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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
L’inquilino del piano di sopra
 





L’inquilino del piano di sopra mi piace tanto! Quando sono venuta ad abitare in questa casa, dopo la separazione, è stato il primo condomino che ho incontrato. Si è mostrato immediatamente gentile e cortese e nonostante fosse col suo cane, che reclamava la sua passeggiata serale, mi ha aiutata a trasportare le mie poche cose. Devo dire che mi ha subito incuriosita.

L'inquilino del piano di sopra è un architetto affascinante, brizzolato e perennemente abbronzato ha la classica espressione del tombeur de femme. Dopo due o tre volte di buongiorno e buonasera, mi ha rivolto la parola in ascensore. Beh non ero il massimo, indossavo un vestitino leggero di poche pretese comprato al mercato qui di fronte, avevo la fronte sudata, i capelli spettinati e due buste pesanti della spesa che mi segavano le mani.

L'inquilino del piano di sopra come la volta scorsa ha voluto aiutarmi e mi ha fatto i complimenti dicendo: “Finalmente una bella signora in questo palazzo!” Beh sì sono arrossita, ma poi non mi ha chiesto se fossi sposata, separata, trombamica, madre, single, accompagnata, amante e non so che altro. Da quanto ho capito è un tipo molto riservato e sono stata io tra un piano e l’altro a dirgli che vivo sola ed esco da poco da una relazione complessa.

L'inquilino del piano di sopra non ha battuto ciglio, non ha detto nulla e la cosa non mi ha fatto piacere, ma poi ho pensato che l’avesse intuito. Certo il mio non era un autoinvito, ma volevo farglielo sapere ed ho fatto bene perché quando siamo arrivati al piano mi ha invitata la sera stessa nel suo appartamento in stile liberty. Ero troppo curiosa ed ho accettato. In fin dei conti nella mia nuova condizione di separata posso anche accettare una serata a due senza conoscere affatto cosa preveda il dopo cena.

L’inquilino del piano di sopra è un tipo molto metodico per cui ho suonato il campanello alle otto e trenta in punto. Lui si è presentato con una camicia celeste, foulard di seta ed abito scuro, devo dire molto elegante, ma anche io non ero da meno, beh sì forse un po’ troppo provocante col mio tubino rosso aderente, scollatura a prova di capezzolo ribelle e il mio tacco a spillo tempestato di strass. Lui comunque dopo un mezzo inchino e uno sfuggente baciamano mi ha fatto i complimenti sussurrandomi che ero incantevole. In quel frangente non ha ribadito che sono l’unica bella donna del palazzo, ma in verità mi ha fatto piacere lo stesso.

L'inquilino del piano di sopra mi ha fatto strada nella sua bella terrazza fiorita. La tavola era già apparecchiata ed una candela tremolante dentro una bottiglia liberty colorata rendeva l’atmosfera più che romantica. Aiutandomi a togliere il soprabito mi ha detto: “Roma d’estate verso sera si trasforma in una bella signora incantevole, come lei…” Abbiamo cenato in terrazza.

L'inquilino del piano di sopra è un ottimo cuoco. Abbiamo gustato come antipasto una granseola allo zenzero e limone, poi un’ottima orata al forno in crosta di patate annaffiata da uno squisito Fiano d’Avellino. Gli ho fatto i complimenti e scherzando mi sono permessa di dirgli che era di certo un buon partito, ma subito dopo ho messo le mani avanti dicendogli che non ero affatto brava in cucina.

L'inquilino del piano di sopra nonostante sia un tipo molto riservato, durante la cena, forse perché la situazione era diventata più intima e confidenziale, si è tolto la giaccia e tra le altre cose mi ha detto che dopo il suo divorzio, che ha definito devastante, ha deciso di chiudere con le donne, aggiungendo subito dopo che quel matrimonio lo aveva distrutto e sfruttato fino all’ultima stilla di sangue, energia e soldi. Avrei voluto rispondere che non tutte le donne sono uguali, ma in quel momento non mi sembrava il caso.

L'inquilino del piano di sopra non fa mai le cose a caso per cui ho pensato che fosse solo un modo per comunicarmi che, se in caso quella sera ci fosse stato un dopocena tra noi, non sarebbe stata l’inizio di qualcosa, ma solo la fine di una cenetta romantica. Praticamente linfa per le mie orecchie perché essendo separata da poco tempo non credo sia ancora il momento di impegnarmi nuovamente.

L'inquilino del piano di sopra ha poi ribadito il concetto calcando la mano sulle diverse sensibilità tra l’uomo e la donna ed io sinceramente dopo quel buon Fiano d’Avellino, che mi aveva reso allegra, mi sarei accontentata di un dopo cena senza impegno, ma chissà perché mai, forse solo per darmi un contegno, gli ho detto che nonostante la separazione credevo ancora nel matrimonio e che il sesso senza uno straccio di sentimento non è affatto appagante.

