Non è stato un buon
inizio di giornata. Mi attende un’importante
intervista e io ho dimenticato l’orologio nel mio
piccolo motel appena fuori città. Temendo di essere
in ritardo, ho pigiato troppo il piede
sull’acceleratore ed ecco che dalla mia borsa fa
capolino una multa per eccesso di velocità, che
pagherò in due anni con rate dilazionate. E’ dura
fare la giornalista.
Quel che conta è che ora
sono qui e finalmente sto per incontrare una donna
che ho sempre ammirato per la sua fama: sono curiosa
di vederla e conoscerla di persona, se è davvero
come la descrivono è di quelle da far girare la
testa.
Entro trafelata nella hall del Grand
Hotel di Clerville, mi ricompongo davanti allo
specchio immenso alla mia destra, mi dò un tocco di
rossetto e mi reco alla reception, chiedendo
informazioni su una certa Eva Minori: questo è il
nome con cui si è registrata e che mi ha fatto
sapere, e questo è il nome con cui chiedo di lei.
L’ometto mi sorride e mi indica con gentilezza
una figura sottile e tonica, seduta di spalle su un
divanetto color salmone, proprio di fronte a me. Lo
ringrazio e mi incammino verso di lei: posso vedere
il suo collo lungo e bianco, scoperto dai capelli
biondi raccolti in un’alta crocchia. Indossa un
semplice dolcevita nero, su pantaloni a sigaretta
dello stesso colore, e dalla grazia con cui lascia
scivolare la bellissima mano sul bordo del divanetto
capisco che non ho commesso errori. E’ sicuramente
lei.
“Buongiorno lady... lady Eva”
non posso permettermi di chiamarla col suo cognome o
metterei nei guai entrambe. Si volta tranquillamente
verso di me, e mi sento d’un tratto trafiggere dal
suo sguardo: i suoi occhi colore del cielo, i suoi
tratti delicati e alteri, le sue labbra rosse, la
sua bellezza rara e solare. Capisco che chi mi
diceva che era splendida, in realtà non aveva saputo
trovare un aggettivo migliore. In effetti, non ne
sarei in grado nemmeno io.
“Buongiorno mia cara,
la stavo aspettando” la sua voce sensuale riempie le
mie orecchie e non riesco a dire una parola.
“Vogliamo iniziare? Non vorrei che ci fossero... dei
contrattempi...” mi strizza l’occhio e io annuisco.
Si alza in piedi, è più alta di me di una spanna
e sono costretta a guardarla dal basso verso l’alto:
ha un corpo che definirei perfetto. Mi invita a
spostarci sul terrazzo, lontano da sguardi
indiscreti: percepisco la sua forza attraverso le
mosse feline, l’andatura sicura e armoniosa, la
naturalezza dei suoi passi. Ci sediamo a un tavolino
un po’ in disparte, sorridendo prendo dalla borsetta
il registratore e pigio il tasto recording. Non mi
sembra vero di essere qui con la più imprendibile e
la più fascinosa delle ladre, Eva Kant.
Signora...
Mi chiami Eva, è più
semplice e immediato... non trova sia bello il mio
nome?
E’ bellissimo. Sa che vuol dire madre
dei viventi? Nel suo nome c’è la vita.
E’ un
punto di vista molto romantico, ma ti dà una grande
responsabilità. Responsabilità che non voglio
assolutamente.
Non la vuole perchè sa di aver
già tolto la vita o perchè la toglierà ancora in
futuro?
Tagliente questa domanda. Deve sapere,
mia cara, che io posso arrivare ad uccidere se mi
sento minacciata o se minacciano l’uomo che amo. Non
è un crimine la legittima difesa, no?
Rimango
freddata dalla risposta. E’ riuscita a girarla a
proprio vantaggio, con grande maestria. La vittima
sembra lei, ora. Scaltra e intelligente, acuta e
volitiva: e poi vanno ancora dicendo, con ostinata
ottusità, che le donne non possono essere tutto
questo. Io ho le prove, proprio davanti a me, che
donne così esistono eccome.
Ha accennato
all’uomo che ama: parliamo allora del suo rapporto
d’amore...
A dire il vero non c’è molto da dire.
Ok è fatto a modo suo e io lo so meglio di tutti. Ci
siamo conosciuti in un modo molto particolare: io ho
assistito al suo arresto, e quando lui mi ha vista
dice di essersi innamorato di me all’istante. Un
colpo di fulmine... molto pericolosi, i colpi di
fulmine.
Pericolosi? E perchè mai? Possono
succedere, ci sono coppie solide che si sono
innamorate così. Mi sta dicendo che non siete una
coppia solida?
