|   | 
			
                            
			HOME  
			
                              
                            
            
                            CERCA  
                            
                            
                            CONTATTI   
			
                            
                            
			COOKIE POLICY 
			   
							
                            
			
								
								
                    			REPORTAGE    
                                
						
								
                    			
								DUBAI 
						
			L’oro che non luccica e l’incontro con Maria 
			
			
      	  
                            Sono circa le sette 
			di sera, seduto nella hall dell’albergo mi gusto un the bollente... 
			
			
			 
			    
			  
			
  
			
			
			
				
					
      				     
						InterHotel Dubai. Sono 
						circa le sette di sera, seduto nella hall dell’albergo 
						mi gusto un the bollente e questa splendida vista con 
						piscina quando sono distratto da un gruppo di ragazze 
						alte e bionde. Camminano su tacchi altissimi, i loro 
						vestiti colorati riflettono sul marmo bianco, ridono tra 
						loro mentre guadagnano l’entrata del night.
  Sto 
						scrivendo un articolo per il mio giornale dal titolo 
						“Cinque cose per le quali vale la pena di tornare a 
						Dubai”, ma faccio fatica. Sono distratto da quel gruppo 
						di ragazze e poi da un altro ancora, un fiume imponente 
						di bellezza e dall’aspetto inequivocabile. Non faccio 
						fatica a constatare che qui a Dubai il numero di 
						prostitute d’alto bordo è superiore a quello di tutta 
						Europa. 
  Dopo circa una mezz’ora mi si avvicina 
						un tipo strano, grasso e biondo, lo avevo già incrociato 
						in ascensore e ci eravamo salutati. Indossa una giacca 
						rossa e un paio di pantaloni celesti, le sue dita sono 
						piene di anelli. È ucraino, dice di chiamarsi Alex ed ha 
						un grosso Rolex al polso, vuole offrirmi da bere ed io 
						accetto. Mentre guardiamo lo sciame di ragazze mi dice 
						che qui la prostituzione è illegale, si rischia molto, 
						ma si fanno grossi affari. Lui di professione fa 
						l’organizzatore di eventi, ma in realtà da quanto 
						capisco la sua agenzia gestisce ragazze ucraine e russe 
						che desiderano trasferirsi da queste parti. Gli chiedo 
						che tipo di gestione, lui mi guarda e poi decide di 
						fidarsi e sottovoce mi dice che ogni ragazza rende in 
						media tra 100mila e 150mila dollari all’anno. I clienti 
						sono principalmente arabi, che arrivano a Dubai da altri 
						paesi della penisola arabica, ma non mancano europei ed 
						anche italiani!
  Mi dice che a Dubai ci sono 1500 
						moschee per due milioni di abitanti, per cui va da sé 
						che non è concesso baciare una donna in strada, ma anche 
						tenersi per mano, oppure che una ragazza vada in giro in 
						minigonna o maniche corte, oppure bere alcolici in 
						pubblico, oppure esercitare il mestiere più antico del 
						mondo, pena multe salatissime e in alcuni casi settimane 
						di prigione, ma nel trionfo dell’ipocrisia la legge non 
						scritta consente tutto questo e altro dentro un hotel.
						
