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REPORTAGE
 

 
 

STORIE METROPOLITANE

La tratta delle bianche
Immagina un negozio, una grande città e una via commerciale
Immagina Roma, fine anni settanta, la strada è Via del Corso, il negozio alla moda è Babilonia

 


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...Ecco ora immagina una coppia di giovani sposi in luna di miele, immagina lei, bionda. Passano davanti a quel negozio, lei è colpita da un paio di jeans italiani di marca. Entra. Il marito rimane fuori.

Ora seguiamo lei, c’è molta gente nel negozio, perlopiù giovani, freaks come si chiamavano al tempo. Lei gira per il negozio, vede i pantaloni della vetrina e sceglie la misura. Chiede ad una commessa alcune informazioni sul capo di abbigliamento. Poi si reca in camerino. Mentre sta provando l’indumento, la giovane sposa vede attraverso il grande specchio a parete, incastonata a terra, una strana botola di ferro dello stesso colore del pavimento…

Ora seguiamo il marito, conoscendo la morbosa ossessione per la moda della moglie, invece di aspettare, decide di farsi un giro per le vie del centro. Si allontana fino a perdersi, chiede un’indicazione stradale, non conosce la lingua, e alla fine si ritrova a Fontana di Trevi. Affascinato da tanta meraviglia rimane circa mezz’ora in contemplazione, poi a fatica torna.

Al suo ritorno nel negozio, della moglie si sono perse le tracce. Nessuno sa dire dove sia e ovviamente quanto sia rimasta lì, le commesse non ricordano nulla, il padrone controlla gli acquisti e quel giorno non sono stati venduti jeans di quel tipo.
Ultima ipotesi al quanto improbabile è che la moglie, non trovandolo ad aspettarla fuori dal negozio, si sia recata per conto proprio in albergo. Ma quando al suo rientro, la reception lo informa che la donna non è mai rientrata, la sorpresa si trasforma in sgomento. Il marito, in preda al panico, chiama la polizia e tutti gli ospedali di Roma. Non c'è traccia della moglie da nessuna parte. La donna è stata rapita!

La polizia fa il possibile, ma dopo tre lunghe settimane di infruttuose ricerche, non trova il più piccolo indizio che possa far capire cosa sia successo alla donna. Inizia a scandagliare sulla vita privata dei due ed archivia la pratica ipotizzando che la signora si sia allontanata volontariamente.
Disperato dopo circa un mese il marito torna in Inghilterra.

Tre anni dopo, l'uomo ha quasi superato il trauma della scomparsa della moglie ed è quasi riuscito a rifarsi un’altra vita. Ha un’altra moglie, un bimbo appena nato nella sua bella villetta fuori Londra. Una sera però una telefonata dopo cena sconvolge di nuovo la sua vita. E’ un suo amico, un alto dirigente di una società petrolifera, di ritorno da un viaggio di affari nei paesi arabi. Ecco, durante la telefonata asserisce di aver riconosciuto la sua ex moglie durante una visita diplomatica di affari negli Emirati Arabi. Immediatamente i due si vedono e il dirigente racconta per filo e per segno l’evento. In una grande sala di ricevimento tra tappeti e sfarzi orientali, durante il saluto di benvenuto, il presidente della compagnia araba presenta agli astanti internazionali le sue sette mogli velate di tutto punto tranne il viso. Ebbene, il nostro dirigente crede di riconoscere tra queste sette donne la giovane sposa scomparsa a Roma. La descrive come una goccia d’acqua aggiungendo che, durante il brindisi, è in qualche modo riuscito ad avvicinare la donna notando sul suo viso un piccolo neo alla destra del labbro inferiore. Quasi a contatto, in quei pochi attimi, le sussurra il suo nome, poi quello del marito aggiungendo qualche parola in inglese. La donna del tutto turbata per quell’affronto, lo fredda con gli occhi rispondendo con frasi incomprensibili in arabo.

