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AMARSI? CHE CASINO!

Katharina Schratt
La musa di un imperatorere
Vienna 1886. Quella notte
d’amore con Francesco Giuseppe. Lei si abbandonò e
il suo corpo rispose al calore di lui, al bisogno di
un legame più profondo. Non fu un atto impulsivo, ma
il culmine di un’attrazione cresciuta lentamente...

DNel 1885, Vienna era una
città in fermento con l’Esposizione Industriale che
attirava nobili, artisti e curiosi da ogni angolo
dell’Impero. Katharina Schratt, a trentadue anni, era la
stella indiscussa del Burgtheater, la diva indiscussa
del teatro viennese. Sposata da sei anni con
l’aristocratico ungherese Nikolaus Kiss de Ittebe e
madre del piccolo Anton, Katharina viveva per il
palcoscenico e il suo pubblico. Ogni volta che saliva in
scena si emozionava come una debuttante e il suo cuore
batteva come fosse la prima volta.
Quella sera,
però, il tremore delle sue gambe non era solo per il
pubblico. Tra gli spettatori c’era l’imperatore
Francesco Giuseppe, una figura tanto distante quanto
leggendaria. Katharina diede il meglio di sé, la sua
voce vibrante e i suoi gesti eleganti incatenarono gli
sguardi di tutti. Francesco Giuseppe, un uomo riservato,
dal volto segnato dal peso della corona, rimase
catturato dalla sua grazia. Nei suoi occhi, solitamente
severi, si accese una luce nuova e, curioso di
conoscerla oltre l’attrice, la invitò per un evento
speciale ossia la visita dello zar Alessandro III di
Russia.
Il giorno dell’evento, Katharina si
preparò con cura. Indossò un abito di seta verde scuro,
sobrio, ma impeccabile, che esaltava la sua figura senza
risultare sfarzosa. Entrando nella sala di Schönbrunn,
sentì il peso degli sguardi della corte, ma il suo cuore
sobbalzò quando incrociò gli occhi dell’imperatore.
Francesco Giuseppe, in alta uniforme, le si avvicinò con
un sorriso appena accennato. “Frau Schratt.” Disse. “La
vostra esibizione all’Esposizione è stata straordinaria,
ma stasera siete ancora più incantevole. Vienna e tutto
l’impero sono fortunati ad avere una donna e un’artista
come voi.” Katharina, con un inchino leggero, rispose:
“Vostra Maestà, le vostre parole sono un onore che
porterò sempre con me. Spero solo di aver reso giustizia
alla bellezza di questa città.”
I loro sguardi si
intrecciarono per un istante più lungo del dovuto. Lui,
solitamente austero, si mostrò insolitamente loquace,
raccontandole aneddoti sulla visita dello zar. Lei, con
la sua naturalezza, rispose con spirito, facendolo
sorridere più volte. Katharina percepì un’intensità in
quegli occhi azzurri che la fece arrossire. Quando la
serata si concluse, Francesco Giuseppe salutandola le
sfiorò la mano per un istante e lei trattenne il
respiro.
Nei mesi successivi, il corteggiamento
di Francesco Giuseppe fu un gioco sottile, fatto di
lettere e inviti. Ogni missiva iniziava con lodi per le
sue performance, ma si chiudeva con un tono più
personale. “Mi auguro di rivedervi presto a corte.”
Scriveva. “La vostra compagnia rende più leggere le
serate, anche quelle più formali.” Katharina, abituata
agli applausi del pubblico, si trovò a navigare in un
territorio sconosciuto, dove ogni parola e ogni gesto
avevano un peso diverso. Rispondeva con lettere
altrettanto misurate, ma il suo cuore batteva forte ogni
volta che un messaggero imperiale bussava alla sua
porta.
Una sera, durante un ricevimento al
Hofburg, Francesco Giuseppe la invitò a passeggiare nei
giardini del castello. L’aria era fresca, e il profumo
dei tigli riempiva l’atmosfera. “Sapete, Frau Schratt.”
Disse lui, rompendo il silenzio. “Il teatro è una delle
poche cose che mi fa dimenticare per un momento le
responsabilità di questa corona.” Lei lo guardò, colpita
dalla sua sincerità. “E io, Maestà, trovo che il
palcoscenico sia il luogo dove posso essere me stessa.
