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AMORE IN CHAT Buongiorno Luisa!
"Il bello del nostro rapporto
è che dobbiamo fidarci l'uno dell'altra, esplorando, senza troppe
futilità, la parte più narcisista, che a persone "comuni" non
riveleremmo mai. Mia cara, da quando ho il piacere di parlarle non
faccio altro che pensarla e dubitare se finora la mia vita sia stata
degna d’essere vissuta."

Buongiorno
Luisa. Il bello del nostro rapporto è che dobbiamo
fidarci l'uno dell'altra, esplorando, senza troppe
futilità, la parte più narcisista, che a persone
"comuni" non riveleremmo mai. Mia cara, da quando ho
il piacere di parlarle non faccio altro che pensarla, di
dubitare che finora la mia vita sia stata degna d’essere
vissuta. Ho persino provato ad immaginarla, ma non sono
molto bravo. Cosa guardano i suoi occhi quando nuda è
davanti allo specchio? Cosa s’annida nella sua mente nei
momenti più intimi? Luisa è pronta ad entrare nel mio
mondo? Saprà confessarmi senza imbarazzi cosa
accarezzano le sue mani quando m’ascolta? Ieri sera
mi é dispiaciuto molto che sia andata via in quel modo.
Le porgo le mie scuse se per caso le ho mancato di
rispetto e mi auguro che già da stasera mi onorerà
ancora della sua splendida compagnia. La mia
attenzione sarà tutta per lei come del resto, e spero
sinceramente che mi creda, lo é stato da quando ho fatto
la sua conoscenza. Penserò alle sue splendide gambe
coperte da un velo leggerissimo di calza e al rumore dei
suoi tacchi a spillo sul parquet di casa... e mentre la
immaginerò camminare le porgo i miei più calorosi
saluti. E anche se di solito non si dovrebbe le do un
bacio sussurrandole all'orecchio che lei, se ovviamente
vorrà, sarà la mia… FEMMINA. Oh sì, ieri sera le ho
detto altro e vorrei ancora saziare la mia bocca e la
sua anima di quel sapore di proibito che ci rende unici
e complici. A presto... Luca
*****
Mio
caro Luca, tra le mie gambe c’è un fiore che s’apre
ogni giorno, come se fosse ad ogni alba primavera, è una
rosa prematura con i petali a forma di labbra, rossi
come il cuore dove lei m’accede simile ad una favola
ascoltata da un bambino prima del sonno. Grazie mio
caro, mai avrei pensato ad un buongiorno più bello,
quest'email mi ha schiarito il giorno. Questa mattina i
miei vestiti, i miei movimenti, il mio trucco sono stati
all'insegna della sua ultima frase. Ho osato di più e ne
sento il peso e la gioia. Mi spiace per ieri, ma io ho
bisogno di sentirmi il fiato sul collo, in special modo
quando racconto cose che sento, che mi prendono fino
all'anima. Mi spiace di non aver potuto proseguire il
racconto di quanto mi era successo. Non si preoccupi,
lei non mi ha mancato di rispetto anzi avrei desiderato
un suo giudizio, un suo incoraggiamento e come al solito
quell'appellativo che oramai m'appartiene, che a volte
mi sembra, stia sostituendo il mio nome. Stasera ci
sarò e le giuro che non cambio il mio aspetto, non
cambio una virgola di come ora mi mostro. Spero soltanto
di non incontrare un altro tassista come ieri, perchè
certe scene sono irripetibili. Le confesso che sono
un po' in difficoltà, per strada m'imbarazzo soltanto a
camminare. Ma voglio essere così come sono perché lei mi
pensi in questo modo e la mia immagine sia perfettamente
consona al suo pensiero.
Le giuro, stasera quando
torno a casa non mi cambio, rimango come sono, perché
non sia mai che il suo pensiero s’adagi sopra una donna
dimessa, sopra stoffe che non valgono il suo piacere,
sopra tacchi che non lasciano il segno come orme
sull’asfalto bollente. Più mi guardo e più mi sento
all’altezza di questo sogno infinito, di questa brama
che cola lungo le mie gambe e si ramifica in rivoli dove
la calza fa le pieghe e la caviglia continua in un nero
di vernice. Per amor del Cielo, non voglio pensare
che stasera non leggerò le sue parole, che per qualsiasi
impedimento non potrà collegarsi ai miei sensi. Mi
prometta, la prego, che non tarderà a dirmi Femmina ed
anche altro se vuole, perché l’erotismo non è mai
volgarità e la sintonia smussa qualsiasi asperità. La
prego non tardi a farmi sentire un brivido dentro,
perché davvero vorrei essere il suo sogno, perché lei è
il primo che mi chiama nel modo che desidero, che mi ha
guarnita di poesia con parole di strada.
