La popolazione era prevalentemente maschile e celibe. Questo dato si
spiega sia con la massiccia presenza di ecclesiastici, per i quali il
celibato era d’obbligo, sia per la presenza di nobili che, acquistato a
caro prezzo un incarico connesso alla Curia, accarezzavano la speranza di
accedere un giorno alle più alte cariche vaticane.
Ecco allora
proliferare, attirate dal lusso e dal denaro, una schiera di giovani e
belle donne desiderose di sistemarsi in qualche palazzo elegante, a spese
di un cardinale o di un facoltoso gentiluomo. Erano le "cortigiane", una
sorta di connubio tra la prostituta di lusso e l’animatrice di salotti
letterari, nulla a che vedere con le poverette che esercitavano la
professione nei vicoli di Campo Marzio.
Questa attività di
cortigiane diviene un vero e proprio affare, con donne che riescono a
volte anche a lasciare un segno nella storia, specialmente se l’amante di
turno è un papa. E’ il caso di Vannozza Cattanei, favorita di papa
Alessandro VI Borgia fin da quando era cardinale.
Cammino tra i
vicoli e piazze, scorci e piazzette dietro Campo de’ Fiori. Cammino più in
fretta, cerco disperatamente la Locanda della Vacca e sono in ritardo. Dal
1400 questa zona è diventata il cuore della città. Le strade pullulano di
alberghi e locali mondani. Chi gestisce queste attività sono
prevalentemente forestieri, come Vannozza Cattanei, donna energica ed
anima di affarista, trafficò per quasi quaranta anni in acquisto, vendita,
affitto, gestione di locande, fra cui quella del Biscione, della Fontana,
del Leone Grande, del Leone Piccolo, e quella da lei ricostruita e
decorata dal suo stemma, l'osteria della Vacca a vicolo del Gallo.
Cammino cercando l’insegna della Vacca, tra una serie infinita di
botteghe, tutte contraddistinte da una decorazione di ferro intagliata e
dipinta. I pellegrini che giungevano a Roma erano perlopiù analfabeti e
queste insegne servivano per facilitare il ritrovamento della locanda o
della bottega ricercata. I soggetti erano elementari, appunto animali come
l’asino, il Bove, la Bufala, il Leoncino l’orso, la pecora, la scrofa, ed
appunto la vacca.
Finalmente la trovo! Entro. Nella locanda ci sono
tavoli già apparecchiati per la cena. Noto le tovaglie, i piatti di stagno
e le posate. Sento un forte odore di spezie: garofano, cannella, noce
moscata. Nella penombra del locale Vannozza mi viene incontro e mi invita
a sedermi. Il tavolo gronda di oche, tordi e uccelletti allo spiedo. I
boccali sono colmi di Tiburtino bianco e Monterano provenienti dalle vigne
vaticane.
Vannozza è vestita elegante. Noto i suoi fianchi rotondi, il
seno importante incipriato, che padroneggia sotto una scollatura piuttosto
ampia. L’abito di velluto rosso è lungo e stretto in vita con nastrini e
laccetti. Il suo viso è austero, la pelle bianca fa risaltare il rosa
acceso delle guance, delle labbra e della punta delle orecchie. Mi invita
a mangiare qualcosa, ma rifiuto cortesemente, sono le quattro del
pomeriggio, fuori l’aria è calda, dentro la locanda, oltre noi, solo una
inserviente intenta a mescere vino.
“Prima di iniziare l’intervista
volevo dirle che non voglio parlare di mia figlia. Sa, molti altri suoi
colleghi, vogliono, in continuazione, farmi interviste su Lucrezia.”
“No no…”
Mi affretto a rasserenarla.
“Volevo farle alcune
domande su di lei, sulla sua vita.”
Sorride e la vedo rilassata. Si
aggiusta vezzosamente i suoi capelli biondi. Noto le sopracciglia più
scure.
“Non sapevo che la mia storia dopo cinque secoli potesse ancora
interessare…. “
“Lo giuro cercherò di evitare domande su sua
figlia.”
Mento il mio taccuino è stracolmo di curiosità su Lucrezia
Borgia.
