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MUSICAPASSIONE
La Storia delle Canzoni

 



 

Atlantide
Francesco De Gregori
1976

 È la storia di un uomo che non ha inseguito il suo sogno d'amore. Vive ad Atlantide, cioè staccato dalla realtà con i suoi tanti ricordi che lo tormentano
 


 


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Adamo mi parli di “Atlantide”?
È un brano di Francesco De Gregori pubblicato nel 1976 dalla RCA Italiana come lato B del 45 giri “Bufalo Bill” e inserito nel suo quinto album in studio. Gli arrangiamenti e la produzione sono dello stesso De Gregori. Sebbene non sia un concept album il filo conduttore del disco è l'America, infatti la copertina ripropone un'illustrazione di Gil Elvgren dal titolo Aiming to Please (I Shot Him in the Excitement), presente in un calendario statunitense del 1948.

Come andarono le vendite dell’album?
Il 33 giri entrò nelle classifiche di vendita quando l'LP precedente Rimmel non ne era ancora uscito, e vi rimase per 33 settimane, arrivando fino al primo posto.

Parliamo di “Atlantide”?
È la prima traccia del lato B del 33 giri e l’arrangiamento risente fortemente l'influsso di Three angels di Bob Dylan. De Gregori ha raccontato di averla scritta alle cinque di mattina, aspettando di partire in aereo per Catania dove doveva tenere un concerto. La notte precedente aveva fatto tardi e dovendosi alzare due ore dopo invece di dormire aveva preferito mettersi al pianoforte.

Il testo?
Descrive lo stato d’animo di un uomo che non avendo realizzato il suo sogno d’amore e tormentato dai tanti ricordi decide di andare a vivere isolato da tutti, scegliendo Atlantide, ossia un posto distaccato dalla realtà: “Lui adesso vive ad Atlantide. Con un cappello pieno di ricordi. Ha la faccia di uno che ha capito. E anche un principio di tristezza in fondo all'anima. Nasconde sotto il letto barattoli di birra disperata. E a volte ritiene di essere un eroe…”

Poi cosa succede?
Sembra che il quel posto abbia fatto carriera diventando “un grosso suonatore di chitarre”. Conosce anche un’altra donna, Lisa, stravede per lei, ma quando pensa alla precedente relazione: “Gli si forma una ruga sulla guancia sinistra", che simbolicamente rappresenta il rimpianto di chi ha scelto male il proprio destino.

Solo alla fine svela il suo tormento…
Esatto nella parte finale svela qual è il grande rimpianto, ovvero una ragazza di Roma, il cui viso gli risultava così travolgente da immaginare il "crollo di una diga".

“Lui adesso vive nel terzo raggio. Dove ha imparato a non fare più domande del tipo. conoscete per caso una ragazza di Roma… Io la conobbi un giorno ed imparai il suo nome. Ma mi portò lontano il vizio dell'amore…” Mi spieghi cos’è il terzo raggio?
Secondo i sette raggi teosofici, il terzo raggio è quello dei pensatori, dei filosofi e dell’intelligenza, frequentato da chi preferisce allontanarsi dalla realtà e non si accontenta delle piccole gioie terrene, ma che ambisce a qualcosa di più in alto, così idealizzato da risultare ineluttabilmente perduto, come la ragazza romana, oramai irraggiungibile.

Quindi Atlantide non è altro che uno stato d’animo…
Rimpianto misto a delusione per una donna che ha cercato invano di conquistarla e che forse non ha mai vissuto perché risiedeva solo nella sua mente. Il suo cruccio è quello di non aver saputo aspettare oppure non aver avuto il coraggio necessario nell'inseguire il suo sogno d'amore. Chi ha vissuto questo tipo di amore sa bene cosa sia Atlantide, anche in California, anche nel terzo raggio, perché nonostante tutto la vita ti scivola addosso e va avanti, ma tu rimani lì seduto sotto una veranda ad aspettare le nuvole, sapendo benissimo che quella tristezza mista a rimpianto prima o poi si rifarà sentire anche se ritieni di essere un eroe, anche se sei un grosso suonatore di chitarre, anche se stravedi per una donna chiamata Lisa, ma Lisa di per sé rappresenta un tradimento e per questo motivo alla fine del pezzo pronuncia la famosa frase «Ditele che l'ho perduta quando l'ho capita, ditele che la perdono... per averla tradita».

 




 





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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE


 




















 
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