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INTERVISTE IMPOSSIBILI
 
 

Rosanna Schiaffino
La Diva venuta da Genova
Bruna e avvenente, tipica bellezza mediterranea ha fatto parte dell’epoca delle maggiorate tra gli anni ‘50 e ‘70

 

 


(Genova, 25 novembre 1939 – Milano, 17 ottobre 2009)

 
 


 

Madame come ha iniziato?
Fu mia madre a spengermi nel mondo dello spettacolo. Lei si chiamava Gelsomina Pensieri, contessa di origine indiana, ma si faceva chiamare Jasmine. Iniziai a lavorare come modella vincendo vari concorsi di bellezza tra cui il titolo di miss lido d’Albaro, poi quello di Bella della Riviera dei Fiori.

Quella corona le permetteva di partecipare a Miss Italia, perché non andò?
Purtroppo per regolamento non avevo l’età, ma non mi diedi per persa e posai come cover girl su importanti riviste come “Le Ore” e “Life”.

Genova le andava stretta…
Per fare quel lavoro dovevo spostarmi per cui a 14 anni sempre accompagnata da mia madre sono partita per Roma.

A Roma da modella diventò attrice.
Beh Roma offriva tante possibilità e al tempo era considerata la “Hollywood sul Tevere”. Ricordo con piacere quegli anni perché i romani rispetto ai genovesi erano molto aperti e con la loro simpatia ti mettevano a tuo agio. I primi tempi vivevo ai Parioli, in viale Bruno Buozzi, poi sono stata all’Aventino e infine a villa Miani, nei pressi di monte Mario, con un panorama a dir poco fantastico!

Il suo debutto?
Esordii al cinema nel 1957 a diciotto anni con un ruolo secondario nel film “Totò lascia o raddoppia?” di Camillo Mastrocinque. Nello stesso anno ebbi un ruolo più importante in “Orlando e i paladini di Francia” di Pietro Francisci, basato sui poemi Orlando furioso ed io interpretavo la parte della bella Angelica.

Si impose subito grazie alla sua prorompente e statuaria bellezza mediterranea…
Il lavoro era molto duro e sinceramente non sarebbe bastato il mio aspetto fisico se non avessi avuto un minimo di capacità interpretativa.

In quel periodo era molto richiesta…
Interpretai la figura drammatica di Assunta, una ragazza napoletana nel film “La sfida” nel 1958 di Francesco Rosi. Poi nel 1959 lavorai in “La notte brava” di Mauro Bolognini, tratto da un racconto di Pier Paolo Pasolini. Nel film interpretavo la parte di Rossana, una ragazza popolare romana che accompagna le imprese notturne di tre giovani sbandati insieme ad altre bravissime attrici come: Anna Maria Ferrero, Antonella Lualdi, Elsa Martinelli.

Poi molti film internazionali…
Interpretai Jeanne de Beauvais, la figlioccia di Carlo I, nella “La congiura dei potenti” nel 1961 di André Hunebelle a cui seguì l’anno successivo “Due settimane in un'altra città” di Vincente Minnelli, con protagonisti Kirk Douglas, Edward G. Robinson e Cyd Charisse. Poi fu la volta del film “I vincitori” del 1963 di Carl Foreman, con Romy Schneider e “Le lunghe navi del 1964 di Jack Cardiff, accanto a Sidney Poitier.

Nel 1963 trovò il tempo di sposarsi…
Mi legai in matrimonio al produttore cinematografico Alfredo Bini, da cui nel 1969 nacque nostra figlia Annabella. Il matrimonio durò 17 anni e ci separammo nel 1980. Era un periodo buio per me, avevo perso da poco mia sorella e mio nipote in un incidente stradale.

Poi tornò a lavorare In Italia?
Fui diretta da Roberto Rossellini ricoprendo il ruolo di un'assistente di volo nell’episodio “Illibatezza” del film “Ro.Go.Pa.G”. Ancora con Mauro Bolognini girai “La corruzione” accanto ad Alain Cuny. Poi nel 1965 interpretai il ruolo di Lucrezia Calfucci, una giovane moglie pronta a tutto pur di avere un figlio, nel film “La mandragola” di Alberto Lattuada. In quell’occasione vinsi una Targa d'oro ai David di Donatello, oltre ad essere stata candidata al Nastro d'argento come migliore attrice protagonista. Il film ambientato a Firenze nel 500 è indicato come uno degli antesignani del genere cinematografico "decamerotico colto".

Nel 1966 raggiunse il culmine della popolarità…
Fui la protagonista, in coppia con Tony Curtis, della commedia britannica “Arrivederci, Baby!” di Ken Hughes, e l’anno successivo lavorai nel film in costume “L'avventuriero” di Terence Young, accanto a Anthony Quinn e Rita Hayworth.

Poi ancora film italiani…
Ricordo tra gli altri “La strega in amore” (1966) di Damiano Damiani, “El Greco” (1966) di Luciano Salce, “Simon Bolivar” (1969) di Alessandro Blasetti, “Scacco alla regina” (1969) di Pasquale Festa Campanile e “Trastevere” (1971) di Fausto Tozzi.

Alla metà degli anni settanta dopo ben 44 pellicole all’attivo decise di ritirarsi definitivamente dalle scene e si sposò di nuovo…
Era il 1982 e mi sposai con l'imprenditore e velista Giorgio Falck, avevamo già un figlio Guido Nanni nato nel 1981.

Come lo conobbe?
Per puro caso, quando mi ero trasferita a Milano andai a vivere nella casa di Roberto Gancia, al piano di sotto dell’abitazione di Giorgio. Lo sposai a Portofino, vestita di rosso fuoco. Agli inizi fu un matrimonio felice ed io ero molto innamorata. Penso di non essere mai stata 48 ore senza di lui. Mi sono buttata senza ritegno nella sua vita e lo seguivo dappertutto.

Poi però…
Ho scoperto che mi tradiva, furono per me anni tremendi e dopo tanti litigi divorziammo nel 2001 e le nostre battaglie legali per l'affidamento e il mantenimento di nostro figlio, hanno occupato a lungo la cronaca rosa dei giornali. Alla fine ho ottenuto la villa di Cortina D’Ampezzo e la casa milanese (1200 metri quadri) di via Tamburini.

Rosanna Schiaffino colpita nel 1991 da un cancro al seno, s'impegnò a lungo nella lotta contro questa. Si spense il 17 ottobre 2009, a 69 anni e fu tumulata nel cimitero di Portofino, accanto alla madre.

 








 















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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rosanna_Schiaffino
http://www.intervisteromane.net/Interviste%20pronte%201/rosanna_schiaffino.htm
https://www.ilgiornale.it/news/rosanna-schiaffino-vita-diva-cinema-e-tribunali.html

FOTO GOOGLE IMAGE


 















 
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