

La scelta
espressiva della Beecroft è stata quella di pensare e realizzare
performance, utilizzando il corpo di giovani donne più o meno nude,
mosse secondo precise coreografie, con opportuni commenti musicali o con
il variare delle luci.
Ciascuna delle partecipanti deve attenersi a una serie di norme che
Beecroft stabilisce prima di ciascuna azione, con l'obiettivo di
comporre "quadri viventi", esponendo in gallerie e musei di arte
contemporanea.

Beecroft pone al centro della propria riflessione i temi dello sguardo,
del desiderio e del mondo della moda.
La sua prima performance è stata tenuta presso la galleria di Luciano
Inga Pin di Milano, durante il Salon Primo dell'Accademia di Belle Arti
al Palazzo di Brera.

Nelle opere di Vanessa Beecroft si fondono bellezza e sofferenza,
estetizzazione della realtà e ossessione della perfezione. Fin
dall’inizio della sua carriera l’artista ha incentrato la sua ricerca
sul tema del corpo femminile, mettendo in scena eventi performativi in
cui crea coreografie di corpi femminili nudi che vanno a comporre
complessi tableaux vivants.

VB66 è
stata realizzata in un luogo suggestivo come il mercato ittico di
Napoli, nel cui spazio interno Beecroft ha inserito cinquanta modelle,
dipinte di nero e disposte su un grande palcoscenico costituito dai
tavoli del mercato sui quali viene solitamente esposto il pesce. Le
modelle assumono posizioni che creano puntuali riferimenti alla
rappresentazione del corpo femminile nella storia dell’arte, in una
riflessione sulla rappresentazione della bellezza, dalla statuaria
antica alla pittura moderna.

FONTI
http://www.vanessabeecroft.com
http://it.wikipedia.org/wiki/Vanessa_Beecroft
http://d.repubblica.it/moda/2014/12/02/news/vanessa_beecroft_artista_corpo_intervista_storia
http://www.strozzina.org/artists/beecroft/

|