Louise la grande favorita, gentile e disponibile dall’aria
accattivante, la sua bellezza ha tre colori che saziano lo sguardo: il
bianco della pelle, il blu dei suoi occhi, l’argento dei capelli. La
fedele Louise, devota ad un solo uomo. Ha poco seno e un’andatura
claudicante, ma in compenso le sue carni sono bionde e fiorenti,
aggraziata come una amazzone, la sua voce è un canto campestre, un coro di
cigni che flautato scende dritto al cuore. Fu la prima e sfortunata
favorita di Luigi, amò il re e non la regalità e, per tutta la sua
esistenza, amò solo il suo caro Luigi e nessun altro, lui, l’unico
maschio, che ebbe modo nell’intimità di apprezzare la sua grazia
virginale, la sua dolce e fragile bellezza. L’aveva guardato per giorni
senza essere notata, per settimane intere e se n'era innamorata prima
ancora di accorgersene. Quando venne il momento si ritirò obbediente senza
creare scandalo permettendo ad altre di prendere il suo posto. Lei si era
sempre considerata precaria, aveva conquistato il re chissà come, neanche
lei poteva crederci che un Luigi potesse innamorarsi di lei, la contadina
Louise, la provinciale Louise, gente di campagna dalla tempra forte e
dall’onestà innata.
Louise lei nasce a Tour nell’estate del
1644, chi era suo padre?
Sono la figlia primogenita di Laurent
de la Baume La Blanc de La Vallière, proprietario di un modesto feudo
nella Valle della Loira.
Cosa ricorda della sua infanzia?
Sono cresciuta con mio fratello Jean-Francois a contatto con la natura e
possedevo un piccolo asino, regalo dei miei genitori. Amavo moltissimo gli
animali.
Ci racconta la causa della sua leggerissima
zoppia?
Un banale incidente di quando ero adolescente. Mentre
cavalcavo l'asinello, saltando una siepe di bosso davanti alla mia
terrazza, sono caduta fratturandomi irrimediabilmente la caviglia.
Quando lei aveva sette anni suo padre morì…
Purtroppo
sì e lasciò la famiglia in un mare di debiti. Mia madre decise allora di
affidarmi ad un convento di suore orsoline sempre a Tours dove vivevano
due mie zie monache. Dovetti dire addio alla mia adorata campagna.
Come prese la decisione?
Naturalmente non fui contenta
anche perché dopo pochissimo tempo appresi la notizia che mia madre si era
risposata con il marchese di Saint-Rémy, Jacques de Courtavel.
Ma il marchese era un uomo molto facoltoso che si occupò
immediatamente della vostra situazione finanziaria ed anche del suo
mantenimento…
Nulla da dire, io ero molto attaccata a mio
padre, ma giustifico mia madre: un’occasione del genere non si poteva
certo rifiutare…
Ci parli di suo padre adottivo…
De Courtavel era il primo maitre d'hotel di Gastone d'Orléans, zio di
Luigi XIV. Purtroppo era caduto in disgrazia ed esiliato nei suoi
possedimenti di Blois per il suo comportamento durante la Fronda.
E lei, quali benefici ebbe da questo matrimonio?
A
undici anni fui mandata nell'immenso castello di Blois, alla corte di
Gastone insieme alle tre principesse, figlie di Gastone, alla Grande
Mademoiselle, trentenne, e alle due figlie di secondo letto diventando
così Dama di compagnia. Ricevetti un’ottima educazione imparando l’arte
del canto e della danza, a fare con grazia la riverenza, migliorando le
mie doti di cavallerizza.
Le cronache del periodo la
descrivono come un’adolescente di rara bellezza
A Parigi non
passai inosservata…
A 17 anni la troviamo infatti a Parigi…
Assistetti alle nozze trionfali di Luigi con Maria Teresa di Spagna e in
quell’occasione entrai a far parte della corte della principessa
Enrichetta Anna Stuart, presso Fontainebleau.
Chi era
Enrichetta Anna?
