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RACCONTI

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Adamo Bencivenga
PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE
QUARTA PARTE











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MARTEDI 6 MARZO 2018. ORE 5:25. STAZIONE DI FLUSHING MAIN. JULIAN PERO’ SI SBAGLIA PERCHE’ QUESTA VOLTA E’ LEI CHE SEDUTA SULLA PANCHINA. LO STA ASPETTANDO.

Julian: Ciao Tesoro. Che bello vederti qui!
Elisabeth: Tutto bene?
Julian: Sì dai… E tu?
Elisabeth: Hai una domanda di riserva?
Julian: Problemi?
Elisabeth: Ho fatto un casino Julian!
Julian: Dai sediamoci un attimo in quel caffè… Prendiamo qualcosa…
Elisabeth: Ok, ma solo cinque minuti.

I DUE SI SIEDONO AI TAVOLINI ALL’APERTO DEL BAR.
Julian: Dai raccontami…
Elisabeth: Giurami che non lo dirai a nessuno…
Julian: Perché dovrei…
Elisabeth: Ricordi le analisi? Ogni tre mesi porto i campioncini e dopo qualche giorno vado a ritirarli. Sempre io.
Julian: Sì certo e mi hai anche detto che dai risultati non si evince alcun problema, né da parte tua né da parte di tuo marito.
Elisabeth: Non è vero Julian!
Julian: Come non è vero? Cosa c’è?
Elisabeth: Io sto bene, ma mio marito è sterile!
Julian: E allora che sono tutte quelle prove? Non capisco spiegami.
Elisabeth: Lui è sterile, ma non lo sa!
Julian: Scusa, ma le analisi?
Elisabeth: Le falsifico ogni volta. Su una pagina di internet ho letto più o meno i valori giusti da scrivere.
Julian: E riproduci perfettamente la copia del laboratorio?
Elisabeth: E’ un gioco da ragazzi, basta saper usare un computer e alterare i risultati.
Julian: Perché lo fai?
Elisabeth: Perché così lui è tranquillo e crede che il problema sia il mio…
Julian: Ma lo sai che è un reato?
Elisabeth: Sì lo so, ma è a fin di bene. Se sapesse la verità finirebbe nel vortice nero della depressione. Lui desidera più di se stesso avere un figlio. Come posso deluderlo?
Julian: Ma Elisabeth non sei tu che lo deludi! Non puoi gravarti di un suo problema.
Elisabeth: I suoi problemi sono i miei, io sono parte in causa. Vedessi la sera come si prepara, quanto ardore ci mette e quanto scrupolo! Convinto ogni volta che sia la serata giusta.
Julian: No, no, non ci siamo tesoro…
Elisabeth: Sapessi che tenerezza mi fa quando la domenica scambia due calci al pallone con il figlio di quattro anni dei vicini! Mi strappa il cuore!
Julian: Devi assolutamente metterlo al corrente.
Elisabeth: Ora non posso più è difficile tornare indietro.
Julian: Lo stai prendendo in giro, devi dirglielo, ci potrebbero essere altre soluzioni no?
Elisabeth: Tipo? Adottarlo?
Julian: Tipo… Oppure altre tecniche di concepimento.
Elisabeth: Credi che non gliene abbia parlato? Non vuole sentirne parlare!
Julian: E cosa pensi di fare?
Elisabeth: Non lo so, te ne ho parlato per avere un consiglio…
Julian: Mi spiace tesoro, ma non vedo vie d’uscita…

