MARTEDI 27 FEBBRAIO 2018. ORE 5:45 PIOVE. STAZIONE DI FLUSHING MAIN.
JULIAN MAILER TRA LA MAREA DI OMBRELLI INTRAVEDE ELISABETH POCO PIU’
AVANTI DI LUI. LA CHIAMA.
Julian: Elisabeth…
ELISABETH STA SALENDO SUL TRENO. LUI LA RAGGIUNGE.
Julian:
Elisabeth…
Elisabeth: Oh caro, ho guardato in giro
prima di salire, ma non ti avevo visto.
Julian: Amore
come stai?
Elisabeth: Oh Julian come vuoi che stia?
Julian: Come mai prendi il treno delle 5:51?
Elisabeth: Avevo deciso di tornare in auto con mio marito, poi
però lui ha avuto un contrattempo e allora ho dovuto prendere il treno…
Julian: Oh mi piacciono i contrattempi di tuo marito…
I DUE PRENDONO POSTO E RIESCONO A SEDERSI. SONO UNO DAVANTI
ALL’ALTRO.
Julian: Sono contento sai di vederti… Non
ci speravo più.
Elisabeth: Stasera non devo essere un
granché.
Julian: E invece con questa luce sei ancora
più bella…
Elisabeth: Julian ti prego… Non sono in
vena di ricevere complimenti.
Julian: Perché non hai
preso il treno ieri? Sono tre giorni che non ti vedo!
Elisabeth: Non mi sentivo bene, sono rimasta a casa… E non sapevo
come avvertirti…
Julian: Dio sono impazzito senza tue
notizie, dobbiamo necessariamente darci un recapito telefonico per non
morire di angoscia nei casi di emergenza…
Elisabeth:
Lo sai che non è possibile?
Julian: Perché?
Elisabeth: Julian ti prego non mi sembra il caso… Sono
una donna sposata, non fare finta di non saperlo!
Julian:
Cos’hai… sei lontana…
Elisabeth: Non sei il solo che
me lo dice… l’altro ormai me lo ripete continuamente…
Julian:
Scusa non volevo… Dimmi cosa c’è?
LA DONNA SI GUARDA INTORNO.
GLI ALTRI PASSEGGERI SONO IN SILENZIO.
Elisabeth:
Ascolta Julian non mi sembra il caso ora…
Julian: Ma
io non resisto senza di te…
Elisabeth: Ti prego…
abbassa la voce…
Julian: Vuoi che scendiamo a
Flashwood? Facciamo una passeggiata e poi prendiamo quello successivo?
Elisabeth: Julian sta piovendo a dirotto e poi devo
essere a casa per le sei…
Julian: Io ho pensato
continuamente a quel bacio…
Elisabeth: Mi sono
lasciata andare non dovevo… Non volevo creare false illusioni… Scusami…
Julian: Non mi dire così…
Elisabeth:
Dai Julian ne parliamo un’altra volta, mi sento imbarazzata qui…
Julian: Ma io non posso aspettare…
Elisabeth:
Devi Julian, sta nei patti! Torna in te e per favore abbassa la voce…
ALLA FERMATA DI FLASHWOOD IL PASSEGGERO ACCANTO A ELISABETH SI
ALZA E SCENDE. ORA JULIAN PRENDE POSTO VICINO ALLA DONNA.
Julian: Scusami per prima…
Elisabeth: Ora sei
più tranquillo?
Julian: Io sono calmo se ti sento
vicino… Cosa volevi dirmi?
Elisabeth: In questi tre
giorni ho avuto modo di pensare…
Julian: Quindi?
Elisabeth: Quindi tu conosci la mia situazione, mio
marito non mi dà tregua, mia suocera insiste che devo essere calma, che
devo riposare. Non mi lasciano in pace! Da quando ti conosco mi sembra di
avere tutti gli occhi addosso.
Julian: Perché? Cosa ti
dice tua suocera?
Elisabeth: Pensa che domenica mi ha
anche portato delle uova fresche, raccolte da una signora che ha alleva
galline, dice che fanno bene alla fertilità… Ti rendi conto? Mi sento
oppressa… Ovviamente non le ha offerte a suo figlio. Lui è bello, perfetto
e integro, maschio a tutti gli effetti. Sembra che il problema sia solo
io!