Mai in
amore mi è stato detto di meglio, mai ho sentito parole
che mi penetravano dentro, più d’uno stecco di ramo di
pesco. Mai e giuro mai, ho sentito amore tra i suoni di
una parola volgare. Stamattina il mio riflesso allo
specchio ha abbassato gli occhi come se provassi
vergogna d’essere stata chiamata in quel modo, ma poi ho
capito, perché davvero mi ci sono sentita, davvero ho
sperato bramato che lei la pronunciasse di nuovo. Se
penso che ho un marito, che sono madre di figli, che
ogni domenica porto mio nipote a messa da brava zia e
brava fedele, se penso che già sto pensando a quali
parole userò questa sera per descriverle le mie
intimità. Lei mi inviterà nella sua stanza privata della
chat ed io imbarazzata cercherò di prendere tempo. Mi
perdoni la prego, perdoni il mio vezzo, sono solo
istinti di donna, piccoli incisi di riservatezza innata,
d’educazione ancestrale che mi vorrebbe la sera dopo
cena in ogni dove tranne che davanti ad un computer
appesa alle sue parole. La sua .......
*****
Buongiorno Luisa. Da queste poche righe
mi par di vedere una donna sublime, sicura che la
propria spiritualità debba essere vissuta e provata
oltre ogni limite che la morale ci impone. Anzi è
proprio questo scavalcare e tornare indietro che le dà
l’estrema certezza di essere unica. Vorrei davvero
sapere come si compone il suo corpo, di quale carne sia
fatta! Mi ha incuriosito la sua voglia d’essere nuda
nell’anima attraverso il corpo. Si sente non capita?
Come se la sua anima errasse in un paese straniero tra
gente che parla una lingua incomprensibile. Uomini,
donne nessuno di queste specie potrà mai sintonizzarsi
sulle sue gambe snelle, sui suoi occhi castani, sul suo
seno a forma di mele? Se ne va fiera ne parli. Ed a me
ne fa voglia, come per tutte le cose che non conosco,
che danno mistero. A passi felpati cercherò
d’entrare nel suo mondo, sempre che lei voglia lasciare
la porta aperta o meglio un piccolo spiraglio dove posso
spiarla quando non crede d’essere vista, o quando
vorrebbe che nella penombra del suo sentirsi femmina
qualcuno la spii mentre indossa delicatamente un paio di
calze. Sarò il suo angelo nero, lei sarà la mia anima
rossa, il desiderio nascosto di essere se stessi almeno
nel segreto della propria identità. Spero che non le
dispiaccia se oggi l'ho pensata in ogni istante della
mia giornata. Ho ancora tutti i suoi gesti davanti agli
occhi e non perdo una virgola di ogni cosa che fa o che
penso che lei faccia. La sto immaginando mentre si veste
per uscire, mentre sfila il suo intimo pregno del suo
odore notturno, mentre piega e poi distende le sue gambe
per farle scivolare nelle sue calze velate, mentre
diligentemente, come una scolaretta, si prende cura di
quella riga nera che dritta scompare sotto la sua gonna.
Poi si alza, si ammira allo specchio e si rende conto di
quanto quella gonna sia corta, in realtà troppo corta
per uscire, ma in fondo le piace che sia cosi, non é
vero? Beh sì, sa di donna che va in cerca del suo
amante, sa di albergo a ore, di amore clandestino, di
passione consumata in fretta, ma in fondo lo siamo, io e
lei siamo amanti pur non essendoci mai visti persi
nell’oblio di uno schermo anonimo.
Non riesco a
non pensarla, sto immaginando la linea delle sue gambe
mentre infila dolcemente il suo piede in quella scarpa
dal tacco alto e la esorto a continuare a terminare la
tua opera. La vedo che infila i guanti. So cosa vede tra
le sue mani mentre li indossa. È sublime vero? Essere
all’altezza del ruolo, dare piacere senza essere
contaminata. Ora la osservo lungo un viale di tigli
frondosi, cammina orgogliosa, consapevole del suo
fascino, certa della sua femminilità. Sa a cosa sta
pensando? Intuisco i suoi pensieri, e immagino quel
vicolo senza uscita dove la porto ogni sera. È
imbarazzata lo so, perché costretta in ginocchio "Si
alzi Luisa, la riporto tra la magia di quella strada,
tra quei bassifondi dove lei si eleva a regina del
volgo!" Voglio che tutti la osservino. Ma non si
preoccupi. Se il suo sguardo si abbasserà per
l'imbarazzo, ci penserò poi io a sussurrarle
all'orecchio che solo le signore di classe possono
sentirsi puttane. "Ah dimenticavo… Prima di andare tolga
il suo slip, sinceramente, non serve all’amore."
