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INTERVISTE IMPOSSIBILI



Ingrid Bergman
In italiano so dire solo ti amo
(Stoccolma,1915 . Londra, 1982)
ATTRICE SVEDESE



"... Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene,
che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese,
e in italiano sa dire solo "ti amo", sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei..."


La lettera scritta da Ingrid a Roberto Rossellini
Lei era una grande attrice con tre premi Oscar come migliore attrice (1945 - 1957 - 1975).
Lui un grande regista. Tutti e due impegnati, ma nacque lo stesso una grande storia d'amore...






Madame, la sua infanzia non fu felice
Sono nata a Stoccolma da madre tedesca e padre svedese. Mio padre era un pittore e fotografo.
Nel giro di otto anni li persi tutti e due. Venni affidata ai miei zii.

Bella e altissima vero?
Un metro e settantotto, sicuramente alta per quei tempi. Dopo il diploma nel 1933 fu quasi inevitabile
iscrivermi alla scuola d'arte drammatica, ma non avevo una particolare inclinazione per il teatro.

Quindi?
Inizialmente fu dura, forse non credevo nelle mie doti e ottenni solo qualche particina di poco conto.

A 20 anni conobbe Peter Lindstrom, suo futuro marito
Peter faceva di professione il medico dentista.
Nacque tra noi una meravigliosa storia d'amore.
Grazie alle sue conoscenze nel 1935 riuscii a debuttare nel film "Il Conte della citta vecchia",
nel quale interpretavo una cameriera di un modesto albergo di Stoccolma.








Fu il regista Gustaf Molander a valorizzarla vero?
Gustaf ebbe il merito di scovare dentro me lo spirito di attrice. Con lui in soli quattro anni feci una dozzina di film,
tra i quali Intermezzo, nel quale interpretavo una maestra di pianoforte innamorata di un famoso violinista.
Il film non era importante ma mi permise di dare la prima vera dimostrazione
del mio talento e di essere notata dal produttore hollywoodiano David Selznick.

In Svezia era una diva, come ha reagito alle allettanti promesse americane?
Mi offrirono un contratto della durata di sette anni, decisamente favorevole, addirittura avrei potuto scegliere copioni,
registi ed attori, ma ero spaventata dalla durata e rifiutai, firmando per un solo anno.
Tenga conto che nel frattempo mi ero sposata con Peter ed era nata nel 1938 Pia Friedal.

Privilegi insoliti per l'epoca
Selznick aveva pensato a me come alla possibile erede di Greta Garbo.
Greta aveva soli dieci anni più di me, ma dopo il passaggio al sonoro si trovava nella fase discendente della sua carriera.

Si era trovata bene?
Inizialmente fui ospitata in casa dello stesso produttore. Pensi che per presentarmi aveva organizzato un ricevimento
a cui parteciparono, tra gli altri, divi del calibro di Clark Gable, Gary Cooper e Cary Grant. Ero emozionatissima!
Comunque il remake di Intermezzo ottenne enormi consensi, tanto che
nel 1940 mi stabilii definitivamente negli Stati Uniti. Feci immediatamente tre film di successo.









Ci racconta la vicenda di Casablanca?
Beh quello davvero fu un successo insperato e direi casuale.
Nel 1942 Selznick mi cedette in prestito alla Warner per la realizzazione di un film a basso costo.
Visti gli scarsi mezzi ero molto perplessa, ma accettai dopo aver saputo chi fosse il mio partner, ovvero Humphrey Bogart.

Nel 1943 la sua prima nomination all'Oscar
Il film in questione era Per chi suona la campana, comunque vinsi la statuetta l’anno successivo
con il thriller Angoscia di George Cukor, interpretando una moglie
perseguitata dal marito che vuole farla credere pazza per impossessarsi dei suoi gioielli.

Come la vedevano gli americani?
Beh ero per loro la donna ideale, osannata come simbolo di ragazza dai buoni sentimenti e
dedita alla famiglia. Secondo me a darmi questa caratteristica era soprattutto
il look molto naturale in controtendenza con il trucco marcato tipico delle dive di quegli anni.

Poi ci fu la rottura con Selznick
Mio marito mi convinse che il produttore americano mi aveva ampiamente sfruttata,
incassando milioni di dollari in cambio di un compenso di appena 80 mila dollari ogni anno.
Allora firmai con una nuova casa di produzione.