INTANTO IL CAMERIERE PORTA AL TAVOLO UN CAFFE’ PER LUI E UN SUCCO DI POMPELMO PER LEI.
Elisabeth: Tesoro è un segreto. Solo a te ne ho parlato. Mi raccomando! Se lui lo sapesse mi spezzerebbe il cuore!
Julian: Ma non è questo il punto! Devi trovare il momento adatto per dirglielo.
Elisabeth: Pensaci, davvero non ti viene in mente nulla?
Julian: Ma se lui è sterile e tu gli fai credere che non lo sia l’unica alternativa è ingannarlo…
Elisabeth: Ecco vedi, ci stai arrivando…
Julian: Oddio! Non mi dire…
Elisabeth: L’altro giorno quando mi hai vista così determinata e siamo andati in albergo… Ecco sì il vero motivo è che volevo risolvere la questione a modo mio.
Julian: A modo nostro dici?
Elisabeth: Perdonami!
Julian: Vorrei tanto non fosse vero… Dimmi che non è quello che sto pensando… Sono davvero sconvolto…
Elisabeth: Anche io lo sarei.
Julian: E se avessimo fatto davvero l’amore? E se tu fossi rimasta davvero incinta?
Elisabeth: Non te lo avrei detto!
Julian: … e avresti detto a tuo marito che eri incinta di lui?
Elisabeth: Questo almeno era quello che pensavo… Ma poi non so…
Julian: Da quanto tempo è che ti frulla per il cervello questa pazza idea?
Elisabeth: Da quando ho deciso di fare l’amore con te. Praticamente in quella settimana in cui non ci siamo visti.
Julian: Quindi tu non volevi fare l’amore con me? Avevi altri scopi…
Elisabeth: È questo il punto sai. Ci ho pensato molto a dirtelo perché sapevo che avresti pensato questo!
Julian: Io non penso, sto chiedendo, vorrei che tu fossi chiara.
Elisabeth: In quel momento volevo unire l’utile al dilettevole, la allo stesso modo desideravo tanto fare l’amore con te, come lo desidero farlo ora…
Julian: Sì ma sotto sotto c’era il trucco…
Elisabeth: È per il bene che ti voglio che sono stata chiara… del resto l’amore non l’abbiamo fatto. Quindi avrei potuto non dirtelo.
Julian: Posso chiederti ora perché non l’abbiamo fatto?
Elisabeth: Beh ora hai una chiave di lettura piuttosto completa, quindi non sono frigida, non era l’imbarazzo della prima volta con te! Non era la paura di tradire… non era la stanza d’albergo, ma era altro.
Julian: Sensi di colpa?
Elisabeth: Era un disegno macchinoso e criminale della mia mente. Ma comunque se lo avessi portato a termine non avrei mai avuto la forza di mentirti. Prima o poi te lo avrei detto.
Julian: Questo non possiamo saperlo… E comunque io avrei concepito senza saperlo.
Elisabeth: Posso farti una domanda Julian?
Julian: Dimmi.
Elisabeth: E se lo avessimo fatto? E se fossi rimasta incinta tu come avresti reagito?
Julian: Un figlio è una cosa troppo importante e un concepimento deve essere condiviso.
Elisabeth: Ecco vedi, sei evasivo… il problema non è il figlio, ma le nostre condizioni di sposati.
Julian: Ovvio mica viviamo sulla luna io e te.
Elisabeth: Credimi Julian sono stata onesta con te l’altro giorno e sincera oggi. Ed ora che sai tutto puoi prendere tutte le decisioni che vuoi.
Julian: Mi hai messo alle strette, mi sento in un vicolo cieco.
Elisabeth: Puoi anche non dirmi niente, capirò…
Julian: Ok non dico niente. Andiamo?

L’UOMO PAGA IL CONTO. POI INSIEME SI DIRIGONO VERSO I BINARI. PRENDONO IL TRENO, MA QUESTA VOLTA IL TRAGITTO FINO A DOXVILLE E’ INTERMINABILE. SI GUARDANO, ACCENNANO AD UN SORRISO, OGNI TANTO SI IPNOTIZZANO FISSANDO LE LUCI CHE SCORRONO DAL FINESTRINO, MA NON PARLANO. A FLASHWOOD IL TRENO SI SVUOTA.

Elisabeth: Ti rivedrò domani?
Julian: Non lo so.
Elisabeth: Ascolta, anch’io sarei così delusa… ma una cosa te la voglio ripetere… Il mio desiderio di far l’amore con te era genuino, indipendentemente dal resto. Questo è tutto.

LUI NON RISPONDE, CONTINUA A GUARDARE FUORI. POI L’ALTOPARLANTE ANNUNCIA: PROSSIMA STAZIONE DOXVILLE
Elisabeth: Devo scendere…
Julian: Buona sera Elisabeth.
Elisabeth: Buona sera Julian.