L'inquilino del piano di sopra è appassionato di musica lirica e durante il dopo cena abbiamo ascoltato dei brani di Gustav Mahler e precisamente il “Das Lied von der Erde”. Seduta accanto a lui, sul suo comodo divano di pelle nera, ho fatto in modo che il mio tubino rosso, forse per l’aderenza o forse perché era giusto così, iniziasse lentamente a salire, lasciando alla sua vista le mie belle cosce abbronzate. Lui rapito da quella musica, e non certamente da me, non ha detto e fatto nulla e così dopo circa mezzora e vari accavallamenti di gambe infruttuosi ho deciso che fosse arrivata l’ora di congedarmi. Lui mi ha accompagnato alla porta facendomi di nuovo i complimenti per il mio tubino rosso e per come avevo onorato la sua tavola.

L'inquilino del piano di sopra abita proprio sopra di me ed oramai dopo circa due mesi da quella famosa cena conoscevo a memoria le sue abitudini. Lui è un tipo metodico, non c’è sera che non torni alle sette in punto, che alle sette e cinque porti il suo cane a fare i bisogni, che alle sette e trenta si faccia la doccia, che alle dieci e trenta vada a dormire e non c’è notte che alle due in punto non si alzi per andare in bagno. Ormai riesco a distinguere qualsiasi rumore sopra la mia testa. Lo sento quando cucina, quando mette a lavare la biancheria, quando gioca con il cane e quando, verso le dieci prima di coricarsi, ascolta i lieder di Mahler.

L'inquilino del piano di sopra non è gay, ma è un tipo così metodico che tutti i mercoledì alle 19,30 apre la porta ad una bella signora appariscente. Curiosa non ho potuto non osservarla dallo spioncino e come avevo intuito ha l’aria di essere una donna a pagamento, insomma una Bocca di Rosa con le labbra rifatte e un rossetto rosso abbagliante. Immediatamente dopo sento il cigolio del letto per circa sessanta minuti intervallati da due pause di dieci minuti di silenzio assoluto. Quando sono in attività sento nitidamente le parole piccanti e i gemiti cadenzati di lui, mai di lei. Le parole sono sempre le stesse e riguardano il sesso orale e da lì ho dedotto che l’inquilino del piano di sopra non fa mai l’amore completo. Poi verso le 9,00 un taxi si ferma sotto le mie finestre e immancabilmente sento i tacchi della signora scendere con difficoltà le scale.

L'inquilino del piano di sopra il mese scorso mi ha invitata al mare, siamo stati ad Ostia, il tempo era meraviglioso, come due bambini abbiamo corso a perdifiato sulla spiaggia, gustato una fetta d’anguria e delle alici fritte sul lungomare. Poi mi ha preso addirittura la mano e passeggiando lungo il canale mi ha confidato che sono per lui un’amica speciale e che ringraziava più volte il destino per avermi incontrata. Quando siamo tornati, da amica speciale, l’ho invitato a casa mia, ma sulla porta mi ha detto che aveva passato una bellissima giornata, che era molto stanco e che in giorno dopo avrebbe dovuto consegnare un progetto non ancora terminato. Poi è andato via.

L'inquilino del piano di sopra è il vicino di casa che tutte le donne o quasi vorrebbero avere. L’altro giorno ad esempio mi ha aiutata a stringere un tubo del lavandino del bagno che perdeva e ieri pomeriggio a risintonizzare i canali del digitale terrestre. Lui apprezza sempre come sono vestita, mi copre di dolcezze e complimenti, ma niente più. Lo sento che vorrebbe, e da come mi mangia con gli occhi che gli piaccio e non solo come amica!

L'inquilino del piano di sopra non è assolutamente timido, ma non vuole impegnarsi. L’altro giorno mi ha detto che gli piace la vita che fa e non la cambierebbe con nulla, elencando tra le sue priorità il lavoro, gli hobbies e gli amici. In quel frangente sono stata tentata di dirgli che si era dimenticato delle donne, rigorosamente a pagamento, ma lui non sa che io so di Bocca di Rosa e allora non ho detto nulla.

L’inquilino del piano di sopra mi ha invitata di nuovo stasera per una cena in terrazza, mi ha detto che questa ottobrata romana è magnifica, che ha un’ottima bottiglia di Muller Thurgau e sarebbe un peccato gustarla da solo. Non ci ho pensato due volte ed ho accettato, perché sono convinta davvero che stasera sarà una serata diversa…

Sono in bagno, non so quale vestito indosserò, sono indecisa anche sulla calza e sulle scarpe, ma di una cosa sono certa, ossia che sceglierò il rossetto più accattivante che possiedo. So anche però che alla fine della cena non mi lascerò andare a discorsi sulla coppia e quant’altro e soprattutto, prima di quei noiosi lieder di Mahler, gli dirò candidamente che sono duecento tutto compreso.











 





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Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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