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REPORTAGE


MILLENIUN CUB, SYDNEY
Un Viaggio nel Lusso Sensuale
Incaricato di esplorare i resort di piacere più prestigiosi al mondo, sono qui per scoprire un tempio del lusso dove il desiderio si trasforma in arte. Ad accogliermi c’è Ivana, la leggendaria titolare, una donna di 62 anni dal fascino magnetico, che mi guida in un mondo dove la sensualità è potere e raffinatezza
Di Mark Bellini, inviato speciale di “Luxe & Désir”
 



 

 
Sydney, 17 maggio 2025. L’aria salmastra dell’oceano si mescola al profumo di fiori esotici mentre varco la soglia del Milleniun Club, uno dei resort di piacere più esclusivi al mondo. La redazione di Luxe & Désir, la rivista italiana specializzata in esperienze di lusso estremo, mi ha incaricato di esplorare le case chiuse più prestigiose del pianeta. La mia prima tappa è qui, in questo tempio del piacere che promette un’esperienza indimenticabile, con un costo che può superare i 1.500 dollari per poche ore di “lieta compagnia”. Ma oggi, per me, è tutto è spesato.

Ad accogliermi c’è Ivana, la leggendaria titolare del resort, una donna di 62 anni che emana un fascino magnetico, fatto di eleganza, esperienza e un pizzico di mistero. Mi aspetta nella hall, un capolavoro di design con pavimenti in marmo nero, lampadari di cristallo e divani in velluto rosso. Indossa un tailleur bianco che sottolinea la sua figura snella, i capelli biondi raccolti in uno chignon impeccabile, gli occhi verdi che sembrano leggere ogni tuo pensiero. Mi tende la mano con un sorriso caldo.
“Benvenuto, Mark.” Dice con una voce vellutata. “Siamo onorati di averti qui. Il tuo reportage sarà una vetrina preziosa per Milleniun Club, quindi il tuo soggiorno è completamente a nostro carico. Spero che troverai tutto… all’altezza delle tue aspettative.”

Ci accomodiamo su un divano di pelle rossa. Le chiedo come sia nata l’idea di Milleniun Club, ma mi distraggo guardando le sue gambe fasciate da un velo di calza color carne, il suo modo di accavallarle è seduzione pura. Ivana sorride. “Ero una giovane ballerina negli anni ’80, a Praga.” Racconta. “Ma la vita mi ha portato in Australia, dove ho capito che il desiderio è un’arte, e il lusso un linguaggio universale. Ho aperto Milleniun Club trent’anni fa con un piccolo locale. Oggi è un impero, cinque terrazze, camere a tema, ragazze selezionate non solo per la bellezza, ma per la capacità di creare un’esperienza unica. Ho imparato che il piacere non è solo fisico: è emozione, atmosfera, viaggio e connessione. Oggi è un simbolo di lusso, dove le donne non sono oggetti, ma padrone dei sensi degli uomini. Qui, le ragazze orchestrano desideri, creano esperienze. La sensualità è arte, e noi la celebriamo.”
La sua storia mi colpisce. Non è solo una donna d’affari: è una filosofa del desiderio, che ha trasformato un mestiere controverso in un’ode alla potenza femminile, un tabù in un simbolo di raffinatezza
“E tu, Mark.” Aggiunge con un sorriso malizioso e confidenziale. “Sei pronto a scoprire il nostro mondo?”
Ma non faccio in tempo a rispondere, le squilla il telefono e dispiaciuta si congeda.
È tardi, il volo ha fatto quattro ore di ritardo, sono stanco e decido per quella sera di andare a dormire immediatamente, il giorno dopo avrò tutto il tempo necessario per apprezzare e godermi questa bellezza anche se mi chiedo come farò a descriverla con le sole parole.

