Adamo mi parli del brano “Albergo a ore”?
È la versione italiana di Les amants d'un
jour una canzone portata al successo in Francia da
Édith Piaf nel 1956 e tradotta dal francese da
Herbert Pagani. In Italia fu pubblicata per la prima
volta su 45 giri nel 1969 dallo stesso Pagani.
Successivamente fu eseguita da diversi cantanti tra
cui Gino Paoli, Milva, Ornella Vanoni, Marcella
Bella e Leopoldo Mastelloni.
Particolare è la cover di Leopoldo Mastelloni…
Lui ha fatto un libero adattamento in
napoletano, dove i due amanti sono una coppia
omosessuale, intitolato Hotel Syrena, nello
spettacolo omonimo, e poi inciso col titolo
originale "Les amants d'un jour" nella raccolta 87
amori.
Qual è il tema della canzone?
Il testo parla in sintesi di amore e morte
ed una storia che si svolge all'interno di un
albergo a ore, il protagonista narrante è il
cameriere dell'albergo. Lui lavora seguendo la
solita routine quotidiana, ma una mattina è colpito
da una coppia di clienti che «puliti, educati,
sembravano finti, sembravano proprio due santi
dipinti!»
E cosa fa?
Dà
loro la migliore stanza dell’albergo, poi li
accompagna in stanza e sceglie per loro le lenzuola
più nuove salutandoli con un sorriso. Purtroppo più
tardi scopre la tragedia. I due giovani «se n'erano
andati in silenzio perfetto, lasciando soltanto i
due corpi nel letto.»
Un testo
simile fece scandalo al tempo…
Un vero
capolavoro che trattava dei temi insoliti per
l’Italia di quegli anni: l'amore fuori del
matrimonio, il sesso promiscuo dentro una stanza
d’albergo, il suicidio nonché uno sfondo squallido e
realistico, così lontano dai tipici scenari delle
canzoni d'amore. Il realismo, il luogo peccaminoso e
l'amore esplicitamente non platonico. Non c’erano
tagli da fare perché tutta la canzone era proibita
per cui la canzone fu totalmente oscurata il brano e
non venne trasmessa alla radio. Comunque dopo una
battaglia legale con la Rai, a Pagani venne permesso
di cantarla.
Chi è l’autore della
versione originale?
È una autrice,
ottima pianista nata in Borgogna, il suo nome è
Marguerite Monnot, famosissima in Francia per aver
collaborato per decenni con Édith Piaf componendo le
musiche di tanti suoi successi da L’Hymne à l’amour
a Milord.
Chi era invece Hebert
Pagani?
Era nato nel 1944 da una
famiglia ebraica di Tripoli. Quando, nel ’52, la
comunità ebraica è cacciata dalla Libia, il giovane
ha seguito la sua famiglia in giro per l’Europa. È
un artista poliedrico, dipinge, scolpisce, ma è
soprattutto un musicista. È anche una delle voci
storiche di Radio Monte Carlo. Per Dalida scrive
molte canzoni, sia originali sia traducendo brani
francesi. E così nel 1970 decide di incidere lui
stesso Albergo a ore. Nel 1981 Pagani scrisse il
testo di un’altra canzone divenuta leggendaria e
citata in eterno, Teorema, di Marco Ferradini. È
morto per una leucemia a 44 anni.
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TESTI
Les amants
d’un jour
Moi, j’essuie les verres
Au fond du café
J’ai
bien trop à faire
Pour pouvoir rêver
Et dans
ce décor
Banal à pleurer
Il me semble encore
Les voir arriver…Ils sont arrivés
Se tenant par
la main
L’air émerveillé
De deux chérubins
Portant le soleil
Ils ont demandé
D’une voix
tranquille
Un toit pour s’aimer
Au coeur de la
ville
Et je me rappelle
Qu’ils ont regardé
D’un air attendri
La chambre d’hôtel
Au papier
jauni
Et quand j’ai fermé
La porte sur eux
Y avait tant de soleil
Au fond de leurs yeux
Que ça m’a fait mal,
Que ça m’a fait mal…
Moi,
j’essuie les verres
Au fond du café
J’ai bien
trop à faire
Pour pouvoir rêver
Et dans ce
décor
Banal à pleurer
C’est corps contre corps
Qu’on les a trouvés…
On les a trouvés
Se
tenant par la main
Les yeux refermés
Vers
d’autres matins
Remplis de soleil
On les a
couchés
Unis et tranquilles
Dans un lit creusé
Au coeur de la ville
Et je me rappelle
Avoir
refermé
Dans le petit jour
La chambre d’hôtel
Des amants d’un jour
Mais ils m’ont planté
Tout au fond du coeur
Un goût de leur soleil
Et tant de couleurs
Que ça me fait mal,
Que ça
me fait mal…
Moi, j’essuie les verres
Au fond
du café
J’ai bien trop à faire
Pour pouvoir
rêver
Et dans ce décor
Banal à pleurer
Y a
toujours dehors…
La chambre à louer…
Albergo a ore
Io lavoro al bar
di un albergo a ore
Porto su il caffè a chi fa
l'amore
Vanno su e giù coppie tutte uguali
Non
le vedo più manco con gli occhiali
Ma sono
rimasto lì come un cretino
Vedendo quei due
arrivare un mattino
Puliti, educati, sembravano
finti
Sembravano proprio due santi dipinti
M'han chiesto una stanza, gli ho fatto vedere
La
meno schifosa, la numero tre
E ho messo nel letto
i lenzuoli più nuovi
Poi come San Pietro gli ho
dato le chiavi
Gli ho dato le chiavi di quel
paradiso
E ho chiuso la porta sul loro sorriso
Io lavoro al bar di un albergo a ore
Porto su il
caffè a chi fa l'amore
Vanno su e giù coppie
tutte uguali
Non le vedo più manco con gli
occhiali
Ma sono rimasto lì come un cretino
Aprendo la porta in quel grigio mattino
Se
n'erano andati in silenzio perfetto
Lasciando
soltanto i due corpi nel letto
Lo so che non
c'entro, però non è giusto
Morire a vent'anni e
poi proprio qui
Me Ii hanno incartati nei bianchi
lenzuoli
E l'ultimo viaggio l'han fatto da soli
Né fiori né gente, soltanto un furgone
Ma là dove
stanno, staranno benone
Io lavoro al bar di un
albergo ad ore
Portò su il caffè a chi fa l'amore
Io sarò un cretino, ma chissà perché
Non mi va di
dare la chiave del tre
Grazie, grazie, graziea