“Posso concederle solo una mezz’ora, tra poco inizieranno a
venire gli avventori.”
Poi riprende sottovoce. “Sa, sono notabili e
gente di un certo rango che non vogliono pubblicità. Se sapessero, poi,
che sto parlando con lei che scrive di gossip…………”
“Allora
iniziamo?”
Sembra piuttosto felice per questo interesse inaspettato.
“La storia la ricorda soprattutto come amante dei papi…”
“Prima di
conoscere Rodrigo Borgia, per un certo periodo di tempo frequentai il
cardinale Giuliano Della Rovere, che nel 1503 diventò papa col nome di
Giulio II. Se posso darle un consiglio… sarebbe più giusto essere
presentata dal suo giornale come amante di cardinali…”
“Lei non è
romana, vero?
“La mia famiglia era originaria di Mantova, ma io mi sono
sempre sentita romana.”
“A Roma è famosa per la gestione di
numerose locande famose e ben frequentate, oltre questa naturalmente.”
“Ho sempre cercato di dare il meglio alla mia clientela creando ambienti
accoglienti.”
Si guarda intorno invitandomi a seguirla nella panoramica
del bel locale.
“Proprio in questa Locanda incontrò Rodrigo
Borgia…”
“Al tempo Rodrigo aveva 33 anni ed naturalmente non era ancora
papa. Il nostro fu un amore a prima vista suggellato in seguito da un
lungo legame sentimentale.”
“Le cronache dell’epoca la descrivono
come una donna di grande avvenenza... Ed io non posso che confermare…”
Ride, accarezzandosi i capelli con un gesto spontaneo.
“Dicevano che
avevo un fascino conturbante, ma credo che rispecchiavo semplicemente i
canoni estetici del periodo. Rotonda nei punti giusti…”
“Le sue
fattezze ci sono state tramandate attraverso diversi dipinti.”
“Ricordo
con piacere quello di Tiziano, in cui sono ritratta con un turbante. L’ho
sempre ringraziato per quella splendida chioma corvina.”
“Il
cardinale Rodrigo Borgia non rimase insensibile a tanta bellezza.”
“Toccai il cielo con un dito quando divenni la sua concubina ufficiale.”
“Quando vi siete conosciuti?”
“Ricordo il primo incontro come se
fosse ieri. Ecco proprio lì in fondo!”
Mi indica un tavolo molto
appartato vicino ad una scala di legno che porta ai piani superiori.”
“Era il 1465, avevo 23 anni, e lui circa 10 anni più di me. Dopo il primo
incontro continuò a frequentare la locanda praticamente tutte le sere.
Rimaneva a conversare con me ore ed ore senza intrattenersi con le altre
ragazze.”
“La notizia della vostra relazione fece subito il giro
dei salotti bene della città.”
“Io ne ero orgogliosa, ed anche Rodrigo
era così entusiasta che all’inizio non badò alle voci.”
“Ma dopo le
cose cambiarono e nonostante la sua posizione di amante, riconosciuta e
rispettata, lei dovette necessariamente avere un legittimo consorte.”
“Amavo troppo Rodrigo per rischiare di perderlo. E lei capirà che prima
della nascita del nostro primo figlio occorreva risolvere la questione
dandogli una copertura legale. Se ne occupò direttamente Rodrigo,
combinando sia il primo che gli altri matrimoni.”
“Così, nel 1474,
a 32 anni, andò in sposa a Domenico Giannozzo D’Arignano "funzionario
ecclesiastico".”
“Ed appena un anno dopo diedi alla luce il mio primo
figlio, Cesare.”
“Ma il suo matrimonio di copertura non durò a
lungo.”
“Rimasi subito vedova e mi risposai immediatamente con Antonio
da Brescia, ma a me premeva unicamente il rapporto con Rodrigo. Era
intenso, quasi quotidiano, tanto che pochi mesi dopo la nascita di Cesare
ero già alle prese con la mia seconda gravidanza. Nel 1476 diedi al
cardinale un altro figlio, Juan, e subito dopo rimasi vedova per la
seconda volta in appena due anni.”