Come accadde?
Interpretai Arco di trionfo con Charles Boye, praticamente un fiasco.
Allora mi convinsi che era giunto il momento di rischiare e interpretare il mio sogno…

Ovvero il ruolo di Giovanna D'Arco
Esatto, per il mio progetto creai una mia di produzione indipendente. Mi svenai per la realizzazione,
ricca di costumi sfarzosi, di personaggi e di scenografie spettacolari.
Il costo fu di ben cinque milioni di dollari. Alla fine misi in scena il mio Giovanna d'Arco.

Ci fu la quarta nomination all'Oscar
Purtroppo fu un mezzo fallimento. Mi resi conto che Hollywood mi andava stretta
per la forte importanza che attribuiva al lato commerciale del cinema, a scapito dell'aspetto artistico.

Momento di svolta nella sua vita anche dal lato personale
Forse anche per la delusione del matrimonio ormai
ufficialmente in crisi, anche se da tempo esistevano dei forti dissapori tra me e mio marito.


Nel frattempo l'incontro con Hitchcock
Con lui girai tre film e rispetto agli altri registi Alfred riesce a far emergere
il mio aspetto vero di donna alternandolo alle mie debolezze in un gioco fortemente carismatico.
Poi fu la volta di Notorious, ricordato, tra l'altro, per il bacio
tra me e Cary Grant. Prima di cambiare aria sempre con Alfred interpretai "Il peccato di lady Considine".









La scelta di cambiamento cadde su Roma!
Da tempo mi interessavo al neorealismo italiano e decisi di scrivere due righe al regista Roberto Rossellini:
Se ha bisogno di una attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato
il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo "ti amo", sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei»

Letta la lettera Rossellini cosa fece?
Venne immediatamente a Londra, dove stavo girando un film di Hitchcock.
Poi ci fu un weekend a Parigi ed infine lo invitai come ospite d'onore a un party nella mia villa californiana,
affollata quella sera dal meglio di Hollywood: Gary Cooper, Bette Davis, Frank Capra.

Renzo Rossellini, il primo figlio di Roberto racconta a tale proposito un aneddoto molto gustoso
Direi piccante. Una volta confessai a Renzo cosa era successo durante quel party.
Ossia che suo padre non sapendo la lingua inglese si stava annoiando mortalmente per cui approfittando di un momento di distrazione
mi raggiunse in cucina per restare da solo con me. In quell'occasione concepimmo Robertino, il nostro primo figlio.
Renzo incuriosito e divertito insistette sui dettagli, domandandomi: In piedi?
Arrossendo risposi: Quasi!

Immagino che le propose anche di lavorare insieme
Aveva nel cassetto un copione destinato in origine ad Anna Magnani, al tempo sua compagna, e ambientato a Stromboli.
Dopo un breve scambio epistolare partirono le riprese di Stromboli terra di Dio. Era il marzo 1949.









Ci parli di Stromboli
Arrivammo a bordo del San Lorenzo, un barcone da pesca lungo 15 metri. Roberto ci aveva caricato cineprese,
riflettori, rotoli di filo elettrico, attori e comparse, e sacchi di farina e scatolette di pomodoro.
 L'isola era selvaggia, le spiagge scure e le case bianche. Per me era tutto nuovo.

Hollywood era davvero lontana!
Non c'era un albergo, niente telefono, solo un piccolo ufficio postale e le donne erano tutte vestite di nero.
Ci restammo per quattro lunghi mesi, girare il film fu qualcosa di sovraumano.
Durante una forte crisi maledii Stromboli, Roberto e il neorealismo.

Da subito iniziano a trapelare indiscrezioni sulla vostra relazione sentimentale
Ci innamorammo come due ragazzini. Avevo 35 anni, lui 44.
La notizia ha cominciato a correre e sbarcarono a Stromboli
giornalisti in continuazione, non gliene importava niente del film, volevano sapere con chi dormivo, da sola o con Roberto.
 Inevitabilmente le indiscrezioni arrivarono alle orecchie di mio marito.
Lui non si trattenne a spedirmi diverse lettere a dir poco tumultuose.

