continuò ad insistere con lettere infuocate, rassicurandomi del suo amore.

Ci parli di Jo Castairs.
Era l'estate del 1939. Durante una vacanza sulla Costa Azzurra, m'innamorai di lei da lontano, avvistandola sul suo yacht. Ne nacque una breve relazione. Jo era l'unica che potesse permettersi di chiamarmi "baby".

Ed Edit Piaf?
Quello fu un rapporto molto importante per me. L’avevo conosciuta nel 1947. Avevo 14 anni più di lei, la trovavo molto attraente e la presi sotto le mie ali. La circondai di regali, consigli, facendole conoscere se stessa e la passione nutrendo il suo corpo. La morte di Edith nel 1963 mi scosse profondamente.

Tra i suoi amanti ricordiamo il regista Josef von Sternberg, in odore di omosessualità…
Nel mondo dello spettacolo, i matrimoni di copertura erano molto frequenti. Venivano chiamati Lavender Marriages.

Cos’erano i “Circoli di cucito”?
Dopo l'approvazione nel 1929 del tristemente noto "codice Hays", che metteva al bando l'"immoralità" sia sullo schermo che nella vita privata degli attori, molte attrici lesbiche si riunivano discretamente in questi circoli chiamati ironicamente “di cucito", dalla star lesbica Alla Nazimova.

Si racconta di una festa in costume dove lei si presentò con i panni di Leda e la sua accompagnatrice Elizabeth Allan vestiva in frac.
Avrei voluto dire chiaramente a tutti i presenti. "Sono bisessuale. E allora?"

Con la "caccia alle streghe" del senatore McCarthy negli anni Cinquanta molte attrici vennero cancellate dagli schermi. La Garbo svanì dalla scena, e lei?
Io fui meno discreta. Nei miei film giocavo spesso il ruolo di fredda "donna fatale", con i miei abiti maschili, come del resto mi comportavo nella vita privata. Le mie relazioni amorose erano pubbliche.

Come la conquistò Remarque?
Lui sapeva parlare agli angeli azzurri. Era il più grande scrittore del tempo, autore di “Niente di nuovo sul fronte occidentale.” Durante una cena al Lido di Venezia, mi disse: "Le devo confessare una cosa. Io sono impotente!" La cosa mi entusiasmò e non poco.

Nacque un’intensa storia d’amore!
Lui viveva con i suoi cani in una stupenda villa sul Lago Maggiore in Italia ed io a Beverly Hills. Ci furono lunghe telefonate intercontinentali, lettere, telegrammi e incontri segreti in alberghi di Parigi e di altre città europee. La nostra relazione andò avanti per anni. Mi scriveva delle lettere chilometriche piene di sentimento e passione.

E lei?
Io ne ero lusingata, ma negli Stati Uniti vivevo un’altra realtà.

L'ultimo suo telegramma raggiunse lo scrittore sul letto di morte.
Gli scrissi poche parole: "Ich schicke dir mein ganzes Herz". ("Ti mando tutto il mio cuore.")

In una intervista lei disse: "In Europa non conta se sei un uomo o una donna. Noi facciamo l'amore con chiunque troviamo attraente".
Rappresentai provocatoriamente questa libertà in una scena di Marocco dove baciai sulle labbra una donna del pubblico dopo la fine della canzone.

Si riconosce in questa frase? “Marlene possiede il limpido fascino delle donne di ieri e l’ambiguo charme delle donne di oggi... L’uomo non è solo attorno a lei, ma dentro di lei...”
Credo che sintetizzi la mia vita.

Dopo una caduta causata dall'abuso di alcool e di psicofarmaci si ritirò dalle scene e andò a vivere a Parigi per tutto il resto della sua vita, in semi-reclusione. Marlene era nata il 27 dicembre 1901. Morì il 6 maggio 1992 a 91 anni per una grave atrofia muscolare dopo circa dodici anni di immobilizzazione a letto.
Il decesso fu dovuto ufficialmente ad un infarto che la colpì nel sonno, ma le cause della morte sono sempre rimaste poco chiare, specialmente dopo le dichiarazioni rilasciate nel 2002 dalla sua segretaria Norma Bousquet, dove affermava che l'attrice si era suicidata con una forte dose di sonnifero.
Dietro sua richiesta venne sepolta accanto alla tomba di sua madre a Berlino.
La sua tomba è stata profanate varie volte per gruppi nazisti che non perdonarono mai il suo appoggio ai nordamericani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Quando nel 1960 tornò in visita a Berlino, fu accolta da cori astiosi. "Marlene go home!" le gridavano. "Via! Va' via, traditrice della patria!"...






 






 

I suoi aforismi
L'uomo medio è più interessato a una donna interessata a lui che a una donna con delle belle gambe.
Capisci che l'amore è finito quando hai detto che saresti arrivato per le sette e arrivi alle nove, e lui o lei non hanno ancora chiamato la polizia.
A qualunque donna piacerebbe essere fedele. Difficile è trovare un uomo a cui esserlo.









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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://it.geocities.com/marilyn_3d
www.italiadonna.it
http://it.lesbianas.tv
www.culturagay.it
FOTO GOOGLE IMAGE


 















 
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