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STORIE DI ROMA
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La favola del teatro di Roma
Da teatro di varietà ed avanspettacolo a teatro comico passando per cinema
a luci rosse, spogliarello, guerre, riunioni di boxe, incendi, e repressioni del regime fascista!









 


 
A proposito di Roma… Adamo mi parli dell’Ambra Jovinelli?
È un teatro di Roma, nato nel 1909, l'inaugurazione avvenne il 3 marzo, per volontà dell'impresario teatrale casertano Giuseppe Jovinelli, intenzionato a costruire un teatro di varietà, ma dall’aspetto lussuoso e nobile come i teatri di prosa.

Chi era Giuseppe Jovinelli?
Era nato a Caiazzo, un paese in provincia di Caserta nel 1866. Il suo vero cognome era Iovinella, mutato in Iovinelli per un errore di trascrizione dell'anagrafe e successivamente in Jovinelli. Nel 1891 aveva sposato la napoletana Anna Caputo, ma insofferente di paese e attratto dal mondo dello spettacolo, Jovinelli aprì un luna park itinerante, cominciò a girare per l'Italia e lasciò la moglie con la quale rimase sempre legalmente sposato. In Sicilia, a Messina, conobbe la sua nuova compagna Concetta Calabrese e si trasferì a Roma, nel quartiere Esquilino dove ebbe da Concetta sette figli che sono dopo un accordo con la moglie riuscì a riconoscere ed ottennero così il cognome Iovinelli

Dove nacque il teatro?
Venne eretto in stile liberty, unico a Roma, caratterizzato dal corpo centrale a due piani con ampie aperture, coronato dal frontone a linee arcuate. Venne costruito nella scomparsa piazza Guglielmo Pepe, nel Rione Esquilino a due passi da Piazza Vittorio e dalla stazione Termini. Jovinelli aveva già costruito a Roma due teatri in legno come il Margherita, distrutto da un incendio nel 1905, e il Padiglione Umberto. La prima posa avvenne nel 1906 ad opera del progettista Ulderico Bencivenga. Al tempo si chiamava unicamente Teatro Jovinelli.

Dentro com’era?
Pagato il biglietto d'ingresso, lo spettatore accedeva in una sala di ricercato lusso: la platea contava più di 600 poltrone rivestite in velluto rosso. Una fila di palchi sovrastava la sala a forma di ferro di cavallo, come ad imitare la struttura dei grandi teatri. Grandi lampadari illuminavano la sala e la grande targa ancor oggi visibile: "G. Jovinelli, 1909". Il teatro venne costruito con i crismi della modernità: erano presenti impianti di ventilazione e di riscaldamento, mentre l'illuminazione era totalmente elettrica.

I romani apprezzarono l’idea.
Negli anni precedenti la prima guerra mondiale divenne il punto di riferimento del varietà della capitale e il programma degli spettacoli comprendeva, in genere, numeri di canzonettiste, attori comici e macchiettisti, danzatrici, acrobati e trasformisti. Tra i primi artisti che calcarono il palcoscenico possiamo citare Raffaele Viviani, che si esibiva insieme a sua sorella Luisella ed Ettore Petrolini, che ottenne proprio da Giuseppe Jovinelli la sua prima scrittura importante nel 1910.

Nel decennio successivo vide tra i protagonisti il mitico Totò…
Fece il suo debutto nel 1920 e divenne subito un beniamino del pubblico esibendosi in un numero di imitazioni. Altri importanti comici che ebbero grande favore di pubblico negli anni venti furono Alfredo Bambi e il proverbiale Gustavo Cacini.

Grande successo, ma il cinema era alle porte…
Subì una pesante concorrenza e il teatro mutò il suo cartellone da varietà ad avanspettacolo, ma la repressione fascista che impose leggi contro il teatro dialettale e la satira politica in genere ridusse drasticamente l’offerta del cartellone. E per sopravvivere ospitò riunioni di pugilato con un grandissimo numero di appassionati amanti della boxe. Poi negli anni cinquanta si trasformò in cinema varietà, alternando e diversificando l’offerta di spettacolo in boxe, concorsi canori, cabaret, cinema e avanspettacolo.

Perché cambiò nome?
Assunse il nome Ambra Jovinelli. La motivazione fu semplicemente quella di dare al teatro maggiore visibilità nelle locandine appese nei bar e l’iniziale A avrebbe dato al teatro maggiore visibilità collocandolo nei primissimi posti della lista.

Ma ormai erano finiti gli anni d’oro dell’avanspettacolo…
Per sopravvivere ripiegò sugli spettacoli di spogliarello seguiti da proiezioni di film erotici. Negli anni settanta poi divenne definitivamente un cinema a luci rosse.

Siamo all’epilogo?
Oh no, l’Ambra Jovinelli non morirà mai! Anche se il 29 aprile del 1982 un incendio bruciò l'intera struttura. La famiglia Jovinelli mise in vendita quello che rimaneva dello stabile, ma solo nel 1996 un gruppo di giovani artisti ed intellettuali si animò per il recupero del teatro, organizzando all'interno della fatiscente costruzione una serie di spettacoli teatrali e mostre monografiche con l'intento di destare attenzione nell'opinione pubblica.

Ci riuscirono?
Altro che! Nel 1997 la facciata dello stabile fu posta sotto il vincolo del Ministero dei Beni Culturali, con l'obbligo per i nuovi proprietari di conservazione in quanto considerata patrimonio artistico. L'anno successivo i proprietari del teatro, una società milanese, restaurarono l'intera struttura. I lavori durarono fino al novembre del 2000, ed il 25 gennaio 2001 l'Ambra Jovinelli venne riaperto come teatro comico. Nel 2010, Marco Balsamo e Gianmario Longoni, giovani imprenditori napoletani, decisero di riportarlo agli antichi splendori e sotto la direzione artistica di Fabrizia Pompilio, il Teatro Ambra Jovinelli è rinato.


Oggi, è stato reso funzionale anche alle riprese televisive, essendo, il Jovinelli di Roma, la location di trasmissioni di successo dedicate alla satira leggera ed all’intrattenimento.
 



















 





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A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
hhttps://www.ambrajovinelli.org/it/la-storia/
https://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Ambra_Jovinelli
https://www.luxuryromemag.it/teatro-ambra-jovinelli/
https://www.agendaonline.it/teatro/roma/ambra_jovinelli.htm

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