“In questo periodo le sue
ricchezze lievitarono notevolmente.”
“In fin dei conti ero la concubina
di un potentissimo cardinale in odore di nomina papale e quindi ero
soggetta a continue regalie. Naturalmente i doni avevano l’unico obiettivo
di ingraziarsi il futuro papa.”
“Ma aveva anche fiuto negli
affari…”
“Penso di essere stata sempre scaltra.” Ride. “D’altro canto
il mio terzo marito, Giorgio della Croce nominato dallo stesso Borgia
segretario apostolico di papa Sisto IV, era un uomo facoltoso,
proprietario di una splendida villa con giardino nei pressi della chiesa
di San Pietro in Vincoli, all’Esquilino.”
“La storia racconta che
lei diede a Rodrigo quattro dei suoi sette figli.”
“Alla fine del 1479
rimasi nuovamente incinta e decisi di recarmi a trascorrere il resto della
gravidanza nella rocca della famiglia Borgia a Subiaco, dove il 18 aprile
dell’anno seguente diedi alla luce Lucrezia. Un anno dopo, nel 1481, fu la
volta di Jofré.”
“Joffrè fu l’ultimo figlio che ebbe da Rodrigo?”
“Dopo questa nascita, infatti, tra noi ci fu un periodo di crisi. I nostri
incontri divennero più sporadici. Mi dedicai alla mia vita coniugale e
solo un anno dopo nacque Ottaviano, figlio di mio marito Giorgio.”
“Ma lei non era destinata ad avere una famiglia, per così dire… normale.”
“Quattro anni dopo persi sia marito che figlio. A 44 anni ero vedova per
la terza volta. Ma Rodrigo non si perse d’animo e in poche settimane
combinò l’ennesimo matrimonio.”
“L’8 giugno del 1486 sposò Carlo
Canale.”
“Era mantovano come me. Persona di indubbie qualità morali.
Profondo conoscitore delle lettere e della poesia. La sua comparsa segnò
in qualche modo una svolta nella mia vita. Insieme a mio marito e i miei
figli decidemmo di lasciare il palazzo di piazza Pizzo di Merlo, regalo di
Rodrigo, e trasferirci in una nuova dimora in piazza Branca.”
“Carlo Canale fu un ottimo padre per i suoi figli.”
“Si affezionò in
maniera autentica e incondizionata ai miei figli e in particolar modo alla
piccola Lucrezia. Le trasmise tutto il suo amore per le scienze
umanistiche, iniziandola allo studio del greco, del latino, della poesia e
delle arti in genere. Comunque nel 1488 lo premiai mettendo alla luce un
figlio nostro.”
“A questo punto il legame strettamente sentimentale
fra lei e Rodrigo poteva dirsi concluso.”
“Rimase un legame di profondo
affetto e stima, alimentato dall’amore viscerale che entrambi nutrivamo
per i figli, pur destinati ad esistenze disgraziate e spesso dolorose.”
“Il 25 luglio del 1492 moriva Innocenzo VIII e all’alba dell’11
agosto, al termine del quinto scrutinio, i porporati elevarono al trono di
San Pietro il cardinale Rodrigo Borgia, che assunse il nome di Alessandro
VI.”
“Che emozione! Ero in prima fila sul sagrato di San Pietro insieme
a Lucrezia e alla cugina di Rodrigo, Adriana de Mila. Ricordo il tripudio
con cui la città acclamava il nuovo papa.”
“Ma Rodrigo aveva già
rivolto le sue attenzioni alla giovanissima Giulia Farnese, nuora della
cugina Adriana, nota in tutta Roma come “Giulia la Bella” per la
straordinaria avvenenza del suo aspetto...”
“Giulia era la moglie di
Orso Orsini e finì col sostituirmi nel ruolo di concubina ufficiale, tanto
che, a Roma la soprannominarono, con non poca ironia, concubina papae o
addirittura sponsa christi.”
“Ben presto sarebbe stata allontanata
anche dai suoi figli.”