Julian: Amore, mi spiace, farei qualsiasi cosa
per te…
Elisabeth: Tu in caso potresti essere un
amante Julian e gli amanti sono impossibilitati a fare qualunque cosa per
definizione…
Julian: Ma non mi considerare un
problema.
Elisabeth: Lo sei perché ti penso. Sei
entrato nella mia casa e come un fantasma mi osservi qualunque cosa
faccia. Lo sai che se ne parlassi con mio marito tu per lui saresti un
perfetto sconosciuto? Le cose esistono perché io e mio marito le abbiamo
sempre condivise, mi capisci vero?
Julian: Certo che
ti capisco!
Elisabeth: Ecco vedi, questa cosa mi fa
impazzire ad esempio.
Julian: Tuo marito continua a
stressarti?
Elisabeth: Ma il problema non è mio marito
Julian! Il motivo è un altro…. Il motivo siamo noi… Julian non voglio più
vederti… Ho un marito, una casa, una vita, un giardino, delle rose da
curare, ci sono tante cose che mi portano via da qui… Noi non siamo altro
che due passeggeri dello stesso treno. Eppure mi sento attratta da te. La
notte non dormo…
Julian: Anch’io non dormo…
Elisabeth: Per te è più facile, io sono una fuga dalla
realtà, una bella evasione da coccolare e custodire segretamente. Mi sento
per te come una spiaggia esotica nei giorni di molto lavoro!
Julian: Io ti amo…
Elisabeth: Ti prego
smettila! Sai che l’altro giorno avevo perso il treno volontariamente? Io
le cose le sento…
Julian: Vuoi dire che già dal primo
incontro…
Elisabeth: Esatto Julian, mi è bastato
guardarti negli occhi per scoprire quanto fossimo affini. Siamo
praticamente due anime gemelle insoddisfatte della propria vita. Siamo due
calamite Julian! Tu ieri mi hai chiesto se ero felice, ebbene io non sono
felice, io sono triste, anche quando rido sono triste… C’è un velo, una
cappa di tristezza che mi avvolge sin da quando apro gli occhi la mattina
…
Julian: Il destino ci ha messo davanti a questa
prova. Io non sono fatalista, credo sempre che ci sia un motivo, nulla
accade per nulla.
Elisabeth: Ecco appunto una prova… e
noi da bravi adulti la supereremo a pieni voti, salutandoci qui ed
augurandoci buona fortuna.
Julian: Ma tu lo vuoi
veramente Elisabeth?
Elisabeth: Io voglio vivere alla
luce del sole, guardare mio marito senza nascondere nulla, anche
bisticciare, litigare, mandarlo a quel paese, ma nella convinzione di
essere nel giusto senza alcuna ombra. Quando mi guarda ho sempre la
sensazione che voglia chiedermi qualcosa, che abbia scoperto tutto. Mi
capisci vero?
Julian: Stai descrivendo i nostri
incontri come qualcosa di male, di peccaminoso…
Elisabeth:
Oh no, per il momento non lo sono, ma sono sicura che continuando ci sarà
posto anche per il peccato, per la commedia, per le bugie… in fin dei
conti come potremmo conquistare i nostri spazi se non a colpi di menzogna
e soprattutto negare, negare, negare…
Julian: Hai già
deciso?
Elisabeth: Ma non devo decidere nulla! È così,
è già scritta in tanti film che ho visto, in tanti libri che ho letto! La
vita di due amanti segreti segue un rigido cliché come questo treno per
Doxville segue i binari. Qualche hotel di periferia, qualche cenetta,
fughe e rincorse! Non fare finta di non saperlo!
Julian:
Sembra che tu l’abbia già vissuta!
Elisabeth: Oh
Julian ti prego non mi offendere. Non sei per nulla gentile.
Julian: Ma io intendevo che la nostra relazione non sarà uguale
alle altre!
Elisabeth: Ah sì? E cosa ci vedi di
diverso?
Julian: E allora cosa facciamo?
Elisabeth: Nulla Julian. Semplicemente non farti trovare più su
quel marciapiede a Flushing Main, non mi aspettare, non mi cercare ti
prego. Se non ti vedrò più mi aiuterai e me ne farò una ragione. Lo sai
meglio di me che siamo ancora in tempo per farlo.
Julian:
Io no Elisabeth, non sono più in tempo. Quel bacio mi ha cambiato la vita.
