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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
Gli amanti alla Stazione di Long Island City



 


 
 


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.VENERDI 23 FEBBRAIO 2018. ORE 5:37 P.M.

New York. Stazione di Long Island City. Christian Conley si guarda intorno. Grace arriva di corsa, ha il cappello in mano e l’aria affannata.
Christian: Sempre di corsa…
Grace: La vita di una donna è un continuo movimento, immagino anche sua moglie…
Christian: Esattamente lo stesso, purtroppo ci avete espropriato di molte incombenze…
Grace: E voi ne siete felici…
Christian: Diciamo che le abbiamo cedute con estremo piacere… Come va?
Grace: Oh meno male che è qui… non vedendomi credevo avesse preso già il treno.
Christian: Oh Grace l’avrei aspettata per ore.
Grace: Lei è molto caro.
Christian: Problemi?
Grace: No, no, solo che un cliente giapponese mi ha intrattenuta oltre l’orario di lavoro e mio marito stasera ha deciso di invitare due suoi amici ed andare a cena fuori…
Christian: In cosa consiste esattamente il suo lavoro?
Grace: La mia azienda si occupa di spedizioni internazionali per grandi aziende ed io sono la responsabile del reparto che si occupa dell’assistenza commerciale.
Christian: Noioso?
Grace: Direi abbastanza… Sono alle prese ogni giorno con lamentele e reclami…
Christian: Prendiamo un caffè, un thè? Così ci mettiamo seduti e lei si rilassa un attimo.
Grace: Lei non demorde, anche ieri mi ha invitata a prendere un caffè. Le ricordo che ci conosciamo appena da una settimana.
Christian: Una settimana non è poco.
Grace: Abbiamo un concetto del tempo molto differente. Specialmente se si tratta di un incontro tra due persone di sesso diverso e perlopiù sposate. Pensi se mi vedesse mio marito che prendo un caffè al bar della stazione con uno sconosciuto.
Christian: Ma lei ormai mi conosce…
Grace: Ma mio marito no e penso che anche a sua moglie non le farebbe piacere.
Christian: Solo qualche minuto la prego…
Grace: Ok, ma non ci allontaniamo… Se non le dispiace anche qui nel bar della stazione. Non voglio perdere il treno delle 6:23. Sa oggi ho dato una sbirciata agli orari e quello delle 6:23 è l’ultimo che ferma a DoxVille.
Christian: Per me va benissimo… Se facciamo i bravi possiamo addirittura prendere quello delle 5:51 così lei è più tranquilla e può andare a casa in tempo per farsi bella per suo marito.
Grace: Beh qui c’è poco da fare, gli anni corrono e si stampano tutti sul viso.
Christian: Ma che dice lei è bellissima Grace e mi piace molto.
Grace: E così lei mi piace ancora di più!
Christian: Perché già le piacevo?
Grace: Non faccia il furbo con me Christian, non giochi con le parole.
Christian: Ma lei sa tenermi testa.

