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AMARSI? CHE CASINO!
Boom di divorzi in Iran, il governo corre
ai ripari con il
“Ministero dell’Amore”
Le autorità persiane preoccupate per i
troppi divorzi hanno creato un sito ad hoc, una specie di Tinder di
Stato, in cui uomini e donne, usciti da rapporti falliti, possono
conoscere nuovi partner. L’obiettivo è di favorire almeno 100 mila
matrimoni ogni anno
In Iran è allarme famiglia! A
preoccupare è l'alto tasso di divorzi e la conseguente
diminuzione del tasso di natalità. Gli ultimi dati sono
stati così eclatanti che da qualche tempo è fatto
divieto ai centri statistici di rendere noto il numero
dei divorzi. Secondo alcuni giornali nelle aree più
abbienti ci sarebbe un divorzio ogni 2,2 matrimoni,
nella sola Teheran un divorzio ogni 4,4 matrimoni e di
contro ci sarebbe un calo dei matrimoni del 3,4%
rispetto al dato dello scorso anno.
Nelle analisi
del fenomeno viene sottolineato come l’insoddisfazione
alla vita coniugale sia soprattutto femminile, infatti
il maggior numero di richieste di divorzio è avanzato da
donne le quali chiedono più diritti facendo traballare
l'aspetto tradizionale del rapporto coniugale fondato
sul predominio dell'uomo. Le donne in Iran non possono
amministrare possedimenti e sono completamente
dipendenti dal marito.
Già nel 1979 vennero
abolite le leggi che proteggevano la donna dalla
poligamia. La poligamia tornò quindi legale: gli uomini
potevano (e possono tuttora) avere fino a 4 mogli ed un
numero illimitato di mogli temporanee. Infatti l’Islam
prevede che un uomo, con il consenso della moglie, possa
sposare fino a quattro donne sempre che riesca ad
osservare con tutte il medesimo comportamento e sempre
che riesca ad assicurare a tutte un tenore di vita
adeguato.
Come detto oltre al matrimonio
classico, esiste un altro tipo di unione coniugale: è il
mut’a, il matrimonio di piacere o matrimonio temporaneo.
Si tratta di un vero e proprio contratto di matrimonio
nel quale i contraenti stabiliscono i termini: l’uomo,
sia esso sposato o meno, e la donna assolutamente non
sposata, ma vergine, oppure divorziata o vedova,
concordano sia la durata che può variare da pochi minuti
fino a moltissimi anni, sia il compenso da versare alla
sposa.
A differenza di un vero matrimonio, il
contratto non ha necessariamente bisogno di testimoni o
di registrazioni, ma è sufficiente la recita di una
formula e permette all’uomo di avere un numero
illimitato di donne, mentre la donna ne può avere solo
uno alla volta e deve aspettare tre mesi o due cicli
mestruali per contrarne uno nuovo. I figli nati durante
questo matrimonio hanno gli stessi diritti di quelli
nati all’interno di un matrimonio regolare.
Nel
matrimonio islamico tradizionale il coniuge maschio può
far ricorso in modo inoppugnabile all’istituto del
ripudio, mentre esso non è ammesso nel matrimonio
temporaneo. In passato erano soprattutto motivi
finanziari a spingere la donna a contrarre questo tipo
di matrimonio. Esso, infatti, spesso veniva praticato da
donne del tutto prive di sostentamento economico.
Oggi questo tipo di unione viene contratta perlopiù
dai giovani nel tentativo di sottrarsi all’ossessivo
controllo sociale. Per le donne garantisce maggiori
libertà anche se deve essere sempre disponibile quando
il marito lo desidera. Per gli uomini già impegnati,
invece, è facilmente immaginabile che cosa possa
significare questo tipo di matrimonio. A tale proposito
sono nati tantissimi siti internet dove è possibile
trovare una sposa temporanea e dove ogni annuncio indica
anche “il prezzo della dote” e visto che questi
contratti temporanei possono durare anche minuti vi è il
rischio di legittimare l’amore a ore, i rapporti
extraconiugali e indirettamente di legalizzare la
prostituzione.
Tra le altre cause del numero
elevato di divorzi vi è la concezione stessa del
matrimonio spesso combinato dalle famiglie. In Iran,
l’età minima per potersi sposare è per le ragazze di 9
anni lunari (8 anni e 9 mesi sul calendario solare) e
fino a pochi anni fa ci si sposava giovanissimi. Ed
erano le stesse madri a scegliere le mogli per i propri
figli maschi.