Elisabeth: Smettila non sei un bambino, un bacio è
quello che è, nulla di più. Siamo noi a caricarlo di aspettative…
Julian: Tesoro ti prego dammi una chance!
Elisabeth: Per fare cosa? Ma io già so che uomo sei e quanto
potresti rendermi felice, ma non basta saperlo, anzi esserne convinta
peggiora le cose. Non credi?
Julian: Elisabeth…
Elisabeth: Tra noi non c’è futuro Julian. Ci siamo
baciati sì… ma guarda caso non abbiamo mai parlato di vivere insieme e sai
perché?
Julian: Dimmelo tu!
Elisabeth:
Perché significa affrontare mesi di pianti e tragedie. Sai vero cosa
significa una separazione e non solo per i nostri rispettivi coniugi. E
poi non so quanto la gioia possa ripagare il male fatto. Non ho la forza
di provocare dolore!
Julian: Tu sei un’anima eletta,
preferisci subirlo… Che gli altri lo facciano a te…
Elisabeth:
Non sono eterea Julian e neanche un angelo, tu mi vedi con gli occhi
dell’amore, ma io sono solo una donna normale.
Julian:
Tu sei una donna speciale… Voglio stare con te… Poi affronteremo e
risolveremo insieme ogni problema…
Elisabeth: No mio
caro, non sarà possibile. Tu hai la tua vita, hai due bellissimi figli,
come pensi di allontanarti dalla tua famiglia?
Julian:
E ora?
Elisabeth: Ora fai il bravo, fa come non ci
fossimo mai incontrati e tutto si risolverà. Fai finta che quella donna
sul treno sia stata solo una meteora, tu le hai fatto un complimento, lei
ti ha sorriso e poi è scesa. Dissolta nel buio o nella nebbia se
preferisci un tocco di poesia! Nulla di più.
Julian: E
tu?
L’ALTOPARLANTE DEL TRENO ANNUNCIA: PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE.
Elisabeth: Devo andare Julian. Ora vado a
casa, riordino le stanze e le mie idee, preparo un po’ di cena e affronto
serenamente la mia serata e domani sarà un altro giorno.
Julian:
Io voglio il tuo bene amore e anche se con la morte nel cuore farò
esattamente come hai detto.
Elisabeth: Grazie Julian.
Lo sapevo che saresti stato comprensivo. Scordati quel bacio!
Julian: Tu lo farai?
Elisabeth: Ci proverò.
Julian: Arrivederci Elisabeth.
Elisabeth:
Devo scendere, stammi bene!
Julian: Abbi cura di te,
tesoro.
LE LORO MANI SI STRINGONO SEGRETAMENTE COPERTE DAL
SOPRABITO DI LEI. LEI SI ALZA, LUI RIMANE SEDUTO. LEI FRUGA NELLA BORSA
ALLA RICERCA DI UN FAZZOLETTO, POI SCENDE E SI SOFFIA IL NASO. LUI GUARDA
LA DONNA DAL FINESTRINO ALLONTANARSI. NON E’ ANCORA BUIO, NON C’E’ NEBBIA…
LEI APRE L’OMBRELLO. PIOVE ANCORA.
*****
LUNEDI 5 MARZO 2018. ORE 11:45. E’ PASSATA QUASI UNA SETTIMANA. NON SI
SONO PIU’ VISTI. LUI E’ IN UFFICIO, LA RIUNIONE DEL LUNEDI SI E’ PROTRATTA
PIU’ DEL SOLITO. LEI INVECE, DOPO LA PAUSA, HA DECISO DI NON RIENTRARE IN
UFFICIO. HA CHIAMATO UNA SUA COLLEGA, HA DETTO DI STARE POCO BENE. ORA STA
GIROVAGANDO AL MANHATTAN MALL IN GREELEY SQUARE. PIU’ VOLTE E’ TENTATA DI
CHIAMARLO, PIU’ VOLTE RIMETTE IN TASCA IL TELEFONO. POI ALLE 12:20 CHIAMA
LA SEDE CENTRARE DELLA CITYBANK. CHIEDE DI JULIAN MAILER. DOPO CIRCA UN
MINUTO SENTE LA SUA VOCE.
Elisabeth: Sei tu?
Julian: Non ci posso credere…
Elisabeth:
Ti disturbo?
