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GIALLO PASSIONE
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Leonarda Cianciulli
“La saponificatrice di Correggio”
La stravagante signora che trasformò le sue vittime in saponette. Un orrore vero scaturito da un intreccio tra la follia e l’analfabetismo alimentato da chiromanzia, scongiuri, fatture e superstizioni
(Montella, 14 aprile 1894 – Pozzuoli, 15 ottobre 1970)





 

Adamo chi è Leonarda Cianciulli?
Era una stravagante signora, soprannominata “La saponificatrice di Correggio”, nata a Montella un piccolo paese dell'Irpinia il 14 Aprile del 1894 e passata alla storia come assassina seriale.

Perché saponificatrice?
Perché uccise tre donne sciogliendole nella soda caustica, così come avviene nel processo per la produzione del sapone.

Chi era?
Era l’ultima di sei figli, nacque dall'unione di Mariano Cianciulli, allevatore di bestiame e Serafina Marano, una vedova che aveva già altri due figli. Sembra che abbia vissuto un’infanzia difficile, sappiamo di sicuro che soffriva di epilessia e che in famiglia era trattata come un peso perché indesiderata. Leonarda reagì cercando di impiccarsi la prima volta fu salvata in tempo e la seconda si spezzò la fune. Non contenta ingoiò due stecche del busto della madre e infine due cocci di vetro, ma non accadde nulla.

Nel 1917 si sposò…
Aveva 23 anni quando si unì in matrimonio con Raffaele Pansardi, originario di Lauria, impiegato al catasto di Montella. L’unione non fu ben vista dai suoi familiari, i quali avevano individuato per lei, com'era consuetudine all'epoca, un altro marito che le era anche cugino. Sta di fatto che fu maledetta dalla madre e lei interruppe qualsiasi rapporto con la famiglia. Questo evento molto probabilmente segnò profondamente la psiche di Leonarda.

Si parla anche della profezia di una zingara…
Quella terribile profezia in sostanza le augurava una vita piena di sofferenze: «Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi.» Così in effetti accadde visto che le sue prime 13 gravidanze finirono con 3 aborti spontanei e 10 neonati morti nella culla. Solo in seguito Leonarda riuscì finalmente a portare a termine la prima e poi altre tre gravidanze. Questi quattro bambini divennero per Leonarda un bene da difendere a qualsiasi prezzo.

A parte la maledizione sembra però che la signora non fosse stata uno stinco di santo…
Era nota ai compaesani come donna di facili costumi, disonorata, impulsiva e ribelle, dedita alla millanteria e alla truffa. Non ancora ventenne era stata condannata per furto poi alcuni anni dopo per minacce a mano armata.

Come finì a Correggio?
Prima si trasferì a Lauria nel paese di suo marito poi dopo il terremoto del 1930 gli sposi si trasferirono in Emila. Qui il marito continuò a lavorare come impiegato all'Ufficio del Registro con un modesto stipendio che a malapena era sufficiente per mantenere decorosamente moglie e figli. Lei invece, per combattere la sorte avversa, iniziò a interessarsi di chiromanzia e astrologia guadagnando qualche soldo con l’attività di maga che leggeva il futuro e toglieva il malocchio. Aderì al Partito Fascista e si fece ben volere dai compaesani. Era solita accogliere in casa molte persone a cui offriva dolci fatti con le proprie mani e in particolare ricevette spesso tre donne, tutte sole e non più giovani, insoddisfatte della routine di paese e desiderose di rifarsi una vita altrove.

Poi nel 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale…
Fu abbandonata dal marito e si ritrovò con l’unica figlia femmina che frequentava l’asilo e il maschio più piccolo al Ginnasio. I due più grandi erano l'uno militare di leva e l’altro, il più amato, nonostante fosse iscritto all'Università di Milano, correva il rischio di essere richiamato al fronte. Al solo pensiero che il figlio prediletto potesse essere mandato in guerra Leonarda cadde in preda allo sconforto.

Cosa fece?
Ricorse alla magia, prendendo così la drastica decisione di compiere sacrifici umani in cambio della vita del figlio. Sembra che questa decisione le venne suggerita dalla Madonna in persona che le apparve in sogno.