Ma qui, con voi, sento di dover essere… più di
un’attrice.” Lui sorrise. “Siete già molto più di
questo, Katharina.”
Al tempo Francesco Giuseppe
era sposato con l’imperatrice Elisabetta. Sissi era una
figura enigmatica, una donna di una bellezza
leggendaria, ma tormentata da un’inquietudine che la
teneva lontana da Vienna e dai doveri coniugali. Quando
seppe dell’interesse del marito per Katharina, non
mostrò gelosia, ma curiosità e desiderio di incontrare
la donna che rendeva suo marito meno ombroso.
Le
due donne si incontrarono per la prima volta durante un
tè a Schönbrunn. Katharina, nervosa, si inchinò
profondamente davanti all’imperatrice, che la accolse
con un sorriso disarmante. “Frau Schratt.” disse Sissi.
“Ho sentito parlare molto di voi. Il mio Francesco
sembra trovare nella vostra compagnia una gioia che
raramente gli vedo.” Katharina, sorpresa, rispose con
cautela: “Vostra Maestà, sono onorata di essere gradita
all’imperatore. Spero di non aver mai mancato di
rispetto.” Sissi rise, posando confidenzialmente una
mano sul braccio di Katharina. “Oh, mia cara, non
temete. La vita di corte è piena di doveri, ma vuota di
calore. Se voi potete portare un po’ di luce nella vita
di mio marito, non potrò che esservi grata.” Quel
sorriso complice sancì un tacito accordo. Sissi, con il
suo spirito libero, non vedeva in Katharina una rivale,
ma una donna capace di colmare il vuoto emotivo che lei
stessa non poteva riempire. Le loro conversazioni, pur
rare, erano sempre improntate a un rispetto reciproco, e
Katharina si trovò a provare per Sissi un’ammirazione
profonda.
L’estate del 1886 fu un momento
cruciale per Katharina Schratt. Quando ricevette
l’invito dell’imperatore Francesco Giuseppe a
raggiungerlo nella sua residenza estiva di Bad Ischl, un
angolo di pace immerso nel verde delle Alpi austriache,
il suo cuore si divise tra eccitazione e timore. Sapeva
che accettare quell’invito avrebbe significato
attraversare un confine che avrebbe cambiato per sempre
la sua vita. A trentadue anni, Katharina era una donna
sposata e madre di Anton, il loro figlio di sei anni. La
sua vita, fino a quel momento, era stata un equilibrio
tra la passione per il teatro e i doveri familiari, ma
l’attenzione dell’imperatore aveva introdotto una nuova
tensione.
Seduta nella sua camera a Vienna, con
la lettera dell’imperatore tra le mani, Katharina si
lasciò andare a un momento di introspezione. “Cosa sto
facendo?” Sussurrò a se stessa, fissando il ritratto di
famiglia sulla scrivania. Anton, con i suoi riccioli
castani e il sorriso innocente, era il centro del suo
mondo. Nikolaus, spesso in viaggio per affari o impegni
aristocratici, non era mai stato un marito oppressivo,
ma nemmeno uno che le facesse battere il cuore come il
palcoscenico… o come gli sguardi di Francesco Giuseppe.
Si chiese se il suo desiderio di accettare l’invito
fosse solo un capriccio, un’attrazione per il potere e
il fascino di un uomo così importante, o se ci fosse
qualcosa di più profondo, un bisogno di essere vista,
amata, non solo come attrice ma come donna.
I
sensi di colpa la tormentavano soprattutto di notte. La
prospettiva di avvicinarsi all’imperatore, un uomo che
le aveva dimostrato un interesse tanto discreto quanto
intenso, la lusingava e la spaventava al tempo stesso.
“Nikolaus merita la mia lealtà, ma posso davvero negare
ciò che sento?” Sapeva che la corte, e persino
l’imperatrice Elisabetta, sembrava accettare la
possibilità di una relazione tra lei e l’imperatore, ma
questo non alleviava il peso della sua coscienza. Si
immaginava il marito, ignaro, che tornava a casa e la
guardava con fiducia, e quel pensiero le stringeva il
cuore.