Era la figlia di Carlo I d'Inghilterra, il re
decapitato, e di Enrichetta Maria di Francia, sorella di Luigi XIII. Era
fuggita in Francia con la madre, si era sposata con il fratello di Luigi
XIV, Filippo I d'Orleans, ottenendo il titolo di Madame.
In
quel periodo Enrichetta Anna ed il re si frequentavano assiduamente…
Luigi rimase abbagliato dalla verve e dalla gioia di vivere di sua
cognata. Anche Enrichetta Anna era stanca di suo marito: narciso, pieno di
anelli e braccialetti, sul quale si vociferavano strane attitudini.
Enrichetta che non disdegnava la compagnia del re venne allontanata dalla
corte, ma non si perse d’animo ed escogitò un piano per poter vedere
ancora il suo innamorato.
In cosa consisteva il piano?
Era molto semplice. Luigi doveva fingere di essersi infatuato di una delle
sue dame di corte, così, con la scusa della dama aveva la possibilità di
passare del tempo con la cognata in tutta tranquillità.
Fu
scelta lei come dama da corteggiare?
Inizialmente fu scelta
Mademoiselle de Pons, che però dovette rientrare a Parigi per prendersi
cura del vecchio zio. Poi fu il turno di un'altra dama di compagnia,
Mademoiselle de Chémérault, che stancò subito il sovrano con la sua
irriverenza e sfacciataggine.
Così Luigi iniziò a
corteggiare lei Madame?
All'epoca avevo appena diciassette
anni e la mia aria immacolata stupiva anche i miei più severi osservatori.
Luigi si innamorò di me.
Come reagì alla proposta del re?
Si sentì lusingata?
Io amavo il re, ma allo stesso tempo ero
una ragazza con la testa sulle spalle e sapevo benissimo che quella
relazione mi avrebbe fatto vivere nel peccato causandomi una spaventosa
sofferenza. Il re mi assediò e, dopo quindici giorni, mi chiese di amarlo
senza esitazioni. Gli risposi: "Sire, amo voi come persona e non il vostro
regno".
Quindi Luigi la prese come amante ufficiale…
Erano molti coloro che desideravano allontanarmi dal re. Primo fra tutti
Nicolas Fouquet, l'intendente del tesoro, che mi offrì una grossa somma
perché lasciassi Luigi. Sdegnata informai Luigi, che ebbe così il pretesto
per far arrestare, dal moschettiere d'Artagnan, il suo ricco e scomodo
ministro.
Comunque non furono anni tranquilli…
La mia posizione di favorita attirava invidie e pettegolezzi. In quel
periodo la più attiva a corte fu Olimpia Mancini sorella di Maria,
Ortensia e nipote di Mazarino.
Il re era pazzo di lei…
Ogni volta che rientrava a Parigi veniva a trovarmi. Mi manifestava il suo
amore in ogni modo tanto da commettere molte imprudenze. Ricordo la sera
quando in lacrime annunciai al Re che ero rimasta incinta. Il Re invece ne
fu felicissimo, tanto che volendomi stare accanto mi invitò per una
passeggiata a Louvre, cosa che prima mai aveva fatto.
Rimase subito incinta o passò del tempo?
Era il 1663. Ironia
della sorte anche la regina aspettava un figlio dal re. Quindi cercai di
nascondere la gravidanza fino a quando il 18 novembre donai al re un
figlio maschio. Me lo portarono subito via, non ebbi neppure tre ore per
stare con mio figlio. Fu affidato ad una coppia di domestici e battezzato
con il nome di Charles.
Come la prese?
Non mi
lamentai affatto, del resto non avevo nulla di materno nel mio cuore, io
amavo solo il re. Mio figlio non lo vidi più fino alla sua morte che
avvenne tre anni dopo.
Intanto in città correva voce che il
re aveva avuto un bastardo…
Esatto nonostante non stessi bene,
la domestica mi informò delle dicerie pregandomi per volere del Re di
alzarmi e farmi vedere in pubblico in modo da scongiurare ogni riferimento
sulla mia persona.
