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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Doris Duranti
La Diva del Regime
ATTRICE ITALIANA
Doris Duranti al secolo Dora
Durante fu una delle prime "dive" del cinema italiano e attrice
di spicco del cosiddetto filone dei telefoni bianchi. Tra le
dive più acclamate degli anni Trenta e Quaranta, possedeva un certo
impetuoso talento e una bellezza aspra e moderna dai tratti esotici.
Con il suo fascino aggressivo, si impose così in ruoli di donna
fatale e di 'peccatrice', capace di incantare e scandalizzare il
pubblico dell'epoca.
Livorno, 1917 - Santo Domingo, 1995
Madame quando iniziò a recitare? Iniziai la
carriera da giovanissima con alcune apparizioni minori.
Ma il successo non si fece attendere… La
consacrazione avvenne a vent’anni nel 1937 con il film
Sentinelle di bronzo. In quel film interpretai, come
protagonista, una donna di colore.
Da quel
momento divenne una stella del cinema. La critica fu
molto benevola con me. Esaltava l’eleganza innata nel
mio modo di recitare e l’enfasi con la quale
interpretavo i miei personaggi.
Una nuova femme
fatale? Forse anche per la mia aggressività e nel
contempo per la mia aria di seduttrice, i registi del
tempo mi vedevano una novella rubacuori. Fornii le prove
migliori in La cavalleria rusticana, Tragica notte e
soprattutto, in “Carmela” del 1942, da un racconto di
Edmondo De Amicis, nel quale recitai la parte di una
ragazza impazzita per amore.
A proposito di
Carmela… Già il mio primo seno nudo. Quella scena
diede vita ad una celebre "querelle" con Clara Calamai,
apparsa in una scena analoga nel film La cena delle
beffe.
La cena delle beffe è del 1941, quindi
precedentemente al suo… Il mio fu il primo seno nudo
ripreso in piedi, quindi apparve eretto com'era di
natura e senza trucchi, invece la Calamai si fece
riprendere sdraiata, in maniera furbesca… credo non sia
una differenza da poco.
I giornali dell’epoca
alimentarono questa polemica, vero? Beh direi
piuttosto sterile anche perché, contrariamente a quanto
sostenuto dalla Calamai, la prima a mostrare il seno
nudo nella storia del cinema italiano non fu certamente
lei, ma Vittoria Carpi nel 1940 nel film La corona di
ferro di Alessandro Blasetti.
Quello della
Calamai fece più scandalo perché si vede in piena luce,
se non ricordo male ci fu anche una condanna ufficiale
del Vaticano… Mah… detto tra noi la scena con
Vittoria Carpi ha un contenuto molto più erotico in
quanto lei, in modo molto più discreto, quasi un
vedo-non-vedo, fa spuntare un capezzolo da sotto un
vestito, mentre è legata.
Come mai non intervenne
la censura per quelle scene? Dico la sua, quella della
Calamai e della Carpi? Forse perché il regime
fascista aveva bisogno di non apparire troppo succube
del Vaticano, oppure in quel periodo aveva ben altro a
cui pensare!
Fu chiamata la Diva del Regime,
vero? Durante il periodo fascista ero l'attrice più
ammirata e pagata del regime e credo anche a causa della
mia relazione sentimentale con il gerarca toscano
Alessandro Pavolini, ministro della Cultura Popolare.
Dove avvenne quell’incontro che le cambiò la vita?
Avvenne sul finire del 41, mentre in incognito,
entrambi, ci aggiravamo tra quel che restava delle
macerie di Livorno bombardata. Non sapevo chi fosse
quell'uomo. Lui aveva un’aria svagata, assorta,
incupita… Fu amore a prima vista, ma amore segreto e
nascosto, perché lui era sposato e padre di tre figli.
Con Pavolini lei perse ogni stereotipo di donna
mangia uomini… Ero innamorata e soprattutto ignara di
quanti pericoli avrei da allora in poi incontrato sulla
mia strada. Ma neppure per Alessandro fu facile visto
che ero di origine ebrea e questo non era gradito al
regime…
Quindi il potere non vide di buon occhio
quel rapporto clandestino… La nostra relazione venne
in un primo momento osteggiata, ma poi tollerata da
Mussolini dopo avermi visto nel film “Il re si diverte”.
Alcuni amici mi dissero che fu colpito positivamente
dalla mia interpretazione. Alla fine della proiezione
Benito Mussolini avvicinò Alessandro, gli diede una
pacca sulle spalle e gli disse: “La capisco!” Lui del
resto al tempo covava un’analoga e bruciante passione
per Alida Valli. Mentre per noi quella fu una
benedizione.
