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AMARSI? CHE CASINO!
 
I LUOGHI DELLA CONQUISTA
Quali sono i posti migliori per rimorchiare o tradire il proprio partner?
Teoricamente la risposta dipende da che tipo di partner si sta cercando, è ovvio che se si cerca una persona intellettuale i posti più adatti sono il teatro, il museo, la libreria oppure un semplice vernissage. Se invece si cerca un partner avventuroso e sportivo di solito la ricerca si concentra sulla palestra, la piscina o il corso di ballo o sport estremi. I locali, i bar, le discoteche, i concerti, invece vanno bene per chi cerca un approccio poco complicato e magari per una sola notte.
 

 
Quindi meglio domandarsi da che tipo di uomo o donna si è attratti, anche se poi la maggior parte delle relazioni nascono nei luoghi dove c’è la possibilità di maggior contatto come le serate tra amici, la scuola, il lavoro, i treni, la spiaggia, il parco, a passeggio con il cane, ma anche chiese, matrimoni o funerali. Se invece ci sono problemi di socializzazione o si soffre di pigrizia il posto ideale sono i siti di incontri in cui l’algoritmo cupido aiuta a trovare la donna o l’uomo dei sogni.

Tutto risolto allora? Assolutamente no, perché dalla teoria alla pratica c’è di mezzo la realtà vera che ci dice ben altro: infatti da un sondaggio di ExtraConiugali.com, il sito specializzato in scappatelle per persone sposate, su un campione di mille intervistate, risulta che il 66% delle mogli infedeli ha tradito il proprio compagno in un negozio d’abbigliamento! Dietro la tendina di un camerino infatti posso nascere intese imprevedibili con tanto di numero telefonico da approfondire poi in altri posti più comodi.

Tra le tante testimonianze abbiamo scelto quella di Laura, 38 anni, sposata da dieci anni con un ingegnere spesso in viaggio per lavoro. La loro relazione è stabile, ma la routine e la distanza hanno raffreddato l’intesa:

“Sono entrata in un grande negozio di abbigliamento nel centro di Milano, uno di quei negozi a più piani con luci soffuse e musica in sottofondo. Stavo cercando un vestito per una cena aziendale, qualcosa di elegante e sobrio. Il commesso, un ragazzo sulla trentina, capelli mossi e un atteggiamento estremamente gentile, mi aveva consigliato un tubino nero: “Questo le starebbe benissimo.” Mi aveva detto, porgendomi l’abito. Un po’ imbarazzata ma lusingata, avevo riso: “Speriamo che mio marito sia d’accordo.”
Nel camerino, mentre provavo il vestito, Davide, questo il suo nome, ha mosso leggermente la tenda. “Tutto bene signora? Serve una mano con la cerniera?” Ha chiesto con un tono professionale. L’ho lasciato entrare e quella vicinanza, il tocco leggero delle sue dita sulla cerniera e lo scambio di sguardi nello specchio hanno creato un’intesa elettrica. Davide ha sussurrato: “Questo vestito sembra cucito apposta per lei. Le sta un incanto signora…” Ho sorriso. Prima di uscire, Davide mi ha passato un biglietto con il suo numero di telefono, scritto sul retro di uno scontrino. “Se ha bisogno di altri consigli... o di un caffè…” Mi ha detto con un mezzo sorriso. Non ho risposto, ma ho messo il biglietto nella borsa. Quando sono tornata a casa ho ripensato a quell’incontro. La monotonia del mio matrimonio improvvisamente mi sembrava pesare di più. Qualche giorno dopo, ho mandato un messaggio a Davide. Ci siamo incontrati in un bar, poi in un hotel. Il camerino è stato solo l’inizio, il luogo dove una tendina ha nascosto il primo passo di un’intesa che si è poi approfondita altrove.”


Questo esempio mostra come un momento casuale possa accendere una scintilla, che poi si sviluppa in contesti più privati e confortevoli. E non è tutto! Infatti per il 30% delle donne, il luogo perfetto per tradire il marito è il supermercato! Infine, un 4% delle intervistate ha incontrato il proprio amante tra i banchi di un mercato rionale. Anche in questo caso abbiamo scelto una testimonianza che racconta come in un luogo di routine, dove le persone si sentono al sicuro e insospettabili, può nascere un’interazione apparentemente innocua ma che può trasformarsi in qualcosa di più. Serena, 42 anni, è al supermercato vicino casa. È sposata con Paolo, un commercialista assorbito dal lavoro, e la loro vita è diventata una routine di doveri: figli, bollette, cene silenziose.

