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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
In carne ed ossa 2




 


 
 



La donna si riempie di nuovo il calice di vino rosso.

LAUREN: “Va bene, lo hai voluto tu. Sei pronto?”
ERIC: “A questo punto mi aspetto di tutto.”
LAUREN: “Tranquillo, non agitarti, del resto non si tratta né di minorenni, né di sadomaso e neanche di disgustose perversioni al limite della decenza.”
ERIC: “Vorrei ben dire!”
LAUREN: “La tua fantasia ricorrente era quella di fare l’amore in tre.”
ERIC: “Dai non ci posso credere! Sono così porco?”
LAUREN: “Non sei porco affatto. Sei solo tanto complicato.”
ERIC: “E dimmi quali erano le mie preferenze, fare sesso con un altro lui o un’altra lei?”
LAUREN: “Lei, lei… era sempre tra noi…”
ERIC: “Allora mi risollevi! Visto che avevi parlato di effemminato… per un attimo ho temuto che… ”
LAUREN: “Rassicurati sei maschio!”
ERIC: “Sì un maschio, ma porco abbastanza.”

Lui si prende la testa tra le mani.

LAUREN: “Non sei un porco, sei un uomo.”
ERIC: “Lo facevo solo con te o anche con le altre?”
LAUREN: “Cosa vuoi che ti risponda? Ovviamente non ti conosco in altre situazioni.”
ERIC: “Ma queste altre situazioni c’erano o no?”
LAUREN: “Esistevano nei tuoi romanzi.”
ERIC: “E poi?”
LAUREN: “Nel nostro letto.”
ERIC: “Ah ecco… e com’ero a letto?”

La donna riempie il suo bicchiere con tutto il vino rimasto nella bottiglia. Improvvisamente il tono della sua voce diventa squillante ed acuto.
LAUREN: “Eri un tipo molto generoso, premuroso e pieno di attenzioni. Non ti stancavi mai di farmi i complimenti, di accompagnarmi alle serate di gala, di andare insieme a teatro, cene romantiche a lume di candela eccetera eccetera... Quando volevi sapevi farmi sentire una regina al centro dei tuoi pensieri, posso dire senza ombra di dubbio che rasentavi la perfezione.”
ERIC: “Ecco questa è palesemente una menzogna…”
LAUREN: “Allora facciamo una cosa, dimmi tu quello che vuoi sentirti dire…”
ERIC: “Ti avevo chiesto come fossi a letto…”
LAUREN: “Vedo che è la sola cosa che ti interessa…”
ERIC: “Anche quello è un modo per conoscermi, no?”
LAUREN: “Ripeto quello era un nostro segreto, e forse per questo fino ad un certo punto il nostro rapporto era bellissimo e tu eri e sei l’uomo più adorabile che io abbia mai conosciuto.”
ERIC: “Quindi non ti trascuravo e non avevamo problemi…”
LAUREN: “Me lo hai già chiesto. Ripeto avevamo quelli di una normale coppia che vive insieme da tanti anni.”
ERIC: “Ti riferisci in genere alla noia della vita a due, alla mancanza di entusiasmo o a qualcosa di specifico e concreto?”
LAUREN: “Ma perché non ti rilassi? Saperlo ora non avrebbe alcun senso… Saprai tutto a tempo debito, del resto i nodi vengono tutti al pettine. È inevitabile! Per cui non ha senso che ti nasconda qualcosa.”
ERIC: “Lauren, forse sarà la mia testa, ma sto andando in confusione. Insisto nel chiederti queste cose perché sento che c’è qualcosa che non va in tutto questo racconto.”
LAUREN: “Ma che dici?”
ERIC: “Sin da quando sono entrato in questa casa ho avuto la sensazione che tu stai descrivendomi a tua immagine e somiglianza.”
LAUREN: “Non ci staresti comodo nei miei vestiti.”
ERIC: “Ok ho sbagliato… diciamo che quello che descrivi è una specie di proiezione ovvero l’uomo dei tuoi desideri o peggio l’uomo che non hai mai avuto.”

Lei non risponde.