Julian: Ho terminato da poco la solita
riunione del lunedì, ma come hai fatto a rintracciarmi?
Elisabeth: Più semplice che bere un bicchiere d’acqua… Ho
chiamato il centralino della City Bank. Mi ha risposto una signorina molto
gentile. Ho chiesto di te e il gioco è fatto!
Julian:
Anch’io sai ho pensato più volte di chiamarti in ufficio…
Elisabeth: Beh allora sono contenta che tu non l’abbia fatto.
Julian: Perché?
Elisabeth: Hai
dimostrato di essere un tipo affidabile e di rispettare le consegne.
Julian: Non volevo farti del male… Martedì scorso sei
stata molto perentoria.
Elisabeth: Grazie tesoro…
Julian: Lo sono ancora?
Elisabeth:
Cosa?
Julian: Tesoro.
Elisabeth:
Dai prendilo come un intercalare…
Julian: Dove sei?
Elisabeth: Giro per centri commerciali.
Julian:
Non lavori oggi?
Elisabeth: Dovrei…
Julian:
Mangiamo qualcosa insieme?
Elisabeth: Non sarebbe una
cattiva idea, ma io ti ho chiamato solo per sentire la tua voce.
Julian: E com’è la mia voce?
Elisabeth:
Calda come al solito…
Julian: Se mi dai le tue
coordinate ti raggiungo.
Elisabeth: Sono al Manhattan
Mall in Greeley Square.
Julian: Mi dai 15 minuti?
Elisabeth: Ok ti aspetto.
MANHATTAN MALL I DUE
SI INCONTRANO SUL MARCIAPIEDE ANTISTANTE. LEI HA UN TUBINO GRIGIO CHE LE
FASCIA I SUOI SPLENDIDI FIANCHI. PORTA UN CAPPELLO BIANCO E NERO. LUI
INVECE NEL RAGGIUNGERLA SI E’ FERMATO AD UN CHIOSCO DI FIORI. HA IN MANO
UNA MERAVIGLIOSA ROSA GIALLA!
Julian: Dio come sei
bella Elisabeth!
Elisabeth: Oh che pensiero gentile,
come hai fatto ad indovinare il mio colore?
Julian: Oh
semplicissimo… è il colore che preferisco!
Elisabeth:
Grazie davvero.
Julian: Andiamo?
Elisabeth:
Dove?
Julian: Non so… Mangiamo qualcosa, allora?
Elisabeth: Non ho fame sto bene così.
Julian:
E allora?
Elisabeth: Tu sai come farmi felice.
Julian: Cos’hai? Sei triste?
Elisabeth:
Mi sento come se…
Julian: So come ti senti…
Elisabeth: Non dovevo chiamarti, mi ero ripromessa…
Julian: Ma perché ti vuoi fare del male…
Elisabeth: Comunque sono convinta che non sia stata una buona
idea.
Julian: Lo hai fatto perché desideravi farlo…
Elisabeth: Troppo semplice così!
Julian:
Anche non vederci per una settimana non è stata una buona idea.
Elisabeth: Sono qui non per un motivo razionale, ma solo
perché alle volte mi capita di essere un po’ pazza. Tutto qui.
Julian: Amore e pazzia vanno di pari passo.
Elisabeth:
Concordo… ma insieme portano dritti dritti nel vicolo cieco della
tragedia…
JULIAN GUARDA L’OROLOGIO.
Elisabeth:
Devi rientrare in ufficio?
Julian: Oh no, mi sono
preso il pomeriggio libero. Tu?
Elisabeth: Libera come
una farfalla!
Julian: Vuoi che andiamo?
Elisabeth: Sì.
Julian: Io avrei un posto dove
andare…
Elisabeth: Va bene…
Julian:
Ma se non vuoi…
Elisabeth: Si voglio…
Julian: Sicura…
Elisabeth: Non me lo chiedere
ancora…
Julian: Ok allora chiamo un taxi.
LA DONNA SI ALLONTANA, GUARDA LE VETRINE DI UN NEGOZIO DI SCARPE. L’UOMO
SUL BORDO DELLA STRADA FA SEGNO AD UN TAXI DI FERMARSI. I DUE SALGONO.
DIREZIONE CENTRAL PARK. POCHI MINUTI E SONO DAVANTI AL DAYS INN HOTEL.
SCENDONO DAL TAXI. ENTRANO NELL’ALBERGO.
