HOME   CERCA NEL SITO   CONTATTI   COOKIE POLICY
 
 1
INTERVISTE IMPOSSIBILI
 

 

Vannozza Cattanei
L’amante dei Papi
A Roma, nel 1490, il censimento indetto da Innocenzo VIII contava una popolazione di circa 50 mila romani tra i quali oltre settemila prostitute e cortigiane, senza contare concubine e clandestine...


 

(Roma, 1442 – Roma, 1518)
.

 
La popolazione era prevalentemente maschile e celibe. Questo dato si spiega sia con la massiccia presenza di ecclesiastici, per i quali il celibato era d’obbligo, sia per la presenza di nobili che, acquistato a caro prezzo un incarico connesso alla Curia, accarezzavano la speranza di accedere un giorno alle più alte cariche vaticane.
Ecco allora proliferare, attirate dal lusso e dal denaro, una schiera di giovani e belle donne desiderose di sistemarsi in qualche palazzo elegante, a spese di un cardinale o di un facoltoso gentiluomo. Erano le "cortigiane", una sorta di connubio tra la prostituta di lusso e l’animatrice di salotti letterari, nulla a che vedere con le poverette che esercitavano la professione nei vicoli di Campo Marzio.

Questa attività di cortigiane diviene un vero e proprio affare, con donne che riescono a volte anche a lasciare un segno nella storia, specialmente se l’amante di turno è un papa. E’ il caso di Vannozza Cattanei, favorita di papa Alessandro VI Borgia fin da quando era cardinale.

Cammino tra i vicoli e piazze, scorci e piazzette dietro Campo de’ Fiori. Cammino più in fretta, cerco disperatamente la Locanda della Vacca e sono in ritardo. Dal 1400 questa zona è diventata il cuore della città. Le strade pullulano di alberghi e locali mondani. Chi gestisce queste attività sono prevalentemente forestieri, come Vannozza Cattanei, donna energica ed anima di affarista, trafficò per quasi quaranta anni in acquisto, vendita, affitto, gestione di locande, fra cui quella del Biscione, della Fontana, del Leone Grande, del Leone Piccolo, e quella da lei ricostruita e decorata dal suo stemma, l'osteria della Vacca a vicolo del Gallo.
Cammino cercando l’insegna della Vacca, tra una serie infinita di botteghe, tutte contraddistinte da una decorazione di ferro intagliata e dipinta. I pellegrini che giungevano a Roma erano perlopiù analfabeti e queste insegne servivano per facilitare il ritrovamento della locanda o della bottega ricercata. I soggetti erano elementari, appunto animali come l’asino, il Bove, la Bufala, il Leoncino l’orso, la pecora, la scrofa, ed appunto la vacca.
Finalmente la trovo! Entro. Nella locanda ci sono tavoli già apparecchiati per la cena. Noto le tovaglie, i piatti di stagno e le posate. Sento un forte odore di spezie: garofano, cannella, noce moscata. Nella penombra del locale Vannozza mi viene incontro e mi invita a sedermi. Il tavolo gronda di oche, tordi e uccelletti allo spiedo. I boccali sono colmi di Tiburtino bianco e Monterano provenienti dalle vigne vaticane.
Vannozza è vestita elegante. Noto i suoi fianchi rotondi, il seno importante incipriato, che padroneggia sotto una scollatura piuttosto ampia. L’abito di velluto rosso è lungo e stretto in vita con nastrini e laccetti. Il suo viso è austero, la pelle bianca fa risaltare il rosa acceso delle guance, delle labbra e della punta delle orecchie. Mi invita a mangiare qualcosa, ma rifiuto cortesemente, sono le quattro del pomeriggio, fuori l’aria è calda, dentro la locanda, oltre noi, solo una inserviente intenta a mescere vino.

“Prima di iniziare l’intervista volevo dirle che non voglio parlare di mia figlia. Sa, molti altri suoi colleghi, vogliono, in continuazione, farmi interviste su Lucrezia.”