Nonostante i dubbi, Katharina decise di
accettare l’invito. Non fu una scelta impulsiva, ma il
risultato di un lungo conflitto interiore. Si convinse
che l’incontro con Francesco Giuseppe non dovesse
necessariamente condurla a un tradimento: forse sarebbe
stato solo un’occasione per conoscerlo meglio, per
capire se quell’attrazione fosse reale o solo
un’illusione. Ma in fondo, sapeva che stava mentendo a
se stessa. Scrisse a Nikolaus una lettera vaga,
accennando a un impegno professionale fuori città, e
partì per Bad Ischl con il cuore pesante ma pieno di
aspettativa.
Quando arrivò, la villa era avvolta
dal profumo dei pini e dal silenzio della montagna.
Francesco Giuseppe la accolse con un calore che la
sorprese: il suo volto, solitamente rigido, era
illuminato da un sorriso genuino. La cena fu semplice.
Parlarono a lungo, di teatro, di Vienna, ma anche di
sogni e rimpianti. “Katharina. A volte mi chiedo come
sarebbe stata la mia vita senza questa corona. Senza il
peso di un impero.” Lei posò il bicchiere di vino,
guardandolo negli occhi. “Maestà… Francesco.” Si
corresse, osando per la prima volta. “La corona vi rende
chi siete, ma non è tutto ciò che siete. Io vedo un
uomo, non solo un imperatore.”
Quelle parole
spezzarono l’ultima barriera. Francesco Giuseppe le
prese la mano, le sue dita calde contro le sue. “Non so
cosa ho fatto per meritare la vostra attenzione.”
Mormorò. “Ma non voglio che questa serata finisca.”
Katharina sentì il cuore accelerare, ma non si ritrasse.
“Allora lasciate che non finisca…” Sussurrò, con una
dolcezza che mascherava il tumulto interiore. Si
ritirarono in una stanza privata. La luce del camino
danzava sulle pareti. Francesco Giuseppe si avvicinò,
sfiorandole il viso. “Katharina.” Disse, quasi
implorante. “Voi siete un dono che non merito.” Lei
chiuse gli occhi, lasciando che le sue dita le
accarezzassero la guancia, poi il collo. Quando le loro
labbra si incontrarono, fu un bacio lento, esitante,
come se entrambi temessero di infrangere qualcosa di
fragile. Ma presto il bacio si fece più profondo, carico
di un’attesa e un desiderio represso per mesi. Le mani
di Francesco Giuseppe scivolarono sulle sue spalle, poi
sul suo seno, stringendolo con una tenerezza che
contrastava con la sua solita rigidità.
Katharina si abbandonò e il suo corpo rispose al calore
di lui, al bisogno di un legame più profondo. Non fu un
atto impulsivo, ma il culmine di un’attrazione cresciuta
lentamente, fatta di sguardi, parole non dette e momenti
rubati. Per Francesco Giuseppe, Katharina era un rifugio
dalla solitudine del potere; per lei, era un uomo che,
dietro la corona, cercava amore e comprensione. Quella
notte, tra carezze e sussurri, si concessero l’uno
all’altra, non solo come amanti, ma come due anime che
si erano trovate in un mondo che raramente permetteva
loro di essere semplicemente se stessi. Quella fu
solo la prima notte a cui ne seguirono diverse altre.
Lui le garantì una villa vicino a Schönbrunn e un
palazzo sul Kärntner Ring, ma Katharina non fu mai solo
un’amante. Divenne la sua confidente, la persona con cui
condivideva pensieri che non poteva confidare a nessuno.
Anche dopo l’assassinio di Sissi nel 1898, il loro
legame resistette.
Quando Francesco Giuseppe
morì nel 1916, Katharina si ritirò dalla vita pubblica,
scegliendo la solitudine e la spiritualità. Negli ultimi
anni, trovò conforto nella religione, rifiutando offerte
per pubblicare le sue memorie. Morì nel 1940, a
ottantasei anni, e fu sepolta nel cimitero di Hietzing a
Vienna, portando con sé i segreti di un amore che aveva
illuminato la vita di un imperatore. Katharina Schratt,
l’attrice che conquistò il cuore di Francesco Giuseppe,
rimase nella storia come una donna che, con la sua
grazia e il suo cuore, seppe essere molto più di una
musa: fu un’ancora, un rifugio, un amore eterno.
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