  E in effetti la maggior parte dei bar e dei 
						locali notturni sono all’interno dei complessi 
						alberghieri, ovvero le uniche strutture che possono 
						servire alcolici. Sebbene sia severamente vietato il 
						consumo di alcolici per strada, è possibile bere in 
						libertà nei vari locali notturni. L’età legale per bere 
						è 21 anni ed alcuni locali consentono l’ingresso solo a 
						persone di età superiore a 25 anni. Per chi guida in 
						stato di ebbrezza la tolleranza da queste parti è pari 
						allo zero per cui si rischia di andare direttamente in 
						prigione.
  Dubai è il primo paese al mondo per 
						immigrazione. Gli abitanti originari sono circa il 20%. 
						Tutto il resto immigrati e la maggior parte sono 
						indiani, pakistani e iraniani. C’è anche un gruppo 
						sparuto di italiani che aprono attività prendendo la 
						residenza per ragioni fiscali. 
  Qui c’è la 
						metropolitana più lunga al mondo, ben 75 KM senza 
						guidatore, qui c’è il centro commerciale più grande al 
						mondo, la torre più alta del mondo, dentro ci vive 
						un’intera città con alberghi, uffici, centri 
						commerciali, ma non è tutto oro quello che luccica.  
						 Mi concentro sulle ragazze che continuano ad 
						entrare. Secondo i dati ufficiali, a Dubai sono circa 
						trentamila le donne che guadagnano soldi offrendo i loro 
						servizi sessuali nonostante la prostituzione sia un 
						reato punito con almeno quattro anni di reclusione, ma 
						come detto occhio non vede cuore non duole! 
  La 
						maggior parte sono ragazze che provengono dai paesi 
						dell’est Europa. Il punto di raccolta per le ragazze del 
						sud est Europa è l’aeroporto di Tashkent, Uzbekistan, 
						una specie di riciclaggio come si fa con il denaro 
						sporco. Qualche ora di volo e, sempre sorvegliate, 
						atterranno qui con un semplice visto turistico e con la 
						promessa di un posto da cameriera o da ballerina. La 
						maggior parte vengono affidate a donne più esperte, 
						oppure vendute per 15.000 dollari che ovviamente 
						dovranno restituire con il proprio corpo. Quando si 
						rendono conto della situazione è troppo tardi. Per una 
						ragazza straniera è quasi impossibile ricevere 
						protezione dallo Stato. Vengono arrestate come 
						prostitute e alla meno peggio messe sotto tutela in un 
						rifugio protetto più simile ad un carcere che a una casa 
						dove ricevere supporto. Se si ribellano ai loro aguzzini 
						vengono picchiate e comunque costrette a lavorare. 
						L’unica via di uscita è conoscere un cliente che in 
						qualche modo possa aiutarle.
  L’ucraino in giacca 
						rossa mi dice: “Qui non esiste la classe media per cui 
						puoi facilmente guadagnare soldi o fare la fame. 
						Nonostante l’apparenza qui c’è di fatto tanta povertà, 
						un tassista o un operaio guadagna in media 200 euro al 
						mese, ma di contro la tariffa di una prostituta arriva 
						anche a 15mila euro a sera! Ovviamente parliamo di top e 
						molto dipende dalla bellezza e dalla classe, le ragazze 
						per così dire normali prendono in media dai 200 ai 1000 
						dollari l’ora, niente male se la cifra viene paragonata 
						allo stipendio dell’operaio di prima!”
  Poi 
						aggiunge: “L’approccio è di quelli classici, hotel, 
						drink, qualche sorriso e poi la fatidica richiesta «1500 
						dirham se vuoi passare la serata con me». Se non accetti 
						si alzano e ti salutano gentilmente. Sono ben vestite, 
						giovanissime, pelle chiara, truccate, appariscenti, 
						gonne cortissime, passano dal bancone del bar ai 
						tavolini con uomini soli con disinvoltura, per poi 
						saltare da una camera all’altra perché le richieste sono 
						tante e la notte è lunga.”
  Alex, mi offre ancora 
						da bere, poi con fare ammiccante mi dice che gli sono 
						simpatico e che se voglio trascorrere la notte parlando 
						la mia lingua, in fondo alla sala, seduta con altre su 
						un divano, c’è anche una ragazza italiana di nome Maria. 
						Me la indica, è giovane, bella e si distingue dalle 
						altre perché è mora, non molto alta e dai modi 
						estremamente sensuali. Lui può metterci una buona parola 
						e il costo non andrebbe oltre una bottiglia di 
						champagne. Ovviamente rifiuto l’offerta, gli dico che 
						sono in partenza ed ho l’aereo per Milano Malpensa alle 
						sei di mattina. Dopo un attimo d’imbarazzo sorride e mi 
						dice che qui a Dubai la notte è lunga e da soli si 
						rischia di annoiarsi. Mi guarda strano come fossi un 
						alieno, poi si alza, mi dà la mano e mi dice: “Bravo 
						italiano!” Lo saluto con cortesia e riprendo a scrivere 
						il mio articolo.
  Torno al mio taccuino, cercando 
						di concentrarmi sull’articolo. Le parole, però, non 
						scorrono e sembrano sfuggirmi. La hall 
						dell’InterContinental è ancora viva, un mosaico di luci 
						soffuse, risate lontane e il tintinnio dei bicchieri. La 
						piscina illuminata riflette bagliori azzurri sul 
						soffitto, e il mio tè si è ormai freddato.
  Sto 
						scribacchiando una frase su Burj Khalifa: - con i suoi 
						829,81 metri è il grattacielo più alto del mondo, la più 
						alta struttura realizzata dall'uomo - quando una voce 
						morbida mi interrompe. “Italiano, vero?” Alzo lo sguardo 
						e la vedo: Maria, la ragazza che Alex mi aveva indicato. 
						Noto che è ancora più bella da vicino. I capelli castani 
						le cadono in onde morbide sulle spalle, i suoi occhi, 
						grandi e scuri, hanno un’intensità che cattura 
						all’istante. La squadro dalla testa ai piedi, indossa un 
						vestito nero aderente, elegante ma non vistoso, con una 
						scollatura appena accennata che attira lo sguardo senza 
						rivelare troppo. Ai piedi porta un paio di sandali dal 
						tacco impossibile tempestati da brillantini. 
  