Alla fine di quello stesso anno la stampa pubblica la notizia della sua gravidanza
Per l'opinione pubblica americana fu uno scandalo enorme. Passai in un attimo da santa ad adultera da lapidare.
Per farla breve il caso arriva addirittura in Parlamento dove un senatore del Colorado mi ha definita
una potente distillatrice del male e cultrice del libero amore condannando anche Roberto,
reo di aver sottratto agli Stati Uniti la star preziosa










E sul piano personale?
Mi ero innamorata di Roberto senza accorgermene. Naturalmente mio marito chiese immediatamente il divorzio.
Ottenne l'affidamento di mia figlia, plagiandola al punto che Pia fu costretta a dichiarare di non aver mai voluto bene a sua madre.

Intanto per ripicca e per gelosia, Anna Magnani, nello stesso periodo e in un'altra delle isole Eolie, interpreta "Vulcano".
Beh non fu facile neanche per Roberto. Dovette affrontare la sua ex con la quale aveva vissuto una grande storia.
Capivo Anna e la sua amarezza, in fin dei conti avevo sostituito lei, sia professionalmente che sentimentalmente.

Roberto e Nannarella
Erano stati una coppia famosa del cinema italiano. Un sodalizio artistico eccezionale e un amore bruciante,
ma anche tormentato e rissoso. Ma amore significa anche questo, inaffidabile, disonesto, passeggero…

Mi viene in mente la scena di La voce umana di Rossellini dove Anna recita la parte di un’amante disperata e
e urla all'uomo che la sta abbandonando: "Promettimi almeno questo.
Che non andrete nello stesso albergo dove andavamo noi due". Conosco il film a memoria.









Ottenuto il divorzio fu la volta di regolarizzare la sua posizione
La legge italiana non prevedeva il divorzio per cui ci sposammo per procura in Messico.
Nello stesso anno nacque Robertino. Dalla mia stanza della clinica sentivo le grida di clamore dei curiosi.
Dovettero intervenire le forze dell'ordine per sedare la folla di giornalisti e paparazzi.

Intanto nelle sale usciva Stromboli.
Negli USA il film fu un clamoroso fiasco.
La notizia della mia relazione con Roberto precedente al matrimonio non si era ancora smorzata e
l'atteggiamento dei media americani fu del tutto sfavorevole.
Ma nel 1952 dopo la nascita delle gemelle Isotta Ingrid e Isabella riuscii a riconquistare le simpatie del pubblico,
facendomi ritrarre in pose da casalinga e mamma felice.

Un ottimo viatico per rilanciarsi negli Usa dopo i disastri cinematografici di Rossellini
Fu la Fox a darmi una chance che sfruttai alla grande. Fu un ritorno trionfale e vinsi il premio Oscar come
"migliore attrice" per la seconda volta con il film Anastasia.

L'unione con Rossellini era andata in crisi
Conobbi un impresario teatrale svedese, Lars Schmidt, che divenne mio marito nel 1958.
Roberto invece in India conobbe la sua nuova compagna, Sonali das Gupta.









Lei intanto fece altri film di successo
Il terzo premio Oscar fu per Assassinio sull'Orient Express.
Nel 1978 accettai la proposta di tornare nella mia madrepatria per lavorare insieme
Ingmar Bergman nella realizzazione del film Sinfonia d'autunno.

Fu una scelta difficile vero?
Ero reduce da un intervento chirurgico e da una pesante chemioterapia per un tumore al seno.
Fu una scelta davvero difficile calarmi nel personaggio
di una madre cinica ed egoista che aveva anteposto la sua carriera all'affetto per i figli.

Nel 1980, tormentata dalla malattia, Ingrid acrive il suo libro di memorie: Ingrid Bergman - La mia storia.
Il 29 agosto del 1982, giorno del suo compleanno, Ingrid Bergman muore a Londra.
Cremata in Svezia, parte delle ceneri vengono sparse insieme a dei fiori sulle acque svedesi;
l'urna che ne contiene una piccola parte giace in memoria a Norra Begravningsplatsen, il cimitero settentrionale di Stoccolma.
Nella 'Hollywood walk of fame' all'altezza del numero 6759 di Hollywood
Boulevard una stella ricorda lo splendore di Ingrid Bergman.








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L'INTERVISTA E' A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E REALIZZATA GRAZIE A:
http://www.lisolaweb.com/it
http://www.ecodelcinema.com
http://biografieonline.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Ingrid_Bergman
http://trovacinema.repubblica.it
http://maurosuttora.blogspot.com


FOTOGRAFIE: DA GOOGLE IMMAGINI












 
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