I Mazarino erano di origine siciliana, discendenti dalla Real Casa
normanna, trapiantati a Roma, al servizio del principe Colonna di Paliano.
Geronima aveva sposato un nobile romano, Lorenzo Mancini. Oltre alle
cinque figlie femmine la coppia aveva altri tre figli maschi.
Ad
Ortensia, la più ribelle delle cinque sorelle, per essere perfetta le
mancava solo lo spirito, ma per alcuni non si trattava neanche di un
difetto e molti trovavano la sua aria languida e la sua negligenza
infinitamente amabili. Ma in realtà perfetta lo era, donna affascinante,
sempre in fuga, sempre contro, svincolata dalla convenzioni, contesa dai
nobili di mezza Europa che avrebbero voluto incatenarla, ma non si può
incatenare una farfalla senza contaminarne irrimediabilmente la bellezza.
Ortensia lei nacque a Roma, ma nel 1651 si trasferì a Parigi…
Esatto, sono nata a Roma e all’età di sei anni, insieme alle mie quattro
sorelle, raggiunsi mio zio, il Cardinale Mazarino.
Lei
discendeva da una antica e nobile famiglia romana… i Mancini…
Ero figlia di Lorenzo Mancini e mia madre Geronima era sorella del
Cardinale.
Chi era il Cardinale Mazarino?
Mio
zio era l'uomo più potente di Francia, primo ministro del re Luigi XIV, al
tempo, appena quattordicenne. Quindi è facilmente intuibile quanto potere
fosse concentrato nelle sue mani…
Una volta a Parigi cosa
successe.
Di noi cinque sorelle, Laure era già in età di
marito e sposò quasi subito Louis de Bourbon di sangue reale, anche se
imbastardito, visto che suo padre, il duca di Vendome, era il figlio
naturale ma non riconosciuto di Enrico IV. Mia sorella ebbe tre figli ma
morì giovanissima di parto.
Il pensiero fisso di vostro zio
fu quello di sistemarvi nel migliore dei modi…
Beh, tenga
conto che ero ancora molto piccola ed effettivamente lui era molto
preoccupato del nostro futuro tanto più che, appena arrivate a Parigi,
rimanemmo orfane di padre e di madre.
Le altre sue sorelle?
Olympe, la seconda, sposò Eugenio Maurizio di Savoia, conte di Soisson,
ricchissimo erede della fortuna della madre, Maria di Bourbon Soisson.
Ebbe 8 figli. Purtroppo fu coinvolta nell’Affare dei Veleni e fu esiliata.
Marie, la sua terza sorella?
Era coetanea del re e
divenne subito il suo primo grande amore.
Quindi si
profilava in famiglia un matrimonio importante…
Nessuno poteva
essere così ingenuo da pensare che una Mancini potesse ambire a tanto ed
in effetti mia sorella fu costretta a sposare il patrizio romano Lorenzo
Colonna duca di Paliano e quindi fu rispedita in Italia. Ebbe tre figli ma
soprattutto, insoddisfatta del matrimonio, si perse all’inseguimento di un
suo sogno d’amore.
La quarta sorella?
Marie
Anne, in realtà era la più piccola e la più intelligente, a soli tredici
anni, per volere di mio zio fu data in sposa ad un altro esponente di
nobilissima famiglia: Maurice de la Tour d'Auvergne.
Ebbe 10 figli e
allevò anche i tre orfani di Laure.
Le cronache dicono che
anche lei fu coinvolta nell’Affare dei Veleni.
Sì, ma a
differenza di Olympe, fui scagionata immediatamente. Lei fu accusata di
voler avvelenare il marito per sposare il Grand Vendome.
E
lei?
Dopo la morte di mia madre e di mia sorella Laure fui
affidata alle cure di Marie de Venel, dama d’onore di mia sorella e così
iniziai a frequentare la corte. Tenga conto che come discendente diretta,
fui l’unica a fregiarmi del titolo di duchessa di Mazarino.
Si parla di una proposta importante di matrimonio…
Eh
già, nel 1659 Carlo Stuart, principe ereditario del trono inglese in
esilio, propose di sposarmi, ma l'offerta fu rifiutata da mio zio che
pensava che il principe detronizzato non avesse una posizione abbastanza
buona.
Invece sei mesi dopo Carlo divenne re d'Inghilterra
e Scozia…
A quel punto mio zio chiese invano una nuova
possibilità offrendo cinque milioni di tornesi d’argento.
In seguito fu chiesta in sposa anche dal duca di Savoia…
Anche
questa proposta non si concluse positivamente perché mio zio rifiutò di
includere nella mia dote il castello di Pignerol. Per motivi simili non
andò a buon fine anche l'offerta matrimoniale del Duca di Lorena.