						Senza aspettare un mio invito si siede accavallando le 
						gambe con quella grazia italiana di chi sa valorizzare 
						ogni dettaglio. Non è alta, forse poco più di un metro e 
						sessanta, ma la sua figura è proporzionata e le sue 
						gambe, tornite e lisce, sono fasciate un paio di calza 
						nera velata, dalla trama sottile come un soffio.
  
						“Sì, italiano,” rispondo, un po’ spiazzato e confuso. 
						“Come lo sai?” Dico tanto per dire. “Qui le voci girano 
						in fretta. E poi, sembri un po’ fuori posto, con quel 
						taccuino in mano mentre tutti si divertono.” Le 
						sorrido, cercando di nascondere l’imbarazzo.  “Sto 
						scrivendo un articolo. Cinque motivi per tornare a 
						Dubai. Ma non è facile con tutto questo… movimento.” 
						Lei ride. “Dubai è così. Ti travolge. Però stasera è 
						calma, anzi troppo… Nessun cliente, niente da fare. Mi 
						annoio.” Fa un gesto vago verso la sala, dove il gruppo 
						di ragazze bionde di prima continua a chiacchierare e 
						ridere. “Loro trovano sempre qualcosa di divertente, io 
						invece… boh, forse sono troppo schizzinosa.”
  Mi 
						guarda, forse si aspetta un complimento. Il suo viso è 
						un vero magnete. Non ha la bellezza fredda e scolpita di 
						certe modelle, ma un calore che ti fa venir voglia di 
						guardarla ancora e ancora. La sua pelle è chiara, con 
						una leggera spruzzata di lentiggini sul naso che le dà 
						un’aria vagamente infantile, in netto contrasto con la 
						sensualità del suo portamento.
  In quel mentre si 
						avvicina il cameriere, un gin tonic per lei, un whisky 
						liscio per me. Maria inizia a parlare.  Noto che ha 
						una parlantina sciolta, un accento del Nord Italia, 
						forse Veneto, con quella cadenza musicale che ti fa 
						sentire a casa.  “Sono qui da due anni,” dice, 
						mescolando il ghiaccio nel bicchiere. “Prima lavoravo in 
						un ufficio a Venezia, sai, robe noiose, contratti, 
						scartoffie. Poi un’amica mi ha detto che a Dubai si 
						guadagnava bene, che c’è un altro mondo. E aveva 
						ragione.” “E com’è questo mondo?” chiedo, curioso e 
						felice di avere qualche notizia fresca direttamente da 
						chi fa questo lavoro. La vedo rilassarsi, forse 
						compiaciuta che qualcuno si stia interessando a lei 
						oltre l’aspetto fisico. Si appoggia allo schienale e 
						guardandomi dritto negli occhi dice: “È un gioco. Bello, 
						pericoloso, tutto insieme. Qui faccio la “Ragazza della 
						notte”, come ci chiamano da queste parti. Insomma 
						accompagno uomini ricchi a cene, feste, locali. A volte 
						è solo compagnia, a volte… se la situazione lo richiede 
						faccio anche altro. Ma decido io, sempre. Nessuno mi 
						costringe.” “E i soldi?” Chiedo. Lei sorride: 
						“Quelli tanti. Più di quanto guadagnerei in dieci anni 
						in Italia facendo lo stesso mestiere. Ma non è per 
						sempre, sai? Ho un piano. Risparmio, torno in Italia, 
						apro qualcosa di mio. Magari un piccolo bistrot sul mare 
						dalle parti di Jesolo.”
  C’è una sincerità 
						disarmante nel modo in cui parla, come se non avesse 
						bisogno di giustificarsi. Eppure, nei suoi occhi, 
						intravedo una sfumatura di nostalgia. Mi rendo conto che 
						i soldi non sono tutto e mentre continuiamo a 
						chiacchierare il tempo scivola via. Quel drink diventa 
						doppio, poi triplo e la serata si fa calda, non solo per 
						l’alcol, ma per quella chimica che immancabilmente si 
						sta creando tra noi. 
  Maria ha un modo di 
						guardarmi che mi fa sentire unico, e io, che di solito 
						mantengo le giuste distanze, mi ritrovo a ridere, a 
						scherzare, a raccontarle di Milano, del mio lavoro, di 
						quella volta che avevo quasi perso un volo per aver 
						scritto fino all’ultimo minuto. Sento chiaramente il suo 
						profumo di vaniglia quando avvicinandosi mi sussurra: 
