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REPORTAGE
 

 
 

STORIA DEL CINEMA ALL'APERTO

Quei romantici amori al Drive-in
"See the stars under the stars"
Già il Drive-In, un fascino dal gusto retrò, rock and roll e primi amori, pop corn e coca cola, "Only You" e "Smoke Gets in Your Eyes", e sbornie pazze e scazzottate, gelosie ed invidie, queste sono alcune immagini che evocano i tempi d’oro, quelli di American Graffiti, quelli di Happy Days, i film sotto le stelle, una storia avventurosa, una favola che comincia molto prima degli anni cinquanta E facciamo un passo indietro fino ai primi decenni del Novecento...

 


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.… e c’era una volta un rivenditore di automobili, un certo Richard Hollingshead, il pioniere che ebbe l’idea geniale. Era il 6 giugno del 1933 quando aprì il primo cinema drive-in. Il posto era Pennsauken al di là del fiume Delaware, a pochi chilometri da Philadelphia, negli Stati Uniti. La favola racconta che la madre di Mister Hollingshead era una donna molto grassa ed aveva problemi a sedersi nelle poltrone strette dei cinema dell’epoca. Ma la signora era amante del cinema e allora il suo caro amato figlio cominciò a pensare ad una soluzione a questo problema. Dopo qualche mese sistemò sua madre nell’auto di famiglia, inchiodò un lenzuolo tra due alberi del suo giardino e proiettò un film per la sua famiglia e per tutti i vicini.

 

 
 
L’idea funzionò, vi furono delle repliche finché, con l'aiuto finanziario di tre investitori, riuscì a racimolare 30.000 dollari e fondò la Park-It Theatres Inc. Il 18 maggio del 1933 registrò il brevetto della sua idea. Qualche settimana dopo il drive-in era pronto per il primo spettacolo. Hollingshead proiettò una commedia inglese con Adolph Menjou, Beware Wife. Il biglietto costava 25 centesimi a persona e 25 centesimi ad automobile, per un totale massimo di un dollaro. Quella sera, come nelle sere successive, ci fu il tutto esaurito. L’idea fu geniale, dieci anni dopo negli Stati Uniti si contavano circa un centinaio di impianti. La popolarità dei drive-in aumentò ulteriormente durante la seconda guerra mondiale. I cinema all'aperto offrivano un intrattenimento familiare a buon mercato. Nel 1956 erano più di 5 mila e vendevano più biglietti dei cinema normali.  Il business era assicurato: costava poco realizzarli e in cambio il guadagno era assicurato. A riempire le casse contribuivano le vendite di Coca-Cola e popcorn. Il trinomio CocaCola-film-popcorn venne praticamente inventato dal cinema drive-in.
 






 
Il primo drive-in italiano “Metro drive-in” fu inaugurato il 30 agosto 1957 a Casal Palocco, sul litorale romano;  aveva una capienza di 750 automobili, ognuna delle quali fornita di altoparlante da agganciare allo sportello. Il primo film proiettato nell'impianto fu La nonna Sabella di Dino Risi. Dopo circa due decenni di grande successo, il drive-in conobbe una fase di rapido declino dovuto essenzialmente alla qualità video/audio. Già alla fine degli anni cinquanta, quando la comparsa della tv e successivamente del Vhs e videonoleggi fecero vacillare il grande pubblico cinematografico e lo sviluppo dell’edilizia suburbana fece lievitare l’affitto dei terreni, le famiglie si allontanarono dalle sale cinematografiche all’aperto. Il drive-in subì così una violenta discesa svanendo come la macchina da scrivere o il walkman.
 
 
 


 
Bisognerà aspettare la fine degli anni ’90 per un timido ritorno del Drive-In, tenuto in vita grazie al sostegno di una folta schiera di nostalgici e di associazioni internazionali e a memorabili scene di film famosi che hanno reso omaggio a questo luogo, simbolo di una gioventù smaliziata come l’atmosfera giocosa in Grease, o il senso di libertà e spregiudicatezza in 'American Graffiti', oppure l’emblematica scena di Lolita di Kubrick, nel tragicomico incontro  di mani tra la madre, la giovane figlia e il perverso amante-patrigno.

In seguito per poter vivere si sono trasformati a tempo pieno come rifugio d’amore per coppiette sostituendo gli scantinati clandestini ed offrendo titoli per adulti oppure stagionali alternando d’estate le pellicole di Disney e d’inverno “Gola Profonda”. A tutti gli effetti zone franche per poter godere della pornografia senza incorrere in problemi con la polizia. Divenendo così un luogo di incontro per gli amanti ed amanti del porno. Ora i tempi sono cambiati. L’offerta del porno su internet ha ucciso i “drive-in”.  Quegli enormi spazi dedicati sono stati smantellati, al loro posto crescono centri commerciali e chiese.
 
 

 



 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
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