La mattina alle 8:00 scendo nella hall per la colazione. Mi guardo intorno estasiato dall’atmosfera. L’ambiente è un’esplosione di sensualità. Le cameriere, tutte giovanissime, indossano uniformi variopinte aderenti che lasciano poco all’immaginazione, muovendosi con grazia tra i tavoli. Una di loro, una brasiliana di nome Sofia, mi porge un caffè americano con un occhiolino. “Buongiorno, signor Bellini. Spero che la giornata sia… eccitante.” Sussurra. Ed io non riesco a concentrarmi, guardo oltre, in fondo alla sala, le ragazze del resort, alcune già presenti, sono semplicemente mozzafiato: capelli fluenti, lingerie di pizzo sotto kimono trasparenti e sorrisi che promettono paradisi.

La colazione è un buffet degno di un hotel a cinque stelle: croissant appena sfornati, frutta tropicale, champagne. Osservo gli altri ospiti, uomini d’affari e turisti facoltosi, tutti rapiti dall’atmosfera. Ivana passa tra i tavoli, salutando con classe come una regina nel suo regno. La invito ad accomodarsi al mio tavolo. “Ivana, un caffè con me?” Ma declina con garbo “Mark, non ho tempo, il dovere mi chiama.” Dice, ma il suo sguardo indugia un istante.
La osservo mentre cammina i suoi passi eleganti, il portamento regale, il suo tacco alto, la sua caviglia sottile da dove parte la riga seducente della calza sono un vero elogio all’arte della raffinatezza. Scuoto la testa pensando che nonostante la tanta bellezza giovane e fresca che mi circonda i miei occhi sono tutti per quella signora 62enne. Ripenso alle sue parole, eh già la sensualità non è solo superficie, ma qualcosa di interiore, quasi un talento!

Quindici minuti dopo, Ivana torna. Si ferma al mio tavolo, appoggiando una mano sullo schienale della sedia. “Sai, Mark.” Dice con un’aria maliziosa come fosse la coda di un lungo pensiero: “Ho notato come mi guardi. In questo mare di bellezza sono lusingata, davvero. Ma non voglio essere io a distoglierti da queste ragazze. Il tuo reportage è più importante! E poi… sono sposata, sai?” Poi, con un sorriso che apre uno spiraglio, aggiunge: “Ovviamente, nella vita nulla è mai così… definitivo, neanche un matrimonio.” Il suo tono è un gioco, un invito a sognare senza promettere. Mi lascia lì, sospeso tra sogno e realtà.

Alle 11 in punto Layla, un’australiana bionda con gli occhi azzurri, e Mei, una cinese dal sorriso disarmante, mi accompagnano per Sydney. I loro abiti leggeri accennano a corpi perfetti, attirando sguardi ovunque. Mi sento invidiato! Passeggiamo lungo Circular Quay, l’Opera House che brilla al sole. Layla parla del surf, Mei scherza: “Mark, il tuo accento italiano è un’arma pericolosa. Sembri uno di quei registi romantici…” Ride. “Scrivi poesie quando non sei in missione?”
“Solo quando incontro ragazze come voi.” Ribatto, ridendo. L’atmosfera è leggera, ma il loro fascino è studiato. A The Rocks, tra caffè e boutique, ogni passo è un gioco di seduzione.

Torniamo al Milleniun Club alle 14. Nella mia suite, decorata come una giungla tropicale con un letto di morbida seta e specchi ovunque, mi aspetta Aria, una mora italiana di 25 anni. Mi confessa: “La signora Ivana, ha scelto me perché sono italiana e voleva che tu ti sentissi a casa! Spero che gradirai.” Dice togliendosi il reggiseno. È sensuale, diretta, con un sorriso che disarma. “Allora, giornalista…” Dice, sdraiandosi sul letto. “Vuoi solo scrivere o… vivere una bella storia?” Poi poggiando le labbra sulle mie sussurra: “Sai io ne conosco tante…”
Passiamo un’ora insieme, e il suo talento nel creare intimità è sbalorditivo. Non è solo bellezza: è empatia, ascolto, una danza di sensi che mi lascia senza parole.
Poi prima di salutarmi mi informa che la signora Ivana mi aspetta alle 5 in terrazza: “Mark non ti addormentare, lei non sopporta i ritardatari…” Sorride ed esce dalla stanza.