Oggigiorno queste usanze si
ritrovano ancora nelle zone rurali e nelle famiglie più
tradizionali. I ragazzi infatti hanno uno stile di vita
più libero, l’età del matrimonio sta vertiginosamente
salendo e le coppie più moderne scelgono di persona il
proprio compagno, ma il consenso dei genitori rimane
tuttora molto importante.
Nell’Islam il
matrimonio è un contratto dove la donna tramite il suo
tutore (il padre, un parente maschio o il giudice)
manifesta il suo consenso a volersi sposare. Prima che
si contragga il matrimonio le famiglie devono trovare un
accordo sulla somma, mehr, che il marito deve versare
alla donna in caso di divorzio o di matrimonio non
valido.
Quando un ragazzo è in età di
matrimonio, tocca alla famiglia recarsi a casa della
ragazza prescelta portando dolci e fiori. In questo
incontro, detto "khastegari", sono i padri dei futuri
sposi che discutono sul matrimonio. Questa prima visita
serve esclusivamente per le parti per familiarizzare e
non vi è alcun impegno. È nel secondo “Khastegari” che
viene fatta la proposta formale e permette ai futuri
sposi di vedersi per la prima volta, un veloce sguardo
quando la ragazza entra nella sala a servire tè e
pasticcini.
Diciamo usanze vecchie oggi giorno
sono gli stessi sposi che organizzano la cerimonia il
“Boroun Bale” durante la quale si annuncia il
fidanzamento e i genitori dello sposo portano in regalo
alla sposa l’anello. Durante questa fase viene
concordato il Mehrieh vale a dire la somma di denaro o
proprietà che tutelerà la sposa in caso di divorzio.
Il “Aghd” è il vero e proprio matrimonio. Si celebra
davanti al mullah a casa dei genitori della sposa in una
sala appositamente decorata. La sposa, come nella
tradizione occidentale, è vestita di bianco. Parenti di
sesso femminile tengono, sopra la tesata degli sposi, un
velo di seta e altri parenti ed amici, a turno, versano
sul telo coni di zucchero per simboleggiare il desiderio
di una vita dolce per la coppia. Durante questa fase il
mullah recita per tre volte una preghiera, poi domanda
una volta allo sposo se vuole prendere in moglie la
ragazza, dopo il suo consenso chiede per tre volte alla
donna, ricomprendendo nella domanda tutte le condizioni
stabilite. E’ usanza che la donna dica tre volte “no”
prima di acconsentire. Dopo l’assenso della sposa
l’unione dei due ragazzi è ufficiale e consacrata. Il
ricevimento di nozze "Jashn-e Aroosi", può svolgersi
subito dopo il matrimonio oppure diversi mesi dopo la
cerimonia e tradizionalmente si protrae da 3 a 7 giorni.
Quindi contro l’alto tasso di divorzi, di matrimoni
temporanei, di convivenze semilegali, di unioni
combinate è sceso in campo lo Stato che ha creato il
“Ministero dell’Amore” in senso non convenzionale.
Infatti si tratta di una specie di Tinder di Stato nel
rispetto della legge islamica, ossia un sito web in cui
si combinano matrimoni. Il sito www.hamsan.tebyan.net
consente a chi si iscrive di avere dei profili protetti
che si possono scoprire se c’è l’accordo del possibile
partner. L’intento è di tutelare la privacy di uomini e
donni reduci da matrimoni falliti per facilitare
l’incontro con nuovi partner. L’obiettivo dichiarato del
governo è di favorire in questa maniera almeno 100 mila
matrimoni ogni 12 mesi. Secondo il sito web di Hamdam,
gli utenti devono verificare la propria identità e
sottoporsi a un test psicologico prima di navigare.
Quando viene trovata una corrispondenza, l'app
“introduce le famiglie insieme con la presenza di
consulenti del servizio”, che “accompagneranno” la
coppia per quattro anni dopo essersi sposata.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
. http://www.lastampa.it/2015/06/02/esteri/in-iran-nasce-il-sito-per-il-ministero-dellamore-cS908CBOi6GQSBkX37zrBO/pagina.html?zanpid=2041141034633008128
http://granellidisabbia-najim.blogspot.it/2013/02/il-matrimonio-in-iran.html
https://www.wired.it/internet/social-network/2021/07/14/iran-tinder-stato-matrimoni/
https://gds.it/articoli/mondo/2016/10/26/boom-di-divorzi-in-iran-e-allarme-crisi-della-famiglia-2a9fcbed-6e3e-4d20-8a4a-98a89c947f8a/
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