ERIC: “Dai dimmi la verità! Non è che mi stai nascondendo qualcosa?”
LAUREN: “Perché mai dovrei…”
ERIC: “Sinceramente non credo che si tratti solo di noia e di mancanza di entusiasmo ed a parte questo che il resto andasse tutto così bene.”
LAUREN: “Credi che sia poco?”

Poi abbassando la voce lei riprende:

LAUREN: “Ok lo ammetto, quando dico che è una normale vita di coppia mi riferisco ai nostri primi anni insieme quando tra noi c’era entusiasmo e passione, poi le cose sono cambiate e del resto l’amore, come tutte le cose, inevitabilmente invecchia e si logora.”
ERIC: “Quindi ultimamente avevamo dei problemi?”
LAUREN: “Non più di tanti.”
ERIC: “Cosa significa “non più di tanti”? Ti ripeto io sento che mi stai descrivendo come avresti voluto che io fossi stato per te.”
LAUREN: “È il sogno di tutte le donne plasmare il proprio uomo dopo vent’anni di vita insieme.”
ERIC: “In situazioni normali potrei anche essere d’accordo, ma io adesso sono convalescente e sono tornato a casa per ricordare e tu, se falsifichi la realtà, non mi aiuti.”
LAUREN: “Eric, io non sto falsificando un bel niente, forse sto mettendo in risalto i tuoi pregi, comunque non ti sto dicendo bugie, altrimenti non ti avrei detto che sei cinico, egoista e che ti piace fare l’amore in tre. Ripeto sei come ti ho descritto, sei il mio uomo e mi piaci così!”

La donna spazientita ha uno scatto d’ira pentendosi subito dopo. Torna a sedersi sul grande divano e in un impeto di tenerezza lo abbraccia. Poi si alza di nuovo.

ERIC: “Dove vai?”
LAUREN: “A mettere su qualcosa, dovremmo pure mangiare no?”
ERIC: “Non ho fame e non l’avrò finché non avrò capito qualcosa di più di me stesso!”
LAUREN: “Di te e non di me…. Ovviamente.”
ERIC: “Sono io il malato! Eppoi le cose non sono separate.”

La donna rimane in piedi al centro della sala.

LAUREN: “Ok non vado tesoro, rimango qui accanto a te, ma non arrabbiarti, non ti fa bene!”
ERIC: “Cavolo Lauren non mi trattare come un bambino!”
LAUREN: “Scusa, scusa, ma io ti amo!”

Lui appoggia la testa sul bracciolo del divano e si distende cercando di rilassarsi.

ERIC: “Non posso dire altrettanto, per me ora sei una perfetta sconosciuta.”
LAUREN: “Quindi non provi niente?”
ERIC: “E come potrei? Ascolta, quando è stata l’ultima volta che ci siamo abbracciati?”
LAUREN: “Non lo ricordo.”
ERIC: “Come fai a non ricordarlo?”
LAUREN: “Tra noi queste effusioni non erano più all’ordine del giorno e poi ho timore di essere fraintesa.”
ERIC: “Ok prometto di ascoltarti e di non arrabbiarmi. Ma voglio che tu sia sincera, ti prego non nascondermi nulla, a costo di scoprire il peggio di quello che ero e sono.”