I due si dirigono verso il bar e prendono posto nella saletta interna. Dalla vetrina vedono il fiume di gente che si affretta in direzione dei binari.
Grace: Lei è una persona gentilissima, ma quando me lo dirà il primo no?
Christian: Spero presto…
Grace: Perché significa che abbiamo superato la barriera della formalità e siamo in confidenza vero?
Christian: Nulla da aggiungere Grace… Vede che sa tenermi testa? Lei è una donna molto intuitiva…
Grace: Cosa vorrebbe che intuissi?
Christian: Generalmente si intuisce ciò che non viene detto o che sarebbe imbarazzante dire.
Grace: Uhm… Attenzione Signor Conley, non so se lo abbia fatto volontariamente, ma l’avverto che sta entrando in un campo minato.
Christian: Adoravo quel gioco al pc. Era ottimo per rilassarsi nelle piccole pause di lavoro.
Grace: Sì lo ricordo, ma lei abilmente ha sviato la domanda.
Christian: Beh io e lei ci vediamo ormai da giorni, tra noi è nata una sintonia non indifferente, non credo ci sia molto da intuire.
Grace: Oh la prego non vada oltre, adoro i sottintesi e soprattutto odio essere messa in imbarazzo.
Christian: I sottintesi e i punti sospensivi.
Grace: Dice che i nostri discorsi trasbordano di puntini?
Christian: Credo sia naturale…
Grace: Mi vorrebbe più decisa? Che intuissi i suoi pensieri assecondandoli? Che prendessi iniziative?
Christian: Ora vorrei tutto e il contrario di tutto.
Grace: Oh Christian troppe cose, deve scegliere.
Christian: Di natura non scelgo, preferisco essere guidato.
Grace: Tipico degli uomini, ma oggi sono in vena di aiutarla. Ci vogliamo dare del tu Christian?
Christian: Perché?
Grace: Non si risponde “perché”! Si dice “sono contentissimo”!
Christian: Grazie per la lezione che mi riempie enormemente di gioia, ma il motivo glielo chiedo lo stesso.
Grace: Mi sembra il momento giusto. E poi è più immediato e si evitano brutte figure con la grammatica.
Christian: Ti ho pensata tanto sai…
Grace: Anche io Christian…
Christian: Non lo dici con entusiasmo…
Grace: Oggi provavo a immaginare tua moglie…
Christian: Dici fisicamente?
Grace: O no, in generale, il vostro rapporto… Lei è una donna molto fortunata.
Christian: Oh grazie, ma forse non sa di saperlo…
Grace: Succede sempre così. Andate d’accordo?
Christian: Siamo stati felici insieme, ma ora è diverso. Dopo tanti anni di matrimonio ora tutto si è scolorito. Alle volte proviamo a ravvivare il rapporto, ma si guardano più gli sforzi che i veri risultati.
Grace: Ed è proprio in quel momento che nascono i rancori.
Christian: Si rivendica per addossare le colpe all’altra persona.
Grace: Senza mai affrontare la realtà!
Christian: Alla fine ogni cosa risulta priva di senso.
Grace: Oddio come ti capisco! Sai due settimane fa, prima ancora di incontrarti, io e mio marito abbiamo deciso di andare a cena fuori soli. Non succedeva da mesi. Lui ha scelto un bel locale. Il cibo era ottimo, la musica dal vivo splendida, i camerieri gentili… Insomma tutto ok, tranne noi. Per tutto il tempo abbiamo fatto scena muta, seguitavamo a guardare gli altri e non occuparci di noi. Davvero non riuscivamo a trovare argomenti.
Christian: Ci si conosce così bene che tutto ha il sapore di un già vissuto.
Grace: Sì credo sia l’essenza stessa del matrimonio.
Christian: Siamo animali costretti a vivere in coppia perché fondamentalmente siamo insicuri. Ed infatti come vedi, come sta capitando a noi, non cerchiamo di svincolarci dal matrimonio, ma di costruire altre relazioni.
Grace: Che buffo però sai? Prima si ha il desiderio di conoscersi rapidamente e poi quando ci si conosce diventa tutto grigio.
Christian: Dici che lo sarà anche per noi?
Grace: Stai correndo un po’ troppo, che dici? La nostra è semplicemente un’amicizia e poi ci conosciamo da meno di una settimana.
Christian: Direi più che tenera…
Grace: Non ti illudere sai…

I due ridono poi si interrompono quando il cameriere serve due thè fumanti allo zenzero e limone. Nel mentre squilla il telefono di lei, ma la donna attacca senza rispondere e senza guardare lo schermo.
Christian: Non ti interessa sapere chi ti sta cercando?
Grace: Christian sappi che sono molto scrupolosa su queste cose ed ho associato una suoneria diversa a ciascuna delle persone che mi chiamano più spesso.
Christian: Comodo così, quindi sai chi ti chiama senza guardare.
Grace: Esatto, ma sappi che potrei farlo anche con te.
Christian: Allora sono contento a non essere ancora nella tua rubrica!
Grace: Chissà.
Christian: Ed a quale suoneria mi abbineresti?
Grace: Fammi pensare… Visto che sei un tipo brioso potrei associarti alla Primavera di Vivaldi.
Christian: Onorato madame!

