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INTERVISTE IMPOSSIBILI
 
Suzanne Valadon
La terribile Marie
Nome d’arte di Marie Clementine Valadon. La sua vita fu decisamente più avvincente di un romanzo: da sartina ad acrobata da circo, oltre che grande pittrice, modella, musa ispiratrice, madre e amante di alcuni dei più geniali artisti di tutti i tempi.
Una donna bella e sensibile che si rifugiava in una culla di bugie, per tenere lontani i fantasmi della sua infanzia

 
(Bessines-sur-Gartempe, 1867 - Parigi,1938)

 

 

Lei nacque il 23 settembre del 1867. Perché si cambiò la data di nascita inventando tra le altre cose di essere stata abbandonata in fasce davanti alla cattedrale di Limoges?
Volevo dare una velatura di mistero alle mie umili origini. In realtà ero figlia illegittima di una cucitrice. Rimase incinta di me da vedova, ma non ho mai saputo chi fosse mio padre. Dopo la mia nascita mia madre lasciò Bessines-sur-Gartempe per andare a vivere a Parigi.

Vi stabiliste a Montmartre…
All’epoca la collina era ancora un quartiere periferico con gli affitti a bassissimo costo. Della mia infanzia ricordo tanta povertà e l’indifferenza di mia madre.

E’ vero che appena quindicenne si mise a fare l’acrobata?
Feci un’infinità di lavori, dalla sarta alla cameriera, finché mi aggregai ad un circo. Adoravo il rischio, ma dovetti lasciare ben presto quel mondo a causa di una brutta caduta.

Lei era bella e Montmartre era la culla dei pittori. Fu facile trovare un’altra occupazione. No?
All’inizio fu per gioco, ma in seguito l’attività di modella mi calzava benissimo. Divenni la preferita di alcuni giovani pittori che di lì a poco sarebbero diventati pietre miliari dell’Impressionismo, fra tutti Pierre Auguste Renoir e Henry de Toulouse Lautrec.

Quel mondo l’appassionò così tanto che anche lei divenne pittrice...
Iniziai a dipingere firmandomi Suzanne Valadon, il nome lo aveva scelto Toulouse-Lautrec, e trovai immediatamente l’apprezzamento di Degas, che in seguito non smise mai di collezionare i disegni della “Terribile Marie”, come mi chiamava.

A differenza degli altri pittori lei non ebbe un'istruzione artistica vera e propria.
Dapprima dipinsi nature morte e paesaggi, ma i miei temi preferiti erano i nudi ed i ritratti che si distinguevano perché utilizzavo contorni decisi e colori piatti. Ma quello che colpiva di più nei miei quadri era la sensualità intatta, fuori dalle regole di vita e d’arte.

Cioè?
Degas diceva che riuscivo ad esprimermi così liberamente perché ero cresciuta senza un'educazione condizionante. In effetti nessuno mi aveva educata a diventare donna. Così la mia creatività era fiorita spontaneamente con la stessa naturalezza permessa agli uomini.

E gli amori?
Niente di serio. In quell’ambiente di artisti e soprattutto tra modella e pittore non c’erano troppe formalità.

Ma nel 1883 lei diede alla luce il piccolo Maurice, naturalmente figlio di padre ignoto.
Secondo i miei calcoli Maurice era figlio del giornalista spagnolo Miguel Utrillo che lo riconobbe otto anni dopo.

Quindi affrontò il difficile ruolo di ragazza madre?
Ero combattiva e determinata. Lo avevo desiderato tanto e lottai disperatamente anche in seguito per evitargli il degrado psicologico. Cercai di instradarlo verso l’arte e la pittura in particolare.

Suo figlio come prese il cambio del nome?
Maurice non sembrò troppo felice, convinto da sempre che il padre naturale fosse da ricercare nella cerchia dei miei amici pittori. Pensi che dieci anni dopo, quando cominciò a dipingere, si firmò "Maurice Valadon" e fu solo più tardi che arrivò al compromesso di firmarsi Maurice Utrillo V.

Come fu la sua infanzia?
Aveva un carattere ribelle. Per la maggior parte del tempo era affidato alle cure di mia madre. Lo iscrissi al collegio Rollins di Montmartre ma si mostrò un cattivo studente preferendo frequentare le osterie. Ogni giorno tornava a casa pieno di lividi e ferite per le zuffe con gli altri ubriachi. A diciotto anni ebbe il primo collasso da alcol e fu costretto a trascorrere due mesi nel sanatorio di Sante-Anne. Il medico curante lo convinse a dedicarsi alla pittura per allontanare la mente dall'alcol.

Ma dentro la sua anima c’era il genio di sua madre!
Divenne uno dei più apprezzati paesaggisti del secolo, fu membro di quella cerchia di artisti, come Picasso, Modigliani, Matisse e Chagall, che in quel periodo fecero di Parigi la capitale della cultura europea.

Paradossalmente Maurice offuscherà la sua fama…
Secondo lei, nella vita, esiste qualcosa di più appagante?

Torniamo a lei. Cosa successe nel 1896?
Sposai Paul Mousis, avvocato e funzionario della Banca di Francia. Il matrimonio mi consentì di mettere fine alle ristrettezze economiche. Mi trasferii nella sua villa di Montmagny, appena a nord di Parigi, e finalmente mi dedicai completamente all'arte.

Quindi niente amore?
Volevo dare un’educazione a mio figlio, ma Paul era un conformista molto distante da me. Faceva fatica a stare dietro al mio carattere turbolento e soprattutto ai problemi emotivi di mio figlio. Alcuni anni dopo lo lasciai per un pittore più giovane di me di 21 anni.

Al secolo Maurice Utter…
Anche quella non fu una scelta brillante. Componemmo una famiglia "sui generis": io che dipingevo forsennatamente, mio figlio più volte ricoverato in manicomi o in sanatori nel tentativo di guarire dall'alcolismo.

Nel frattempo ebbe la sua prima personale…
Fu un successo di critica e di pubblico non comune per una pittrice. Ero finalmente entrata nell’Olimpo dei grandi!

Nel campo dell'arte ebbe numerosi riconoscimenti, ma l'amore?
Quello non venne mai. Mi sentivo un'anticonformista e trascurai il sentimento per l'arte. Da ragazza l'amore erano quegli attimi di calore in quelle mansarde umide e fredde, da grande il desiderio di far star bene mio figlio, per questo feci continuamente delle scelte sbagliate.
Si ferma un attimo a pensare...
Sa cosa le dico? Ancora oggi mi è difficile distinguere l'amore dal sesso...

Nel corso della sua vita Suzanne partecipò a molti saloni ed organizzò personali, riscuotendo grandi successi e riconoscimenti. Morì il 7 aprile 1938 proprio mentre stava dipingendo, per un colpo apoplettico. Fu seppellita vicino alla madre nel cimitero di Saint Ouen. Al suo funerale furono presenti le più importanti personalità del mondo artistico francese, Pablo Picasso, Georges Braque, André Derain. Nel 1949 il comune francese di Bessines-sur-Gartempe decise di apporre una lapide commemorativa sulla casa che aveva ospitato i primi natali della sua illustre concittadina, dedicandole altresì il nome di una strada.


 







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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http:/www.whipart.it
it.wikipedia.org
digilander.libero.it/Gaia_xx
www.bohemienne.it
www.roberto-crosio.net
FOTO GOOGLE IMAGE







 
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