*****


VENERDI 9 MARZO 2018. ORE 4:55
SONO PASSATI TRE GIORNI, ELISABETH E JULIAN NON SI SONO PIU’ VISTI. LEI ORA E’ SUL MARCIAPIEDE DELLA QUATTORDICESIMA DAVANTI ALLA CITYBANK. LO STA ASPETTANDO. LUI ESCE DALL’UFFICIO. LA VEDE.

Elisabeth: Ecco vedi? Proprio lì su quella grata mi hai salvata!
Julian: Lo credo bene! Portavi dei tacchi più simili a trampoli che a scarpe!
Elisabeth: Ma ti sono piaciuta però!
Julian: Non posso negare che i tacchi alti indosso ad una bella signora mi fanno un certo effetto!
Elisabeth: Ma lo sai che sono una tua cliente? Ho un piccolo importo investito in questa banca…
Julian: Non lo sapevo…
Elisabeth: Come stai?
Julian: Come vuoi che stia? Mi hai dato una mazzata da cui è difficile riprendersi.
Elisabeth: Non prendi più il treno?
Julian: Vado in macchina fino a FlashWood e da lì prendo un’altra linea.
Elisabeth: Per non incontrarmi?
Julian: Per pensare…
Elisabeth: Allora diciamo: per pensare evitandomi…
Julian: Senza di te è dura lo stesso.
Elisabeth: Il tuo pensiero mi toglie il respiro… Come se la mia mente si fosse abituata a te.
Julian: Avrei tante domande da farti, ma il fatto che tu sia qui è la giusta risposta.
Elisabeth: Hai da fare? Qualche appuntamento galante?
Julian: Sì con una bella signora, peccato che fa la dentista e mi massacra le gengive.
Elisabeth: Niente baci allora?
Julian: Per quanto mi riguarda ho ancora il sapore dei tuoi…
Elisabeth: Quindi non sei più arrabbiato con me.
Julian: Lo sono sì, mica te la cavi così?
Elisabeth: Allora mi allontano e ti auguro…
Julian: Non mi augurare niente, facciamo due passi assieme. Però fammi fare due telefonate: prima la dentista per disdire l’appuntamento e poi mia moglie. Le dico che vada lei a prendere i bimbi al dopo scuola.
Elisabeth: Ok. Io intanto chiamo un taxi… Stesso posto ok?
Julian: Ok stesso albergo.

LA DONNA ASPETTA DUE MINUTI E POI FA SEGNO AD UN TAXI DI FERMARSI. I DUE SALGONO. DIREZIONE CENTRAL PARK. POCHI MINUTI E SONO DAVANTI AL DAYS INN HOTEL. SCENDONO DAL TAXI. ENTRANO NELL’ALBERGO. LUI VA ALLA RECEPTION, LEI LO ASPETTA DAVANTI AGLI ASCENSORI. STANZA 27 SECONDO PIANO. ENTRANO.

Elisabeth: Ormai sembriamo una coppia oliata!
Julian: Anche la stessa stanza. Dobbiamo sfatare il mito…
Elisabeth: Sei testardo!
Julian: Questa stanza non è poi così squallida!
Elisabeth: A me oggi sembra un paradiso! Sai in questi giorni ho davvero temuto di non vederla più. E mi sono detta: “Se non vuoi perderlo devi ricominciare da lì.”
Julian: Non eri tu quella del Regency?
Elisabeth: Ma i fiocchetti li porto ugualmente, basta verificare Mister Mailer!
Julian: Ne sono lusingato…
Elisabeth: Ed io compiaciuta della tua lusinga.

LA DONNA SCOPRE UN LEMBO DELLA GONNA.
Julian: Oh madame, adoro questa sua audacia. Lei è un misto affascinante di dolcezza ed intrigo.
Elisabeth: E lei un perfetto corteggiatore!
Julian: Dai, ora dimentichiamoci tutto.
Elisabeth: No aspetta! Hai la scatoletta verde con te?
Julian: Perché?
Elisabeth: Così non avremo in testa pensieri molesti. E tu non penserai che siamo qui per…
Julian: Non penso… Comunque ne ho uno nel portafogli…
Elisabeth: Per i “non si sa mai” vero?
Julian: No, ma non ti dico il motivo per non darti soddisfazioni.
Elisabeth: Allora dillo che hai sperato che ti chiamassi! Che hai pianto lacrime amare vicino al telefono in attesa della mia chiamata.
Julian: Hai notato che non ti ho chiesto nulla? È bastata la tua presenza per farmi capire ed io ti ho perdonata all’istante.
Elisabeth: Era solo una pazza idea.
Julian: La prossima volta vorrei condividere le tue pazze idee.

