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INTERVISTA IMPOSSIBILE

LE MUSE AMANTI DI PICASSO RITRATTE NEI SUOI QUADRI
“Per me ci sono solo due tipi di
donne: dee e zerbini”. Pablo Picasso adorava le donne, le
condizionava, le manipolava, le tradiva, le costringeva a
confrontarsi una con l’altra, le disprezzava, le distruggeva, le
disegnava, le dipingeva, le ritraeva. Erano decine, giovanissime e
bellissime, modelle, ballerine, pittrici. Russe, francesi, spagnole.
Ebbe un impatto impressionante sulla vita di molte donne che
rimasero stregate dalla sua intensità. Noi di LiberaEva le abbiamo
intervistate

Eva Gouel
"Ma Jolie"
Fu la seconda
compagna e modella di Pablo Picasso durante il suo periodo cubista,
dal 1911 al 1915. (Vincennes, 1885 – Parigi,1915)
Madame le sue origini?
Sono nata a Vincennes, figlia naturale di Adrien Gouel e
Marie-Louise Ghérouze.
Non si sa nulla di lei
prima di conoscere Picasso. Era normale per noi
modelle della Belle Epoque mantenere un certo alone di
mistero prendendo nomi diversi che provenivano da varie
fonti. Comunque quando incontrai Pablo mi facevo
chiamare Marcelle Humbert, sostenendo, ma non era vero,
di essere sposata con un certo Humbert.
Quindi
faceva la modella… In realtà avrei desiderato
diventare una ballerina, ma giravo per le atelier di
Parigi e posavo per mantenermi. Conobbi diversi pittori
tra i quali l’italiano Gino Severini che mi descrisse
come una "piccola ragazza speziata che sembrava una
bambola cinese".
Quando la conobbe Picasso?
Incontrai Pablo nel 1911 al caffè Ermitage di Parigi. In
quel periodo vivevo in rue Delambre con l'artista
ebreo-polacco Lodwicz Markus, un pittore cubista
conosciuto come Louis Marcoussis.
Anche Picasso
non era solo… All'epoca viveva con la sua prima
compagna, Fernande Olivier. Nacque tra noi quattro una
certa amicizia e spesso ci incontravamo all’Ermitage
oppure andavamo a casa della scrittrice americana
Gertrude Stein e la sua compagna di lunga data Alice
Toklas in rue de Fleurus.
Lei diventò amica di
Fernande… Divenimmo amiche e Fernande mi confidava i
suoi problemi e la sua infelicità con Pablo. Al tempo
Pablo era assorbito dai suoi studi sul cubismo e la
trascurava. Mi disse anche di avere una relazione con un
giovane futurista italiano Ubaldo Oppi, anzi mi chiese
anche di coprire i suoi incontri segreti per ingannare
Pablo…
Lei ne approfittò iniziando una relazione
clandestina con lo stesso Picasso. I primi approcci
furono segreti, ma poi lasciai definitivamente il mio
compagno dell’epoca mentre Pablo non chiarì la sua
posizione con Fernande. Comunque andai a vivere con
Pablo nel settembre del 1912 in Boulevard Raspail, nel
quartiere di Montparnasse e poi un anno dopo ci
trasferimmo a rue Schoelcher.
Poi cosa successe?
Nel frattempo, Fernande lasciò lo squattrinato Oppi e
decise di cercare di nuovo Pablo per riprendere la loro
relazione. Allora ci trasferimmo a Céret, vicino al
confine con la Spagna, ma quando Fernande annunciò con
una lettera la sua visita imminente facemmo in fretta e
furia i bagagli cercando di far perdere le nostre
tracce. Ci dirigemmo verso Avignone e lì incontrammo
Braque e sua moglie a Sorgues. Stavamo bene insieme
tanto che Pablo in occasione di una visita alla sua
famiglia a Barcellona mi sorprese annunciando a suo
padre l’imminente matrimonio.
La ritrasse più
volte… Mi ritraeva nelle sue tele cubiste spesso
sotto forma di chitarra o violino e scrivendo la frase,
"I love Eva". Era pazzo di me tanto che, nel giugno del
1912, scrisse al suo amico e collezionista d'arte
Daniel-Henry Kahnweiler: "Adoro Eva molto e lo
scriverò nei miei quadri".
Perché Eva? Fu lui
a darmi quel nome ispirandosi alla storia di Adamo ed
Eva, ma anche perché desiderava distinguermi dalla
moglie del suo amico e collega cubista George Braque,
anche lei chiamata Marcelle. Mi ritraeva con colori vivi
come nella “Donna con una chitarra” conosciuta come "Ma
Jolie", “La donna in poltrona”, "Donna seduta (Eva) che
indossa un cappello con un uccello bianco", "Eva sul suo
letto di morte".
Come fu la vostra relazione?
Dopo la precedente e burrascosa relazione con Fernande,
il nostro rapporto coincise con un periodo abbastanza
tranquillo e sereno per Pablo. Del resto io ero di
temperamento docile e pacato per cui credo che la mia
presenza sia stata importante per la sua ispirazione.
La vostra relazione durò circa quattro anni dal
1911 al 1915… Mi ammalai di tubercolosi, che Pablo
nei suoi dipinti chiamava con il nome di L'Enfer,
comunque non mi fece mai mancare il suo amore e si prese
cura di me. Pensi che arrivò a dipingermi anche quando
iniziai a peggiorare ed ero costretta a letto.
Eva Gouel muore a Parigi il 14 dicembre del 1915
dopo una lunga malattia. In una lettera a Gertrude Stein
Picasso descrisse quel periodo come un "inferno".
Intanto però trovò consolazione con la bella Gaby
Depeyre, al secolo Gabrielle Lespinasse, che abitava nel
quartiere di Montmartre proprio vicino al suo studio.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
© All rights reserved
FONTI:
http://www.aletes.it/eva-gouel/
https://it.archolda.com/biografia-di-eva-
gouel-amante-di-pablo-picasso/


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