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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Giovanna I d'Angiò
REGINA DI NAPOLI
Giovanna I d’Angiò, la prima regina del Sud, nipote di Roberto d'Angiò, re di Napoli,
e figlia di Maria di Valois sorella del Re Filippo VI di Francia. Napoletana a tutti gli effetti, fu monarca assoluta, ma allo stesso tempo illuminata

 

 
 


 
Discussa e affascinante, avvenente e malinconica, laica e dissoluta in quel suo sfidare le convenzioni. Colta, raffinata, dotata di orgoglio, fu spietata, vendicativa, ma seppe essere anche generosa. Agì con diplomazia ed ebbe coraggio, non si piegò mai, né al papa, né ai nemici, né alle invasioni, né all’ignoranza

Sovrana di Napoli, di Gerusalemme e Sicilia; Principessa di Acaia e Contessa di Provenza, Giovanna cadde vittima di veleni, rancori personali, ambizioni familiari, tradimenti e lutti che ispirarono parte dell’opera Crimini celebri scritta da Alexandre Dumas nel 1839. Quattro infelici matrimoni e molti amanti, fra cui forse anche Karl Ulfsson, figlio di Santa Brigida, un figlio morto prematuramente altri mai nati. Nelle oscure congiure trovò il suo epilogo ove vita e morte si saldarono nelle silenziose sofferenze che, indipendentemente dal giudizio storico, stanno a dimostrare quanto fosse ancora temuta come regina e soprattutto come donna.


Maestà lei ascese al trono di Napoli all'età di 16 anni.
Quando, il 16 gennaio 1343, morì mio nonno Roberto d'Angiò, fui designata erede al trono poiché mio padre il duca di Calabria era morto anni prima.

Ma il testamento di suo nonno non prevedeva la sua successione…
Infatti, lui aveva deciso che il trono passasse ad Andrea, mio cugino.

Con il quale vi sposaste, vero?
Veramente mi sono sposata nel 1333 ad appena sei anni, Andrea ne aveva sette.

Quindi cosa successe…
Mi opposi alla disposizione testamentaria e grazie anche al supporto della nobiltà napoletana e del papa Clemente VI fui incoronata a Roma Regina di Napoli mentre mio marito si dovette accontentare del titolo di duca di Calabria.

Com’erano i rapporti personali con suo marito?
Eravamo due caratteri diametralmente opposti. Già durante l'adolescenza mi accorsi che mio marito non brillava in raffinatezza e cultura…

Quindi già a quell’età iniziò a guardarsi intorno…
Adoravo la compagnia di un altro mio cugino: Luigi di Taranto, figlio di Caterina di Valois, Imperatrice di Costantinopoli, al quale mi legava un sentimento puro e profondo. Mio marito, del resto non aveva assolutamente abbandonato le sue aspirazioni di diventare re.

La sua relazione extraconiugale era al tempo di dominio pubblico e la distanza fra lei e suo marito si fece sempre più irreparabile…
Purtroppo mio marito nella notte del 18 settembre 1345 fu assassinato da un gruppo di congiurati nel castello di Aversa. Svegliato nel sonno, col pretesto di una insurrezione esplosa a Napoli, venne condotto all’esterno e strangolato. Per simulare una disgrazia fu poi scaraventato nella fossa del castello.

Immagino che lei, insieme al suo amante, sia stata ritenuta responsabile dell’episodio…
L'episodio scatenò violente reazioni da parte dei sostenitori di Andrea e molti mi indicarono come mandante dell'omicidio. Ma come avrei potuto? Le ricordo che ero incinta di Andrea e poco dopo mesi nacque nostro figlio Carlo.

Lei cosa fece per scongiurare questi sospetti?
I responsabili della morte di Andrea furono tutti giustiziati. Nonostante questo, il fratello di Andrea, Luigi d'Ungheria, tentò tramite il papa di depormi.

Lei, intanto, per rafforzare il suo potere, sposò in seconde nozze nel 1347 proprio Luigi di Taranto, suo amante storico e secondo l’accusa cospiratore nella morte del suo ex marito…
Quel matrimonio fu un tentativo vano in quanto Luigi d'Ungheria con il suo esercito invase il mio regno e noi fummo costretti a lasciare Napoli con la nave diretta in Provenza e ci rifugiammo ad Avignone presso il Santo Padre.