						“Sai, stasera non ho voglia di stare sola. E tu non 
						sembri uno che vuole solo scrivere di Dubai.” Mi sfiora 
						la mano.
  Mi ricordo, semmai me lo fossi 
						dimenticato, che il mio volo per Milano Malpensa è alle 
						sei del mattino e l’orologio segna già le dieci passate. 
						Ma c’è qualcosa in lei, nel suo modo di essere così 
						viva, così reale in mezzo a quel mondo di apparenze, che 
						mi fa perdere la razionalità. “Ok. Niente solitudine 
						stasera.” Dico sorprendendomi di me stesso.
  Lei 
						sorride io dico al cameriere di mettere i drink sul 
						conto della mia stanza, poi ci alziamo, la sua mano 
						trova facilmente la mia mentre ci dirigevamo verso 
						l’ascensore. La notte è lunga, come aveva detto Alex, ma 
						non mi sento più un alieno. Mi sento vivo, travolto da 
						Dubai e da Maria, sapendo che quella scelta avrebbe 
						potuto compromettere il mio ritorno in Italia e costarmi 
						l’intero biglietto del volo low cost.
  Quando 
						l’ascensore si ferma al mio piano, Maria mi guida con 
						una sicurezza che ha qualcosa di magnetico. Il corridoio 
						dell’InterContinental è silenzioso, il tappeto rosso e 
						soffice sotto i nostri passi e le luci soffuse creano 
						un’atmosfera intima. La mia stanza, al diciottesimo 
						piano, ha una vista mozzafiato sullo skyline di Dubai, 
						ma il vero spettacolo è lei. 
  La osservo come per 
						non perdere nulla di lei, i suoi dettagli sono vere 
						opere d’arte come le sue unghie curate di un rosso scuro 
						che richiamano il rossetto. Il trucco impeccabile, un 
						velo di fondotinta che uniforma la pelle, un ombretto 
						leggero, dai toni neutri con una sfumatura dorata che fa 
						risaltare i suoi occhi. Le sopracciglia, ben definite, 
						ma il rossetto è il vero protagonista, un rosso intenso, 
						profondo, che disegna le sue labbra piene con una 
						precisione quasi pittorica. Quelle labbra, morbide e ben 
						delineate che sembrano fatte per sorridere, baciare e 
						soprattutto sussurrare promesse.
  Lei si toglie le 
						scarpe con noncuranza e si avvicina alla finestra, 
						osservando la città. “È sempre così bella da quassù…” 
						Mormora, prima di voltarsi verso di me. Il suo sorriso è 
						un misto di malizia e dolcezza, come se sapesse 
						esattamente cosa succederà subito dopo. Del resto lei è 
						un’escort esperta e lo si capisce dal mondo con cui 
						aspetta, dal controllo che ha su ogni gesto, ogni 
						sguardo. Eppure, non c’è nulla di meccanico in lei. 
						Sembra genuinamente intrigata da me, come se la mia 
						goffaggine da scrittore distratto sia per lei una novità 
						rispetto agli uomini che incontra di solito. “Vieni 
						qui,” dice tendendo la mano. Mi avvicino, e lei mi tira 
						piano verso di sé, posando le mani sul mio viso. Il suo 
						tocco è caldo, sicuro, ma non invadente. “Rilassati, mio 
						bel giornalista,” sussurra con una risata leggera. “Non 
						sei al lavoro ora, ma se vuoi scrivere un articolo fallo 
						su di me.” Ora tutto sembra lontano anni luce anche il 
						reportage su Dubai, anche il volo.
  Lei si 
						allontana per farsi guardare e io rapito non posso non 
						obbedire. Le calze nere, velate e leggermente lucide, 
						aderiscono alle sue gambe come una carezza, e il 
						reggicalze, nascosto sotto il vestito, si materializza 
						nel gioco del vedo e non vedo come un tocco di classe 
						invitante e allo stesso tempo inaccessibile. Le sussurro 
						che è bella da morire. Ma di una bellezza che non è solo 
						la somma delle parti del suo corpo, ma il modo in cui 
						tutto si combina, proprio di chi conosce il proprio 
						potere e lo usa con grazia, senza mai trasformare 
						l’essenza di donna in merce. E questo la rende unica, 
						anche in una città come Dubai, dove la bellezza sembra 
						essere la moneta di scambio più comune.
  Ci 
