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IL MESTIERE ANTICO


Il Barrio maledetto e prediletto
Non entrate al Raval!
Il Barrio del Raval è
l'unico posto di Barcellona dove non dovete mai andare! Recitava una
famosa guida turistica di un po’ di tempo fa...

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.Non entrate al Raval! Il
Barrio del Raval è l'unico posto di Barcellona dove non
dovete mai andare! Recitava una famosa guida turistica
di un po’ di tempo fa elencando tutti rischi tipo
prostituzione, droga, delinquenza, emarginazione,
sporcizia. Nella chinatown spagnola si andava per
frequentare bordelli malfamati. I clienti si
sottoponevano ad una specie di disinfestazione
artigianale con tanto di lavaggio del pene ed acquisto
forzato di preservativi.
Passando dalla Rambla e
lanciando uno sguardo fugace nei vicoli di questo
quartiere, si potevano intravedere loschi figuri dalle
facce poco raccomandabili, prostitute e clienti, la
gente di strada e gli ubriaconi, i ladri e i
delinquenti, ma il Raval era anche il Barrio
portafortuna dei toreri, che prima di ogni corrida
andavano a passare la notte sempre nello stesso albergo
fatiscente.
Le condizioni dei residenti
portarono a Barcellona gravi epidemie a causa della
mancanza di igiene, così il Raval si trasformò in un
ghetto nel quale nessuno osava entrare, una zona
maledetta che per squallore e affollamento veniva
paragonata alla Chinatown di San Francisco. Poi nel ’56
con la chiusura nazionale dei bordelli la prostituzione
si è allargata anche fuori il barrio dilagando per le
Ramblas e le strade limitrofe.
Chiamato dai
barcellonesi anche Barrio Chino, appellativo
dispregiativo per la forte presenza di immigrati
orientali, il Raval si trova nel Vecchio centro
cittadino di Barcellona, nella Ciutad Vella, a sinistra
della Rambla.
Grazie ad una politica di riforme
e riabilitazione delle abitazioni, di creazione ed
apertura di spazi per la comunità oggi è un quartiere
relativamente tranquillo coi i suoi localini
caratteristici, gli alberghi e un bellissimo museo di
arte contemporanea, il MACBA con 5000 opere dei più
grandi artisti del XX secolo. Indubbiamente è un
quartiere di confine, meticcio, aperto, moderno e
cosmopolita per amanti dei locali multiculturali e
multirazziali ed in cui spiccano bar, caffè con musica,
musei e circoli culturali, ma anche negozi di tendenza e
ristoranti etnici. È anche dimora di creativi, artisti
solitari e stilisti stravaganti di ogni genere che qui
hanno trovato la loro dimensione ideale ed espongono le
loro originali creazioni di pittura e scultura.
La sera invece il richiamo viene dalle luci delle
vetrine e dei locali alla moda in cui si riunisce il
popolo della notte; locali in cui si mangia al ritmo di
deejay che mixano musica brasiliana, messicana o
elettronica, tra cibo etnico e tradizioni catalane. È
in questo quartiere che lo scrittore Manuel Vasquèz
Montalbàn ha ambientato le vicende del commissario Pepe
Carvalho.
Ci torno dopo tanti anni e passeggiando
incrocio uomini in giacca e cravatta, signore in
carriera, artigiani e negozianti, ma anche due
prostitute in minigonna e tacchi vertiginosi in cerca di
qualche turista da spennare e tre metri oltre uno
spacciatore che prova a vendere una misera dose. Un
simpatico gestore di un bar, mentre mi serve una
fantastica sangria che gusto seduto sul trespolo del
banco, mi dice in stretto catalano che gli scippi qui
sono pane quotidiano e in alcuni vicoli tipo la c/ta St.
Ramòn o la Boqueria è ancora sconsigliato avventurarsi
di notte.
Il mercato più celebre di Barcellona,
diventa il rifugio notturno dei vagabondi e delle
prostitute più degradate della città. Queste ragazze
clandestine intercettano i loro clienti passeggiando per
le ramblas per poi offrire i loro servizi tra quelle
colonne. Le baby prostitute africane, controllate dalle
mafie, svolgono la loro attività a cielo aperto con
disinibiti e pubblici accoppiamenti. All’incirca venti
euro, ma anche meno, per una prestazione di pochi minuti
in ginocchio o in piedi secondo le richieste del cliente
con tanto di mutande abbassate e gonne alzate fino ai
fianchi.
Il fenomeno è così diffuso che la
polizia si dichiara impotente, ogni tanto scatta una
retata, con tanto di multa, all’incirca 300 euro
ovviamente non pagata. L’apparente tranquillità dura
qualche decina di minuti perché subito dopo la zona è di
nuovo affollata. Del resto anche se la legge comunale
vieta il sesso per strada, la prostituzione in Spagna
non è un reato ed è quindi difficile perseguire le
ragazze. La soluzione al problema? Abolire la fame e
quindi lo smercio del proprio corpo. Intanto squadre di
addetti della nettezza urbana ad ogni alba lavano e
ripuliscono le strade ricoperte da uno strato immondo di
preservativi e fazzoletti prima che i commercianti del
mercato sistemino la loro merce sui banchi. .
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE FONTI
https://visitarebarcellona.com/raval-barcellona/
https://www.10cose.it/barcellona/raval-barcellona
https://www.spagna.cc/barcellona_raval.html
http://renato1959.blogspot.com/2012/10/barrio-chino-raval.html
https://archivio.giornalettismo.com/le-notti-troppo-calienti-di-barcellona/
© Riproduzione riservata



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