“Oltre che miei, erano figli di un Papa e
vennero chiamati per un destino più importante. Ma il distacco più
difficile fu quello da Lucrezia, unica figlia femmina che avevo messo al
mondo.”
“L’anno successivo alla sua elezione, Alessandro VI decise
infatti di maritarla a Giovanni Sforza.”
“Non mi fu concesso nemmeno di
assistere alle nozze e questo non fu che l’inizio…”
“Si racconta
che tutto nacque da una lite furibonda fra lei e Adriana, la cugina del
papa che da qualche anno era stata incaricata dell’educazione di Lucrezia,
accolta nella sua casa.”
“L’odio di una madre nei confronti di un’altra
donna che le porta via l’unica figlia femmina credo sia comprensibile. Se
poi la donna in questione è Adriana, suocera di Giulia Farnese, che aveva
sempre favorito alle mie spalle la relazione amorosa fra quest’ultima e il
pontefice, lei può immaginare con quanta forza mi scagliai contro di lei
tentando di strangolarla.”
Si ferma e beve un sorso d’acqua, vedo un
fremito d’ira nei suoi occhi.
“In ogni caso, celebrate le nozze, mia
figlia lasciò Roma e da allora i nostri contatti furono molto rari.”
“Il destino non fu clemente con lei e con i suoi figli.”
“Cesare
visse una vita interamente dedicata alla costruzione di un sogno imperiale
che non riuscì mai a realizzare. Si impegnò per anni a combattere guerre,
tessere intrighi, obbedendo unicamente alla sua sete di potere.”
“Ancor più sfortunata fu la sorte di Juan.”
“Bello e vigoroso Juan era
in assoluto il figlio prediletto di Rodrigo, che riponeva in lui le
maggiori speranze di un glorioso avvenire per la casata dei Borgia. Queste
particolari attenzioni suscitavano le invidie di Cesare. Dopo una cena in
casa mia, il 14 giugno 1497 Juan fu misteriosamente ritrovato assassinato
nelle acque del Tevere con numerosi colpi di pugnale. Il dolore mio e di
Rodrigo fu immenso. E non potevo fare a meno di
sospettare di Cesare.”
“A questo punto è inevitabile una
domanda su Lucrezia.”
“Faccia pure! Lei è stata di parola fino
ad ora.”
“E’ vero che non ha presenziato alle celebrazioni
di nessuno dei tre matrimoni di sua figlia?”
“Lucrezia era una
pedina redditizia nelle mani di suo padre per la costruzione dei suoi
disegni di potere. I tre matrimoni sono stati politici e non d’amore, per
questo non ho partecipato!”
“Come si sente una madre che
vede morire quasi tutti i suoi figli?”
“Sapevo che essere
madre dei figli del Papa avrebbe comportato rinunce e quant’altro, ma non
credevo fino a quel punto. Solo Lucrezia mi sopravvisse, anche se solo di
pochi mesi.”
“Dopo la morte dei suoi figli lei condusse una
vita di penitenza.”
“Aderii alla Confraternita del Gonfalone,
alla quale lasciai tutti i miei averi nel tentativo di cancellare la mia
scelleratezza di gioventù.”
Iniziano ad entrare i primi avventori,
mi alzo e la saluto con un rispettoso inchino. La guardo, esco dalla
locanda della Vacca col dubbio di aver visto una piccola lacrima solcare
il suo belletto rosa.
Vannozza Cattanei morì il 26 novembre del
1518, all’età di 76 anni. Le disposizioni che diede sulla sua sepoltura
non furono rispettate: Vannozza desiderava infatti essere sepolta nella
chiesa di Santa Maria delle Terme, ma per ragioni sconosciute fu invece
tumulata nella Chiesa di Santa Maria del Popolo. Dei suoi resti, però, non
vi è più traccia: durante il sacco di Roma del 1527 da parte dei
Lanzichenecchi, la cappella in cui era stata sepolta fu spogliata delle
sue ricchezze e la tomba devastata. La lapide sepolcrale fu recuperata,
ricomposta e murata nel portico della basilica di San Marco, di fronte al
Campidoglio, dove è tutt’oggi conservata.