Puntuale alle 17 sono lì. Ivana mi sta aspettando su una delle cinque terrazze, affacciata sull’oceano. Il tramonto tinge il cielo di rosa. Lei sorseggia un Martini, io un whisky. “Allora, Marco, come sta andando?” Chiede, scrutandomi. “Scriverai cose belle sul mio Milleniun Club?”
“Ivana, è un paradiso.” Rispondo sincero. “Ma tu… sei la vera sorpresa. Come fai a gestire tutto questo con tanta grazia?”
Lei ride piano. “Segreto professionale, mio caro. Ma ti dirò una cosa: il vero lusso è far sentire ogni persona speciale. Tu, per esempio, sembri uno che cerca qualcosa di più del semplice piacere.” Le sue parole mi colpiscono. C’è una profondità in lei che va oltre il suo ruolo. “Da cosa lo hai capito?” Chiedo stringendo le palpebre. “Non lo so, ma sono certa che non ti accontenti della bellezza effimera e superficiale, i tuoi occhi vanno in profondità e credo che sia una dote per un giornalista.” In quel momento accavalla le gambe, la sua abbronzatura è perfetta, il velo del pareo scivola sulla sua pelle… Lei nota la mia ammirazione: “Non ti distrarre, c’è un patto tra di noi, anzi dimmi com’è andata con Aria. È meravigliosa vero?” La guardo, ogni mio complimento ora sarebbe superfluo ed ogni elogio una trascuratezza nei suoi confronti, allora rispondo: “Credo che tu sia stata una buona maestra.” Lei ride e si alza: “Preparati per la cena… piuttosto.”

Alle 20 la cena è servita in una sala privata. Cinque ragazze, tutte in lingerie di seta e pizzo, mi circondano a un tavolo illuminato da candele. C’è Sofia, Layla, Mei, Aria e una nuova, Natasha, una russa con occhi di ghiaccio. Sono un sogno vivente, ciascuna unica nel suo fascino. Il menu è raffinato: ostriche, filetto di wagyu, champagne Krug. Le ragazze ridono, flirtano, mi raccontano aneddoti.
“Mark, qual è di noi il tuo tipo?” Chiede Natasha, sfiorandomi la mano.
“Difficile scegliere quando siete tutte perfette.” Rispondo. Loro ridono.
“Attento, è pericoloso non scegliere… Potresti non dormire stanotte.” Aggiunge Sofia con un sorriso malizioso.
L’atmosfera è elettrica, un paradiso terrestre. Mentre la cena procede, mi ritrovo a studiarle, quasi ipnotizzato. Ogni ragazza è un universo a sé, e la mia mente si perde in un turbine di pensieri. Chi scegliere? Quale di loro potrebbe regalarmi un’esperienza che va oltre il semplice piacere fisico?

Osservo Sofia, con il suo sorriso provocante e i movimenti felini: sembra il tipo di donna che vive ogni istante con intensità, una fiamma che non si spegne. La sua lingerie rossa, con quel reggiseno a balconcino che esalta le sue curve, mi fa immaginare una notte di fuoco, senza freni.
Poi c’è Layla, l’australiana bionda, con i suoi occhi azzurri che brillano di dolcezza e malizia. La sua lingerie bianca, con dettagli di pizzo floreale, è un contrasto perfetto: pura ma seducente, come una promessa di intimità profonda. Mi chiedo se con lei sarebbe più un’esperienza emotiva, un dialogo di sguardi e carezze.

Mei, con il suo sorriso disarmante e la lingerie viola scuro che accenna a un’eleganza orientale, sembra la più enigmatica. I suoi gesti sono misurati, ma ogni tanto mi lancia un’occhiata che parla di segreti da scoprire. Potrebbe essere lei la più passionale, quella capace di sorprendermi con una sensualità nascosta?