Elisabeth:
Immagino tu ci sia già stato.
Julian: Non io, un
collega mi ha detto che è molto riservato.
Elisabeth:
Che figura… Io non sono abituata….
Julian: Faccio il
disinvolto, ma non credere…. Vado io tu rimani qui.
Elisabeth:
Ok fai presto mi sento raggelare.
Julian: Aspettami.
Elisabeth: Sicuro che non servono i miei documenti?
Julian: Tranquilla, mai vorrei metterti in imbarazzo.
Elisabeth: Ok.
LA DONNA RIMANE NELLA HALL, E’
DI SPALLE, GUARDA FUORI DALLA VETRINA MENTRE L’UOMO SI DIRIGE VERSO LA
RECEPTION. SONO MOMENTI INTERMINABILI, LEI RESPIRA A FATICA, HA IL TERRORE
CHE QUALCUNO LA RICONOSCA NONOSTANTE IL CAPPELLO E GLI OCCHIALI SCURI.
DOPO ALCUNI MINUTI L’UOMO TORNA.
Elisabeth: Tutto ok?
Julian: Sì tesoro, ti avevo detto di stare tranquilla,
no?
Elisabeth: Nessun problema?
Julian:
Semplice come acquistare un biglietto della metro!
Elisabeth:
Andiamo dai. Dio che figura. Mi sento una prostituta.
Julian:
Ma che dici?
Elisabeth: Sì una prostituta che ha
abbordato per strada un cliente!
Julian: L’ascensore è
da questa parte, vieni dai.
PRENDONO L’ASCENSORE. LUI LE PRENDE
LA MANO.
Elisabeth: Che dici andrei bene come
prostituta?
Julian: No.
Elisabeth:
E perché mai, non ho l’aria da femme fatale con questo cappello e gli
occhiali scuri?
Julian: Sei affascinante Elisabeth, ma
non avresti prezzo.
Elisabeth: Ma tesoro io sono bella
solo per i tuoi occhi…
STANZA 27 SECONDO PIANO. ENTRANO.
Julian: Come ti senti?
Elisabeth:
Chiudi la porta per l’amor di Dio.
Julian: Ecco,
abbiamo chiuso il mondo di fuori! Adesso?
Elisabeth:
Tutto ok dai.
Julian: Non mi sembra.
Elisabeth: Infatti non lo è, ma tu non chiedermelo ogni volta.
LA DONNA POGGIA LA ROSA SULL’UNICA SEDIA A DISPOSIZIONE. SI
GUARDA INTORNO.
Elisabeth: Ecco vedi la stanza? È
scarna come quella di un amore a pagamento.
Julian: Mi
spiace la prossima volta farò del mio meglio.
Elisabeth:
O no caro, scusami, non volevo dire questo! Per due amanti clandestini va
più che bene!
Julian: Sei una donna molto romantica ed
è normale che tu possa notare queste differenze.
Elisabeth:
Oh grazie… Devo ancora conoscermi tesoro… Io sono un’instancabile
sognatrice. Amo lo stile Regency, il Barocco e Vivaldi. Adoro fiocchetti e
merletti, il rosa, il lume di candela, la vaniglia…
Julian:
Un giorno vorrei offrirti tutto questo…
Elisabeth: Oh
caro per ora mi stai offrendo l’amore… credi sia poco?
Julian:
Posso chiederti perché questa decisione?
Elisabeth:
Non è una decisione, ma una pazzia e per una volta ho voluto sapere come
ci si sente in uno stato di follia.
Julian: Io invece
sono pazzo di te.
I DUE SONO IN PIEDI. LUI L’ABBRACCIA DA
DIETRO E LA BACIA DAVANTI AL GRANDE SPECCHIO, LEI SI FA BACIARE. SONO
PICCOLI BACI A RIPETIZIONE SUL COLLO E SULLE SPALLE POI LEI SI VOLTA E SI
BACIANO IN BOCCA. LUI E’ IRRUENTE, LE SUE MANI SCORRONO ANARCHICHE SU
TUTTO IL CORPO E LEI SI LASCIA ANDARE.
Elisabeth: È il
nostro secondo bacio…
Julian: Non sai quanto l’abbia
desiderato…
Elisabeth: Ti prego non mi far pensare…
Julian: Ora vorrei ascoltare solo i tuoi sensi…
Elisabeth: Toglimi il vestito caro, non vorrei si
sgualcisca.