“Stavo scegliendo delle mele nel reparto frutta e verdura, quando nota un uomo sulla quarantina, che armeggiava con una bilancia per pesare delle zucchine. Si è avvicinato per chiedermi consiglio: “Scusa, sai come funziona questa bilancia? Non sono pratico.” L’ho aiutato e abbiamo iniziato a chiacchierare. Abbiamo scoperto di abitare nello stesso quartiere e di frequentare lo stesso supermercato da anni senza mai esserci incrociati. La conversazione poi è scivolata su argomenti banali – le code alla cassa, la qualità del pane – ma c’era qualcosa nel modo in cui Luca, questo il suo nome, mi guardava, con un misto di curiosità e calore. Mi sono sentita gratificata e mentre spingevamo i carrelli verso le casse, Luca mi ha proposto di prendere un caffè al bar del centro commerciale. “Solo cinque minuti, promesso, non voglio rubarti altro tempo.” Ha detto con un sorriso. Inizialmente titubante, alla fine ho accettato. Nelle settimane successive il caffè è diventato un’abitudine: ogni mercoledì, stesso orario, stesso supermercato. Una volta, mentre sistemavamo le buste nel parcheggio, le nostre mani si sono sfiorate. Quel contatto casuale ha acceso qualcosa. Il giorno dopo ho ricevuto un messaggio di Luca: “Ci vediamo fuori dal supermercato? Magari non per un caffè...” L’incontro si è spostato in un motel discreto fuori città. Il supermercato, con i suoi corridoi anonimi e il viavai di clienti, era stato il terreno fertile per un’intesa che si è poi consumata altrove."


Tra i sogni invece non sempre realizzabili, ma che producono una non indifferente dose di adrenalina tra le donne vi è il ristorante. Dopo gli sguardi bollenti di intesa animati da una forte dose di proibito ci si ritrova in un intermezzo fugace nella toilette per poi tornare al tavolo come se nulla fosse successo. Poi vi è il classico ascensore: anche in questo caso il rischio di poter essere scoperti è elevatissimo, ma direttamente proporzionale al piacere provato.

In questo caso la testimonianza è quella di Giulia, 40 anni, è a cena con suo marito Lorenzo, un imprenditore che passa più tempo al telefono che a parlare con lei. È una sera d’autunno in un elegante ristorante nel centro di Firenze, con tavoli illuminati da candele e un pianoforte che suona in sottofondo. È una di quelle cene obbligate, per celebrare un anniversario che ormai sembra più un dovere che una gioia. Al tavolo accanto, da solo, c’è Matteo, un uomo sulla quarantina, con un completo scuro e un’aria di chi sa godersi la serata. È in città per lavoro, un consulente finanziario che viaggia spesso.

“Tutto è iniziato con uno sguardo. Mentre sorseggiavo un bicchiere di Chianti, ho incrociato gli occhi di Matteo. Lui mi ha sorriso, un sorriso che non era solo cortese ma carico di sottintesi. Istintivamente ho ricambiato, quasi per gioco, sentendo un brivido che non provavo da anni. Lorenzo, distratto dal suo smartphone, non si è accorto di nulla. Anzi poco dopo si è alzato da tavolo per rispondere ad una chiamata. A quel punto rimasta sola, Matteo si è alzato e passandomi accanto mi ha sussurrato: “Sei troppo bella per annoiarti così.” Sono arrossita guardandomi intorno dove fosse finito mio marito, ma poi mi sono alzata e mi sono diretta verso la toilette, al piano inferiore del ristorante. Matteo, come se avesse captato il momento mi ha seguita. Nella penombra del corridoio, ci siamo scambiati poche parole, ma l’attrazione era palpabile. Siamo entrati nella toilette, chiudendo la porta a chiave. È stato un momento, intenso, fatto di sussurri e tocchi furtivi, con l’adrenalina alle stelle per il rischio di essere scoperti. In pochi minuti, tutto è finito e siamo tornati ai nostri rispettivi tavoli."

Sia il ristorante che l’ascensore rappresentano scenari perfetti per il “sogno proibito”: luoghi pubblici ma con spazi di intimità temporanea, dove il rischio di essere scoperti alimenta l’eccitazione. Questi contesti giocano sull’idea di un’interruzione improvvisa, che rende ogni istante più prezioso e intenso.





IMMAGINE GENERATA DA IA
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
 





 
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