Beh Aria l’ho già conosciuta. E poi Natasha, la nuova arrivata. I suoi occhi di ghiaccio, la sua lingerie nera trasparente impreziosita un reggicalze di pizzo che vale da solo una serata, mi fanno pensare a una dominatrice dei sensi, una donna che sa esattamente come prendere il controllo. Ma dietro quel gelo, c’è forse una dolcezza che aspetta di essere scoperta?

Le ammiro, una dopo l’altra, mentre chiacchierano e ridono, ciascuna con un aneddoto da raccontare. Sofia mi parla di una notte sotto le stelle a Bondi Beach, Layla di un tramonto visto da una scogliera. Mei accenna a un viaggio in Giappone, Aria a una serata folle a Roma con tanto di sesso dentro Fontana di Trevi. Natasha, più riservata, sorride e dice solo: “Con me, Mark, non servono parole.” Ogni frase, ogni gesto, è un invito a immaginare cosa potrebbe essere.
Eppure, mentre le guardo, un pensiero mi tormenta: quale lingerie mi appagherebbe di più? Il rosso passionale di Sofia, che promette un’esplosione di energia? Il bianco etereo di Layla, che sussurra dolcezza? O forse il nero audace di Natasha, che grida desiderio puro? La mia mente vaga, e il cuore batte più forte. È un gioco pericoloso, questo, perché ogni scelta sembra escludere un mondo di possibilità.

Sto ancora soppesando i miei pensieri quando vedo Ivana sulla terrazza, attraverso le grandi vetrate della sala. È sola, con un bicchiere di vino in mano e il suo profilo illuminato dalla luce della luna. Il suo tailleur bianco è stato sostituito da un abito nero lungo, semplice, ma elegante, che sottolinea la sua figura. Ripenso al suo commento di stamattina: “Sono sposata, sai? Ma nulla è mai così… definitivo.” Quel sorriso malizioso, quello spiraglio che ha lasciato aperto, mi perseguita.
“Mark, sei con noi?” Chiede Mei, notando la mia distrazione.
“Scusate, ragazze.” Dico, tornando a loro. “Siete… travolgenti.”
“Troppo per te?” Scherza Aria, inclinandosi verso di me.
“Non proprio.” Rispondo, ma il mio sguardo scivola di nuovo verso Ivana.

Quando mi alzo, le ragazze mi seguono. “Allora, Mark, chi porti con te?” Chiede Sofia, con un sorriso che è pura tentazione. Sto per rispondere, forse la mia scelta cadrà stasera su Natasha, ma Ivana è ancora lì, sulla terrazza, e qualcosa in me scatta. “Ragazze, siete un sogno.” Dico, con un sorriso di scuse. “Ma credo che stasera… voglio solo un drink.”
Mi avvicino a Ivana, che mi accoglie con un sopracciglio inarcato. “Posso offrirti un drink?” Chiedo.
“E le tue compagne di stasera?” Replica, con quel tono malizioso che mi fa tremare.
“Sono straordinarie, lo ammetto. Non sapendo chi scegliere, ho preferito non deludere nessuna…” Rido.
Lei mi fissa: “E seconde te, io potrei crederti?”
“No, Ivana, è una bugia, non mi credere! Tu… sei diversa. C’è qualcosa in te che non riesco a ignorare.”