Com’era Alessandro Pavolini? Cosa ci
trovò in lui? Capii subito che Alessandro era un uomo
tormentato. La sua vera vocazione era la letteratura.
Borbottava che faceva il ministro per dovere. Il suo
ideale era quello di vivere in un luogo scosceso e
deserto, con una penna e una candela. …Come amante non
aveva mai una lira. Mai visto regali. Un Natale fui io
stessa a comprare i regali ai suoi bambini... Ma non
lasciò mai la moglie!
Comunque non erano tempi
tranquilli politicamente… Dopo l’8 settembre, seguii
Alessandro al nord. Ci stabilimmo prima a Venezia, dove
la Repubblica Sociale Italiana intendeva ricostruire
parte di Cinecittà, e successivamente sul Lago di Como.
Perché lo fece? Per puro amore e contro ogni mio
interesse personale. Ero consapevole che da quel momento
la mia vita sarebbe stata un inferno. Lui cercò di
evitarmi tutto questo convincendomi a non partire. Fui
ospitata a Villa Sucotina, presso Como, ma forse sarebbe
meglio dire nascosta per evitare le violente
rappresaglie dei partigiani.
Come viveste quei
giorni? Male, malissimo, lui era senza una lira.
L’aiutai staccando 32 sterline in oro dal mio
braccialetto e gliele inviai di nascosto. I nostri
incontri erano rari, rapidi e nervosi. Durante quel
periodo seppi che aveva messo in salvo la moglie Teresa
in un luogo sicuro a Cortina, nonostante questo
desideravo più di me stessa stargli accanto!
Alla
caduta della Repubblica Sociale cosa accadde?
Alessandro, prima di essere catturato e ucciso, riuscì a
procurarmi un passaggio per la Svizzera. Nella valigia
c’era un vestito ed un biglietto con su scritto “Grazie
per la tua fedeltà e per il tuo bene”. Con la morte nel
cuore mi trasferii a Lugano.
Quindi un posto
tranquillo… Per nulla! Venni immediatamente
incarcerata dalle Autorità Svizzere. Il carcere fu così
duro psicologicamente che durante la detenzione tentai
di suicidarmi tagliandomi le vene.
Sono come
Napoleone, nella polvere e sugli altari. Questa una sua
frase rimasta celebre… Nella mia vita ci sono stati
alti e bassi, ma ho fatto sempre quello che ho voluto,
seguendo la mia voglia, sono stata audace e non ho avuto
inibizioni, ma non ho fatto mai cose volgari ne'
cattive. Le persone che lo affermano, sono quelle che
nella vita non hanno raggiunto nulla, sono infelici e si
sfogano parlando male degli altri. Mi piacerebbe
incontrarli, ma sinceramente il modo in cui mi giudicano
le persone mi lascia indifferente. Molti uomini sono
stati innamorati di me, hanno apprezzato il mio modo di
essere, hanno perso la testa per me e questo mi basta!
In seguito sposò un tenente di polizia e si trasferì
con lui in Sudamerica, dove rimase per diversi anni.
Tornò in Italia nei primi anni 50, fatale fu l’incontro
con Mario Ferretti, famoso giornalista e radiocronista.
I due si innamorarono e decisero di trasferirsi in Sud
America a Santo Domingo, dove aprirono un ristorante.
L'ultima apparizione della Duranti sul grande
schermo risale al 1976 nel film Divina creatura, diretto
da Patroni Griffi e interpretato accanto a Laura
Antonelli. L'attrice si spense nel 1995 a Santo
Domingo all'età di 78 anni. La vita di Doris Duranti
è stata soggetto di una fiction televisiva, trasmessa da
Raiuno nel 1991. Il lavoro, intitolato Doris, una diva
di regime è firmato da Alfredo Giannetti e vede Elide
Melli nel ruolo della protagonista.
Filmografia 1935 - ALDEBRAN 1936 - AMAZZONI
BIANCHE 1938 - SOTTO LA CROCE DEL SUD 1939 -
RICCHEZZA SENZA DOMANI 1939 - CAVALLERIA RUSTICANA
1940 - E' SBARCATO UN MARINAIO 1941 - LA FIGLIA DEL
CORSARO VERDE 1941 - IL RE SI DIVERTE 1942 - IL
LEONE DI DAMASCO 1942 - LA CONTESSA CASTIGLIONE
1942 - CARMELA 1942 - CAPITAN TEMPESTA 1942 -
GIARABUB 1942 - TRAGICA NOTTE 1943 - CALAFURIA
1943 - NESSUNO TORNA INDIETRO 1944 - RESURREZIONE
1952 - TRAGICO RITORNO 1952 - L'ORA DELLA VERITA'
1952 - LA MUTA DI PORTICI 1953 - FRANCOIS IL
CONTRABBANDIERE
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
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