Cosa le disse il Papa?
Lui appoggiava la mia causa e fu subito disposto ad aiutarmi. Mi concesse unilateralmente il suo perdono.

Intanto Luigi aveva preso Napoli…
Beh fu per lui una vera e propria maledizione! In quel periodo si abbatté in città la piaga della peste nera e Luigi fu costretto a partire in fretta dalla capitale lasciando la reggenza nelle mani di due funzionari ungheresi.

Lei tornò a Napoli?
Prima di tornare, su richiesta di Luigi, fui sottoposta a processo al fine di accertare definitivamente le mie responsabilità nell'assassinio di Andrea.

Come andò?
Il processo si svolse nella corte papale di Avignone. Naturalmente fui scagionata da tutte le accuse e dichiarata innocente. Nello stesso processo la corte decretò anche l'attribuzione del titolo di re di Napoli a mio marito.

Quindi tornaste a Napoli…
Rientrammo nel gennaio del 1352 e fummo solennemente incoronati sovrani di Napoli. Da allora il regno visse anni di pace e tranquillità.

Dieci anni dopo rimase vedova…
Non era il caso di rimanere sola molto a lungo per cui accettai la proposta di Giacomo IV, re di Maiorca. Purtroppo non vennero figli e dopo tre anni, mio marito tornò a Maiorca con l’obiettivo di riconquistare le sue terre.

Ma Giacomo morì in battaglia…
Esatto, ed io nel 1376 convolai a nozze, per la quarta volta, con Ottone IV di Brunswick

Il problema dell’erede venne di nuovo a galla…
Purtroppo morì prematuramente il mio unico figlio Carlo, avuto dal mio primo marito Andrea. Designai come erede al trono mio nipote e cugino Carlo di Durazzo.

Nonostante la nomina tra di voi non correva buon sangue…
Carlo era un tipo troppo ambizioso per i miei gusti e quando ci fu lo Scisma d'Occidente lui per spodestarmi appoggiò papa Urbano VI, mentre la posizione ufficiale del regno di Napoli era a favore dell’antipapa avignonese Clemente VII regolarmente eletto nel Concilio di Fondi.

Come mai appoggiò il papa di Avignone?
Durante tutto il mio regno avevo sempre mal sopportato le ingerenze papali nella vita politica di Napoli. Appoggiai lo scisma nel tentativo di ribellarmi al papa di Roma, che da secoli continuava a considerare Napoli come uno stato vassallo.

Questa decisione le comportò una scomunica per eresia e l’appoggio incondizionato di Urbano VI a Carlo di Durazzo…
Reagii immediatamente revocando il diritto di successione accordato a Carlo e nominando mio erede Luigi I d'Angiò, fratello di Carlo V di Francia.

Cosa fece Carlo?
Invase Napoli nonostante la strenua difesa del mio esercito con a capo mio marito Ottone. Io stessa fui fatta prigioniera e rinchiusa prima nel Maschio Angioino e dopo nella lontana fortezza di Muro Lucano.

L’intervista si conclude qui in quanto Carlo Durazzo, incoronato re di Napoli con il nome di Carlo III, per affermare ad ogni costo l'indiscutibilità della sua ascesa al trono e per sgombrare il campo da qualsiasi rivendicazione ordinò l'assassinio della regina. Giovanna d'Angiò fu raggiunta dai sicari nel castello di Muro Lucano e il 12 maggio 1382 morì strangolata.
Carlo III si consacrò legittimo re di Napoli, instaurando sul trono il ramo degli Angiò-Durazzo. I suoi due figli, Ladislao e Giovanna, gli sarebbero entrambi succeduti, protagonisti della definitiva caduta degli Angioini dal trono di Napoli e della conquista del regno da parte di Alfonso V d'Aragona.






 






LiberaEva


 





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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://it.wikipedia.orgi
www.ilportaledelsud.org
www.italiamedievale.org
FOTO GOOGLE IMAGE


 















 
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