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IL MESTIERE ANTICO
INCHIESTA
Le prostitute cinesi a
Roma
Le ragazze senza nome
Sono circa 1500 le ragazze
cinesi che si prostituiscono a Roma. Non solo giovanissime, ma anche
donne di mezza età. Appena atterrano in città i referenti delle
organizzazioni della tratta delle schiave del sesso sottraggono loro
i documenti e le affidano alle maîtresse che gestiscono i circa 80
centri massaggi, le 600 case d'appuntamento aperte in città e i 10
club privati dove la clientela è prevalentemente cinese e gli
italiani possono accedervi soltanto su invito
Incontriamo Hui Ying in un bar in via Domenico
Millelire, a due passi da San Pietro. Hui ha 27 anni ed
è una ragazza solare come il suo nome che evoca la luce
che illumina il mondo. Il suo aspetto è
indiscutibilmente piacevole, ma ciò che colpisce sono i
suoi grandi occhi neri espressivi e la delicatezza delle
sue movenze.
Come sei finita in Italia? Sono
la più piccola di cinque figli e i miei genitori
lavorano in campagna nella provincia del Fujian nel sud
est della Cina. Le loro condizioni sono molto modeste,
ma ora col mio lavoro riescono a sbarcare il lunario. Ho
studiato per tre anni, poi a 16 sono andata in fabbrica
a lavorare. A 18 anni mi sono sposata. Mio marito faceva
il meccanico. Abbiamo avuto una figlia, ma tra noi
c’erano continui litigi e tre anni dopo
ci siamo separati. A quel punto ho deciso di cambiare
aria. Avevo sentito dire da alcuni parenti che in Italia
si guadagnava bene, circa 1000 euro al mese in fabbrica,
e io avevo bisogno di soldi per mantenere mia figlia,
per cui ho deciso di affidarla ai miei genitori e
partire. Tieni conto che da noi, nelle campagne e nelle
fabbriche, uno stipendio medio può variare dai 40 ai 250
euro al mese e immaginare di guadagnare 1000 euro
rappresentava per me un modo di cambiare la mia vita.
E cosa hai fatto? Una conoscente di mio padre mi
disse che ci volevano circa 90.000 Renminbi (12.600
Euro) per ottenere il passaporto, prendere il visto e
acquistare il biglietto aereo per l’Europa. Ovviamente
non avevo tutti quei soldi, quindi tramite il
passaparola ho conosciuto un intermediario di Pechino.
Lui mi ha chiesto 1000 euro come anticipo e mi ha fatto
avere un visto per sport.
Quindi sei partita…
Credevo che pagando quella somma e rimborsando a poco a
poco il debito avrei avuto tutti i documenti per vivere
tranquillamente in Italia compreso il permesso di
soggiorno, ma non è stato così! Nell’aereo eravamo una
ventina di ragazze, c’è chi andava in Francia, chi in
Polonia, e il prezzo era simile. Il visto durava 15
giorni. Siamo arrivate in Ungheria e da lì abbiamo preso
un pullman per Roma.
Una volta arrivata in
Italia cosa hai fatto? Ad aspettarmi alla stazione
dei pullman c’era una signora cinese a cui ho consegnato
altri 1000 euro e sono finita in un dormitorio gestito
da cinesi in una zona periferica sulla via Prenestina.
Lei mi disse che era una sistemazione temporanea, ma che
per il resto il suo compito finiva lì e dovevo
sbrigarmela da sola, anche per cercare un lavoro,
mantenermi ed estinguere il debito. Tramite una
connazionale sono riuscita a farmi assumere in una
fabbrica tessile, lavoravo sedici ore al giorno senza
uscire mai, riuscendo
però a guadagnare circa 1000
euro, ossia l’equivalente che dovevo versare mensilmente
per il debito.
Com’era la vita lì? Dormivo e
mangiavo all’interno della fabbrica. Le stanze erano
fatte di pareti di compensato e teli e il cibo era
portato dal datore di lavoro. Pensa che c’erano donne
che non erano mai uscite da quel posto, anche perché se
avessero voluto non avrebbero saputo dove andare non
conoscendo una parola di italiano e col rischio di
essere fermate dalla polizia. Tutte noi avevamo in mente
di fermarci solo qualche anno ossia il tempo per
ripagare il debito e il restante per mandare i soldi a
casa e metterli da parte.
Qualcosa però è andato
storto… Dopo alcuni mesi mi sono ammalata di
stanchezza, non ce la facevo più e sarà stato un caso,
ma proprio in quel periodo ha cominciato a frequentare
la fabbrica una nostra connazionale che parlava
perfettamente l’italiano. Io, insieme ad un’altra
collega, eravamo le più giovani e le più
carine e dopo i complimenti di rito, la signora
ci ha prospettato un’altra vita con guadagni da
capogiro.