LUI LA PRENDE, LA STRINGE, POI LA DISTENDE SUL LETTO E LA BACIA CON PASSIONE.
Elisabeth: Sììì baciami tesoro, baciami dove vuoi, questa volta conduci tu.
Julian: Non voglio ripensamenti.
Elisabeth: Sono qui per dimostrartelo.
Julian: Abbandonati a me, non pensiamo a nulla…
Elisabeth: Sarò la tua Dea dell’Amore!

SI SPOGLIANO COMPLETAMENTE. QUESTA VOLTA NON CI SONO IMPEDIMENTI. LUI ENTRA IMMEDIATAMENTE IN LEI.
Julian: Ti amo.
Elisabeth: Sììì, oddio sì… ti amo tanto.
Julian: Sì amore così brava, dimmi che mi senti.
Elisabeth: Sì ti sento… Sei il mio uomo, il mio maschio…
Julian: Ancora.
Elisabeth: Dimmi che non finirà mai questo piacere.
Julian: Ti sento…
Elisabeth: Oh sì, sei dentro di me… Sono un fiume caldo… Dimmi che sono la tua donna!
Julian: Amore non sai quanto tu mi faccia felice!
Elisabeth: Posso piangere di gioia?
Julian: Piangi, ridi, urla. Finalmente…
Elisabeth: Finalmente tua!
Julian: Sei pazza amore mio…
Elisabeth: Sì pazza di te!

I DUE ESPLODONO CONTEMPORANEAMENTE IN UN URLO LIBERATORIO. POI DOPO ALCUNI MINUTI LEI LO ACCAREZZA.
Elisabeth: Sei stato magnifico, maschio come piace a me…
Julian: Grazie a te amore… è tutto merito tuo.
Elisabeth: Spero che le pareti siano insonorizzate.
Julian: Sei stata fantastica tesoro.
Elisabeth: Ci ho pensato molto sai, tipo scriverti una lettera, chiamarti per spiegare. Decine e decine di volte ho ripetuto il discorso sui come, i se, i perché, i ma, i quando... Oggi mentre venivo da te mi sembravo una scolaretta prima dell’esame.

ORA GUARDANO IL SOFFITTO, HANNO IL FIATONE, SONO STRAVOLTI.
Julian: Non conosco altri modi per redimere contrasti.
Elisabeth: Non conosco altri modi per amare così intensamente. È stato bellissimo sai!
Julian: E tu sei stata splendida.
Elisabeth: Scusa, ma la scatoletta verde?
Julian: Non c’era nulla nel portafoglio… te l’ho detto perché così ti saresti abbandonata di più…
Elisabeth: Sei uno sfacciato bugiardo!
Julian: Ti amo!
Elisabeth: Dio mio ma sei matto?
Julian: D’amore sì.
Elisabeth: Potrò essere la tua donna?
Julian: Lo sei!
Elisabeth: Hai notato differenze?
Julian: Tante.
Elisabeth: Vi baciate durante l’amore?
Julian: No.
Elisabeth: Dai dimmi qualcosa in più, come fate l’amore?
Julian: Lei si mette sopra di me, vuole che le accarezzi il seno e dopo due minuti è finito tutto.
Elisabeth: E tu vieni?
Julian: Qualche volta sì, altre volte lei mi dà piacere in altro modo.
Elisabeth: No. No. Non me lo dire ti prego! Lo faremo anche noi vero?
Julian: Certo tesoro.
Elisabeth: Quando? Domani?
Julian: Domani è sabato.
Elisabeth: Sarebbe bello incontrarci di sabato come due folli amanti innamorati… Sai quegli incontri a scappar via… Un motel di periferia, un bacio, un ti amo e poi per le nostre strade come niente fosse successo.
Julian: Lo desideri?
Elisabeth: Sì, mi sembrerebbe di stare in un film…
Julian: Lo faremo allora.