Finalmente il primo marzo del 1661, ad appena 15 anni si sposa…
Sposai Armand Charles de La Porte de La Meilleraye, uno degli uomini più
ricchi d’Europa, ma più anziano di me di 14 anni. Sicuramente non fu una
scelta sensata. Subito poco dopo Armand manifestò tutte le sue paranoie.
Era estremamente geloso e mentalmente instabile. Tenga conto che a
quell’età io avevo voglia soltanto di leggerezza e immancabilmente
cominciarono ad esplodere le prime tensioni.
In cosa
consistevano le sue paranoie?
Cavò i denti alle cameriere
affinché con la loro dentatura non stimolassero l’attrazione sessuale
della servitù di sesso maschile; imbrattò e scolpì gli organi genitali nei
quadri e nelle statue della collezione artistica che avevo ereditato;
oltre ad impedirmi di frequentare amici di sesso maschile e a obbligarmi a
seguirlo nei suoi continui viaggi.
Nonostante quattro figli
un fallimento totale…
Come detto ero giovane ed estroversa
mentre mio marito era un gretto, bigotto cattolico.
Fu
questa la causa che la persuase ad intraprende una relazione lesbica?
Diciamo che fu una delle cause che mi portò nelle braccia di Sidonie.
Disprezzavo mio marito con tutta me stessa. Il candore della mia amica
sedicenne mi ripagava dei tanti soprusi subiti.
Ma suo
marito se ne accorse…
Nel tentativo di sottrarsi allo scandalo
ci rinchiuse nel convento delle Figlie di S. Maria alla Bastiglia. Ormai
eravamo ai ferri corti, affidammo la controversia alle vie legali. Una
sentenza del Parlamento di Parigi affermò il mio diritto ad abitare a
palazzo Mazarino, mentre mio marito si sarebbe dovuto ritirare
all'Arsenal.
La situazione si stava complicando…
Avevo paura che venisse accettato il ricorso di mio marito e mi obbligasse
a una convivenza ormai insopportabile, per cui con l’aiuto di mio fratello
Filippo riuscii a scappare. In un primo momento raggiunsi la Lorena, dove
fui ricevuta dal mio spasimante duca Carlo V. Poi raggiunsi mia sorella
Maria e mio cognato a Roma.
Nel frattempo giungevano brutte
notizie da Parigi…
Purtroppo sì,… mio marito, come avevo
previsto, aveva ottenuto dal Parlamento un decreto che lo autorizzava a
farmi tornare, anche con la forza, sotto il tetto coniugale. Nella stessa
sentenza fu messo sotto processo mio fratello Filippo per la complicità
nella fuga.
Fu una lunga permanenza, a Roma ci rimase 5
anni…
Lontana da Parigi e soprattutto da mio marito mi sentivo
libera. Mi tuffai nella vita mondana e corteggiatissima ebbi qualche
avventura amorosa…
Ma le voci nei suoi confronti non erano
solo di tipo lesbico…
Beh avevo le mie frequentazioni
maschili…
Si parla addirittura di una sua relazione con uno
scudiero, tale Courbeville…
Ci furono incontri molto più
importanti
Tipo il re Luigi o il duca Carlo Emanuele di
Savoia?
Già... e ringrazio la loro generosità, il primo si
proclamò mio protettore e mi assegnò una rendita annuale di circa 25 mila
tornesi, mentre alla morte del duca la moglie mi proibì di frequentare il
suo salotto.
Ma torniamo al suo soggiorno a Roma… E’ vero
che suo cognato Colonna, stanco dei suoi scandali amorosi, la rispedì a
Parigi?
Lui e mia sorella non approvavano la mia condotta
tanto che si adoperarono per una riconciliazione con mio marito.
Viste anche le continue voci sulla sua frivolezza, rimbalzate
anche in Francia, la costrinsero a ritirarsi in un monastero a Campo
Marzio.
La priora del monastero era mia zia Anna Maria
Mazarino ed io ci andai spontaneamente visto che nel frattempo mi ero
accorta di essere rimasta incinta dello scudiero Courbeville.
Intanto la lista dei suoi amanti romani, veri o presunti si
allungava rapidamente…
Erano incontri estemporanei, posso dire
con certezza che a Roma non ho lasciato il cuore. Al tempo ero preoccupata
per mia sorella Maria. Era in difficoltà con il marito e mi chiese aiuto
per un progetto di fuga.
Cosa successe?
Niente
di eclatante, lasciammo Roma in incognito e ci imbarcammo sul litorale
laziale. Dopo giorni di navigazione raggiungemmo la costa francese. Qui ci
dividemmo, io fu ospitata nel castello di Chambéry dal mio spasimante
Emanuele II di Savoia.