Sto dicendo che in una coppia dove
l’amore brucia in fretta, a volte durante il cammino
qualcuno si prende... una pausa di riflessione.
Sento nella sua voce una nota stonata. Ho come
la sensazione che si sia interrotta per trattenenrsi
dal raccontare troppo, e decido di approfittare del
momento per scavare più a fondo: forse ho trovato il
suo tallone d’Achille.
Sente che il
suo uomo non la ama più?
Voi giornalisti
non siete dissimili l’uno dall’altro. Cercate sempre
un punto debole per giocare coi sentimenti delle
persone. Sappia che con me non funziona, comunque
risponderò alla sua domanda: sento che sta accadendo
qualcosa tra me e lui, e ha a che fare con un’altra
donna. Le dico solo questo, e la prego di non
scriverlo nell’intervista e di non inventare nulla,
quello che le dico è confidenziale.
Un’altra donna?
E’ una sensazione, ma lo
sa meglio di me che noi donne abbiamo un sesto senso
per queste cose. Sto cercando di comprendere la
situazione, prima o poi arriverò alla conclusione e
capirò che cosa è successo. Ma nel frattempo...
Nel frattempo?
Nel frattempo
cerco di comportarmi come se nulla fosse. La
dissimulazione in questi momenti può essere l’unico
modo per trovare la soluzione al problema.
Lei per il suo uomo si sente di più amante, complice
o fidanzata?
Le rispondo come se quello che ho
appena detto non fosse mai uscito dalla mia bocca.
Mi sono sempre sentita complice. C’è stato un
momento in cui lui mi considerava come un oggetto,
era molto possessivo, ma poi io sono cambiata e lui
è cambiato insieme a me. Ora mi ama e mi rispetta
per quello che sono, per il mio cervello e la mia
astuzia, oltrechè per la mia anima. Siamo due lati
della stessa medaglia, ci completiamo e abbiamo lo
stesso Destino. Lo sa che io ero una ladra anche
prima di conoscerlo, vero?
Sì, lo so.
Ma il suo uomo lo sa?
Quanto basta.
Enigmatica Eva. Nemmeno Dk conosce bene chi era
prima di lui la sua donna, presumo che tra loro vi
sia un tacito accordo per cui nessuno dei due riveli
troppo all’altro. Inutile che le chieda qual’è stato
il suo passato, sarebbe fiato sprecato e non mi
risponderebbe. So anche io quando demordere e
rinunciare allo scoop.
Nel vostro
rapporto quanto conta l’erotismo?
Vuole
entrare nelle nostre questioni di letto? Mi guardi.
Silenziosa, si alza elegantemente in piedi,
spostando la sedia senza fare il minimo rumore. Fa
una piroetta mostrando il corpo perfetto e le forme
fasciate nei semplici capi neri, poi si siede di
nuovo. Io rimango senza parole, non so che cosa
dire. Riesco solamente a spiccicare un banalissimo e
timidissimo...
... quindi?
Quindi, mia cara, quale pensa che sia la risposta
alla sua domanda?
Sorride, divertita. Colgo
una nota maliziosa nel suo sorriso, ma forse è solo
una mia impressione sbagliata.
Devo
presumere che sotto a quel dolcevita nero e a quei
semplici pantaloni a sigaretta vi sia una guepiere
da favola?
Forse sì, forse no. Ma le
assicuro: Dk l’ho conquistato per la mia bellezza,
ma anche per il mio fascino misterioso che ha saputo
cogliere. L’ho colpito per la mia intelligenza e la
mia devozione. Ma quale crede che sia il collante
che tiene unita una coppia e che la rende davvero
speciale, e che può farle superare le famore “pause
di riflessione” di cui parlavammo prima?
Mi
strizza l’occhio, complice. Non è serena e questo lo
capirebbe anche un cieco. Di certo davanti a i miei
occhi ho una donna sicura di sé, consapevole delle
proprie capacità, sensuale e bella all’inverosimile.
Ma ho anche una donna che ama fin nell’anima il suo
uomo e farebbe di tutto per non perderlo. Anche
uccidere.
Ringrazio Eva Kant per avermi
concesso un po’ del suo tempo e aver rischiato
esponendosi in pubblico, nella hall di un grande
albergo davanti agli occhi di tante persone. E’
stato un incontro speciale. Sono certa che non
dimenticherò facilmente il fascino puro e intatto di
questa ladra straordinaria.
Mentre mi
allontano, prendo le chiavi dell’auto dalla borsa e
mi accorgo che manca qualcosa: la multa è scomparsa,
al suo posto un biglietto.
“A questa penserò
io. Non faccia parola a nessuno sull’altra donna. Un
bacio, EK”
Eliselle