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Adamo Bencivenga
Non chiamarmi per nome
In una calda serata romana del 21
luglio 2020, Teresa e Paolo, seduti sulla loro terrazza con vista su
San Pietro, si confrontano sorseggiando caffè corretto e anisette.
Un’innocente domanda di Teresa sul tradimento accende un dialogo
teso, tra battute, sospetti e verità non dette.

21 Luglio 2020, dopo aver cenato Teresa e Paolo
si siedono nella loro terrazza con splendida vista sui
tetti di Roma, in lontananza si vede San Pietro. I due,
come tutte le sere, stanno sorseggiando un buon caffè
corretto alla sambuca.
Teresa: Paolo, ma tu
mi hai mai tradita? Paolo: Non chiamarmi per nome.
Teresa: Perché? Paolo: Quando mi chiami per nome mi
spaventi… Teresa: Ripeto mi hai mai tradita?
Paolo: È una domanda seria? Teresa: Sono quindici
anni che stiamo insieme e mi domandavo se non ti sia mai
capitata un’occasione. Paolo: Scusa non capisco…
Pensi che ci sia un limite di tempo oltre il quale ci si
debba tradire? Teresa: Ma no, era una curiosità…
stavo solo pensando che difficilmente esiste una sola
coppia al mondo che sia stata reciprocamente fedele per
così tanto tempo. Paolo: Che pensieri strani! Ma
scusa non è meglio stare in silenzio e goderci questo
meraviglioso panorama? Stasera tira questo leggero
venticello estremamente gradevole… Che dici viene dal
mare?
Teresa sorride, ma non risponde, si alza
toglie le due tazzine di caffè dal piccolo tavolino di
vimini, entra in casa poi torna con la bottiglia di
anisette e due bicchieri. Paolo intanto si è acceso la
sigaretta, l’unica della giornata! Teresa: Sai cosa
pensavo? Se tu ora mi confidassi un tuo piccolo
tradimento non me la prenderei, la nostra storia
consolidata è sicuramente più forte dell’insicurezza che
provoca la gelosia. Paolo: Dai smettila, ma che sono
questi discorsi? Perché mai avrei dovuto tradirti?
Teresa: In pratica non ne vedo la ragione, ma
teoricamente è possibile. Ci si incontra per caso, non
so in un bar, dopo una partita di tennis, una battuta,
un sorriso, ci si scambia il telefono ed è fatta.
Paolo: Perché a te è capitato? Teresa: La domanda te
l’ho fatta io! Paolo: La fai troppo facile.
Teresa: Sai, noi stiamo bene insieme e la nostra durata
di coppia è stata sempre un motivo d’orgoglio in mezzo a
tante coppie che scoppiano e amici separati. Sai che
anche Corrado si è separato? Paolo: No, non lo
sapevo… buon per lui… Teresa: E poi scusa, cosa ci
sarebbe di male se tu mi confidassi una scappatella?
Dovresti apprezzare la mia sincerità… Paolo: Guarda
che sei tu che vuoi sapere… Teresa: Parlavo del mio
stato d’animo, come vedi non ho nulla in contrario a
parlarne e se la vuoi sapere tutta credo che parlarne
farebbe molto bene al nostro rapporto. Paolo:
Apprezzo il tuo stato d’animo, lodo la tua sincerità, ma
davvero, non c’è nulla di cui parlare. Teresa: Ed
invece io penso che se mi avessi tradito, sarebbe
normalissimo. In fin dei conti sei un bell’uomo. Un
quarantenne che ha fascino da vendere. Me ne accorgo
sai, quando usciamo insieme, di come ti guardano le
altre. Addirittura l’altro giorno Letizia mi ha perfino
chiesto se fossi gelosa di te! Paolo: Grazie alla tua
amica e grazie a te che stasera sei in vena di
complimenti, ma sinceramente io non ho fatto nulla, né
bar e né tennis, mi spiace deluderti e non poter, per
mancanza di argomenti, contribuire a questa interessante
conversazione. Teresa: Nella tua voce sento una
leggera velatura di fastidio. Paolo: Non sono
infastidito!
I due ora sorseggiano la loro
anisette, da lontano si sente il rumore di una moto che
sfreccia lungo il viale a tutta velocità. Paolo sorride.
Paolo: Ma non è che stasera a cena hai alzato un po’
troppo il gomito? L’orata all’acqua pazza era
meravigliosa, ma anche il Fiano di Avellino non era
male, vero? Teresa: Paolo, non trattarmi così!