La donna rimane assorta.
Christian: Cosa c’è Grace problemi?
Grace: I soliti…
Christian: Non ti vedo felice qui con me…
Grace: Infatti non sono felice.
Christian: Stai bene?
Grace: Sì.
Christian: E allora cosa c’è? Ti vedo in difficoltà, ti guardi intorno… Ti tocchi continuamente i capelli… Non rispondi al telefono. Non ti piace questo posto?
Grace: Sì sì mi sento bene, tranquillo, ma non sono felice. Il problema è che sei atterrato così rapidamente nella mia vita. Anche se non lo faccio vedere io sono una donna molto insicura, sai? I cambiamenti prima di viverli devo digerirli.
Christian: I nostri incontri sono troppo impegnativi o stai pensando a qualcosa in particolare?
Grace: Christian voglio essere chiara con te. Anche se il nostro rapporto si limita a farci compagnia prendendo lo stesso treno la sera so che ci potrebbe essere altro. E devo dirti che fino ad ora sono sempre fuggita da queste situazioni. Tu sei il primo. I miei rapporti con gli uomini, come ti ho detto, sono sempre stati pratici e superficiali.
Christian: Quindi ti spaventa… come dire una relazione?
Grace: Da qualche giorno sono distratta. Comunque non sei tu a spaventarmi, a me fanno paura i sentimenti, quelli che legano e non ti fanno ragionare.
Christian: Sono io la causa di questa paura?
Grace: Tu sei come una goccia cinese... ma ora la domanda è lecita e ti rispondo: certo che sei tu.
Christian: Sono lusingato allora…
Grace: Non scherzare Christian ti prego… Volevo dire che sei tu in quanto tu, un altro uomo non sarebbe stato lo stesso.
Christian: Cosa hai deciso di fare?
Grace: Stanotte mentre facevo l’amore con mio marito pensavo a te, mi capisci? Mi sono concentrata su come potesse essere l’amore con te. Ma che stupida! Non dovevo dirtelo!
Christian: E perché mai?
Grace: Ma io non ti conosco, non so come la pensi, mi sembra tutto affrettato…
Christian: Forse hai solo bisogno di entrare in confidenza con qualcuno, come dire un amico a cui confessare le tue sensazioni e i tuoi stati d’animo.
Grace: Ma io non ti vedo come amico, del resto con un amico non pensi di fare l’amore mentre lo stai facendo con tuo marito e credimi Christian non è un bene. Lui era lì concentratissimo… I suoi occhi, il suo volto… tutti di lui cercava di appagarmi, di darmi piacere. Invece il mio pensiero andava altrove e mi sono sentita sporca.
Christian: Tesoro, ma non lo sei, tu sei una meravigliosa donna piena di sentimenti puliti.
Grace: Mio marito e milioni di uomini sposati a questo mondo non la penserebbe allo stesso modo. Se ho accettato la tua compagnia senza rifiutarla, senza fare nulla perché non succedesse, ci sarà un motivo, no?
Christian Ma non è successo niente.
Grace: E invece ti sbagli, dentro di me è successo qualcosa. E questo non doveva accadere. Non potevi scegliere momento migliore per incontrarmi. Come se fossi spuntato fuori dal cilindro di un prestigiatore.
Christian: Allora sarei il coniglio giusto al momento giusto!
Grace: Non scherzare, ti prego… non so se tu sia l’uomo giusto, ma il momento era proprio quello adatto. Insomma sei caduto dal cielo senza che me ne rendessi conto.