Julian: Tesoro mio. Ancora non ci credo!
Elisabeth: Ti amo.
Julian: Ti amo!
ORA SONO SUL LETTO. LEI E’ IN LINGERIE ROSA SALMONE, LUI IN SLIP.
SI GUARDANO NEGLI OCCHI. RIDONO. SI BACIANO.
Julian:
Tesoro mio sei bellissima. Sei davvero una donna romantica!
Elisabeth: Volevo sbalordirti… Davvero ti piaccio?
Julian: Non potevi fare di meglio. Ti desidero.
Elisabeth: Anche io. Stamattina in bagno ci ho pensato molto sai?
Ho cambiato quattro volte l’intimo.
Julian: Allora non
è stata una decisione estemporanea?
Elisabeth: No! Ho
progettato tutto nei minimi dettagli per circuire il mio amante!
Julian: Dimmelo ancora che mi vuoi.
Elisabeth:
Ora o mai più.
Julian: Ora e sempre!
Elisabeth: Guardami tesoro, dimmi che sono ancora una donna
piacente.
Julian: Tu sei meravigliosa… Dio Elisabeth
ancora non ci credo…
Elisabeth: E invece devi
crederci, sono qui in carne ed ossa.
Julian: Mia! Sì…
Elisabeth: Davvero ti ho fatto una sorpresa? Davvero non
te lo aspettavi?
Julian: Sei una donna dalle mille
risorse.
Elisabeth: E tu un uomo di poca fede! Se
posso trovarti un difetto è che sei un uomo che si arrende al primo
tentativo…
Julian: Ma io…
Elisabeth:
Quando una donna dice di no il più delle volte significa sì.
Julian: Lo terrò a mente.
Elisabeth: Vieni
sopra di me!
Julian: Mi piaci così decisa…
Elisabeth: Non ti ci abituare non succede spesso!
Julian: Sì tesoro…
Elisabeth: Sììì
abbracciami così, toglimi il respiro…
Julian: Amore…
IN QUEL MOMENTO SQUILLA IN TELEFONO DI LUI. LUI SI ALZA E
RIATTACCA.
Julian: Oddio non lo avevo spento! Che
sbadato! Scusami.
Elisabeth: È tua moglie?
Julian: Sì era lei.
Elisabeth: Il sesto senso
delle donne!
Julian: Dai ora non pensiamoci.
Elisabeth: No, non pensiamoci.
Julian:
Ti amo.
Elisabeth: Baciami. Baciami… ma lo sai che con
mio marito non ci baciamo?
Julian: Neanche durante
l’amore?
Elisabeth: Quello non è amore, è sesso per
procreare.
Julian: Non ci pensare ora…
Elisabeth: No tesoro, sono tua…
SI BACIANO. E’ UN
BACIO INTERMINABILE.
Julian: Eccomi tesoro.
Elisabeth: Sììì prendimi ora…
L’UOMO HA IN MANO UNA
PICCOLA SCATOLA VERDE.
Elisabeth: Hai portato
l’occorrente per non avere bimbi?
Julian: Qualcosa in
contrario?
Elisabeth: Beh sarebbe il colmo se
rimanessi incinta no?
Julian: Sarebbe più che
naturale… mi hai detto che è tutto a posto da quelle parti…
Elisabeth: Naturale sì, ma direi non opportuno.
Julian:
Se vuoi lo facciamo senza…
Elisabeth: Tesoro voglio
sentirti…
Julian: Hai ragione…
LUI E’ DI
NUOVO SOPRA DI LEI. TENTA DI FARLA SUA MA SENZA SUCCESSO.
Julian: Non ti sento pronta… Aspetta ci penso io…
Elisabeth: Non importa, non andare giù, ti prego, voglio essere
tua adesso! Fai in fretta.
Julian: Rilassati amore,
aspettiamo un attimo.
Elisabeth: Non aspettare Julian,
o adesso o mai più.
Julian: Ok tesoro, non pensare a
niente, rilassati.
Elisabeth: Com’è la mia pelle
Julian? Senti differenza con quella di tua moglie?
Julian:
Ma che vai a pensare?
Elisabeth: Le hai notate le
smagliature sulle cosce? Sono antiestetiche vero?
Julian:
Ti voglio.