Buongiorno Luisa. Luca Ps. Questo è il mio numero:
375 821 … …
*****
Mio caro, mio
amante, le piace se la chiamo in questo modo?
Quel numero l'ho cancellato senza memorizzarlo, mi sento
offesa dal suo ardire. La sua sensualità è una fragranza
che m'inebria a piccole gocce. Mi spaventa pensare che
lei possa avere una voce, ora, non ho bisogno di questo.
Desidero che lei mi riempia di parole, d'illusione in
modo che sia io a chiederle un recapito, un
appuntamento, un luogo, una voce, una forma ed una
materia. Lei conosce i miei dubbi, le mie remore che
si fanno marito, casa, famiglia. Lei conosce la mia
riservatezza. Mio caro, è la seconda volta che il
suo comportamento m'irrigidisce! Ieri sera con quel tu
improvviso e maldestro, oggi con questa insolenza di
mettermi in condizione di rifiutare. Lei non sa nulla
di me, non sa dove vivo, chi frequento e chi sono
veramente. Lei conosce la mia parte interiore e per
favore l’accetti così come la sto offrendo alla sua
immaginazione. Oggi non mi vestirò per lei, non
indosserò quello che ora stride sul mio letto. Avevo
preparato un corpetto bianco guarnito di lacci e
fiocchetti, un paio di guanti a rete, una gonna di
stoffa leggera e trasparente e quel cappello che gonfia
il mistero delle mie labbra e m'arrotonda il viso. La
prego non sia più insolente, permetta che il mio
desiderio cresca indipendente da ogni sua voglia, che
tra le mie labbra s'inumidisca la voglia d'essere
riempite, adatte e perfette alla forma del suo
desiderio. Ps. Anche a me è dispiaciuto per ieri,
anch'io non sono riuscita a rientrare in chat. Sono
rimasta un’ora su quella pagina bianca senza potermi
collegare e maledicendo l'imprevisto, imprecando sul
mondo. I miei laccetti fibrillavano, il mio nylon nero
bramava, le mie gambe strette accavallate nel desiderio
represso e tutto intorno il silenzio della mia grande
casa. Stamane non mi ha ancora scritto. Se lo facesse
potrei ancora cambiare idea e dare carne e vita a quel
corpetto che inerte reclama d'essere femmina. La
bacio Sua........
*****
Mi perdoni
Luisa, ma credo abbia frainteso. Non volevo di certo
che quel numero fosse legato alla mia voce e non mi
permetterei mai di offenderla in maniera cosi spudorata!
Volevo solo che lei mi considerasse reale, senza che si
sentisse obbligata a chiamarmi. Ha fatto comunque
bene a cancellarlo. Le porgo ancora le mie scuse Luisa,
precisando però che davvero non era mia intenzione
risultare inopportuno. Lo so, ne sono persuaso che ci
sarà modo e tempo ed accetto il suo percorso come fosse
il mio. Spero che ci abbia ripensato, che il suo
corpo stamane si vesta della sua femminilità. Ne ha
bisogno Luisa come io ho bisogno ancora di chiamarla nel
modo che a lei fa più piacere. Le mando un bacio. Suo
Luca
*****
Mio caro, mi perdoni se
torno sull'argomento, ma la mia richiesta ossessiva di
sera d'essere chiamata come lei mi chiama non le dà
alcun diritto di prendersi altre licenze. Come avrebbe
potuto pensare che io potessi usare quel numero, magari
chiamarla ed uscire infangando questo sogno sublime che
s'è impadronito di me e mi rende schiava delle sue
parole. Voglio esigo che queste parole rimangano tali,
anche la sola voce svilirebbe il mio sogno. Questa
mattina le ho ubbidito e schiava del nostro miraggio ho
infilato quelle calze velate, quella riga che ora rende
peccaminose le mie gambe. Ho calzato quei guanti a rete
con i quali ora sto scrivendo, m'aiutano ad ammorbidire
i tasti ed addolcire le mie parole, nel sogno infinito
che mi porta a lei, alla sua brama di desiderare una
bambola compiacente. Ora sto per uscire, non le dico
dove vado, ma sappia che quando torno a casa l’aspetto
con l’ansia e col nome con il quale m’onora. Luisa
|

CONTINUA...
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fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
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