“No no…”
Mi affretto a rasserenarla.
“Volevo farle alcune domande su di lei, sulla sua vita.”
Sorride e la vedo rilassata. Si aggiusta vezzosamente i suoi capelli biondi. Noto le sopracciglia più scure.
“Non sapevo che la mia storia dopo cinque secoli potesse ancora interessare…. “

“Lo giuro cercherò di evitare domande su sua figlia.”
Mento il mio taccuino è stracolmo di curiosità su Lucrezia Borgia.
“Posso concederle solo una mezz’ora, tra poco inizieranno a venire gli avventori.”
Poi riprende sottovoce. “Sa, sono notabili e gente di un certo rango che non vogliono pubblicità. Se sapessero, poi, che sto parlando con lei che scrive di gossip…………”

“Allora iniziamo?”
Sembra piuttosto felice per questo interesse inaspettato.

“La storia la ricorda soprattutto come amante dei papi…”
“Prima di conoscere Rodrigo Borgia, per un certo periodo di tempo frequentai il cardinale Giuliano Della Rovere, che nel 1503 diventò papa col nome di Giulio II. Se posso darle un consiglio… sarebbe più giusto essere presentata dal suo giornale come amante di cardinali…”

“Lei non è romana, vero?
“La mia famiglia era originaria di Mantova, ma io mi sono sempre sentita romana.”

“A Roma è famosa per la gestione di numerose locande famose e ben frequentate, oltre questa naturalmente.”
“Ho sempre cercato di dare il meglio alla mia clientela creando ambienti accoglienti.”
Si guarda intorno invitandomi a seguirla nella panoramica del bel locale.

“Proprio in questa Locanda incontrò Rodrigo Borgia…”
“Al tempo Rodrigo aveva 33 anni ed naturalmente non era ancora papa. Il nostro fu un amore a prima vista suggellato in seguito da un lungo legame sentimentale.”

“Le cronache dell’epoca la descrivono come una donna di grande avvenenza... Ed io non posso che confermare…”
Ride, accarezzandosi i capelli con un gesto spontaneo.
“Dicevano che avevo un fascino conturbante, ma credo che rispecchiavo semplicemente i canoni estetici del periodo. Rotonda nei punti giusti…”

“Le sue fattezze ci sono state tramandate attraverso diversi dipinti.”
“Ricordo con piacere quello di Tiziano, in cui sono ritratta con un turbante. L’ho sempre ringraziato per quella splendida chioma corvina.”

“Il cardinale Rodrigo Borgia non rimase insensibile a tanta bellezza.”
“Toccai il cielo con un dito quando divenni la sua concubina ufficiale.”

“Quando vi siete conosciuti?”
“Ricordo il primo incontro come se fosse ieri. Ecco proprio lì in fondo!”
Mi indica un tavolo molto appartato vicino ad una scala di legno che porta ai piani superiori.”
“Era il 1465, avevo 23 anni, e lui circa 10 anni più di me. Dopo il primo incontro continuò a frequentare la locanda praticamente tutte le sere. Rimaneva a conversare con me ore ed ore senza intrattenersi con le altre ragazze.”

“La notizia della vostra relazione fece subito il giro dei salotti bene della città.”
“Io ne ero orgogliosa, ed anche Rodrigo era così entusiasta che all’inizio non badò alle voci.”

“Ma dopo le cose cambiarono e nonostante la sua posizione di amante, riconosciuta e rispettata, lei dovette necessariamente avere un legittimo consorte.”
“Amavo troppo Rodrigo per rischiare di perderlo. E lei capirà che prima della nascita del nostro primo figlio occorreva risolvere la questione dandogli una copertura legale. Se ne occupò direttamente Rodrigo, combinando sia il primo che gli altri matrimoni.”

“Così, nel 1474, a 32 anni, andò in sposa a Domenico Giannozzo D’Arignano "funzionario ecclesiastico".”
“Ed appena un anno dopo diedi alla luce il mio primo figlio, Cesare.”

“Ma il suo matrimonio di copertura non durò a lungo.”
“Rimasi subito vedova e mi risposai immediatamente con Antonio da Brescia, ma a me premeva unicamente il rapporto con Rodrigo. Era intenso, quasi quotidiano, tanto che pochi mesi dopo la nascita di Cesare ero già alle prese con la mia seconda gravidanza. Nel 1476 diedi al cardinale un altro figlio, Juan, e subito dopo rimasi vedova per la seconda volta in appena due anni.”