Sacrifici umani?
Veri e propri omicidi che lei portò a compimento tra il 1939 e il 1940 a scapito di quelle tre signore che frequentavano la sua casa. Nel 1941 si cominciarono a diffondere voci della scomparsa delle tre donne e subito i sospetti caddero su Leonarda che aveva intrattenuto rapporti di amicizia con tutte e tre le signore. I carabinieri si misero sulle tracce di un Buono del Tesoro appartenente ad una delle vittime presentato al Banco di San Prospero dal parroco del paese. Il prete interrogato disse di aver ricevuto il buono da Abelardo Spinabelli, amico appunto della Cianciulli che non ebbe alcuna difficoltà nel dichiarare di averlo ricevuto dalla Cianciulli per il saldo di un debito.

Confessò?
Non subito, dapprima ammise solo un omicidio, poi messa alle strette fece una piena confessione e rivelò d'aver ucciso le tre donne, distrutto i corpi facendoli bollire in un pentolone pieno di soda caustica portata a 300 gradi, creato saponette con l'allume di rocca e la pece greca, disperso i resti nel pozzo nero e conservato il sangue per farlo attecchire al forno e mischiato a latte e cioccolato per farci biscotti.

E che ne fece di quei biscotti?
Li fece mangiare ai figli, credendo così di salvarli da un destino avverso. In poche parole la Cianciulli si era identificata nella dea Teti, perché come Teti aveva voluto rendere i figli immortali bagnandoli nelle acque del fiume Stige, così anche lei voleva salvare dalla morte i figli col sangue delle sue vittime.

Chi furono le vittime?
Ermelinda Faustina Setti fu la prima a finire nel pentolone. Era una donna di circa 70 anni e inguaribile romantica. Leonarda le fece credere di averle trovato un marito a Pola. Il giorno della partenza, Faustina si recò a casa dell'amica, per farsi dare le ultime istruzioni e per firmare a Leonarda una delega per gestire i suoi beni. Ma il viaggio non cominciò mai. Leonarda, infatti, uccise l'anziana donna a colpi di ascia.

La seconda?
Francesca Clementina Soavi fu la seconda vittima, era un'insegnante d'asilo a cui Leonarda aveva promesso un lavoro al collegio femminile di Piacenza. Il giorno della partenza Leonarda la uccise rubando i pochi soldi della vittima e, con il permesso che la vittima le aveva concesso prima di morire, si fece carico di vendere tutte le sue cose e si tenne la somma guadagnata.

La terza?
Virginia Cacioppo fu la terza vittima, era un'ex soprano di buon successo avendo cantato nella Carmen di Bizet e in opere di Verdi, Puccini e Mozart. Caduta in disgrazia
Leonarda l’attirò a sé offrendole un impiego a Firenze come segretaria di un misterioso impresario teatrale ventilandole l'ipotesi di un possibile futuro ingaggio. Il 30 novembre 1940 finì anche lei nel pentolone. A tale proposito Leonarda scrisse nel suo memoriale: «Finì nel pentolone, come le altre due, ma la sua carne era grassa e bianca: quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce.»

Quindi fu condannata immagino…
Fu dichiarata colpevole di tre omicidi, di distruzione e vilipendio dei cadaveri tramite saponificazione e furto aggravato, con la pena di 15.000 lire, trenta anni di reclusione e tre da scontare prima in un ospedale psichiatrico. Di fatto, la Cianciulli entrò in manicomio senza mai uscirne. Morì dopo ventiquattro anni, il 15 ottobre 1970, nel manicomio di Pozzuoli, all'età di 77 anni. Venne sepolta nel cimitero di Pozzuoli in una tomba per poveri. Una suora del carcere la ricorda in questo modo: «Malgrado gli scarsi mezzi di cui disponevamo preparava dolci gustosissimi, che però nessuna detenuta mai si azzardava a mangiare. Credevano che contenessero qualche sostanza magica.»

Il martello, il seghetto, il coltello da cucina, le scuri, la mannaia e il treppiede, cioè gli strumenti di morte usati dalla Cianciulli per compiere i tre omicidi, sono conservati dal 1949 a Roma nel Museo criminologico.







 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:
https://it.wikipedia.org/wiki/Leonarda_Cianciulli



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