Elisabeth: Non mi lascerai vero dopo aver
fatto l’amore?
Julian: Pazza, pazza, pazza! Eccomi!
Elisabeth: Sììì. Ecco così. Prova ora!
Julian:
Non ci riesco.
Elisabeth: Ancora.
LUI TENTA
DI NUOVO MA SENZA SUCCESSO, LEI SI SPAZIENTISCE FINCHE’ SI VOLTA DI FIANCO
E INIZIA A PIANGERE.
Julian: Amore cos’hai?
Elisabeth: Tesoro non ci riesco.
Julian:
Cioè?
Elisabeth: È come se ti rifiutassi, se una forza
maggiore stringesse le mie gambe.
Julian: Vedrai che
sarà semplice, aspettiamo ancora…
Elisabeth: Sono una
bambina obbediente…
Julian: Lasciami fare…
Elisabeth: Sì ma non venire dentro…
Julian:
Non lo avrei fatto…
Elisabeth: Allora vieni dentro…
Julian: Tesoro rilassati, voglio entrare in te…
SI BACIANO, LUI LE SLACCIA IL REGGISENO. LE ACCAREZZA IL SENO POI LO
BACIA.
Elisabeth: No Julian no, smettiamola! Sono
incapace anche di tradire…
Julian: Ecco forse è
proprio questo il punto, tu pensi al tradimento e non all’amore.
Elisabeth: Date le circostanze le due cose sono
inseparabili, no?
Julian: Vieni qui, dai…
LUI CERCA DI STIMOLARLA ANCORA, LA BACIA TRA LE GAMBE, POI TENTA ANCORA.
Elisabeth: No Julian perdonami, sono arida come un
deserto!
Julian: Dai amore non arrenderti. Sei la mia
oasi, sento in bocca il sapore delle palme e dei datteri!
Elisabeth: Scusa, ma non ce la faccio…. Sento fastidio.
Julian: Non è la fine del mondo, io ti amo lo stesso!
Elisabeth: Mi dispiace non sono pronta, non posso, è
troppo grande per me questa cosa…
Julian: La prima
volta è sempre così… Non ci si conosce a fondo!
Elisabeth:
Parli da esperto…
Julian: Tesoro, voglio solo
rassicurarti…
Elisabeth: Comunque non è una questione
tecnica, il mio impedimento è qui, nella mia testa malata! La prima volta
quando stavi per entrare, mi è apparsa la faccia di mio marito.
Julian: Elisabeth non lo ha detto il medico che dobbiamo
necessariamente fare sesso!
Elisabeth: È importante
però, almeno per me lo è! Immagino che con tua moglie non ci sia alcun
problema. Sabato sera… uno sguardo di intesa, lei si fa bella e mentre i
bimbi dormono consumate…
Julian: Ora sei ingiusta
Elisabeth.
Elisabeth: Lei è subito calda e
accogliente?
Julian: Come tutte le donne.
Elisabeth: Tutte tranne me.
Julian: Tu sei
una rosa e come un fiore raro non si schiude al primo sole che passa….
Elisabeth: Oh grazie, lo vedi che dovevi fare lo
scrittore?
Julian: Sono solo innamorato!
Elisabeth: Posso chiederti un enorme favore?
Julian:
Farò tutto per te.
Elisabeth: Puoi astenerti finché
non lo faremo io e te?
Julian: Certo tesoro…
Elisabeth: Se acconsenti così facilmente non manterrai di
sicuro la promessa…
Julian: Sei tu che ne devi essere
persuasa, io posso dirti qualsiasi cosa, giurartelo in mille modi, ma se
tu non ci credi è inutile.
Elisabeth: Non sono gelosa
tesoro… o forse sì, ma vorrei che tu mantenessi intatto tutto l’ardore che
mi hai dimostrato.
Julian: Amore mio, diciamo che io
mi asterrò finché tu non mi dirai di farlo indipendentemente da noi.
Elisabeth: Dove mai troverò un uomo come te! Julian ti
chiedo scusa!
LEI ORA E’ IN PIEDI E SI STA RIVESTENDO.
Julian: Anzi scusami tu, se ho insistito… dovevo
immaginare che non fosse ancora il momento…
Elisabeth:
Ho paura che non ci sarà mai il momento!
Julian: Dai
ora non essere pessimista! La prossima volta andrà meglio!
