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ROMANZO
 
Olivia Bennett & Paul Carter
EUFORIA
(Il mondo di Giulia e Andrea Vol. 3)
Euforia è un romanzo di desiderio e collisione emotiva: un racconto sensuale e profondo che esplora come le passioni possono aprire varchi inattesi nell’anima, e come la ricerca della verità personale renda ogni scelta impossibile da ignorare.
Perfetto per chi ama storie intense, psicologicamente profonda e raccontate con voce avvolgente, Euforia è un invito a perdersi — e a ritrovarsi — nelle pieghe del desiderio.
Scoprite cosa succede quando l’amore violenta le etichette: non è solo passione, è la mappa per tornare a casa.
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1- Risvegli di luce
L’alba scivolava lenta sulla città, tingendo tutto di arancio, rosa e oro, e la nostra casa sembrava respirare con noi. Io mi svegliai con Andrea accanto, il suo profumo familiare che mi avvolgeva, il calore del suo corpo una promessa silenziosa. Quattordici anni insieme. Tanti giorni, tante notti, mille ricordi che ci avevano reso ciò che eravamo: compagni, amanti, complici, amici. Eppure, dopo tanti anni, ogni suo risveglio restava un brivido nuovo.

Lo osservai mentre si stirava, gli occhi socchiusi e un sorriso appena accennato sulle labbra. Non c’era bisogno di parole: conoscevo ogni angolo della sua anima, e lui conosceva il mio. Il nostro amore era saldo, costruito su quattordici anni di fiducia, passione e intimità. Sotto la quiete c’era sempre una scintilla, pronta a incendiare ogni cosa e a risvegliarmi, ogni volta che lo guardavo.
«Buongiorno,» disse, la voce calda e morbida come la luce dell’alba. Appoggiai la testa sul suo petto, ascoltando il ritmo dei suoi battiti. Non era la prima volta che sentivo quella certezza, quella calma che solo l’amore vero sa dare, ma era sempre così intensa da lasciare senza fiato.
Non avevo mai smesso di desiderarlo, e il desiderio cresceva con ogni anno, con ogni memoria condivisa, con ogni brivido silenzioso.

Poi arrivarono Marco e Martina. La loro presenza era elettrica, capace di scuotere l’aria e risvegliare desideri sopiti. Marco con il suo sorriso magnetico e la sicurezza che sfida chiunque, Martina con la sua leggerezza maliziosa e occhi che sanno insinuarsi nei pensieri più segreti. Non c’era bisogno di parole: il loro arrivo fece vibrare qualcosa dentro di me, un brivido che percorreva ogni nervo e ogni desiderio.
Io e Andrea ci scambiammo un’occhiata silenziosa, carica di complicità. Quattordici anni ci avevano insegnato a leggere ogni gesto, ogni sfumatura dell’altro, eppure con Marco e Martina sentivo qualcosa di nuovo, di proibito e irresistibile, come un richiamo che accende ogni senso e lascia la mente sospesa.
Ci muovemmo insieme verso la veranda, ridendo per qualche battuta improvvisata. L’aria dell’alba era fresca e vibrante, e io percepivo ogni dettaglio: la luce che accarezzava le foglie, il profumo dell’erba bagnata, il lieve tremito di Andrea sotto la mia mano. Ogni gesto di Marco e Martina era una danza silenziosa, calibrata per catturare lo sguardo, per provocare curiosità e desiderio.
Andrea strinse la mia mano con naturalezza, e io sentii una corrente calda attraversarmi, una miscela di sicurezza, complicità e anticipazione.
Marco rideva piano, Martina gli rispondeva con malizia, e io percepivo ogni loro movimento come un’onda che ci attraversava. Non c’era urgenza né contatto: solo il piacere di osservare, di sentire la tensione crescere lentamente.

Mi appoggiai alla spalla di Andrea, respirando il suo calore. Ogni respiro era carico di sensazioni: l’aria dell’alba, il profumo di Andrea, la presenza magnetica dei nostri amici. Il cuore mi batteva forte, eppure non era paura: era il desiderio più puro, quello che ti fa tremare senza alcun motivo apparente, quello che ti ricorda che quattordici anni possono consolidare tutto, ma non spegnere mai la passione.
La luce continuava a giocare con le ombre nella stanza, creando riflessi sui muri, sui mobili, sulle linee dei nostri corpi. Ogni dettaglio aveva un significato, ogni sguardo era un invito silenzioso, ogni piccolo gesto un richiamo che ci legava alla scena invisibile e magnetica che Marco e Martina orchestravano.
Rimanemmo così, io e Andrea, immersi in quella tensione dorata, consapevoli che nulla sarebbe più stato lo stesso.