Il marito, sconvolto dal racconto, si reca immediatamente alla centrale di polizia di Londra e sporge l’ennesima denuncia, ma questa volta con una dettagliata documentazione fotografia che conferma il particolare del neo.
La polizia internazionale si mobilita, le ambasciate si scambiano varie informazioni. L’amico dirigente viene più volte interrogato, il quale firma e controfirma la testimonianza e dà precise informazioni riguardo il paese straniero, la compagnia petrolifera e il ricevimento. Purtroppo anche in questo caso si chiudono le indagini con un nulla di fatto: nessuno conosce quella donna, nessuno l’ha mai vista e soprattutto nessuna delle consorti del presidente della compagnia corrisponde alla giovane sposa inglese risultando agli atti che le gentili mogli non sono sette ma sei!

Questo è tutto. Possiamo solo aggiungere che lo sfortunato marito inglese, sfogliando la cronaca di un giornale romano: “Il Messaggero” tempo dopo legge che il caso della scomparsa della moglie non è stato l’unico, ma altre ragazze bianche hanno subito la stessa sorte e grosso modo con la stessa dinamica e sempre nello stesso negozio Babilonia di via del Corso.
Ovviamente tutto ciò sa di leggenda metropolitana, e le testimonianze raccolte dal giornalista, non fanno altro che alimentare tale diceria vale a dire che in quel negozio esiste davvero una botola segreta nascosta nel camerino e che al momento della prova del jeans tale botola si è aperta e la ragazza inglese senza poter far nulla è finita cadendo nella cantina sottostante. Quindi viene sequestrata, narcotizzata, nascosta e successivamente, destinata alla tratta delle bianche, spedita nei paesi arabi per fare da concubina in qualche harem e, se non particolarmente bella, al mercato delle schiave bianche per i bordelli orientali.

Questa leggenda di donne misteriosamente scomparse nel retrobottega di questo o quel negozio è diffusa un po' in tutta Italia, seguendo lo stesso schema narrativo, soltanto con l'aggiunta o il cambiamento di particolari che variano nel tempo e nel luogo. Nello specifico quella di Babilonia era una diceria alimentata di sicuro dal caso Emanuela Orlandi e fatta girare ad arte per scopi di concorrenza commerciale nei confronti dei proprietari arabi. E’ inutile aggiungere che nei camerini di questo famoso negozio la polizia non ha mai trovato sedicenti botole o simili pertugi atti al rapimento di giovani donne.

Il traffico della “Tratta delle bianche” nasce in Inghilterra verso il 1885. Il fenomeno si estese diffusamente tanto che nel secolo successivo assistiamo al suo riconoscimento giuridico grazie ad una serie di emanazione di leggi di governi nazionali che adottarono provvedimenti e contromisure al fine di arginare detto fenomeno.

Oggi il flusso migratorio di ragazze bianche è molto fiorente, ma ha cambiato volto. Va dall’occidente all’oriente come dai paesi dell’est all’Europa, ma non si parla più di fantomatiche botole, bensì di un vero e proprio business sulla pelle di modelle o mancate attrici, che più o meno volontariamente, più o meno maggiorenni, partono per paesi esotici in cerca di fortuna e soldi. Il traffico è organizzato da fantomatiche agenzie, esperti del settore e sedicenti fotografi senza scrupoli. Ad esempio è molto frequente, all’aeroporto di Dubai, vedere bellissime ragazze occidentali che si apprestano a trascorrere soggiorni dorati più o meno lunghi tra bagni in piscina al Palm Jumeirah, serate al Blue Marlin e notti al JW Marriott Marquis, l'hotel a cinque stelle posizionato proprio nella business bay, tra i grattacieli delle banche internazionali e gli immensi centri commerciali. Ufficialmente sono lì per sfilate e passarelle o servizi fotografici, ma è facile pensare che tali prestazioni non valgono il prezzo dell’intero soggiorno.


 









 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.http://www.leggendemetropolitane.net/
Il racconto della coppia inglese è frutto di pura fantasia.
Foto: Emilia Clarke in Game of Thrones



 














 
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