						baciamo, i suoi baci sono morsi leggerissimi, lenti, 
						profondi ed esperti che sanno stuzzicare e promettere ed 
						accendono immancabilmente la scintilla. Ma sento anche 
						una dolcezza inaspettata e mi lascio andare, incuriosito 
						da lei, dal suo mondo, da questa notte che sembra 
						sospesa fuori dal tempo. Le mie mani trovano i suoi 
						fianchi, e lei risponde premendo il suo corpo morbido e 
						caldo contro di me. Mi guida verso il letto, si siede 
						sul bordo, e tirandomi giù inizia a sbottonarmi la 
						camicia. “Sei diverso,” dice guardandomi negli occhi. 
						“Non so, c’è qualcosa di… sincero in te.” Mi chiedo se 
						sia una frase che usa spesso con gli altri clienti, ma 
						in quel momento ci credo, mi abbandono, perché anche io 
						sento qualcosa verso di lei.
  L’amore che segue è 
						un intreccio di passione e scoperta. Maria è maestra nel 
						suo mestiere ed ogni suo movimento è studiato per dare 
						piacere, per creare un’intimità, un sincronismo profondo 
						d’amore che sembra impossibile in una notte sola. Sa 
						quando accelerare, quando rallentare, quando sussurrare 
						qualcosa di provocante o quando lasciarsi andare. Ma 
						sento che non è solo tecnica. C’è altro, qualcosa che sa 
						di fragile e nel contempo di familiare, nei sospiri che 
						le sfuggono, nei momenti in cui i suoi occhi cercano i 
						miei. Lei mi guida in una danza dove io conosco i passi, 
						ma mi lascio ugualmente trasportare rispondendo con un 
						desiderio che cresce a ogni tocco, a ogni bacio. Già, 
						Maria non è solo bella, Maria è l’altra faccia della 
						donna che ho sempre desiderato, e piacevolmente stordito 
						affondo in quel mare di sensi per possederla avidamente 
						fino a quando esplodendo insieme a lei sento il suo 
						orgasmo vero e reale. 
  Quando ci sdraiamo, 
						esausti, la stanza è avvolta dal silenzio, rotto solo 
						dal solo ronzio lontano dell’aria condizionata. Maria si 
						accoccola su di me, la sua testa sul mio petto, e per un 
						attimo sembra solo una ragazza, non la donna che vive di 
						notti come quella. “Sai,” dice piano, “a volte vorrei 
						solo fermarmi. Ma poi penso che questa vita mi ha dato 
						tanto. Anche momenti come questo.” Ancora perso nella 
						meraviglia di ciò che è appena successo dico: “È stata 
						una notte che non dimenticherò mai.” Mi accorgo di 
						pensarlo davvero perché non è solo il piacere fisico, ma 
						il modo in cui ci siamo trovati, due estranei che per 
						qualche ora avevano condiviso qualcosa di autentico. Lei 
						ride piano. “Bravo giornalista…” Dice con un tono caldo 
						e complice. E mentre la Skyline di Dubai continua a 
						brillare fuori dalla finestra, mi rendo conto di quanto 
						il mio volo sia a rischio, ma non riesco a 
						preoccuparmene. Questa notte con Maria, vale ogni 
						secondo.
  Mi guarda, il suo sguardo ha qualcosa di 
						diverso: un’ombra di riflessione, come se stesse 
						cercando le parole per dire qualcosa di importante. Alla 
						fine sospira, la sua voce è tremendamente genuina e 
						confidenziale: “Non è sempre così, sai, le notti, le 
						stanze, gli uomini anche quando sono gentili, mi 
						lasciano solo una voragine dentro, un vuoto che non 
						riesco a spiegarti.” Poi si ferma, giocherellando con 
						una ciocca di capelli riprende: “Sono stufa, davvero. 
						All’inizio sembrava un sogno: soldi facili, lusso, Dubai 
						che ti fa sentire una regina invincibile. Ma ora? Sento 
						che mi manca qualcosa.”
  Mi giro verso di lei, 
						incuriosito. “Cosa ti manca?” Sospira: “L’Italia, 
						tanto per cominciare. Non Venezia, non proprio, ma… non 
						so, il mare, il profumo del caffè la mattina, le 
						chiacchiere con le amiche senza dover fingere di essere 
						qualcun’altra. Qui sono Maria, la ragazza che sorride e 
						fa girare la testa, ma a volte mi dimentico chi sono 