Con la luce dell’alba che filtrava tra le tende, un fremito mi attraversò. Il mondo si svegliava e io con lui. Non era paura, non era ansia: era anticipazione, curiosità, desiderio puro e incontrollabile.
Era la promessa di un’avventura nuova, intensa, capace di accendere ogni senso e di spingere il nostro amore oltre ogni limite, verso qualcosa di straordinario, indimenticabile, irripetibile.
Sentivo il respiro caldo di Andrea sfiorarmi la pelle ancor prima che le sue labbra raggiungessero le mie. C’era un’attesa sospesa tra noi, un silenzio che bruciava più di mille parole. Quando finalmente mi baciò, fu come se il mondo intero si fosse dissolto: le sue labbra forti e morbide allo stesso tempo presero le mie con una dolcezza che durò appena un istante, perché subito dopo il bacio si trasformò in un uragano che mi travolse.

La sua lingua cercò la mia con avidità, affondando e ritirandosi in un ritmo che mi faceva gemere dentro la bocca, incapace di trattenermi. Mi teneva stretta alla nuca con una mano, i suoi capelli che scivolavano tra le sue dita, mentre l’altra mi stringeva contro di lui, cancellando ogni spazio, ogni distanza. Sentivo il petto di Andrea contro il mio, il battito del suo cuore correre insieme al mio, in una corsa senza freni.
Le sue mani scivolarono sulla mia schiena, giù, a stringere i glutei con forza, e quel gesto mi fece ansimare, mi fece sentire desiderata, reclamata, completamente sua. Cercai di respirare ma le sue labbra non mi lasciavano tregua: mi baciava come se volesse divorarmi, e io non potevo fare altro che arrendermi. Ogni volta che le nostre lingue si intrecciavano, un brivido mi percorreva le gambe fino a farmi tremare.
Quando staccò la bocca dalla mia, non mi diede neanche il tempo di protestare.
Le sue labbra si posarono sul mio collo, tracciando un sentiero ardente lungo la pelle. Sentii i denti sfiorarmi delicatamente sotto l’orecchio, e il piacere fu così intenso che mi mancò quasi la forza di restare in piedi. Mi aggrappai alle sue spalle, le dita affondate nel tessuto della sua camicia, mentre lui mi teneva salda come se sapesse che stavo cedendo.

Il bacio tornò, più violento, più profondo. E intanto le sue mani iniziarono a esplorarmi senza freni. Risalirono lungo i miei fianchi, fino a catturare i seni. Li strinse tra le dita, prima delicato, poi più deciso, facendomi gemere forte. I capezzoli si indurirono sotto la stoffa, e quando Andrea li sfiorò, pizzicandoli appena, un urlo soffocato mi uscì dalle labbra. Mi muovevo contro di lui senza nemmeno volerlo, cercando disperatamente quel contatto più intimo che già percepivo attraverso i pantaloni.
Sentii la sua erezione premere contro di me, dura, calda, pulsante. Andrea emise un ringhio basso, un suono che mi fece vibrare dentro, e mi spinse contro il muro, intrappolandomi con il suo corpo. La sua bocca si abbassò, liberandomi la camicetta bottone dopo bottone, fino a lasciare i miei seni coperti solo dal pizzo sottile. Non perse tempo: abbassò il reggiseno e la sua bocca si chiuse sul mio capezzolo, succhiandolo con voracità. Urlai piano, con le mani afferrate ai suoi capelli, mentre l’altra mano di lui giocava con l’altro seno, senza pietà.

Le mie gambe tremavano, incapaci di stare ferme, e quando la sua mano scese sul mio ventre, l’aria mi si fermò nei polmoni. Si insinuò sotto la gonna, si fermò per un attimo sull’orlo del mio intimo, accarezzando solo il tessuto. «Andrea…» sussurrai con la voce spezzata, implorante, e lui sorrise contro la mia pelle come se avesse aspettato quel momento.
Scostò il pizzo e le sue dita mi trovarono già bagnata, pronta per lui.







EUFORIA
di Olivia Bennett e  di Paul Carter

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