Paolo: Ti prego non chiamami per nome, mi viene
l’angoscia. Teresa: Secondo me tu hai un tabù! E
credo che dovresti liberartene, dai troppa importanza al
sesso. Paolo: Perché dici questo? Non sono bravo a
letto? Non godi con me? Teresa: Beh te ne
accorgeresti, ma sai cosa penso? Che tu sei vecchio,
legato a certi valori stantii, non c’è nulla di male
parlare di fantasie sessuali che non coinvolgono
direttamente la coppia. Paolo: Perché tu ne hai?
Teresa: Sono io che ti ho chiesto se hai avuto occasioni
e per aiutarti ti ho anche premesso che in tanti anni
può anche capitare! Paolo: Teresa cara, so come vanno
certi discorsi… alla fine si trascende. Teresa: Anche
tu evita di chiamarmi per nome! Se pensi che si
trascenda allora c’è davvero qualcosa! Paolo: No, non
c’è niente e non devo dirti nulla, ma in questi casi
basta una sola parola fuori posto e scoppia l’inferno.
Te lo ricordi il gioco della verità che si faceva da
ragazzini? Alla fine si andava sempre a litigare…
Teresa: Ecco appunto io ti sto chiedendo solo la verità.
È un mio diritto no? Paolo: La verità vera è che
siamo qui io e te, insieme da quindici anni! Teresa:
Non ti ho chiesto questo. Una volta lessi su una rivista
che la durata di un matrimonio dipende solo da quanto i
partner siano bravi a fingere a nascondere le loro
relazioni extra. Paolo: Andiamo a letto dai. Per me
non è una buona idea, punto e basta!
Paolo si
alza, sta per andare, ma Teresa lo blocca. Teresa: Io
invece voglio parlarne ora! Paolo: Tu non vuoi
parlare, tu vuoi litigare… Teresa: Allora vedi che mi
nascondi qualcosa? Avevo ragione, cazzo! Paolo: Ora
ti stai scaldando. Teresa: Sono solo delusa, stai
mettendo un muro come fossimo degli estranei, ma ti
rendi conto? Prima di sposarci mi ripetevi noi siamo
diversi dagli altri, noi ci diciamo tutto e per questo
motivo la coppia funzionerà. E ora sei reticente.
Paolo: Reticente? Ma io non ho commesso nessun delitto.
Teresa: Ecco vedi che sei d’accordo con me? Fare l’amore
non può essere un delitto anche se si fa fuori casa.
Paolo si avvicina… le accarezza prima il viso e poi
lentamente fa scivolare la mano. Teresa: Smettila non
mi toccare il seno, stasera non faccio l’amore con te!
Paolo: Ma allora è un ricatto! Teresa: Chiamalo come
vuoi, sei semplicemente un orso insensibile. Paolo:
Ma dai, andiamo a nanna… Teresa: Anzi sai che faccio
stasera? Rimango a dormire qui in terrazza! Paolo:
Teresa dai, ricominciamo daccapo, non voglio che ti
stranisca, cosa vuoi sapere? Teresa: Non mi chiamare
per nome ti ho detto. Voglio solo che mi racconti e non
chiedo altro!
Paolo si rimette seduto si accende
un’altra sigaretta. Paolo: Vabbè dai cosa vuoi
sapere? Teresa: Ecco vedi stai fumando di nuovo,
allora sei nervoso. Paolo: Smettila! Cosa vuoi sapere
ti ho detto! Teresa: La verità! Paolo: Ok, l’hai
voluto tu e non mi prendo nessuna responsabilità.
Teresa: Vedi che avevo ragione? C’è sempre qualcosa di
nascosto in una coppia e al novantanove per certo è
questione di corna. Paolo: Non chiamarle corna ti
prego. Teresa: Tradimento, infedeltà, ma sono sempre
corna! Dai racconta! Paolo: È successo una volta
sola, quasi due anni fa, quando tu eri in vacanza con i
tuoi al mare ed io sono rimasto in casa. Teresa: Non
ero con i miei, ma con Clara, la mia assistente.
Paolo: Vabbè, ma che importanza ha? Ok eri con Clara,
comunque ora lo sai. Teresa: Cosa so? Non mi hai
detto nulla. Racconta. Voglio sapere come e con chi è
successo, dove, l’anteprima, il fatto, i dettagli, le
tue emozioni, le sue, se ti piaceva, com’era vestita,
chi ci ha provato per prima e soprattutto come è andata…
Paolo: No Teresa, a questo gioco non ci sto.
Teresa: Non chiamarmi per nome Paolo, ti prego.
Paolo: Anche tu non farlo! Teresa: Era bella?
Paolo: Non particolarmente Teresa: Dove l’hai
conosciuta? Paolo: Una collega di Reggio Emilia,
siamo andati a cena con altri colleghi, ho bevuto un po’
troppo e quando sono tornato a prendere la macchina ho
sentito i suoi passi dietro di me. Era tardi sarà stata
l’una passata. Teresa: Fammi capire ti ha seguito?