Grace guarda fuori, cerca di evitare lo sguardo di Christian.
Christian: Perché allora? Dovresti essere felice…
Grace: Perché io e mio marito siamo in crisi Christian, ma ci amiamo, anzi amiamo tutto ciò che finora ci ha caratterizzato come coppia. Il problema principale dei nostri dissidi, anche se non vogliamo ammetterlo, è che non riusciamo ad avere figli. Lui ci soffre molto per questa situazione.
Christian: Quindi le analisi che hai ritirato l’altro giorno riguardano il problema della maternità…
Grace: È la terza volta che le facciamo, sia lui che io siamo fertili, quindi i medici ipotizzano che sia solo un problema psicologico.
Christian: Mi spiace tanto… ed ora capisco qualcosa in più di te.
Grace: Ti sembrava strano vero che una donna sposata accettasse la compagnia di uno sconosciuto altrettanto sposato incontrato su un treno?
Christian: Questo no, la letteratura è piena di colpi di fulmine.
Grace: Ma il nostro non lo è. Abbiamo solo tanta voglia di parlare, almeno per quanto mi riguarda.
Christian: Ti senti sola vero?
Grace: Oh Christian non voglio caricarti di problemi non tuoi, ma è evidente che se anche psicologicamente mi allontanassi da mio marito non ne verrei fuori da questa situazione.
Christian: Senti di rifiutarlo?
Grace: Sta nelle cose, a volte, avere un senso di stanchezza, ma da qualche giorno non è più una sensazione…
Christian: Pensi a me?
Grace: Christian so che ti fa piacere che te lo ripeta continuamente ti dico di sì, ma veramente mi sento a disagio.

La donna guarda l’orologio.
Christian: Vuoi andare?
Grace: Ho paura di tutto, di perdere il treno, di non arrivare in tempo stasera. Ho paura che lui sia qui oltre quella vetrina e ci stia osservando. Ho paura di contraddirmi, di rientrare a casa e lui sia lì ad aspettarmi, gridandomi a brutto muso che frequento un altro uomo. Eppure lui non è un tipo geloso, anzi, è un marito che lascia libera la propria moglie. Quando mi capita di uscire la sera senza di lui, non mi domanda mai niente e di amici del resto ne ho sempre avuti molti, ma stavolta è diverso, mi sento come se in questo caso ci fosse stato un incidente di percorso, mi capisci vero?
Christian: Spiegati.
Grace: È diverso. Penso sempre a come giustificarmi se succedesse, se ci vedesse. Potresti essere un vecchio compagno di università, oppure di liceo, oppure un collega che non vedo da mesi. Insomma direi che ci siamo incontrati per caso e tu mi hai offerto gentilmente un caffè…
Christian: Ricordando i nostri vecchi tempi.
Grace: Ecco esatto, chissà se la beve, ma comunque il problema non sarebbe quello, bensì il fatto che non sarei trasparente con lui. E questo mi fa soffrire molto, perché cerco di mentire a me stesse ed è un modo come un altro per non fargli del male. È come se lo volessi proteggere.
Christian: Tu sai essere convincente. Hai un sorriso disarmante.
Grace: Non funziona sempre, forse con te… è ancora così.

La donna guarda di nuovo l’orologio.
Grace: Devo andare Christian. Sai i medici ci hanno anche dato le ore giuste, i momenti tassativamente fertili e quelli dove non serve tentare. Oggi è uno di quelli…
Christian: Perché mi dici questo? Mi fa male pensare che tra poco farai l’amore con tuo marito.
Grace: Ma noi non facciamo l’amore… almeno come lo intendi tu. Sono solo dei tentativi per procreare. Anche se tutto questo non servirà a nulla… ma lo faccio per lui.
Christian: Perché sei così pessimista?
Grace: Perdonami caro, tu sei entrato nella mia vita come una culla, mi farei coccolare addormentandomi tra le tue braccia.
Christian: Anche tu sei molto cara, prendi tempo, pensaci, io sarò sempre qui ad aspettarti…
Grace: Anche questo non serve.
Christian: Neanche come conforto?
Grace: Non siamo adolescenti Christian.
Christian: Vuoi dirmi qualcosa?
Grace: Ho paura di dirtelo, della tua reazione…
Christian: Ho capito. Vuoi troncare vero? Almeno avessimo iniziato…
Grace: Beh così è più facile, se avessi iniziato allora sì che sarebbero stati dolori.
Christian: Ma io sto male lo stesso, non voglio perderti…

