Leggevo "La
caduta dei giganti di Follett" ed ho trovato un
accenno a Madame Caillaux… Chi era?
Henriette Caillaux fu definita dai giornali del
tempo sposa senza amore. In effetti si sposò per
rispetto delle convenzioni sociali e per mantenere
il suo status economico visto che proveniva da una
famiglia benestante.
Quindi
un'arrivista... Come andò il matrimonio?
A giudicare dalle apparenze per undici anni il
rapporto andò a gonfie vele. Visse da madre e moglie
esemplare.
Poi ci fu il colpo di
fulmine…
Eh già, quel matrimonio senza
amore la rese estremamente sensibile ai richiami,
diciamo così, extraconiugali. Naturalmente tacitò
sempre quelle sirene finché non incontrò ad un party
di beneficienza il Ministro delle Finanze. Uomo a
dir poco carismatico ed affascinante, molto più
anziano di lei.
Se ne innamorò
immagino…
Purtroppo sì, cominciarono a
frequentarsi in segreto. Le solite cose: lettere
piene d'amore e di desiderio, incontri clandestini
con la complicità di portieri d'albergo... Insomma
un'attrazione fatale di quelle che ti sconvolgono la
vita! Il problema era che ambedue erano sposati. Lei
era decisa a chiedere immediatamente il divorzio da
suo marito, mentre Joseph Caillaux prendeva tempo.
Temeva che quella storia offuscasse la sua immagine
di politico e quindi mettesse in forse la sua
rielezione in Parlamento.
Hai
ragione, la solita storia della donna innamorata
pronta a lasciare tutto e l'uomo che si gode la
situazione senza prendere una decisione...
No, no, non correre... Effettivamente anche lui era
innamorato ed i suoi tentennamenti erano
esclusivamente causati da ragioni di carriera
politica.
Quindi continuavano a
vedersi in clandestinità…
Come al solito
il diavolo fa le pentole ma non i coperchi… La
moglie di lui si insospettì e fece pedinare il
marito finché venne a conoscenza della tresca…
Cosa fece?
Avendo il marito
un posto di rilievo chiese ed ottenne una piena
confessione scritta dell’adulterio. L’intento era
chiaro, non voleva danneggiare il consorte, quindi
la fonte del suo benessere, prima delle elezioni.
Quella lettera sarebbe servita successivamente per
ottenere vantaggiosissime condizioni all’atto del
divorzio.
Lui accettò… immagino
Non poteva fare altro. In effetti andò come
previsto. Lui venne rieletto e lei chiese il
divorzio a condizioni vantaggiosissime avendo dalla
propria parte quelle prove inconfutabili.
A questo punto i due amanti erano liberi?
Anche la signora aveva ottenuto il divorzio dal
marito per cui convolarono a nozze…
…E vissero felici e contenti…
Quando
tutto sembrava volgere al meglio accadde
l’imprevisto…
Ovvero?
Le
Figaro iniziò una selvaggia campagna politica
diffamatoria contro il ministro delle finanze. in
soli due mesi si contarono 138 articoli corredati da
vignette di dubbio gusto. Tutto ciò minò l’onesta di
Joseph Caillaux e la tranquillità familiare della
nuova coppia. La stampa bivaccava ventiquattro ore
su ventiquattro davanti alla loro casa. Vennero
intervistati vicini e parenti in cerca di
pettegolezzi piccanti. Henriette Caillaux, sconvolta
da quel clamore e soprattutto da quelle malignità,
si rinchiuse in casa sperando che quel clamore prima
o poi terminasse.
Una campagna fatta
ad arte, immagino…
Gli articoli
continuarono concentrandosi sulle scorrettezze
politiche del Ministro, accusandolo tra le altre
cose di aver ricevuto denaro da varie fonti per
finanziare le sue campagne elettorali. Ma il colpo
fatale doveva ancora venire.
Cioè?
Qualche giorno dopo il giornale rivelò di essere
entrato in possesso di lettere compromettenti e ne
annunciò la pubblicazione.
Quelle
conservate dalla ex-moglie?
Non solo,
fu corrotta la cameriera di casa Caillaux per
indurla a rubare altri documenti scottanti per cui
il giornale aveva in mano anche altre prove che
accertavano la fragranza dell’adulterio quando
ancora il signor Ministro era sposato con la
ex-moglie. La prima lettera fu pubblicata il 14
Marzo 1914. Si trattava di una missiva intima
spedita dal ministro all’amante piena non solo di
considerazioni politiche alquanto imbarazzanti, ma
soprattutto di dolcezze e smancerie che comprovarono
l'infedeltà di entrambi.