Lei scosta la sedia e mi prega di sedermi, poi ordina due Negroni. Parliamo per ore: della sua vita, del suo impero, del potere della sensualità. “Ok non hai scelto.” Mi dice. “Le miei ragazze sono frivole per mestiere, ma ognuna di loro nasconde una profondità incredibile, sono loro le vere padrone dei sensi…” Dice con passione. “Non oggetti, ma regine che creano magie indimenticabili.” La sua voce, il suo sguardo, mi catturano. Non c’è nulla di esplicito, ma il suo sorriso mi fa sperare che questa notte possa finire in altro modo.
Lei ha voglia di parlare. “Mia madre era una sarta, mio padre un insegnante. Ero una ragazza ribelle, innamorata della danza. A 18 anni ero già ballerina in un teatro underground, ma il regime comunista mi stava stretto. Nel 1985, con un visto temporaneo, sono scappata in Australia, con solo una valigia e il coraggio di chi non ha nulla da perdere.”

Fa una pausa, sorseggiando il Negroni. “Sydney mi ha accolta, ma non è stata gentile. Ho fatto la cameriera, la modella per fotografi squattrinati. Poi, a 25 anni, sono entrata nel mondo dell’intrattenimento per adulti. Non era il sogno della mia vita, ma ho capito una cosa: la sensualità femminile è un potere immenso, se sai usarlo. Non parlo di seduzione superficiale, ma di anime profonde, di far sentire qualcuno vivo. Ho imparato a gestire clienti, a costruire atmosfere. A 32 anni, con i risparmi e un prestito, ho aperto il primo Milleniun Club, un piccolo locale con tre stanze. È stato un rischio folle, ma credevo in un’idea: il piacere può essere arte, e le donne non devono essere oggetti, ma padrone dei sensi degli uomini.”

Le chiedo come sia arrivata a questo impero. “Con pazienza e visione. Ho reinvestito ogni centesimo, assunto ragazze non solo belle, ma intelligenti, empatiche. Ho studiato il lusso, viaggiato, osservato i migliori hotel del mondo. Oggi Milleniun Club è un’esperienza con ragazze che non vendono solo il loro tempo, ma creano ricordi. Io? Non sono solo la titolare. Sono la custode di un’idea: la sensualità è potere, e qui le donne lo esercitano con grazia e controllo.”
La sua storia mi colpisce. Parliamo ancora, e il desiderio di sapere se stanotte ci sia una possibilità mi spinge a chiedere: “Ivana, tuo marito… è qui a Sydney? Dev’essere un uomo fortunato.”

Lei ride piano, posando il bicchiere. “Oh, Mark, sei trasparente…” Dice, con un sorriso che è metà rimprovero, metà invito. “Mio marito è un uomo d’affari, vive a Melbourne. Ci vediamo poco, e il nostro matrimonio… diciamo che è più un accordo che una passione. Ma io non sono una ragazza di Milleniun Club, sai? Anche se…” Si interrompe, guardandomi negli occhi. “Anche se apprezzo il tuo interesse. È… lusinghiero. Ma alla mia età è ridicolo mettermi ancora in gioco.”
La sua voce, il suo sguardo, mi catturano. Spero che la notte finisca con lei, un paradiso che supererebbe ogni altra esperienza.

Non accade, ma non importa, o forse sì. Mentre rientro nella hall le ragazze mi chiamano, sono ancora lì pronte, ma rinuncio volentieri a quel paradiso per una connessione più profonda, per il fascino di una donna che incarna il vero potere della sensualità. E quel suo spiraglio, lasciato aperto stamattina, è abbastanza per farmi sognare.

Tornando nella mia suite, scrivo, sperando che quella porta prima o poi si apra. Mi dico che è lunga la notte e forse Ivana ci starà pensando. Intanto scrivo, so che il mio reportage parlerà di Milleniun Club come di un luogo unico, dove il lusso incontra l’umanità. Ma nel mio cuore, la vera storia è Ivana: una donna che, a 62 anni, ha trasformato il desiderio in arte e mi ha fatto capire che il vero piacere è nell’inaspettato. Scrivo queste righe con un sorriso, sapendo che la notte potrebbe non essere finita e che comunque domani lascerò Sydney, ma porterò con me il ricordo di una notte diversa, sospesa tra sogno e realtà, qualunque cosa accada.

Mark Bellini per “Luxe & Désir”



ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
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