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STORIE DI ROMA
 
 

Katy Skerl Giallo color Vaticano
L’uomo del flauto aveva ragione?
Il mistero che avvolge la doppia scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori si infittisce ancora di più, di recente è stata trovata una tomba vuota nel cimitero del Verano così che nel giallo color vaticano entra prepotentemente una terza ragazza, la 17enne Katy Skerl uccisa nel 1984 ossia sei mesi dopo la sparizione delle altre due ragazze



 



 
 


 
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Chi era Catherine Skerl?
Una ragazza diciassettenne, chiamata Katy, studentessa del liceo artistico di via Giulio Romano a Ponte Milvio. Figlia di Peter, un regista svedese assistente di Ingmar Bergman e noto per alcuni film erotici di successo. Ha un fratello di nome Marco e i genitori si separano presto, il padre lascia Roma mentre lei resta a vivere con la madre a Montesacro in via Isidoro del Lungo, zona Talenti. Appassionata di politica si iscrive alla Fgci, la Federazione giovanile dei Comunisti italiani.

Cosa successe quel pomeriggio del 21 gennaio 1984 di 38 anni fa?
Katy dopo aver partecipato ad una festa esce dall’abitazione, cammina tra Largo Bacone e via Cartesio, sono le 18.30 ed è l’ultima volta in cui qualcuno la vede viva. Da quanto si sa Katy avrebbe dovuto prendere la metro e fermarsi alla stazione di Lucio Sestio, sulla Tuscolana, per raggiungere la sua amica del cuore e passare la notte insieme per poi la mattina seguente andare in gita sulla neve a Campo Felice.

Ma?
Purtroppo nessuno la vedrà arrivare, perché la mattina successiva, il 22 gennaio, la troveranno morta in campagna ai margini di una vigna a Grottaferrata, strangolata con un filo di ferro.

Cosa svelarono le indagini?
Nulla di nulla, il caso fu archiviato come un’aggressione da parte di ignoti. La salma della povera ragazza fu tumulata del Cimitero Monumentale del Verano a Roma nel settore 115, seconda fila dal basso.

Perché oggi si riapre il caso?
Perché in questi giorni su segnalazione del fotografo Marco Fassoni Accetti la Procura di Roma ha disposto un sopralluogo e la Squadra Mobile ha effettivamente trovato il loculo di Katy Skerl completamente vuoto. La lapide è stata smontata e la cassa di legno è sparita. Quindi qualcuno ha trafugato i resti della piccola Katy.

Perché mai a tanti anni di distanza qualcuno avrebbe compiuto questo gesto?
Secondo il fotografo la bara della 17enne sarebbe sparita per eliminare una prova che collega questo caso a quello di Emanuela Orlandi. In particolare si tratterebbe dell’etichetta "Frattina 1982" della camicetta bianca indossata dalla defunta. Infatti la parola Frattina non è casuale in quanto era già comparsa in uno dei comunicati di rivendicazione del sequestro Orlandi nell’estate del 1983.

Ma il fotografo è attendibile?
Direi proprio di sì perché nella sua denuncia alla Procura disse: "Nel loculo troverete solo una maniglia, con la raffigurazione di un angelo". Esattamente quello che è stato rinvenuto.

Quindi il collegamento tra la Orlandi e Katy Skerl sarebbe l’etichetta Frattina?
Non solo… è stato scoperto dal Corriere della Sera che Katy era nella stessa classe della figlia di uno dei tre bulgari accusati all'epoca dell’attentato al Papa. Pare che le ragazzine si frequentassero anche fuori scuola. Senza contare che nel 2013 venne inviato un messaggio anonimo e criptico sia alla famiglia Orlandi che a quella Gregori: “Non cantino le due belle more per non apparire come la baronessa e come il ventuno di gennaio martirio di Sant’Agnese con biondi capelli nella vigna del Signore”. Un chiaro riferimento alla tragica sorte di Katy Skerl il cui cadavere era stato ritrovato quel giorno in una vigna.

Ma cosa disse il fotografo all’epoca?
Nel 2013 fece scrivere a verbale che l’omicidio Skerl andava inquadrato nello stesso contesto di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Stando al suo racconto, la studentessa sarebbe stata uccisa dalla fazione opposta a quella che aveva rapito Emanuela: si sarebbe trattato di un gioco di ricatti legati alle forti tensioni di quegli anni nell'ambiente del Vaticano.

Come faceva il fotografo ad essere al corrente dei fatti?
All’epoca le rivelazioni di Accetti finirono agli atti dell’inchiesta Orlandi, ma non vi fu dato alcun seguito e il caso fu archiviato. Infatti nella primavera 2015, dopo 13 interrogatori, gli investigatori conclusero che Accetti non avesse fornito elementi di autoaccusa sufficienti. Nonostante la consegna del flauto riconosciuto dai familiari come quello di Emanuela, la somiglianza tra la sua voce e quella del telefonista soprannominato «l’Amerikano» e la conoscenza di molti dettagli non bastarono a considerarlo attendibile.

Ora però le cose cambiano…
Per quarant’anni quello di Emanuela Orlandi e Milena Gregori è rimasto un giallo senza fine e senza soluzione, ma ora quella tomba vuota parla eccome e alla luce delle nuove scoperte, la procura avrebbe cambiato atteggiamento, intenzionata a fare luce sulla vicenda relativa alla scomparsa della bara della 17enne. A questo punto la sparizione della bara non si tratterebbe più di un macabro furto e la morte di Katy Skerl non sarebbe opera di un maniaco.

La cosa più difficile arriva adesso.
Già, è compito degli investigatori mettere ordine nell’intrigo, studiare le connessioni, capire perché i resti di una vittima di omicidio, quasi 40 anni dopo, possano ancora destare interesse.

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REALIZZATO GRAZIE A:

FONTI
Fabrizio Peronaci per www.roma.corriere.it

https://www.unionesarda.it/
https://www.ilsussidiario.net/
https://www.dagospia.com/
https://www.liberoquotidiano.it/
https://romah24.com/
https://www.liberaeva.com/


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