Grace: So come ti senti, non credere che io stia meglio.
Christian: Hai ragione tra adulti non servono tante parole. A volte è sufficiente uno sguardo.
Grace: Ma tu non hai sensi di colpa nei confronti di tua moglie? Pensa solo se lo venisse a sapere…
Christian: Tu sei una donna speciale e ringrazio il Cielo di avermi dato la fortuna di incontrarti. Occasioni così capitano una volta nella vita.
Grace: Quindi cosa faresti?
Christian: Se dovessi scegliere non avrei dubbi…
Grace: Ecco appunto io non voglio complicarti la vita.
Christian: Al momento stai solo cercando di semplificare la tua.

Lei guarda ancora l’orologio, poi si alza, lui va alla cassa, poi insieme escono e si dirigono verso il treno. Lui non parla. È visibilmente triste. Dietro una colonna lei si ferma, lo trattiene per un braccio poi dalla sua borsa prende un fazzolettino di carta. La folla scorre dietro di loro.

Grace: Sei arrabbiato con me?
Christian: Mi è crollato il mondo addosso.
Grace: Christian ti prego, non lasciamoci così, facciamo che non ti abbia detto nulla.
Christian: Non cambierebbe niente…
Grace: Vedi? Sono così paurosa che scappo dalle cose belle. Ma poi ci ripenso. Tu ancora non mi conosci sotto questo aspetto.
Christian: Tu sei la cosa più bella che potesse capitarmi!
Grace: Credimi non ti sto prendendo in giro. Mi sono spinta già troppo avanti e non è nella mia natura. Proprio poco fa ti ho detto che sei un incidente di percorso.
Christian: Sì l’ho capito anche se non è il massimo sentirsi paragonato ad un incidente…
Grace: Lo so, perdonami, ma aveva tutto un altro significato.
Christian: Dai era una battuta.
Grace: Tu sei adorabile, ma sono sicura che prima o poi ti stancherai di questi miei alti e bassi di umore.
Christian: Credo siano normali, anzi mi sorprenderei se non ci fossero…
Grace: Magari per te servirebbe una donna diversa, come dire facile…
Christian: Intendi un rapporto di sesso?
Grace: Perché no? Una donna che si fa pochi scrupoli.
Christian: Ma io non sono il tipo. A me piaci tu.
Grace: Sei molto caro… ma sei sposato come sono sposata io. Hai anche dei figli da crescere… Credimi, aggiungeremo problemi a problemi e le nostre esistenze diventerebbero un inferno.

Ora sono di fronte uno all’altro. Forse troppo vicini. Lui l’abbraccia, lei sta tremando.
Christian: Ti amo Grace
Grace: Ma che dici Christian, ma sei pazzo? Non mi aiuti così! Non correre ti prego, aspetta…
Christian: Amore mio, io non ti lascerò mai…

Lui avvicina il suo viso, sente il suo fiato caldo, il suo profumo sensualmente dolciastro, poi senza pensarci appoggia le sue labbra su quelle di lei. Lei istintivamente serra la bocca.
Grace: Non farlo Christian!

Protetto dalla colonna lui non l’ascolta, anzi insiste, la sua bocca la cerca più appassionatamente. Ora bacia la sua guancia, l’abbraccia, le stringe i fianchi, sente il suo calore attraverso il vestito. Lei è rimasta lì immobile a fissarlo, non ha voltato la testa verso la colonna, non si è guardata intorno. Un attimo ancora di indecisione e poi si lasciano andare. Finalmente si baciano. Le loro lingue si toccano, le labbra si schiudono. È un bacio di qualche secondo, ma a lui sembra interminabile. Poi lei si stacca di colpo.