Finora una
storia normale di corna e ricatti…
Infatti, ma un bel giorno, il 16 Marzo alla buon ora
la signora Caillaux decise di difendere la
reputazione del marito e farsi giustizia da sola.
Andò prima a comprarsi una pistola poi si fece
accompagnare dal suo autista in rue Drouot, dov’era
la sede de “Le Figaro”. Chiese al portiere di poter
vedere il direttore, Gaston Calmette, ma non disse
il suo nome.
Poi cosa avvenne?
Fu condotta nella sala d’attesa, aspettò per circa
un’ora. Si spazientì, protestò finché una segretaria
le confermò che il direttore era nel proprio ufficio
e che l’avrebbe ricevuta solo dopo aver saputo chi
fosse. A quel punto preoccupata per il suo piano fu
costretta a dare alla segreteria il suo biglietto da
visita.
Il
direttore la ricevette?
Sì, la cosa
apparve un po’ strana in effetti, chissà forse aveva
in mente uno scoop, magari un’intervista alla moglie
del Ministro…
Quindi lei entrò nella
stanza di Gaston Calmette …
Il direttore
era seduto dietro la sua scrivania, si alzò e la
salutò cordialmente. Lei esordì dicendo: “Voi
dovreste immaginare lo scopo della mia visita e
sicuramente non per augurarvi una buona giornata”.
Lui sorpreso negò di sapere il motivo di quella
visita pregandola di sedersi.
Lei
cosa gli disse?
Nulla. Non rispose al
suo invito e rimase in piedi. Tirò fuori la pistola
dalla borsa, tolse con tutta calma la sicura e sparò
un primo colpo. L’uomo dapprima tentò di guadagnare
la porta, poi si gettò a terra per ripararsi, ma lei
continuò premendo per quatto volte il grilletto. Dei
cinque colpi, tre andarono a segno colpendo il
petto, il ventre e la coscia. Il malcapitato non si
alzò più.
La signora cosa disse?
Ai testimoni che accorsero disse di essere la moglie
del Ministro e che era lì per dare una lezione e non
per uccidere. Tra le altre cose disse di essere
pentita e che era in pensiero per la salute del
direttore, il quale nello stesso istante, adagiato
su un letto di ospedale, stava morendo per
un’emorragia interna.
Andò in
prigione?
Fu ospite delle patrie galere
per quatto mesi, mentre suo marito fu costretto a
dimettersi da Ministro.
Immagino che
ci fu un processo…
Grazie agli avvocati
di rango e alle conoscenze del marito fu un processo
fuori dalle righe e un verdetto discutibilissimo.
Prima di tutto l’avvocato della difesa, Fernand
Labori, convinse abilmente la giuria che il crimine
non era il risultato di un atto preparato con cura,
ma un riflesso incontrollato tipico del sesso
femminile, trasformando così da delitto premeditato
a delitto passionale, e quindi chiedendo
l'assoluzione. Poi, con varie peripezie, la corte si
persuase che il colpo mortale che freddò il
direttore de Le Figaro era partito accidentalmente.
Quindi fu assolta.
In
sostanza il processo le riconobbe la liceità
di uccidere, nelle circostanze...
Non
dimenticare mai il contesto storico ed ambientale
quando si è in sede di critica… Ad esempio qui
Joseph Caillaux, funzionario delle finanze sin da
giovanissimo, deputato a 25 anni e ministro a 36,
incarna il meglio e il peggio della Terza
repubblica, vale a dire l’ostilità con la Germania,
i vagiti dello scoppio della prima guerra mondiale,
la Belle Epoque, l’affarismo, gli scandali, la
meritocrazia che porta ai vertici i trentenni, il
parlamentarismo ipertrofico, l’instabilità dei
governi (quarantanove tra il 1876 e il 1914), i
residui di giacobinismo, la spensieratezza
edonistica, e soprattutto la corruzione.
Tua morale?
Non vado oltre il
mio naso. Ne ho viste tante, troppe per
scandalizzarmi. A me resta il dubbio sul movente.
Davvero Henriette Caillaux ha ucciso per
salvaguardare il nome di suo marito infangandolo
definitivamente? Io ci vedo dell'altro ovvero una
donna esasperata, gelosa della propria riservatezza,
del proprio nome, della propria condizione sociale
acquisita ed ultimo e non ultimo della prima moglie
del ministro. In base a queste considerazioni potrei
anche essere d'accordo con la sentenza di
assoluzione.