Ora apparentemente calmo riprende.
ERIC: “Perché fai questo?”
LAUREN: “Perché voglio salvare il nostro matrimonio.”
ERIC: “Salvare è un verbo molto impegnativo. Quindi non erano rose e fiori, il nostro matrimonio stava morendo?”
LAUREN: “Vabbè lo ammetto… Eravamo al limite della sopportazione reciproca.”
ERIC: “Cosa facevo?
LAUREN: “Eri sprezzante, indolente. Se piangevo ti arrabbiavi, al contrario se ridevo e cercavo di alleggerire la situazione diventavi di cattivo umore.”
ERIC: “Ti picchiavo?”
LAUREN: “No, questo no, non hai mai alzato un dito, ma le tue parole erano più taglienti di una lama affilata.”
ERIC: “L’incidente c’entra qualcosa?”
LAUREN: “Quella è stata una fatalità.”
ERIC: “Dove è successo esattamente l’incidente?”
LAUREN: “Nel ripostiglio, eri salito sugli scaffali per prendere la valigia, hai messo male un piede, sei scivolato ed hai battuto la testa.”
ERIC: “Cosa è successo di preciso? Mi sono distratto? Ero arrabbiato? Come è possibile scivolare cosi rovinosamente?”
LAUREN: “È successo. Forse un giramento di testa, non so.”
ERIC: “Perché stavo prendendo la valigia? Dovevo partire? Dove? Insieme a te o da solo?”
LAUREN: “Ne abbiamo già parlato tante volte tesoro. Conosci benissimo la dinamica di quello che è accaduto, comunque eri tu che stavi partendo.”
ERIC: “Dove stavo andando?”
LAUREN: “Da nessuna parte, oppure in tutte le parti, stavi fuggendo da me.”
ERIC: “Quindi stavamo litigando?”
LAUREN: “Come al solito, poi io ho sentito il rumore della caduta e ti ho raggiunto…”
ERIC: “Stavo andando da una donna?”
LAUREN: “Quando litighiamo tu vai sempre da una donna.”
ERIC: “Sempre la stessa? Quella che fa l’amore con noi nel nostro letto?”
LAUREN: “Sì.”
ERIC: “Dimmi qualcosa di lei… Dove abita?”
LAUREN: “Nel tuo cervello.”
ERIC: “Dammi almeno un indizio!”
LAUREN: “Non posso risponderti.”

La donna, visibilmente provata, inizia a piangere.
ERIC: “Perché non puoi?”
LAUREN: “Ok, vinci sempre tu... Non è che non posso, ma non voglio risponderti!”
ERIC: “Sei venuta nel ripostiglio prima o dopo la caduta? Mi stavi trattenendo o cos’altro?”
LAUREN: “Cercavo di farti ragionane, ma sapevo che sarebbe stato inutile.”
ERIC: “Perché avevamo litigato? Qual era il motivo?”
LAUREN: “Non lo ricordo…”
ERIC: “E invece tu lo ricordi benissimo, vero?”
LAUREN: “Tu stavi andando via con lei.”
ERIC: “Quindi quel giorno era qui con noi! Come si chiama? Questo almeno puoi dirmelo!”
LAUREN: “Ora mi chiedi troppo, non vorrai che fossi proprio io a condurti di nuovo da quella puttana!”
ERIC: “Da quello che finora mi hai detto, più che un’amante mi sembra un’ossessione!
LAUREN: “Lo era!”
ERIC: “Ok non voglio sapere il nome, ma dimmi almeno se era un rapporto stabile, una relazione lunga. Da quanto tempo la frequentavo?”
Lui alza la voce.
LAUREN: “Non agitarti, ti fa male”
ERIC: “Dimmi qualcosa diavolo!”
LAUREN: “Questo lo scoprirai quando ti tornerà la memoria.”
ERIC: “E tu ti accontenteresti di un uomo così? Tu vorresti che io non ricordassi nulla al solo scopo di non ricordare lei, vero?”
LAUREN: “Ti preferisco all’altro Eric. Così sei solo mio.”
ERIC: “Ma questa non è una scelta cosciente. Lo capisci vero?”
LAUREN: “Lo saprai.”
ERIC: “No, devo saperlo ora, finora so solo che ho una moglie che saresti tu e un’amante che non so chi sia, poi il buio pesto!”
LAUREN: “Ti prego ora smettila, non farmi il terzo grado. Alle volte basta poco o tanto per ricreare un’intesa. Dai abbracciami!”
ERIC: “Come faccio a resisterti, sei una bella donna!”

Lei si distende e lui la bacia intensamente.

ERIC: “Quando abbiamo fatto l’amore l’ultima volta?”
LAUREN: “Questa estate.”
ERIC: “Ora in che mese siamo?”
LAUREN: “Oggi è il 17 di Novembre...”

Lui la bacia di nuovo scoprendole il seno. Poi la sua mano scivola sotto la gonna. Lei caccia un urlo.