Grace: Ma cosa stiamo facendo? Dio mio…
Christian: Grace…

Lui cerca di baciarla ancora.
Grace: Smettila ti prego.
Christian: Perché?
Grace: Non doveva succedere!
Christian: Perché no?
Grace: Perché ora sarà tutto diverso!
Christian: Invece è stato bellissimo! Sono al settimo cielo. Grazie!
Grace: Ma grazie di cosa, lo dici come se fosse un favore.
Christian: Non immagini da quanto tempo desiderassi farlo.
Grace: Ma come cavolo fai ad essere così entusiasta, sembra che tu abbia appena conquistato una meta. Questo non è un primato sportivo. Qui non si gareggia.
Christian: Perché mi parli così?
Grace: Perché ora cominciano i problemi.
Christian: Che siano tutti così i problemi.
Grace: Ma io ne fuggo, desiderio solo essere tranquilla. Per me… per lui.
Christian: Ed io non farò altro che farti stare tranquilla.
Grace: Allora non capisci? Anche per me è stato bello, ma come vedi io penso sempre al dopo. Io devo avere delle certezze! E questo bacio apre le porte ad ogni tipo di insicurezza, mi capisci vero?
Christian: Sì che ti capisco.
Grace: Non mi prendere per bigotta, non è il bacio in se stesso, cavolo, ne ho dati di baci… ma con te è diverso!
Christian: Ti voglio bene Grace.
Grace: Anch’io ti voglio bene, ma lasciami vivere la mia vita… Chissà forse un giorno… Oppure dobbiamo azzerare tutto, incontrarci di nuovo da perfetti sconosciuti e passare qualche ora tranquilli senza coinvolgimenti.
Christian: Io sono coinvolto dalla testa ai piedi Grace e spero che questo episodio anche per te abbia lo stesso valore…
Grace: Ecco hai detto bene per ora è solo un episodio, una parentesi già chiusa per quanto mi riguarda.
Christian: Farò quello che vuoi….
Grace: Ecco appunto. Non doveva succedere e per nessun motivo dovrà accadere di nuovo.
Christian: Cosa vuoi che faccia? Devo sparire? Non è possibile tornare indietro.
Grace: Ora devi guardare avanti, ti chiedo il favore di tornare con i piedi per terra, anzi ora affrettiamoci! Se facciamo i bravi prendiamo il treno delle 5:51…
Christian: Mi liquidi così?
Grace: Credi di meritare altro, già è tanto che non sia fuggita.
Christian: Perché mai?
Grace: Perché mi ha baciata contro la mia volontà. Non volevo assolutamente che accadesse.
Christian: Ma ne sei sicura?

Lui le afferra segretamente la mano, lei la rifiuta. Allora affrettano il passo e prima che le porte si chiudano riescono a salire sul treno.
Grace: Oh meno male…
Christian: Dai riuscirai a tornare in tempo a casa.

Il treno è pieno di gente, viaggiano in piedi.
Christian: Così lui non sospetterà nulla.
Grace: Christian ti prego non parliamo più di lui. Mi chiedo perché mai in questa settimana ti abbia parlato di me, della mia vita. Forse desideravo altro, te lo sei mai chiesto? Una semplice amicizia oppure davvero solo passare delle ore piacevoli dentro un motel.
Christian: Ci ho pensato sai, ma non credo che questo sia il tuo desiderio.
Grace: Scusami, non so quello che dico, forse sono solo nervosa e maggiormente lo sono quando gli altri mi impongono le cose.
Christian: Davvero ora avresti voluto stare in un motel? Ho sbagliato tutto vero?
Grace: Tranquillo non sei il primo… del resto capire le donne non è facile… Intendevo dire una cosa estemporanea e senza coinvolgimenti.
Christian: Mi spiace…
Grace: Christian non è vero che mi hai forzata, sono stata anche io a volerlo, ero curiosa della tua bocca, ma fa che quel bacio non ci sia mai stato! Me lo prometti?
Christian: Desideri andare a letto con me, ma non volevi quel bacio. Tesoro davvero non ti capisco.
Grace: Mi sto innamorando di te e non lo voglio! Ora mi capisci?

