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REPORTAGE
IL MESTIERE ANTICO
Sonagachi
Il più grande
bordello dell’Asia
"Devo incontrare Shaila una ragazza del
posto che, tramite internet, mi ha promesso di raccontarmi la sua
storia. Lei è diventata famosa per aver fatto la comparsa bambina
nel film documentario americano "Born into Brothels: Calcutta's Red
Light Kids" che vinse l'Oscar per il documentario nel 2004."
Cammino tra le vie di fango di Sonagachi, il quartiere a nord di
Calcutta famoso per i suoi numerosi bordelli. Di fatto è il più grande
quartiere a luci rosse di tutta l’Asia con diverse centinaia di bordelli a
più piani costruiti nei vicoli tortuosi con circa 7.000 prostitute mentre
in tutta la zona il numero delle prostitute raddoppia a oltre 13.000
donne. Pare che esista da oltre tre secoli.
In bengalese Sona Gachi
significa "Albero d'oro" e secondo la leggenda, in questa zona abitava un
certo brigante di nome Sanaullah. Alla sua morte sua madre in lutto abbia
sentito una voce: “Madre, non piangere. Sono diventato un albero”, e così
è iniziata la leggenda di Sona Gazi.
Il quartiere si affaccia su
un lungo vialone principale. Strade fangose e piene di rifiuti. Palazzi
divorati dall'umidità e dall'incuria. Un forte odore di verdure marce,
misto a quello di urina. Agli angoli, donne e ragazze vestite con il saari
attendono clienti. La prostituzione in India è legale; mentre tutta la
serie di attività correlate, tra cui l'adescamento in luogo pubblico e la
sosta lungo i marciapiedi, oltre alla gestione di case di tolleranza e lo
sfruttamento della prostituzione rimangono crimini perseguiti penalmente.
Si stima che circa il 5% delle 13.000 prostitute di Sonagachi
siano sieropositive, tasso tra l’altro molto vicino a quello medio
nazionale di HIV in India. Molte delle prostitute non sono informate sulla
malattia e non prendono precauzioni contro l’infezione. Si calcola che il
3 clienti su quattro si rifiutano di usare il preservativo anche perché la
concorrenza è spietata e le donne sono tante per cui sono costrette a
lavorare senza protezione per paura di perdere il cliente.
Durante
la nostra visita tra i vicoli stretti ci si avvicina un giovane con la
barba e camicia bianca. Si presenta come broker, un termine che in India
può significare parecchie cose, da agente immobiliare a protettore.
Ovviamente non è un agente immobiliare. Mi chiede cosa ci faccio da queste
parti e quando gli dico che sono lavoro per un giornale online mi chiede se sono in cerca
di ragazze e che può procurarmene una di alta classe nel giro di due
minuti al prezzo di 10000 rupie circa 100 euro per tutta la notte. “Amico
niente a che vedere con queste puttane da bordello, la mia merce è di
ottima qualità.” Ovviamente rifiuto e
continuo il mio giro. Devo incontrare Shaila una ragazza del posto che,
tramite internet, mi ha promesso di raccontarmi la sua storia.
Finalmente individuo la casa di Shaila. È diventata famosa per aver fatto
la comparsa bambina nel film documentario americano "Born into Brothels:
Calcutta's Red Light Kids" che vinse l'Oscar per il documentario nel 2004.
Ci ospita nella sua casa, praticamente una stanza dove mangia, si lava,
dorme e ci fa l’amore. Mi dice che il suo nome significa figlia della
collina essendo nata in una zona collinare vicino alla frontiera col
Bangladesh.
La sua storia è comune a quelle di tante altre. A
dieci anni un uomo si è presentato nella sua misera casa ed ha convinto i suoi
genitori a venderla per un prezzo irrisorio dicendo che sotto le sue cure
sarebbe diventata una meravigliosa ragazza e che sicuramente avrebbe
sposato un principe. Invece del castello e del principe a Calcutta ha
trovato un bordello, uno dei più sporchi di tutta Sonagachi.
È
stata affidata ad una donna che si faceva chiamare zia. Dopo tre giorni ha
scoperto l’inganno, non doveva andare sposa a nessun principe, ma essere
gentile e disponibile a degli uomini che frequentavano la casa. A quel
punto ha cercato di scappare, ma appena fuori dal bordello ha incontrato un
poliziotto e dopo che gli ha raccontato la sua storia lui le ha promesso
di aiutarla, ma la sera insieme a tre amici l'ha violentata. E a Shaila
non è rimasto che tornare nel bordello.
Nel corso degli anni è
passata da un protettore all’altro, ora Shaila ha ventisei anni e lavora
per un magnaccia donna che chiama Signora. Lei la cura, la veste, ma è
molto esigente nel lavoro.
La casa dove vive costa 5000 rupie a
settimana, circa 56 euro. La signora le assicura tre clienti al giorno, ma
il resto deve farlo da sola. Lavora a tariffa fissa per 500 rupie per
cliente per un'ora, ma il 50 percento del denaro guadagnato da ogni
cliente va alla Signora. Mi dice che prima di questo sistema la sua
tariffa era dalle 1000 alle 1500 rupie, ma che c’erano molti rischi visto
che era senza protezione e poi non aveva la sicurezza dei tre clienti
fissi.
La maggior parte della sua clientela è formata
da impiegati, commercianti, avvocati e tassisti, tutti
per lo più sposati: "Alcuni sono a modo, ma i più
vengono qui ubriachi e fanno richieste impossibili, ma
se fai questo lavoro devi cercare di essere disponibile
ed accontentare tutti." Una volta al
mese la polizia fa irruzione nella casa, ma è tutto finto, dopo un veloce
controllo se ne vanno con le tasche gonfie, una sostanziosa mancia
pattuita in precedenza e uguale per tutte le prostitute.
Quando
parla del suo futuro Shaila si rabbuia. Sa che la signora non la lascerà
mai, ma poi se potesse sarebbe difficile farsi una vita. “Per la società
sarò sempre una puttana e da queste parti, dice, gli uomini si sentono in
dovere di violentarci.” Poi aggiunge: “ Anche se per assurdo domani
sposerò un principe e indosso costosi sari la gente continuerà a pensare
che sono una prostituta. Non posso cambiarlo. Qui è così.”
Ma poi
quando le chiedo se ha un fidanzato, si scioglie, mi fissa con i suoi
occhioni grandi e mi dice: “Ho un amante segreto ed è uno dei miei clienti
abituali. Lui è un tassista, è sposato, ma mi ama ed ha detto che lascerà
la moglie e stiamo progettando di sposarci. Così potrò
andare via da qui e farò in modo che mia figlia non nasca mai a Sonagachi.
Ma tu non dirlo alla Signora, mi raccomando!”
FINE
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
WEB REPORTAGE
© All rights
reserved FONTI
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https://en.wikipedia.org/
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