Elisabeth: Vorrei tanto crederti… Oggi ero intenzionata a farti
questo regalo!
Julian: Ma tu mi hai fatto lo stesso un
bellissimo regalo.
Elisabeth: E quale sarebbe?
Julian: Ci siamo conosciuti ancora di più e meglio.
Elisabeth: Ecco appunto, ora sai che sono una frana…
Julian: Ti ho vista nuda, come sei realmente, credi sia
poco questo?
Elisabeth: Mi vengono i brividi, non
dirmelo per favore.
STAZIONE DI FLUSHING MAIN. TRENO DELLE 5:32
PER FLASHWOOD – DOXVILLE – BRADVILLE IN PARTENZA DAL BINARIO 4. JULIAN
AIUTA ELISABETH A SALIRE. LA VETTURA E’ PIU’ AFFOLLATA DEL SOLITO. I DUE
RIMANGONO IN PIEDI.
Elisabeth: La giornata sarebbe
potuta andare meglio. Almeno era nelle mie intenzioni! Ti chiedo ancora
scusa.
Julian: Smettila Elisabeth. L’importante è
esserci ritrovati… era quasi una settimana che non ci vedevamo sai? Avevo
perso ogni speranza ormai.
Elisabeth: Tu pensi sia il
caso di vederci ancora?
Julian: Quando arrivi a casa
fatti una doccia calda e riposati. Dico mentalmente, non pensare a nulla.
Elisabeth: La doccia me la faccio perché mi sento sporca…
anche se poi non c’è stato niente tra noi.
Julian: C’è
stato tanto Elisabeth.
Elisabeth: Non so se domani ci
rivedremo.
Julian: Posso chiamarti in ufficio?
Elisabeth: No!
Julian: Ma tu lo hai
fatto!
Elisabeth: Beh era un evento speciale no? O tu
sei abituato a donne che ti chiamano nel bel mezzo di una riunione e ti
fanno capire che sono disponibili a passare qualche ora in un albergo?
Julian: Elisabeth ti prego non ricominciare. Non sono il
tipo…
Elisabeth: Posso farti una domanda?
Julian: Certo che puoi…
Elisabeth: Sei mai
stato a letto con un’altra donna che non fosse stata tua moglie,
ovviamente dopo sposato?
Julian: Sì è successo una
volta.
Elisabeth: Era la tua amante?
Julian:
No, era una collega. Eravamo in missione a Cleveland. Lei era di Boston.
Separata da qualche mese.
Elisabeth: E come è
accaduto?
Julian: Siamo andati a cena insieme nel
ristorante dell’albergo. Poi c’è stato un dopo cena nella sua
stanza e il mio letto è rimasto intatto.
Elisabeth:
È andata bene?
Julian: Direi di sì.
Elisabeth: Vedi allora che il motivo non è la prima volta? Sono
sempre più convinta di essere una frana!
Julian: Non
tutte le donne sono uguali e ti giuro non scambierei neanche un’unghia del
suo piede con te.
Elisabeth: La senti ancora?
Julian: Oh tesoro è successo quasi dieci anni fa.
Elisabeth: Ti scoccia tranquillizzarmi?
Julian:
Ti amo.
L’ALTOPARLANTE DEL TRENO ANNUNCIA: PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE.
Elisabeth: Sempre più veloce questo treno…
Julian: Secondo me ha saltato la fermata di Flashwood.
Elisabeth: Per quanto mi riguarda eravamo ancora fermi a
Flushing Main e il treno non era ancora partito.
LUI RIDE.
Elisabeth: Sei mio vero?
Julian: Sì.
Elisabeth: Ricordi la promessa?
Julian:
Sì.
Elisabeth: Devo scendere.
Julian:
Sì.
Elisabeth: Grazie di tutto e soprattutto per la
pazienza che dimostri di avere con me.
Julian: Non
sono paziente, ti amo.
Elisabeth: Buonasera caro.
Julian: Stammi bene Elisabeth.
LUI LA GUARDA
MENTRE LA DONNA SI ALLONTANA. OGNI VOLTA, FERMO ALLA FERMATA DI DOXVILLE,
RINGRAZIA DIO PER AVERLA INCONTRATA, MA HA ANCHE LA NETTA SENSAZIONE CHE
SIA L’ULTIMA VOLTA CHE LA VEDE SCENDERE.
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