Giro attraverso le sale dell’Hofburg, il Palazzo Reale di Vienna,
qui tutto parla di Sissi, la principessa infelice, effetti personali,
arredamenti, arazzi e tappezzerie, un lusso di gusto quasi sobrio che
rispecchia la sua personalità e racconta la sua vita.
Romy mi
aspetta negli appartamenti della principessa diventata un mito grazie a
lei, a quella trilogia di Ernst Marischka che trasmise a tutto il mondo
l'immagine di una Sissi giovane, bella e spontanea fuori dall’etichetta
dell’aristocrazia.
Mi aspetta seduta accanto allo scrittoio
originale che fu della principessa, noto la cassetta di acquarelli. Mi
saluta calorosamente.
Buon giorno…, sono proprio curiosa di
ascoltare le sue domande…
Veramente non sto nella pelle, non mi
era mai successo di intervistare due persone in una volta sola…
Già,
qui tutto parla di lei e come sa sono legatissima a quel ruolo.
Madame, vogliamo cominciare con le sue origini?
Per iniziare non posso non dirle che sono figlia d’arte. Sia mia madre,
Magda Schneider, che mio padre, Wolf Albach-Retty, sono stati entrambi
attori di successo, molto famosi qui in Austria. Per via del lavoro dei
miei genitori, che li spingeva a stare molto tempo lontano da casa, ho
trascorso gran parte della mia infanzia con i nonni materni nella loro
casa di campagna.
Noto che lei ha scelto in arte il nome di
sua madre…
Mio padre s’innamorò di un’altra donna ed abbandonò
la famiglia quando io ero ancora molto giovane. Questo mi portò a legarmi
molto sia a mia madre che a mio fratello. Trascorsi un periodo della mia
infanzia in un collegio a Salisburgo e quando tornai mia madre si era
risposata con un pasticcere di Colonia.
Che rapporto c’era
tra di voi?
Ottimo! Lei volle fortemente che intraprendessi la
carriera cinematografica. Io amavo dipingere e non ne ero del tutto
convinta, ma mi ripeteva ogni giorno che ero bella e che avevo un talento
straordinario e che avrei avuto un enorme successo … aveva ragione.
Leggo dalla sua biografia che apparve per la prima volta sullo
schermo a soli 15 anni…
Sì, nel film Wenn der weisse Flieder
wieder blüht del 1953, ma i primi riconoscimenti avvennero l'anno
successivo con Mädchenjahre einer Königin (ndr. L'amore di una grande
regina) dove interpretavo la Regina Vittoria da giovane.
Da quanto ho letto, sua madre in quel film interpretava la parte della
fedele governante della regina Vittoria.
Ricoprì il ruolo di
mia madre in molti film tra cui quelli della trilogia di Sissi
interpretando il ruolo della duchessa Ludovica.
Quel ruolo
le diede un’immensa notorietà, ma perché secondo lei?
Sicuramente ho dato a quel personaggio una carica di freschezza, ingenuità
ed entusiasmo. Tenga conto che per un caso strano vi era anche una forte
somiglianza con l’Imperatrice Elisabetta.
Era il 1955…
Avevo solo 16 anni, esattamente come la principessa bavarese…
Sa che ancora oggi le televisioni di tutto il mondo ripropongono
quei film… se non erro risalgono al 1955…
Naturalmente mi fa
piacere, ma l’essere riconosciuta solo come Sissi non dà il giusto valore
alla mia carriera di attrice. Pensi che già al tempo rifiutai di fare un
quarto film già in cantiere…
Karlheinz Böhm, ovvero
Francesco Giuseppe nei film di Sissi, in un’intervista a Repubblica parla
di una sua sofferenza al personaggio così tanto da provarne profonda
vergogna. Secondo l’attore questa fu la causa scatenante della sua
depressione.
Karlheinz è un amico, ma alle volte esagera!
Sua madre la seguiva nelle scelte?
Praticamente
insieme a suo marito mi faceva da manager. Purtroppo, sulla scia del
successo di Sissi, mi proponevano solo film da favoletta romantica a lieto
fine dove dovevo interpretare il ruolo della fanciulla pura, onesta,
sognatrice romantica e allegra.
La svolta, in tutti i
sensi, avvenne nel 1958 con il film L’amante pura, vero?
Il
film andò molto bene e venni consacrata a livello internazionale, ma
soprattutto durante la lavorazione conobbi Alain Delon. All’inizio non ci
trovammo molto simpatici, anzi durante le riprese del film a Vienna
bisticciavamo molto. Poi, però, a riprese terminate, quando fu il momento
di salutarci presi con lui l’aereo per Parigi. La mia vita cambiò
totalmente… tra le altre cose mi trasferii definitivamente a Parigi.
Abbandonò l’immagine di ragazzina sognatrice…
A
Parigi, negli ambienti intellettuali, feci molta difficoltà a scrollarmi
di dosso quell’etichetta. Ma fu una tappa fondamentale della mia vita,
specialmente perché riuscii a spezzare quel cordone ombelicale che mi
teneva legata alla mia famiglia e non mi permetteva di crescere.
Come andò con il bel francese?