						davvero.” Fa una pausa, poi aggiunge con un sorriso 
						amaro: “E poi, questa vita… non è per sempre. Ho 27 
						anni, ma tra cinque? Dieci? Non voglio finire come certe 
						ragazze che vedo, ancora qui a inseguire qualcosa di 
						effimero che non ha alcun valore.” “Vorresti 
						tornare?” Chiedo, cercando di capire meglio. “Sì,” 
						rispose, senza esitazione. “Voglio tornare in Italia. 
						Non so bene cosa farò, però. Non ho un piano preciso, 
						non ancora. Magari gestire un bar, come ti dicevo, o 
						qualcosa di piccolo, qualcosa di mio. Ma è difficile. 
						Qui guadagno tanto e non ho responsabilità, là… boh, si 
						riparte quasi da zero. E poi c’è la paura di non 
						farcela, di tornare e scoprire che non riesco più a 
						vivere una vita normale.”
  La guardo, sdraiata 
						accanto a me, così vulnerabile. Non è più l’escort 
						esperta che mi aveva guidato con sicurezza poche ore 
						prima. È semplicemente una donna che cerca un’ancora di 
						salvataggio, un motivo per credere in un futuro diverso. 
						“Sembra che tu ci stia pensando da un po’…” Dico per 
						stimolarla. “Ogni giorno…” Ammette. “Ma stasera, 
						parlando con te nella mia lingua… non so, mi sento 
						diversa, come se avessi riscoperto i sapori di casa. Tu 
						sei diverso. Non mi guardi come se fossi solo un bel 
						corpo o un’ora di divertimento. Mi ascolti. E mi fai 
						venir voglia di credere che potrei davvero farcela e che 
						non tutti gli uomini sono solo clienti.”
  Le sue 
						parole mi colpiscono, e per un attimo mi sento quasi in 
						soggezione. “Non so se sono così speciale…” Dico, 
						sorridendo per alleggerire l’atmosfera. “Sono solo un 
						tizio che scrive articoli e perde i voli per Malpensa.” 
						Lei ride, un suono caldo che spezza la tensione. “Forse, 
						ma sei un tizio che mi piace. E se tu… non so, se tu mi 
						aiutassi, magari questa serata potrebbe davvero 
						diventare qualcosa di speciale. Non dico che devi 
						salvarmi, non sono una damigella in pericolo, ma un 
						amico, qualcuno con cui parlare, qualcuno che mi ricordi 
						che c’è di più là fuori… potrebbe fare la differenza.” 
						 Mi prende la mano, intrecciando le dita con le mie, 
						e in quel gesto sento tanta sincerità che mi fa quasi 
						tremare. “Aiutarti come?” chiedo, anche se una parte di 
						me già immagina la risposta. “Non lo so ancora. 
						Magari scrivendo di me, ma non come una escort, come una 
						persona. O magari solo restando in contatto, dandomi un 
						motivo per non lasciarmi risucchiare da Dubai. O… boh, 
						venire a trovarmi in Italia quando ci torno, e vediamo 
						cosa succede.” Sorride, ma i suoi occhi sono seri, pieni 
						di speranza e paura insieme.
  La guardo, e per la 
						prima volta sento che questa notte non è solo una storia 
						da raccontare nel mio articolo. È qualcosa di più 
						grande, più reale. “Ok.” Dico, sorprendendomi della mia 
						stessa determinazione. “Ti aiuterò. Non so come, ma ci 
						proverò. E quando sarai in Italia, verrò a cercarti. 
						Promesso.”
  Maria mi guarda. La vedo che ha voglia 
						di chiedermi qualcosa di molto personale, allora l’aiuto 
						anticipandola e, togliendola dall’imbarazzo, dico: “No, 
						no tesoro, non sono sposato. Ho solo una storia di poco 
						conto…” Lei sorride, sembra sollevata, poi si avvicina e 
						mi bacia, un bacio lento, diverso da quelli di prima, 
						pieno di una tenerezza che sembra sigillare un patto. 
						“Grazie…” Sussurra tra le mie labbra.
  Restiamo 
						lì, abbracciati, mentre Dubai continua a scintillare 
						fuori dalla finestra. Il mio volo per Milano è sempre 
						più a rischio, ma in quel momento non ha nessuna 
						importanza. C’era Maria, c’è la sua voglia di 
						ricominciare, e la possibilità, fragile ma reale, che 
						insieme possiamo costruire davvero qualcosa di speciale.
  