LAUREN: “Eric nooo! Ma che fai?”
ERIC: “Ma scusa sono o non sono tuo marito?”
LAUREN: “Certo che lo sei!”
ERIC: “Tre mesi poi sono tantissimi, un’eternità!”
LAUREN: “Certo che lo sono!”
ERIC: “E allora perché no?”
LAUREN: “Appunto, non sono pronta!”
ERIC: “Lauren dimmi la verità ti prego… Mi nascondi altro?”
LAUREN: “Non voglio fare l’amore, mi sentirei in colpa, non voglio prevaricarti. Non sai quanto ti desideri, ma voglio che la cosa sia cosciente e ragionata.”
ERIC: “L’amore ragionato? Non ti capisco! Non ti basta sapere che ho desiderio di te?”
LAUREN: “Dato il tempo trascorso, tu hai bisogno di una donna, chiunque essa sia.”

L’uomo insiste, scosta le mutandine della donna.

ERIC: “Ma sei perfettamente liscia…”
LAUREN: “Tu la preferivi così.”
ERIC: “Quindi tu ti depilavi perché io la desideravo così?”
LAUREN: “Beh no, non è esattamente così, diciamo che cercavo di intercettare i tuoi gusti, ma tu non me lo hai mai detto direttamente.”
ERIC: “Così non mi aiuti, non ci capisco nulla.”
LAUREN: “So che non puoi capirmi.”

Lei inizia a tremare.

LAUREN: “Ti ho mentito Eric, non sono tre mesi che non lo facciamo, ma tre anni!”
ERIC: “Ah capisco…”
LAUREN: “No, non puoi capire, sono passati tre anni perché è stata una tua scelta deliberata di non farlo più con me.”
ERIC: “Allora non era solo una questione d’amante, anche tra noi c’erano dei problemi!”
LAUREN: “Beh è evidente, come puoi credere che io potessi accettare quella situazione?”
ERIC: “Ti riferisci all’altra?”
LAUREN: “Mi riferisco alla tua ossessione.”

Di colpo l’uomo avverte una strana luce nella sua testa.
ERIC: “Quindi in quel ripostiglio non volevi che prendessi la valigia, vero?”
LAUREN: “Ti imploravo di rimanere con me, di non andare via, sapevo che se fossi andato via in quel momento non saresti più tornato e la mia lotta sarebbe stata vana!”
ERIC: “Tu eri dietro di me oppure dove?”
LAUREN: “Cosa cambia?”
ERIC: “Cambia mia cara, perché ancora non riesco a capire, se ho capito bene la dinamica, come abbia fatto a sbattere la fronte e non la nuca.
LAUREN: “Ero dietro di te, tu sei scivolato ed io ho cercato di trattenerti. Nel cadere ti sei voltato ed hai battuto la testa sulla cassetta di ferro degli attrezzi. Tutto qui!”
ERIC: “Possibile, ma improbabile…”
LAUREN: “Cosa vuoi dire?”
ERIC: “Solo tu puoi sapere come sono andati realmente i fatti. Visto che io non ricordo sei l’unica testimone.”
LAUREN: “Tu credi che sia stata io volontariamente a procurarti quella ferita?”
ERIC: “Ora che so il motivo tutto è possibile, in fin dei conti ti stavo lasciando no?”
LAUREN: “Qualunque sia il motivo non può cambiare la dinamica dei fatti. Mi stai accusando?”
ERIC: “Voglio sapere la verità!”
LAUREN: “Non c’è un’altra verità!”
ERIC: “E se dicessi che sei stata tu a procurarmi la ferita perché non volevi che andassi via? Cosa mi risponderesti?”
LAUREN: “Messa così potrebbe essere una mezza verità, ma anche un’accusa.”
ERIC: “Non ti sto chiedendo se tu lo abbia fatto intenzionalmente, voglio solo sapere se in qualche modo, e bada bene non quanto, tu abbia contribuito…”
LAUREN: “Non volevo farti male… è stato solo un incidente…”
Poi sussurrando.
LAUREN: “Ti amo tanto Eric.”
ERIC: “Grazie.”


 


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Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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