Lui non risponde. Si guardano in silenzio fino alla fermata successiva, nessuno dei due parla.
Grace: Che bimbi che siamo!
Christian: Dici?
Grace: Dico che due adolescenti avrebbero più sale in zucca. Ti rendi conto che ci siamo baciati in mezzo a una folla di gente?
Christian: Ma è stato solo un bacio di pochi secondi.
Grace: No Christian non sono solo due labbra che si uniscono alle altre, ma l’inizio di una vera catastrofe. Dovevamo restare solo amici! Così tutto si complica, due amanti sono come gli agenti segreti. Passano il tempo a nascondersi. Alberghetti ai margini della città, ristoranti di periferia, parcheggi senza luce, amori folli dentro auto in sosta, vetri appannati, strette di mano sotto ai tavoli dei bistrot, sguardi ficcanti, regali che non riesci a giustificare, cravatte e profumi, messaggi clandestini, baci alla stazione, treni secondari, un paio di mutandine nuove, calze mai messe prima, telefonate interrotte di colpo, gelosie nei confronti del propri partner, menzogne, scuse improbabili, notti a pensare cosa avesse voluto dire, telefonate di buon mattino, messaggi piccanti... e poi litigi, addii, riappacificazioni e ancora incomprensioni.
Christian: Detta così ci vedo una meravigliosa pennellata di romanticismo…
Grace: In effetti all’inizio è incredibilmente romantico, ma poi diventa squallido. E quando qualcuno te lo fa notare ci si sente sporchi perché si è bugiardi, infedeli anche con se stessi, perché manca la vita vera!
Christian: Vuoi dire che non c’è la convivenza di tutti i giorni immagino… Tipo quando si rompe un rubinetto o quando ci staccano la corrente perché ci siamo dimenticati di pagare una bolletta.
Grace: Oh no, stai banalizzando… La vita vera è svegliarsi insieme, fare progetti per il giorno, il mese, l’anno… essere sempre presenti anche nella malattia, contare in ogni momento sul proprio partner anche nelle disavventure.
Christian: Tu sei sicura che la vita vera, quella che viviamo con i nostri partner, sia migliore?
Grace: Non è né migliore né peggiore, ma la preferisco perché nonostante tutto è vera. Vera anche nella finzione, nei sotterfugi, nella ricerca dei propri spazi.
Christian: Direi piuttosto una vita normale. Ovviamente mi riferisco alla mia.
Grace: Che differenza fa?
Christian: Gli amanti sono più interessanti per definizione…
Grace: Beh per fortuna non siamo amanti. Ed un bacio non cambia lo stato di due persone che si sono appena conosciute.
Christian: Amanti sono coloro che si amano.
Grace: Amanti alla Stazione di Long Island City…
Christian: Io vorrei anche fuori, essere il tuo uomo alla luce del sole.
Grace: Christian smettila, proprio poco fa ti ho detto che siamo dei bambini e i bambini non fanno altro che sognare.
Christian: Anche gli adulti.
Grace: Io non sono abituata a vivere questo tipo di situazioni clandestine. Mi capisci?
Christian: Ma la nostra non sarebbe stata segreta.
Grace: Cioè? Vorresti che ora vada a casa e riferisca a mio marito che ho baciato un altro uomo che lui non conosce? E che mi è piaciuto, così tanto che ne avrei voluti altri diecimila? E magari dirgli che non voglio stare più con lui e mentre lui mi implora di ripensarci, andare in camera da letto e fare le valigie? Prendere i vestiti più belli e lasciargli solo gli scarti? Tu saresti pronto a fare la stessa cosa, lasciare di punto in bianco la tua casa, i tuoi figli?
Christian: Beh no, ci sono dei tempi da rispettare.
Grace: Ecco vedi? Io non sono capace di mentire anche per un solo secondo. Non sono capace di stare con un piede in due scarpe.
Christian: La strada per la felicità è fatta anche di momenti tristi e se vuoi di menzogne.
Grace: E allora non sarò mai felice…