						
			  | 
				 
			 
			 
			
							
								
			  
			 
      				    
			IMMAGINE GENERATA DA IA ARTICOLO A CURA DI  ADAMO BENCIVENGA 
      				    
      				    
						FONTI: 
			https://www.perdavvero.com/diogoalves/ 
			https://en.wikipedia.org/wiki/Diogo_Alves 
			https://www.nerocrime.com/la-testa-di-diogo-alves/ 
			https://www.ivg.it/  
      	    
			   
				
				 
  
			 
				  
      	   
            	
      				    
                        
      				       
					 
					Tutte 
						le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi 
						autori.  
					Qualora l'autore ritenesse 
				improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione 
						verrà ritirata immediatamente. (All 
						images and materials are copyright protected  and are the 
						property of their respective authors.and are the 
						property of their respective authors. 
					If the 
				author deems improper use, they will be deleted from our 
						site upon notification.) Scrivi a
						
						
				liberaeva@libero.it 
					
					
					  COOKIE 
					POLICY 
				
      				    
  
                    
                    
                    
                    TORNA SU (TOP)
  
				LiberaEva Magazine 
                        Tutti i diritti Riservati  
					
				Contatti 
					
  
							
		  
			
  
                		 
                		 
								
			
                                
      				    
                            
								
						
        	
                        
      				    
						
								
                            
      	  
                          
                		
                                
                		
							
			
                                
						
			 | 
			  |