Adamo mi parli del brano Firenze?
È una canzone di
Ivan Graziani del 1980, dedicata alla città di Firenze e racconta una
storia d’amore sfortunata che ruota attorno a tre personaggi, studenti
universitari appunto a Firenze. E’ un continuo dialogo tra il protagonista
e lo studente di filosofia irlandese, il Barbarossa, entrambi rimasti
senza l’amore della donna contesa: "Una donna da amare in due in comune
tra te e me... Tu tornerai in Irlanda con la tua laurea in filosofia... ma
io che farò in questa città... fottuto di malinconia e di lei...".
Una canzone triste e romantica…
Beh sì, c’è la
giovinezza, la rievocazione del passato, Firenze e la sua arte sullo
sfondo, l’inconsapevolezza degli anni e poi quella donna da amare in due
ritratta dall’autore mentre getta i sui disegni nell’Arno e minaccia di
andarsene via da Firenze: “io sono nata da una conchiglia... la mia casa è
il mare con un fiume non la posso cambiare.”
Un capolavoro
vero?
Musicalmente la canzone è sorretta da una splendida
melodia di piano e chitarre che trasmette l'atmosfera di una Firenze
classica di arte, sculture, quadri e scorci paesaggistici.
Fu un successo?
Beh per Ivan Graziani sicuramente sì, un brano
comunque al di fuori del conformismo musicale, ma riesce comunque ad
entrare nelle classifiche di vendita (27esimo nella classifica annuale del
1980), cosa abbastanza strana per un personaggio come lui. Pensa che
quell’anno ai primi posti troviamo autentici capolavori musicali tipo:
“Video killed the radio star” dei Buggles; “Non so che darei” di Alan
Sorrenti; “Luna” di Gianni Togni; “Amico” di Renato Zero; Kobra della
Rettore; “Una Giornata uggiosa” di Lucio Battisti ecc…
Chi
era Ivan Graziani?
Un personaggio atipico che la leggenda
vuole che sia nato su un traghetto tra Olbia e Civitavecchia
(ufficialmente nasce a Teramo nel ’45). Ottimo chitarrista, esordisce alla
fine degli anni sessanta con un gruppo chiamato i Nino Dale and His
Modernists poi nel 1966 fonda il gruppo Ivan e i Saggi con Velio Gualazzi,
padre di Raphael Gualazzi, (successivamente chiamato Anonima Sound, si fa
notare e arriva un contratto con l’etichetta di Battisti e Mogol. Battisti
ama questo personaggio un po’ pazzo, forse perché loro sono simili in
tante cose. Entrambi controcorrente sia politicamente sia musicalmente,
entrambi amanti della stessa musica. Nel 1976 registra, allo studio Il
Mulino di Milano, l'album Ballata per 4 stagioni. Segue nel 1977 I lupi
che contiene il singolo Lugano addio con cui si fa conoscere al grande
pubblico. Nel 1978 esce Pigro, album musicalmente più maturo. Nel 1979 è
la volta di Agnese dolce Agnese contenente il brano Agnese. Nel 1980
appunto “Firenze (canzone triste)” da alcuni ritenuto il suo più famoso
successo e con il quale partecipa al Festivalbar.

TESTO
Firenze lo sai, non è servita a cambiarla
La cosa che ha amato di più è stata l'aria
Lei ha
disegnato, ha riempito cartelle di sogni
Ma gli
occhi di marmo del Colosso Toscano
Guardano
troppo lontano
Caro il mio Barbarossa, studente
in filosofia
Con il tuo italiano insicuro certe
cose le sapevi dire
Oh lo so, lo so, lo so, lo so
bene, lo so
Una donna da amare in due in comune
fra te e me
Ma di tempo ce n'è in questa città
Fottuti di malinconia e di lei
Per questo canto
una canzone triste, triste, triste
Triste,
triste, triste
Triste, triste
Triste come me
E non c'è più nessuno
Che mi parli ancora un po'
di lei, ancora un po' di lei
E non c'è più
nessuno
Che mi parli ancora un po' di lei, ancora
un po' di lei
Ricordo i suoi occhi, strano tipo
di donna che era
Quando gettò i suoi disegni con
rabbia giù da Ponte Vecchio
"Io sono nata da una
conchiglia" diceva
"La mia casa è il mare e con
un fiume no
Non la posso cambiare"
Caro il mio
Barbarossa, compagno di un'avventura
Certo che se
lei se n'è andata no, non è colpa mia
Oh lo so,
lo so, lo so, la tua vita non cambierà
Ritornerai
in Irlanda con la tua laurea in filosofia
Ma io
che farò in questa città?
Fottuto di malinconia e
di lei
Per questo canto una canzone triste,
triste, triste
Triste, triste, triste
Triste,
triste
Triste come me
E non c'è più nessuno
Che mi parli ancora un po' di lei, ancora un po' di
lei
E non c'è più nessuno
Che mi parli ancora
un po' di lei, ancora un po' di lei
Compositori: Ivan Graziani
Testo di Firenze
(Canzone triste) © Universal Music Publishing
Ricordi Srl.
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