I DUE SI STANNO RIVESTENDO.
Elisabeth: Scusami se ti faccio tutte queste domande.
Julian: Credo sia normale.
Elisabeth: E allora perché tu non chiedi?
Julian: So che lo fai tutte le sere e sinceramente mi farebbe male sentire i dettagli.
Elisabeth: Tu hai l’animo sensibile mentre io sono una donna irriverente.
Julian: Tesoro mi sorprendi ogni giorno che passa.
Elisabeth: Vorrei che tu non ti stancassi mai di me.
Julian: Andiamo?
Elisabeth: Sì.

STAZIONE DI FLUSHING MAIN. TRENO DELLE 6:23 PER FLASHWOOD – DOXVILLE – BRADVILLE IN PARTENZA DAL BINARIO 4.
Elisabeth: Tesoro ti ho fatto fare tardissimo, ora come ti scuserai?
Julian: Al telefono le avevo detto che ero stato trattenuto in ufficio… Tranquilla so cavarmela.
Elisabeth: Scendi a FlashWood?
Julian: Sì ho la macchina al parcheggio.
Elisabeth: Vuoi vedermi domani?
Julian: Credi sia il caso?
Elisabeth: Sì.
Julian: Perché?
Elisabeth: Perché stasera parlo con mio marito.
Julian: Cosa?
Elisabeth: Oh no non preoccuparti, nulla di noi. Ho deciso però di seguire il tuo consiglio e parlargli chiaro in merito a quelle analisi falsificate.
Julian: Stasera?
Elisabeth: Mi ero ripromessa di farlo dopo che avevo fatto l’amore con te. Poi dopo che oggi abbiamo fatto l’amore senza precauzioni…
Julian: Ok, ma con delicatezza tesoro…
Elisabeth: Sarò una piuma…
Julian: Vuoi aspettare a dirglielo?
Elisabeth: Voglio essere onesta con te. Non voglio contaminazioni.
Julian: Tesoro ma non lo devi fare per me!
Elisabeth: Dici di aspettare? Ok ma domani voglio vederti lo stesso.
Julian: Ci scambiamo i numeri del telefono?
Elisabeth: Ok, ma usiamoli solo in caso di emergenza conclamata come terremoti, inondazioni e cataclismi vari…
Julian: Va bene.

I DUE SI SCAMBIANO I NUMERI DI TELEFONO.
Julian: Ora non potrai più fuggire!
Elisabeth: Nella rubrica segnami sotto la voce Nicolas ed io sotto Glenda!
I DUE RIDONO MENTRE L’ALTOPARLANTE ANNUNCIA: PROSSIMA FERMATA FLASHWOOD.
Julian: Devo scendere…
Elisabeth: È più comodo per te la mattina?
Julian: Sì va meglio. Accompagno i ragazzi in piscina e poi sono libero per un’oretta e mezza.
Elisabeth: Allora domattina al parcheggio del Trendy Store, è sulla statale 18 all’altezza di Mead Av.
Julian: Sì, conosco.
Elisabeth: Ok. È poco distante da Bradville. Alle 11 ci riesci?
Julian: Sì, ma tu non tardare.
Elisabeth: Manda un messaggio solo se non puoi venire. Se ritardi ti aspetto.
Julian: Ok tesoro.
Elisabeth: Ciao.

LUI SCENDE. LA DONNA SI SIEDE. PRENDE IL TELEFONO E LEGGE I MESSAGGI. C’E’ UN MESSAGGIO DI GEORGE, SUO MARITO. L’AVVERTE CHE FARA’ TARDI. POI CHIAMA SUA SORELLA.
DOPO QUALCHE MINUTO L’ALTOPARLANTE ANNUNCIA: PROSSIMA STAZIONE DOXVILLE
SI ALZA. STASERA NON DOVRA’ AFFRONTARE SUO MARITO. IL DESTINO LE SORRIDE E LEI SI SENTE DAVVERO LEGGERA.




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