“In questo periodo le sue ricchezze lievitarono notevolmente.”
“In fin dei conti ero la concubina di un potentissimo cardinale in odore di nomina papale e quindi ero soggetta a continue regalie. Naturalmente i doni avevano l’unico obiettivo di ingraziarsi il futuro papa.”

“Ma aveva anche fiuto negli affari…”
“Penso di essere stata sempre scaltra.” Ride. “D’altro canto il mio terzo marito, Giorgio della Croce nominato dallo stesso Borgia segretario apostolico di papa Sisto IV, era un uomo facoltoso, proprietario di una splendida villa con giardino nei pressi della chiesa di San Pietro in Vincoli, all’Esquilino.”

“La storia racconta che lei diede a Rodrigo quattro dei suoi sette figli.”
“Alla fine del 1479 rimasi nuovamente incinta e decisi di recarmi a trascorrere il resto della gravidanza nella rocca della famiglia Borgia a Subiaco, dove il 18 aprile dell’anno seguente diedi alla luce Lucrezia. Un anno dopo, nel 1481, fu la volta di Jofré.”

“Joffrè fu l’ultimo figlio che ebbe da Rodrigo?”
“Dopo questa nascita, infatti, tra noi ci fu un periodo di crisi. I nostri incontri divennero più sporadici. Mi dedicai alla mia vita coniugale e solo un anno dopo nacque Ottaviano, figlio di mio marito Giorgio.”

“Ma lei non era destinata ad avere una famiglia, per così dire… normale.”
“Quattro anni dopo persi sia marito che figlio. A 44 anni ero vedova per la terza volta. Ma Rodrigo non si perse d’animo e in poche settimane combinò l’ennesimo matrimonio.”

“L’8 giugno del 1486 sposò Carlo Canale.”
“Era mantovano come me. Persona di indubbie qualità morali. Profondo conoscitore delle lettere e della poesia. La sua comparsa segnò in qualche modo una svolta nella mia vita. Insieme a mio marito e i miei figli decidemmo di lasciare il palazzo di piazza Pizzo di Merlo, regalo di Rodrigo, e trasferirci in una nuova dimora in piazza Branca.”

“Carlo Canale fu un ottimo padre per i suoi figli.”
“Si affezionò in maniera autentica e incondizionata ai miei figli e in particolar modo alla piccola Lucrezia. Le trasmise tutto il suo amore per le scienze umanistiche, iniziandola allo studio del greco, del latino, della poesia e delle arti in genere. Comunque nel 1488 lo premiai mettendo alla luce un figlio nostro.”

“A questo punto il legame strettamente sentimentale fra lei e Rodrigo poteva dirsi concluso.”
“Rimase un legame di profondo affetto e stima, alimentato dall’amore viscerale che entrambi nutrivamo per i figli, pur destinati ad esistenze disgraziate e spesso dolorose.”

“Il 25 luglio del 1492 moriva Innocenzo VIII e all’alba dell’11 agosto, al termine del quinto scrutinio, i porporati elevarono al trono di San Pietro il cardinale Rodrigo Borgia, che assunse il nome di Alessandro VI.”
“Che emozione! Ero in prima fila sul sagrato di San Pietro insieme a Lucrezia e alla cugina di Rodrigo, Adriana de Mila. Ricordo il tripudio con cui la città acclamava il nuovo papa.”

“Ma Rodrigo aveva già rivolto le sue attenzioni alla giovanissima Giulia Farnese, nuora della cugina Adriana, nota in tutta Roma come “Giulia la Bella” per la straordinaria avvenenza del suo aspetto...”
“Giulia era la moglie di Orso Orsini e finì col sostituirmi nel ruolo di concubina ufficiale, tanto che, a Roma la soprannominarono, con non poca ironia, concubina papae o addirittura sponsa christi.”

“Ben presto sarebbe stata allontanata anche dai suoi figli.”
“Oltre che miei, erano figli di un Papa e vennero chiamati per un destino più importante. Ma il distacco più difficile fu quello da Lucrezia, unica figlia femmina che avevo messo al mondo.”

