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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
 
 

 
 

Edoardo Vianello
L’inventore del tormentone estivo
I suoi successi sono parte integrante della colonna sonora delle estati spensierate degli anni ’60
Il capello 1961
Pinne fucile ed occhiali 1962
Guarda come dondolo 1962
Abbronzatissima 1963
I Watussi 1963
O mio Signore 1963
Hully gully in 10 1963
Tremarella 1964
Il peperone 1965

 

 



 


Adamo chi è Edoardo Vianello?
È uno tra i cantanti italiani che ha venduto il maggior numero di dischi con oltre 65 milioni di copie. Figlio del poeta futurista veneto Alberto Vianello, che era il cugino dell'attore Raimondo Vianello, nasce e cresce nel quartiere romano di San Giovanni. Studente di ragioneria suona la chitarra e la fisarmonica in alcune orchestrine romane.

Il debutto?
Come cantante esordisce a diciannove anni nella compagnia teatrale di Lina Volonghi, Alberto Lionello e Lauretta Masiero, ma sarà l’incontro col paroliere Carlo Rossi, che scrive testi allegri e spensierati, a condurlo verso la canzone leggera e popolare. Durante una serata in un locale romano viene notato da un funzionario della RCA, e in breve ottiene un contratto che gli consente di pubblicare nello stesso anno il suo primo 45 giri, “Ma guardatela”. Si fa conoscere e nel 1961 partecipa al Festival di Sanremo con “Che freddo!”


IL CAPELLO

Il successo?
Alcuni mesi dopo quando presenta a Studio Uno, il celebre show con Mina, Don Lurio e le Gemelle Kessler, il brano “Il capello”. L'arrangiamento è del premio Oscar Luis Enriquez Bacalov. Da subito il brano diverte e appassiona anche perché non sappiamo bene se quel capello fosse nato per un tradimento o per una gelosia eccessiva della consorte: “Che finimondo per un capello biondo che stava sul gilet… Le dissi "Amore ti giuro sul mio onore, non ti saprei tradir"… Ma lei rispose, "Non credo a queste cose, perché tu sai mentir". Da un chimico il capello ha poi portato e lui dopo averlo analizzato ha rilasciato un certificato in cui diceva, "Dichiaro così: Non è un capello, ma un crine di cavallo, uscito dal paltò"…


PINNE FUCILI ED OCCHIALI & GUARDA COME DONDOLO

Si afferma come cantautore scanzonato.
Potremmo dire che è stato il creatore del tormentone estivo in Italia. Nell’estate successiva sforna non uno, ma due brani: “Pinne fucile ed occhiali” dal sapore vacanziero: “Quando il mare è una tavola blu, sotto un cielo di mille colori, ci tuffiamo con la testa all’ingiù!”

L’altra?
Sul lato B pubblica: “Guarda come dondolo” facendo così conoscere a tutta l’Italia, con la magia di Ennio Morricone, il nuovo ballo del twist. Siamo nell’estate del 1962 e i brani finiscono nella colonna sonora del film Il sorpasso di Dino Risi, e segnano l’affermazione definitiva di Vianello, sia come compositore che come cantante. I testi sono di Carlo Rossi e le musiche dello stesso Vianello. Sempre nello stesso anno si afferma come autore scrivendo per Rita Pavone “La partita di pallone” e “Sul cucuzzolo della montagna”.


ABBRONZATISSIMA & I WATUSSI

Nell'estate del 1963 cosa succede?
Presenta altri due memorabili pezzi, doppio tormentone con: “Abbronzatissima” che raggiunge il primo posto della classifica e risulta il 27º disco più venduto nell'anno. Gli autori sono sempre Carlo Rossi e Vianello e l’arrangiatore Ennio Morricone. La canzone è una tra le più note degli anni sessanta ed è considerata il simbolo della stagione estiva soprattutto per la semplicità del testo: "A A Abbronzatissima, sotto i raggi del sole, come è bello sognare, abbracciato con te… Sulle labbra tue dolcissime, un profumo di salsedine, sentirò per tutto il tempo, di questa estate d'amor..."

L’altra?
“I Watussi”. Insieme al suo autore Carlo Rossi, ha l’idea di associare i Watussi al ballo hully gully, che all’epoca imperversava. La canzone, che fa riferimento all'etnia Tutsi e parla esplicitamente di negri, un testo che oggi, senza alcun dubbio, sarebbe ritenuto intollerabile: “Nel continente nero, alle falde del Kilimangiaro, ci sta un popolo di negri, che ha inventato tanti balli, il più famoso è l'hully gully… Siamo i Watussi, gli altissimi negri, ogni tre passi, facciamo sei metri…”


OH MIO SIGNORE

Ma nel 1964 cambia genere…
Canta “Oh mio Signore”, una canzone più impegnata scritta con Mogol durante una serata passata insieme al ristorante “Quo Vadis” sull’Appia Antica a Roma. Il disco comunque raggiunge il primo posto in classifica e ci rimane per ben due mesi.

Che cos’è?
Una sorta di preghiera laica con la quale chiede aiuto affinché la lei perduta ritorni: “O mio Signore, Io ti ringrazio, in ogni cosa che ho avuto, grazie per tutto quello che tu hai fatto per me… Però se questa sera, posso farti una preghiera, fa che domani lei ritorni da me…”


TREMARELLA & HYLLY GULLY

Quindi cambia genere?
Assolutamente no! In quella stessa estate lancia altri due tormentoni: “Hully Gully” e “Tremarella” e, tra baci appassionati a labbra salate, surf e raggi del sole che ustionano la pelle, Vianello si conferma il re della canzone spensierata in cui vince la serenità dello stare insieme, il divertimento sotto l’ombrellone, sempre però immaginando un futuro migliore.



IL PEPERONE

Nel 1963: “Il peperone”…
Ormai il genere balneare è il suo format, sono canzoni da ascoltare necessariamente sulla spiaggia: “Da quando da quando tu prendi il solleone, sei rossa spellata sei come un peperone…”

Poi?
In soli quattro anni Vianello è entrato nella storia della musica pop italiana, il ciclo si esaurisce. Nel 1969 fonda con Franco Califano la casa discografica Apollo Records, con la quale incideranno Amedeo Minghi, Renato Zero e i Ricchi e Poveri. Poi nel 1971 crea il duo I Vianella, insieme alla moglie Wilma Goich, ma questa è un’altra storia…….





 

















 

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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
https://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Vianello



 















 
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