Il 24 dicembre, pallida, con le gambe tremanti, fui
costretta ad assistere alla messa di mezzanotte nella cappella dei
QuinzeVingts. Tutta la corte mi squadrò con sorrisetti sarcastici. Mi
resi conto che nessuno si era lasciato imbrogliare. Rientrai a casa
singhiozzando.
Quindi i pettegolezzi sul vostro rapporto
non cessavano…
Il re prese la decisione di diradare le nostre
frequentazioni. Presi la residenza a Palais de Berion, vicino al Palais
Royal, naturalmente Luigi non mi fece mai mancare il suo amore e mi
mandava di continuo meravigliosi regali, fra cui uno splendido mobile di
cristallo. Ricambiai con un abito prezioso, che lui portò per quindici
giorni di fila, facendomi quasi impazzire per la gioia.
Poi
venne il secondo figlio…
In quel periodo soffrivo di stati
d’animo altalenanti passando da grandi euforie a sterminate tristezze, il
Re volle portare un po’ di luce nella mia anima afflitta. Mi fece
sistemare a Versailles dedicandomi la più bella festa di tutti i tempi Les
Plaisir de l’Ile Enchantee. La mia reazione fu un pianto ininterrotto per
tutta la festa forse perché sentivo lievitare nel ventre il mio secondo
bastardo, consapevole che come il primo mi sarebbe stato sottratto dopo
alcune ore e affidato a persone che in qualche modo non fossero collegate
al re.
E la regina in tutto questo?
Maria
Teresa era spesso chiusa nel suo appartamento. Le amiche più intime erano
terrorizzate dall’eventualità che lei potesse venire a conoscenza della
tresca. Pensi che una sera mentre mi recavo nelle stanze del re mi vide
passare. Domandò ai suoi amici: “Esta doncella con las arracadas de
diamantes, es esta que el Rey quiere?” (Questa damigella con gli orecchini
di diamanti, è lei che il Re ama?). Solo madame de Motteville ruppe il
silenzio tentando di convincerla “che tutti i mariti all'apparenza sono
infedeli, ma lo fanno per la moglie che così li vuole”.
Comunque lei, nonostante le voci insistenti continuò a frequentare la
corte…
Beh ero pur sempre la Favorita Ufficiale anche se
all’orizzonte nel cuore di Luigi iniziava a materializzarsi una nuova
fiamma…
Parla della Montespan vero?
I primi
tempi fui costretta ad una forzata convivenza e Palais de Berion era il
mio rifugio e la mia tranquillità.
Com’era ?
Lei era molto bella ed io ne soffrii molto. Tenga conto che oltre alla
zoppia ero caduta da cavallo e il cerusico sbagliò l’incisione. Sentivo
forte un senso di inferiorità nei suoi confronti.
Il re non
la amava più…..
Ormai era evidente che tutte le sue attenzioni
erano per la Montespan, allora prese a trattarmi con cattiveria arrivando
quasi ad insultarmi in presenza della corte, su istigazione della nuova
favorita. Così nel 1674 mi ritirai nel convento carmelitano delle Figlie
di Santa Maria di Chaillot per non uscirne più.
Ci racconta
il commiato finale?
Prima di partire salutai con commozione
Luigi, la regina, che tanto avevo fatto soffrire, e persino la mia rivale,
con la quale quella sera cenai per l'ultima volta. Era il 19 aprile,
salutai i miei figli e lasciai definitivamente la corte, dopo tredici anni
di permanenza come favorita del re.
Il 3 giugno 1674 pronunciò i
voti nel Capitolo delle suore carmelitane…
Assistette all’evento
l'intera corte, tutti si commossero dandomi un caloroso addio.. Solo il re
non era presente preferendo una battuta di caccia nella foresta di
Fontainbleau. E’ chiaro che non voleva più rivedermi… Ma io ne fui felice,
la sua assenza mi convinse che quello era stato davvero un grande amore...
Morì il 4 giugno del 1710, nel convento dove si era chiusa trentasei anni
prima.