“L’anno successivo alla sua elezione, Alessandro VI decise infatti di maritarla a Giovanni Sforza.”
“Non mi fu concesso nemmeno di assistere alle nozze e questo non fu che l’inizio…”

“Si racconta che tutto nacque da una lite furibonda fra lei e Adriana, la cugina del papa che da qualche anno era stata incaricata dell’educazione di Lucrezia, accolta nella sua casa.”
“L’odio di una madre nei confronti di un’altra donna che le porta via l’unica figlia femmina credo sia comprensibile. Se poi la donna in questione è Adriana, suocera di Giulia Farnese, che aveva sempre favorito alle mie spalle la relazione amorosa fra quest’ultima e il pontefice, lei può immaginare con quanta forza mi scagliai contro di lei tentando di strangolarla.”
Si ferma e beve un sorso d’acqua, vedo un fremito d’ira nei suoi occhi.
“In ogni caso, celebrate le nozze, mia figlia lasciò Roma e da allora i nostri contatti furono molto rari.”

“Il destino non fu clemente con lei e con i suoi figli.”
“Cesare visse una vita interamente dedicata alla costruzione di un sogno imperiale che non riuscì mai a realizzare. Si impegnò per anni a combattere guerre, tessere intrighi, obbedendo unicamente alla sua sete di potere.”

“Ancor più sfortunata fu la sorte di Juan.”
“Bello e vigoroso Juan era in assoluto il figlio prediletto di Rodrigo, che riponeva in lui le maggiori speranze di un glorioso avvenire per la casata dei Borgia. Queste particolari attenzioni suscitavano le invidie di Cesare. Dopo una cena in casa mia, il 14 giugno 1497 Juan fu misteriosamente ritrovato assassinato nelle acque del Tevere con numerosi colpi di pugnale. Il dolore mio e di Rodrigo fu immenso. E non potevo fare a meno di sospettare di Cesare.”

“A questo punto è inevitabile una domanda su Lucrezia.”
“Faccia pure! Lei è stata di parola fino ad ora.”

“E’ vero che non ha presenziato alle celebrazioni di nessuno dei tre matrimoni di sua figlia?”
“Lucrezia era una pedina redditizia nelle mani di suo padre per la costruzione dei suoi disegni di potere. I tre matrimoni sono stati politici e non d’amore, per questo non ho partecipato!”

“Come si sente una madre che vede morire quasi tutti i suoi figli?”
“Sapevo che essere madre dei figli del Papa avrebbe comportato rinunce e quant’altro, ma non credevo fino a quel punto. Solo Lucrezia mi sopravvisse, anche se solo di pochi mesi.”

“Dopo la morte dei suoi figli lei condusse una vita di penitenza.”
“Aderii alla Confraternita del Gonfalone, alla quale lasciai tutti i miei averi nel tentativo di cancellare la mia scelleratezza di gioventù.”

Iniziano ad entrare i primi avventori, mi alzo e la saluto con un rispettoso inchino. La guardo, esco dalla locanda della Vacca col dubbio di aver visto una piccola lacrima solcare il suo belletto rosa.

Vannozza Cattanei morì il 26 novembre del 1518, all’età di 76 anni. Le disposizioni che diede sulla sua sepoltura non furono rispettate: Vannozza desiderava infatti essere sepolta nella chiesa di Santa Maria delle Terme, ma per ragioni sconosciute fu invece tumulata nella Chiesa di Santa Maria del Popolo. Dei suoi resti, però, non vi è più traccia: durante il sacco di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi, la cappella in cui era stata sepolta fu spogliata delle sue ricchezze e la tomba devastata. La lapide sepolcrale fu recuperata, ricomposta e murata nel portico della basilica di San Marco, di fronte al Campidoglio, dove è tutt’oggi conservata.

 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI
.http://it.wikipedia.org/wiki/Vannozza_Cattanei
www.spazioforum.net/



 













 
Tutte le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi autori. Qualora l'autore ritenesse improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione verrà ritirata immediatamente. (All images and materials are copyright protected  and are the property of their respective authors.and are the property of their respective authors. If the author deems improper use, they will be deleted from our site upon notification.) Scrivi a liberaeva@libero.it

 COOKIE POLICY



TORNA SU (TOP)


LiberaEva Magazine Tutti i diritti Riservati
  Contatti