L'India sta indagando su un sito web che offriva
centinaia di donne musulmane in vendita. L’asta online
ha suscitato indignazione in tutto il paese.
Il
fatto è successo due giorni fa quando un centinaio di
donne musulmane si sono ritrovate “messe all’asta!”
Accanto alle loro foto risaltava in bella evidenza la
scritta: "Il tuo Bulli Bai del giorno è".
L'attacco
informatico, uno dei più misogeni e odiosi degli
ultimi tempi, ha spaventato e indignato le vittime,
donne di varie età, messe alla berlina sul web con
foto e dettagli sulle loro vite.
Sui social si
è scatenata una forte indignazione, tanto da indurre
il ministro indiano all’Information Technology a
bloccare la piattaforma americana GitHub che ospitava
l’app Bulli Bai e ad avviare un’inchiesta. Fra gli
accusati, oltre agli sviluppatori dell’app stessa,
anche i profili Twitter che hanno condiviso le
immagini. La GitHub ha affermato di aver rimosso
immediatamente l’app dalla propria piattaforma.
Il termine "Bulli Bai", combina lo slang volgare
della parola "pene" nell'India meridionale con una
parola comune nell'India settentrionale che significa
"cameriera". Sembra comunque che non si siano
verificate vere vendite, ma l’obiettivo era umiliare
le vittime condividendo le loro immagini personali e
la loro vita privata.
Fra le persone prese di
mira diverse giornaliste e attiviste per i diritti
delle donne. "L'intero sito web sembra essere stato
progettato con l'intento di imbarazzare e insultare le
donne musulmane", ha scritto la giornalista Ismat Ara
in una denuncia presentata alle autorità di sicurezza
informatica della polizia di Delhi. Ara, che ha
trovato la sua foto sul sito, ha twittato una copia
della sua denuncia alla polizia.
Questa non è
la prima volta che le donne musulmane in India
affrontano questo tipo di molestie online. Come
ricorda la Bbc: già nel luglio scorso un’app e un sito
Web chiamati “Sulli Deals” un termine dispregiativo
per le donne musulmane hanno creato i profili di oltre
80 donne musulmane, tra cui giornaliste, scrittrici e
influencer, utilizzando foto caricate online, e le
hanno descritte come “offerte del giorno”. Agli utenti
è stata offerta la possibilità di "comprare" le donne
come merci. Purtroppo però a distanza di sei mesi
l’indagine ristagna e non è ancora stato effettuato
alcun arresto.
FINE