Fu una stupenda storia
d’amore, ero innamoratissima di lui. Furono anni indimenticabili. Il
declino avvenne successivamente quando gli manifestai il mio desiderio di
sposarmi, lui non era assolutamente intenzionato, ma la cosa strana è che
da quel giorno il suo atteggiamento cambiò, come se si fosse rotto
qualcosa. Quando ci lasciammo ero letteralmente distrutta, colpita
profondamente nell’animo.
Fortunatamente in quel periodo
ricevette un’offerta da alcuni produttori di Hollywood che la volevano nei
loro film…
Mi faccia ricordare… Sì esatto! Ma soprattutto
incontrai Harry Meyen. Ricordo che quando ci sposammo io ero già incinta
di David di tre mesi. Ero al massimo della felicità…
Durò
poco vero?
Eh sì purtroppo. Esattamente due mesi dopo la
nascita di mio figlio morì mio padre.
Non fu un buon
periodo quello…
Avevo frequenti attacchi d’ansia. Mio marito
mi consigliò un forte analgesico accompagnato da vino rosso. Dopo alcuni
mesi iniziai a manifestare dipendenza da alcool e psicofarmaci.
A Parigi si parlò di un suo coinvolgimento in attività di
spionaggio…
In effetti nel 1976 la Stasi, la polizia segreta
della DDR aveva aperto un fascicolo nei miei confronti in quanto tra le
tante beneficienze che elargivo per una serie infinita di cause che
ritenevo giuste ci fu un finanziamento ad un gruppo che si batteva per la
scarcerazione di detenuti politici nella Ddr.
Tra le
attività di impegno sociale che la riguardano si ricorda anche un episodio
di coraggio e solidarietà femminile.
Infatti… nel 1971
partecipai alla campagna di auto-denuncia nella battaglia femminista a
favore della legalizzazione dell'aborto. L'aborto al tempo era illegale in
quasi tutta Europa. Nel corso di un’intervista sulla rivista tedesca
Stern, ammisi di aver abortito rischiando così la prigione.
Nella sua carriera recitò film soprattutto francesi ed italiani…
Beh sì, a cominciare da La piscina di Jacques Deray, per proseguire con La
Califfa, Ludwig dove Luchino Visconti mi ritagliò una Elisabetta di
Baviera molto diversa.
Divorziò da suo marito nel 1975 e si
risposò lo stesso anno con il suo segretario, Daniele Biasini, più giovane
di lei di 11 anni….
Purtroppo persi il bambino che aspettavo
in seguito ad un incidente automobilistico, ma, fortunatamente, il buon
Dio mi fece la grazia e rimasi incinta quasi subito. Nel 1977 nacque la
mia secondogenita, Sarah Magdalena.
Neppure la nascita
della bambina la portò alla guarigione
Anzi peggiorai. A soli
40 anni ero spaventata dalla vecchiaia, esattamente come era accaduto a
Sissi. Mi ero fissata che mio marito mi potesse lasciare a causa della
differenza d’età. Per evitare questo lo lasciai io sempre nel timore che
lui potesse anticiparmi.
I dolori non finirono lì vero?
Eh no! Mi fu asportato un rene a causa di un tumore, ma quello fu niente
rispetto a…
Vedo i suoi occhi girare a vuoto, la gioia della
nascita dei suoi due figli si confonde con gli aspetti tragici della sua
vita. Suo figlio David avuto nel 1966 dal regista Harry Meyen morì
tragicamente a soli 14 anni mentre tentava di scavalcare il cancello in
ferro nella abitazione dei nonni.. Questo evento la colpì duramente e non
si riprese mai più del tutto. Cerca di scappare da tutto e da tutti
cambiando spesso appartamenti ed alberghi. Visse praticamente da sola
aiutata da sonniferi e stimolanti. Fece qualche viaggio, poi comprò una
casa in campagna a 70 km da Parigi alla ricerca di quella pace che per
tutta la vita le è mancata.
Madame lei è stata
protagonista di diversi film, interpretando vari ruoli, ecco volevo sapere
a quale di questi si è sentita più vicina…
Ma Romy non mi
ascolta più, il suo sguardo è fisso, vuoto… L’intervista è finita. Avevo
sul mio taccuino una serie di domande sui suoi film di successo e
soprattutto su Fantasma d'amore, girato nel 1980 di Dino Risi con Marcello
Mastroianni. Quel film inquietante e toccante anticipò di due anni il
tragico epilogo nella sua vita reale.
Fu trovata morta nella
casa parigina del produttore Laurent Petin, al quale era legata da circa
un anno, il 29 maggio 1982 per un attacco cardiaco, anche se la voce di un
suicidio a causa di una forte dose di barbiturici ebbe molta diffusione.
Romy è sepolta in un cimitero a Boissy-sans-Avoir, un piccolo
paese vicino Parigi, accanto alla tomba del figlio. Al funerale c’era
anche Alain Delon, che lasciò un biglietto sulla bara dell’attrice, in cui
aveva scritto: “Non sei mai stata così bella.”
E in tedesco, la lingua
madre di Romy, aveva aggiunto:
“Ti amo, amore mio”.