Nel 1675 sotto il titolo Mémoires de
D.M.L.D.M vennero date alla stampa le sue memorie…
Furono
fatte due edizioni, italiano e inglese. E devo dire che ebbero anche un
discreto successo. Si renda conto che fu uno dei primi casi in assoluto di
pubblicazione di memorie femminili.
Immagino che lei le
abbia scritte, non tanto per un interesse letterario, ma per accreditare
la sua immagine presso l’opinione pubblica francese, dipingendosi come una
donna ingenua, costretta a un matrimonio infelice e politico per volere di
suo zio Mazarino.
Beh senz’altro era un modo per oppormi alle
manovre giudiziarie di mio marito e soprattutto per mettere un freno alle
maldicenze che giravano per Parigi nei miei confronti
Poi
l’incontro con l’ambasciatore inglese Ralph Montagu…
Viste le
mie difficoltà volle aiutarmi e mi offrì di diventare l'amante di Carlo
II, diventato nel frattempo re d’Inghilterra, sostituendo la favorita di
turno, la bellissima Louise de Kérouaille.
Lei si dichiarò
disponibile?
Disponibilissima!!! Mi recai a Londra con il
pretesto di fare una visita alla mia amica Maria di Modena, cognata di
Carlo II.
Come andò l’incontro con il re?
Non
avevo ancora trent’anni, ero bellissima e raggiunsi facilmente il mio
scopo. Presi il posto della de Kerouaille, l’amante cattolica di Carlo II.
Lui provvide immediatamente a riconoscermi una pensione di 4000 sterline,
che misero fine ai miei problemi finanziari.
Quindi tutto
bene se avesse frenato la sua smania sessuale…
Durante il mio
soggiorno a Londra mi invaghii di Anna Lennard, figlia di Lord Castlemaine
e di Barbara Palmer. Purtroppo il marito di Anna ci colse sul letto
matrimoniale in camicia da notte. Per via della servitù la voce corse per
tutta Londra.
… ed arrivò alle orecchie del re…
Non solo quella voce ma anche quella riguardante la mia relazione con il
principe di Monaco. Carlo mi tolse la pensione, persi la posizione di
favorita del re, e Louise de Kerouaille ridivenne maitresse en titre.
Le cronache del tempo riportano anche un suo rapporto
incestuoso con suo nipote Filippo di Savoia, figlio di sua sorella
Olimpia…
Filippo si era innamorato follemente di me.
Soggiornava temporaneamente a Londra quando, geloso di un altro mio
spasimante, il barone Banier, sfidò quest’ultimo a duello. Il barone ebbe
la peggio e l’episodio suscitò un grave scandalo. Filippo fu arrestato.
Ma lei non tornò in Francia… cosa la tratteneva a Londra?
Nel frattempo Carlo era morto ed era salito al trono Giacomo II, il marito
della mia amica Maria di Modena… ma rimasi sull’isola anche con l’ascesa
al potere di Guglielmo III. Continuai a tenere un mio salotto letterario,
frequentato dai migliori artisti di Londra, grazie all’aiuto del mio amico
Charles Segneur de St. Evremond.
Dicono che si diede al
gioco d’azzardo…
Era un passatempo frequente tra i nobili
emigrati ma mi indebitai pesantemente.
Nel frattempo… suo
marito?
Lui in tutti questi anni non si diede mai per vinto.
Intentò varie cause per costringermi a tornare riaffermando che fino alla
morte avrebbe utilizzato ogni mezzo lecito e illecito.
Siamo giunti
agli sgoccioli della sua vita avventurosa, altre domande non ci paiono
opportune. Con lo sfiorire della sua bellezza si diede all'alcool. Morì
l’11 giugno 1699 a Chelsea quasi sicuramente suicida aggiungendo un tocco
drammatico e una velatura romantica alla sua vita dissoluta. Il marito
saputa la notizia si recò a Londra e con uno stratagemma riuscì ad
appropriarsi del suo corpo e in circostanze tragiche riuscì a trasportarlo
fino in Francia dove fu sepolto nella tomba fatta costruire dallo zio
Cardinale Mazarino. Aveva 54 anni.
Lo scrittore inglese John Evelyn
all'indomani della sua morte scrisse:
«E’ morta la famosa Duchessa di
Mazarino. Era stata la donna più ricca in Europa; era nipote del cardinale
Mazarino ed è stata sposata con l'uomo più ricco in Europa, come detto;
nata a Roma, istruita in Francia, era di una bellezza straordinaria, ma
dissoluta ed intollerante alle restrizioni del matrimonio, tanto da essere
abbandonata e cacciata dal marito: quando venne in Inghilterra cercando
riparo, visse di una pensione assegnatale e si dice abbia affrettato la
propria morte bevendo smodate quantità di forti alcolici.»





