Madame perché
veniva chiamata la spagnola?
Perché mia madre era
spagnola e venni a Roma quando ero ancora adolescente ed
ereditai quel soprannome.
Dove risiedeva a Roma?
Abitavo con tre persone a mio seguito vicino alla Chiesa di San
Salvatore in Lauro.
Quindi era benestante?
Beh sì disponevo di un’ottima posizione economica e la mia casa
era senz’altro di prestigio.
Si parla di una
burrascosa storia d’amore…
Fui l’amante del poeta
Francesco Maria Molza, dal quale ebbi tre figli, ma avevo il
vizietto delle donne e alla fine mi lasciò.
Chi
era Molza?
Era un letterato e proveniva da Modena. A
Roma viveva presso l’abitazione del cardinale Ippolito de'
Medici e, dopo la sua morte, presso Alessandro Farnese. Entrambi
furono suoi mecenati. Passò la sua giovinezza fra amori e
dissipazioni, poi anche per ragioni di salute, mise la testa a
posto e tornò Modena, dove morì a causa della sifilide contratta
durante la sua dissolutezza.
Torniamo a lei
madame… l'iscrizione sulla sua tomba nella Chiesa di
Sant’Agostino dice: "Fu madre esemplare, rapita nel fiore della
sua gioventù".
Amavo i miei figli e nonostante la
mia professione ho cercato di essere la loro guida morale e di
crescerli nel lusso.
A Roma in quel periodo la
prostituzione era diffusissima
E dica anche che era
molto tollerata dalla chiesa anche se non apertamente. Comunque
per noi donne era quasi una scelta obbligata quando non si era
mogli, suore o si era forestiere. Al tempo a Roma una donna su
dieci svolgeva l’antica professione. Anche perché la città era
piena di celibi, di uomini in attesa di essere avviati alla
carriera ecclesiastica e le "donne di piacere" trovavano qui
grande mercato e affluivano da ogni parte d'Europa. Attirate dal
lusso il loro sogno era quello di sistemarsi in qualche palazzo
elegante, a spese di un cardinale o di un facoltoso gentiluomo.
Ovviamente lei non faceva parte di quelle di infimo
rango che svolgevano l’attività nei retrobottega o nelle
osterie…
C’erano prostitute e cortigiane. Io facevo
parte della seconda categoria, ossia quelle che frequentavano i
palazzi dei ricchi e della Curia, donne molto colte che oltre a
essere esperte di arte, musica e letteratura erano apprezzate
per le loro abilità nelle arti d’amore. Spesso suonavano la
mandola, recitavano versi, le più intelligenti li scrivevano.
Erano abili a conversare, ad intrattenere il loro clienti non
solo nel sesso, ma anche nel fare salotto, tanto che erano molto
ricercate come ospiti alle varie feste. Erano quelle che la
domenica assistevano alla messa nella chiesa di Sant'Agostino,
unica di Roma che disponeva di banchi a noi riservati.
Beatrice Pareggi sopravvisse al sacco dei Lanzi, ma morì
molto giovane.