Lei guarda fuori dal finestrino.
Grace: Christian tra poco devo scendere. E quando questo treno si fermerà sarà tutto finito e per sempre.
Christian: Poteva andare meglio vero?
Grace: È andata come è andata.
Christian: Non ti piace se ti dicessi che è andata così perché tutti e due lo abbiamo voluto?
Grace: Non cambierebbe la sostanza delle cose. Perdonami, ma forse oggi mi hai conosciuta meglio. Ovvero hai conosciuto la parte più fragile di me.
Christian: Non devo più aspettarti al solito posto vero?
Grace: No, non farlo, lasciami vivere in pace la mia vita.
Christian: Come vuoi tu tesoro mio. Dimmi solo se ci ripenserai.
Grace: Se ci fosse questa possibilità non la lascerei finire, non scenderei alla prossima fermata.
Christian: Non ti ho mai vista così determinata.
Grace: Se fossi stato solo un amico sarebbe stato diverso.
Christian: Quindi mi lasci per un bacio?
Grace: Hai fatto quello che ti sentivi, ma proprio mentre mi baciavi mi sono chiesta cosa stessi facendo. È cambiato tutto, il gioco è diventato realtà, una realtà che non m’appartiene. Non sono più una ragazzina e per me un bacio vale molto.
Christian: Non hai mai tradito tuo marito vero?
Grace: Stiamo insieme da quasi venti anni. Lui è stato il primo e il mio unico uomo. Tradirlo è come tradire me stessa. Scusa ci ho provato, dico mentalmente… in certi momenti mi sono sentita una diciottenne al primo amore vero, ho sognato, combattuto contro i pensieri cattivi, ho pensato anche come sarebbe stato l’amore con te, ma non ci sono riuscita. Perdonami.
Christian: Ora vorrei non averti baciata.
Grace: Ma è finita con un bacio non sei contento?
Christian: Se non fosse stato l’ultimo non sentirei in bocca l’amaro sapore dell’addio.
Grace: Ma è stato anche il primo e sono stata felice di aver assaporato la tua dolcezza.
Christian: Sì ma è comunque un bacio che sa di incompiuto.
Grace: Ma per te, se non ci fosse stato, sarebbe stato peggio no?
Christian: Ci penserai?
Grace: Non potrò mai dimenticarlo.
Christian: Sei bella Grace…
Grace: Abbi cura di te e ti auguro con tutto il cuore di incontrare una donna meno complicata di me.
Christian: Ma io voglio te!

Lei lo guarda con aria compassionevole e gli accarezza il viso.
Grace: Addio Christian.
Christian: Aspetta manca ancora un po’…
Grace: No, no non vorrei perdere la fermata. C’è tanta gente oggi… Scusami, ciao.

Lei si fa largo e va verso l’uscita.
Christian: Buon weekend Grace!
Grace: Ah già che sbadata! Oggi è venerdì! Buon weekend Christian.

Christian la vede scendere dal treno, poi la segue con lo sguardo finché lei non diventa un puntino grigio che si confonde con l’oscurità della sera. Solo in quel momento si rende conto che non sa nulla di lei, non conosce dove lavora, dove abita, non conosce il suo numero di telefono, uno straccio di indizio per poterla rintracciare. Scuote la testa perché sa che non la rivedrà mai più, nemmeno casualmente, nemmeno se rimarrà per giorni e giorni seduto su quella panchina alla stazione di Long Island City.



FINE


 









1


Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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