Ti ha spiegato cosa avresti dovuto
fare? No, o meglio, loro non ti dicono mai
direttamente che devi fare la prostituta, ma te lo fanno
capire e soprattutto sanno che è una proposta a cui non
puoi rinunciare. Sanno di trovare
terreno fertile e nel mio caso non avevo ancora mandato
un soldo alla mia famiglia. Per tre
notti non ho dormito, ma in cuor mio la decisione
l'avevo già presa. Insomma sono finita in un
elegante appartamento vicino Piazza Vittorio. Per prima
cosa la signora mi ha chiesto di consegnarle i documenti
spiegandomi che così facendo starei stata
irriconoscibile e quindi non avrei avuto problemi con la
legge. Il mio primo cliente è stato un ragazzo che
faceva il commesso in un negozio di abbigliamento della
zona.
Come ti sei sentita? Beh ero single e
il mio obbiettivo primario era mandare finalmente
qualche euro a casa, comunque durante il rapporto ho
pensato che potesse essere il mio ragazzo. Poi lui era
un tipo timido ed estremamente dolce per cui non ho
avuto un impatto traumatico per la mia prima volta.
Ovviamente nei giorni successivi le cose sono cambiate,
venivano soprattutto connazionali e
la signora cinese è stata tre giorni con me per
controllare come lavorassi e poi se ne è andata.
Guadagnavo circa 350 euro al giorno, ma il patto era che
il 60% del guadagno dovevo darlo a lei che si occupava
del mantenimento della casa e della ricerca dei clienti
attraverso annunci di massaggi. Quando suonavano alla
porta non avevo possibilità di scelta,
dovevo aprire e sorridere,
i clienti potevano arrivare dalle otto del mattino a
mezzanotte. Sono stata circa due anni in quella casa,
tutto sommato stavo bene rispetto alle condizioni di
vita della fabbrica, anche se non potevo uscire perché
non avevo le chiavi di casa, né i documenti.
Quanto chiedevi? I prezzi erano fissi e decisi dalla
signora, per un'ora di massaggio rilassante chiedevo dai
50 ai 100 euro, la cifra variava a
seconda del trattamento sessuale. La signora mi
aveva istruito a riconoscere gli eventuali agenti in
borghese e quindi di diffidare del cliente che non
voleva toccarti od essere toccato nelle parti più
intime. In quel caso, riconosciuto il poliziotto, dovevo
comportarmi come una semplice massaggiatrice.
Poi
cosa è successo? Quando la signora ha deciso di non
occuparsi più di quella casa sono stata contattata da un
uomo sempre cinese che mi ha offerto la possibilità di
continuare il mio lavoro in un appartamento in zona
Prati insieme ad altre due mie connazionali. Ma poi ho
capito di essere in mano ad un’organizzazione che
gestiva l’attività delle ragazze facendole girare per
diversi appartamenti sempre a Roma. In
quella casa non ero più sola e la confidenza con
le altre due ragazze mi ha spronata a imparare
l’italiano, ad avere fiducia nel
prossimo, ad uscire e a conoscere gente tra cui
quello che è diventato nel tempo il mio fidanzato.
Ma alla fine sei riuscita a ripagare il debito?
Con grande fatica! Ora
però sono una donna serena, non
ho debiti, ho i documenti in regola e tutto quello che
guadagno entra nelle mie tasche. Insieme ad una mia
connazionale abbiamo aperto un centro massaggi e il
lavoro è totalmente privo di rischi. Infatti l’approccio
è molto soft ossia inizialmente si tratta esclusivamente
di veri e propri massaggi e solo se la persona torna a
trovarmi chiedo se desidera un massaggio romantico
offrendole la possibilità di fare sesso.
In quel caso si paga in contanti,
niente bancomat!
Quando prevedi di tornare in
Cina? Non lo so, ogni tanto ci penso, ma finché ho la
possibilità di mantenere mia figlia resto qui. Lei vive
in campagna con i miei genitori, al telefono mi chiede
spesso di tornare, io le rispondo che in Italia si sta
bene, in realtà non sto affatto bene, ma lo faccio per
lei, tanto siamo distanti e mai saprà cosa faccio per
farla vivere serenamente senza problemi economici.
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FONTI:
https://roma.fanpage.it/prostitute-cinesi-a-due-passi-dal-vaticano-un-ora-di-sesso-60-euro/
https://www.lastampa.it/cronaca/2022/11/22/news/roma_1500_prostitute_
cinesi_recluse_in_casa_ricerca_universita_la_sapienza-12256272/
http://unipd-centrodirittiumani.it/public/docs/overview_it.pdf,
p. 22
https://www.ingenere.it/articoli/sfruttamento-donne-cinesi-italia
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