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INTERVISTA IMPOSSIBILE

Yoshiko Kawashima
Gioiello d'Oriente
È stata una delle
donne più affascinanti del Novecento, principessa cinese figlia di
una concubina ha lavorato come spia per l’esercito giapponese
sfruttando la sua bellezza, la sua intelligenza e il sesso in una
serie di relazioni con ricchi amanti, sia uomini che donne
(Pechino 24 maggio 1907 - Pechino 25 marzo 1948)

Yoshiko Kawashima era una principessa cinese di origine
Manciù. È cresciuta in Giappone e ha servito come spia per
l'esercito giapponese Kwantung e lo stato fantoccio di Manchukuo
durante la seconda guerra sino-giapponese. A volte è conosciuta
nella narrativa con lo pseudonimo di "Eastern Mata Hari ". Dopo la
guerra, fu catturata, processata e giustiziata come traditore dal
governo nazionalista della Repubblica di Cina.
Madame le sue
origini? Appartengo alla famiglia imperiale della
dinastia Qing della Manciuria. Il mio nome di nascita
era Aisin Gioro Xianyu e il mio nome di cortesia da
principessa era Dongzhen che significa Gioiello
d’Oriente. Nacqui a Pechino nel 1907, quattordicesima
figlia di Shanqi, un principe Manciù, mentre mia madre
era Lady Janggiya, quarta concubina non ufficiale del
principe Shanqi.
Come mai cambiò nome? Dopo
che la Rivoluzione Xinhai rovesciò la dinastia Qing, nel
1915, all’età di otto anni, venni data in adozione
all'amico di mio padre, Naniwa Kawashima, una spia
giapponese e un avventuriero mercenario. Fu il mio
patrigno a cambiarmi il nome in "Yoshiko Kawashima". Fui
portata a Tokyo per essere cresciuta e istruita nella
casa della famiglia Kawashima. La mia istruzione
includeva anche le arti marziali, il judo e la scherma.
Come fu la sua adolescenza? Quando mio padre
Shanqi morì nel 1922, mia madre, non avendo un'identità
ufficiale come concubina, seguì la tradizione Manciù e
si suicidò per unirsi a mio padre. Rimasta sola il mio
padre adottivo pensò bene di violentarmi per poi fare di
me la sua compagna segreta. Avevo diciassette anni.
Poi però la fece sposare… All’età di vent’anni
nel 1927 sposai Ganjuurjab, il figlio del generale
dell'esercito mongolo, ma il mio spirito indipendente
prevalse e purtroppo il matrimonio finì con il divorzio
dopo soli tre anni. A quel punto lasciai la Mongolia e
per la prima volta viaggiai verso le grandi città
costiere della Cina e vissi per alcuni anni in uno stile
di vita bohémien avendo una serie di relazioni con
ricchi amanti, sia uomini che donne.
Una donna
decisamente anticonformista per il tempo. Seppi
usare il mio fascino, la mia intelligenza e il sesso
come strumenti per fare una vita indubbiamente libera,
ma ovviamente piena di pericoli anche perché nella Cina
degli anni venti e trenta era inconcepibile e
scandaloso. Eppure sfidai ogni concezione ed ebbi un
successo travolgente.
Poi si trasferì a Shanghai…
Qui incontrai Ryukichi Tanaka, che era l'addetto
militare giapponese della città e funzionario
dell'intelligence. Non ci sposammo, ma vivemmo insieme e
viste le mie conoscenze lui utilizzò i miei contatti con
la nobiltà manciù e mongola per espandere la sua rete e
per introdurmi nello spionaggio per conto dei giapponesi
e usando il mio fascino per avere preziosi informazioni
da amici, amanti ricchi e potenti e dalle amanti donne.
Poi Tanaka fu richiamato in Giappone… Quando
andò via continuai a servire come spia i giapponesi con
il generale Kenji Doihara e feci missioni sotto
copertura in Manciuria. Spesso sotto mentite spoglie
riuscivo a portare a termine le mie missioni essendo
molto brava nel mio lavoro anche perché ero considerata
una donna "straordinariamente attraente e con una
personalità dominante nonostante, per ragioni legate al
mio lavoro, frequentemente vestivo con abiti maschili.
Poi si stabilì definitivamente in Manciuria …
Conobbi Puyi, l'ultimo imperatore della dinastia Qing e
divenni amica di sua moglie. Mi consideravano un membro
della famiglia imperiale e mi accolsero nella loro
famiglia durante il mio soggiorno a Tianjin. Fu grazie a
questo stretto legame che riuscii a convincere Puyi a
diventare il sovrano assoluto di Manchukuo, uno stato
fantoccio creato dai giapponesi in Manciuria. Lì fui
l’amante di Hayao Tada, il principale consigliere
militare di Puyi.
Era una figura molto popolare
vero? Dai giornali giapponesi venivo descritta come
la Giovanna d'Arco di Manchukuo. Apparivo spesso in
trasmissioni radiofoniche e pubblicai persino un disco
di mie canzoni. Ma quella popolarità fu per me un
boomerang visto che non avevo più la possibilità di
svolgere la mia attività di spia.
L'11 novembre
del 1945 venne arrestata… Un giornale cinese titolò:
"Una bellezza ricercata da tempo in costume maschile è
stata arrestata a Pechino da agenti del
controspionaggio". Venni condotta nelle prigioni di
Hebei ed accusata di alto tradimento nonostante i miei
avvocati fecero del tutto per deviare su una accusa più
morbida ovvero criminale di guerra che non avrebbe
previsto la pena di morte.
Ma non fu così… La
corte respinse le motivazioni della difesa e il 20
ottobre del 1947 fui condannata a morte. Venni
giustiziata da un solo colpo di pistola sparato alla
testa il 25 marzo 1948. Il mio corpo fu esposto in
pubblico e poi raccolto da un monaco giapponese per
essere cremato. I miei resti furono rimandati alla mia
famiglia adottiva e in seguito sepolti nel tempio di
Shōrinji a Matsumoto.
Una vita davvero intensa
la sua… Eppure in Occidente sono praticamente
sconosciuta e forse ricordata solo per la mia comparsa
nel film "L'ultimo Imperatore" di Bertolucci e nel libro
"L'ultimo Imperatore" di Edward Behr.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
© All rights reserved
FONTI:
https://en.wikipedia.org/wiki/Yoshiko_Kawashima


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