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MODI DI DIRE
 


Perché a teatro prima di uno spettacolo si dice “merda merda merda”?

 



 
 


 

Per l’origine di questo particolare rito scaramantico in uso tra gli attori e in generale nel mondo dello spettacolo esistono varie versioni. Cominciamo col dire che il termine Merda è un sostantivo della lingua italiana che indica le feci umane o animali. È principalmente usato in ambito colloquiale ed è ritenuto un termine volgare anche se troviamo tracce nell’Inferno di Dante: «vidi un col capo sì di merda lordo che non parëa s'era laico o cherco.» Tipiche le espressioni: “Stare nella merda, oppure: “Avere la merda fino al collo” o anche “essere una merda”.

Ma veniamo a noi: Perché a teatro prima di un’esibizione si dice “merda merda merda” per augurarsi la buona riuscita di uno spettacolo?
La più attendibile risale alla fine del Settecento quando il teatro smise di essere un passatempo popolare per rivolgersi quasi esclusivamente a un pubblico aristocratico e alto borghese. Ossia una classe sociale che era solita recarsi agli spettacoli in carrozza e dato che il mezzo era spostato da almeno due cavalli era molto probabile che tali quadrupedi lasciassero un ricordino. Se quindi nel parcheggio del teatro si accumulava “tanta merda”, significava che c’erano tanti cavalli e tante carrozze. E quindi tanto pubblico e tanti guadagni. Ripetere merda per tre volte equivaleva quindi ad augurarsi che si riempisse il teatro.

La seconda versione riguarda l’inventore della celebre maschera di Arlecchino al secolo il mantovano Tristano Martinelli, il quale esibendosi per il re di Francia Enrico IV di Borbone entrò in scena con in mano un vaso da notte, diede le spalle al pubblico e chinatosi su un vaso da notte fece finta di espletare i suoi bisogni.

L’intera corte francese si chiese se stesse facendo finta o meno, ma Martinelli aveva riempito il vaso di pezzi di castagnaccio e terminato il bisogno, tirò quei pezzi contro il pubblico gridando “Merda, merda, merda! Prendete, porta fortuna!” e colpendo addirittura il Re e alla Regina. Rischiò grosso, ma Enrico IV, che era uomo di spirito rise fino alle lacrime. E non solo non punì Martinelli, ma lo ricoprì d’oro. Da allora dire “merda” a un attore è il più grande augurio che gli si possa fare.

Altra versione è che il termine merda, molto probabilmente, è una deformazione della parola Chiromanzia ossia lettura della mano e si sa che, per aggraziarsi la benevolenza dei ricchi, i chiromanti fornivano spesso risposte rassicuranti sul futuro.

Comunque fare gli auguri di “buona fortuna” o di “buono spettacolo” è considerato malaugurante praticamente in tutto il mondo. In Inghilterra ad esempio si usa l’espressione augurante “break a leg” (“rompiti una gamba”) che sta a significare che l’attore, a furia di inchinarsi per accogliere gli applausi ricevuti, rischia di “rompersi una gamba”. In Germania l’augurio è ulteriormente rafforzato: “Hals und Beinbruch!” (“rompiti una gamba e il collo”). Nei Paesi di lingua neolatina, similmente all’Italia, l’augurio è “Tanta Merda!” (“Merde!” In Francia, “Mucha Mierda!” in Spagna e“Muita Merda!” in Portogallo).

Visto che siamo in tema di scaramanzia possiamo anche svelare perché mai a teatro non va indossato il viola. La risposta è semplice… Perché è il colore usato dalla Chiesa in tempi di Quaresima, quando nel Medioevo venivano sospese le manifestazioni e di conseguenza, il mancato guadagno metteva in ginocchio le compagnie teatrali. Con il tempo, dunque, si è abbinato il colore della quaresima al teatro chiuso. Ma il colore varia a seconda della nazione. In Spagna, ad esempio, è vietatissimo il giallo perché è l’interno del mantello del torero, segno di sconfitta per lui e di vittoria per l’animale!
In Inghilterra è considerato sfortunato il colore blu. Questa superstizione è dovuta al fatto che un tempo le stoffe di questo colore erano molto costose per cui vista la spesa eccessiva molte compagnie rischiavano il fallimento. In Francia invece è vietato il colore verde perché un costume di questo colore fu indossato da Molière quando, il 17 febbraio del 1673, si sentì male in scena durante una replica del “Il malato immaginario”, morendo qualche ora dopo.





 







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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://www.associazioneabraxas.com/post/merda-merda-merda
https://www.on-stage.net/blog-danza/curiosita/buona-fortuna-no-grazie-merda-merda-merda/
https://masedomani.com/2020/03/07/tanta-merda-perche-si-dice-cosi/
https://www.fuorilequinte.it/la-preparazione/
http://www.riccardolestini.it/2018/10/perche-a-teatro-si-dice-merda-merda-merda/

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