Paolo: Dai per favore, non ricordo bene la dinamica, ma
di sicuro non le ho chiesto di venire a casa con me e
passarci la notte. Teresa: Come si chiama? Paolo:
Boh, è successo due anni fa, ma poi cosa significa, che
senso ha sapere se si chiama Deborah o Alessandra?
Teresa: Deborah o Alessandra? Paolo: Alessandra
Teresa: È successo solo quella volta o vi siete rivisti?
Paolo: No, no, te l’ho detto, era una collega di Reggio
Emilia, il giorno dopo è partita e non ci siamo più
visti. Teresa: Scusa era una bella donna e ci hai
scopato solo quella volta? Paolo: Non ti ho detto che
era bella. Teresa: Mora? Paolo: No, bionda.
Teresa: Sposata? Paolo: Sì, madre di due bimbi.
Teresa: Non credo che tu ci abbia scopato solo quella
volta, in queste storie quello che tira è il senso del
proibito, dell’amante segreta, della scopata facile e
clandestina. Non credo che tu non l’abbia rivista…
Paolo: Hai voluto la verità perché ora dovrei mentirti.
È successo solo quella volta, poi siamo rimasti in
contatto. Ci siamo scritti qualche messaggio, qualche
telefonata dall’ufficio. Teresa: Sì ma è sempre un
tradimento anche a distanza. Dimmi quanto è durata. Due
giorni, dieci, una settimana, un mese, un anno, ancora
adesso? Paolo: Non ci scriviamo più. Teresa: Dimmi
quante volte vi siete contattati. Paolo: Te l’ho
detto, nei giorni successivi, poi più nulla. Teresa:
Fammi capire allora non è stata solo una scopata, era
una vera e propria relazione, o no? Voglio sapere cazzo!
Paolo: Stai perdendo il controllo Teresa Teresa:
Non mi chiamare per nome e poi scusa tu mi dici che
scopi con una troia e cosa dovrei fare io? Rimanere
indifferente o farti l’applauso per la bella
prestazione? Paolo: Non è una troia. Teresa: E
come la chiami una che si dà la prima sera a un uomo
sposato? E per giunta lo segue fino alla macchina…
Paolo: Allora abbiamo un significato diverso del termine
troia Teresa: No mio caro, una troia è una troia e
lei lo è. E tu sei un porco! Dai dimmi come è successo,
ti ha aperto subito le cosce oppure hai dovuto faticare.
Gliele hai tolte tu le mutandine o da sola? Come
l’aveva, rasata? Te lo ha preso in bocca? Ci sapeva
fare? Magari prima avete parlato e ti ha detto che era
insoddisfatta del marito, che lui non la capisce,
poverina, e aveva bisogno di coccole, vero? Paolo:
Ma che senso ha tutto questo? Siamo arrivati qui in
casa, le ho offerto un drink, abbiamo un po’ parlato e
poi è successo. Non capisco la tua morbosità, forse mi
sfugge qualcosa. Teresa: No mio caro, ti detesto
quando banalizzi e mi fai sentire una cretina. Dimmi
dove te la sei scopata. Sul divano? In cucina? Oppure in
camera da letto… nel nostro letto? Paolo: È questo
il tuo problema? Sapere dopo quanti minuti mi ha aperto
le cosce e dove me la sono scopata, in cucina o in
camera da letto? Magari se fossimo rimasti in macchina
per te sarebbe cambiato qualcosa? Teresa: Era diverso
sì. Almeno questa casa sarebbe rimasta incontaminata.
Dai continua, di cosa avete parlato? Di lei che non fa
l’amore, che suo marito non la calcola? Che lui ha
un’altra e per questo motivo non se la scopa? Paolo:
Guarda, se la vuoi sapere tutta, non sono stato io, ma è
stata lei a consolarmi. Ero io che avevo bisogno di
sesso libero… Con te invece è così tutto meccanico,
pensi solo a rimanere incinta, praticamente un incubo.
Teresa: Stai dicendo che è colpa mia? Che il fatto che
non rimanga incinta sia solo un mio problema? Paolo:
Non ho detto questo. Sto dicendo che lei ha trovato
terreno fertile. Se fosse stata solo una scopata ne
avrei fatto a meno. Teresa: Beh vuoi uomini siete
così e non mi sorprenderei. Paolo: Non generalizzare.
Tranne quella volta sono stato sempre fedele anche se le
donne mi piacciono da morire e tu lo sai. Teresa:
Sei un porco. Paolo: Sì sono uno porco e tu non te ne
sei mai accorta. Sempre impegnata col tuo lavoro, hai
sempre pensato solo a te stessa. E invece a me piace la
femmina, quella vera, passionale, carnale, che gode come
una porca, che non pensa di rimanere incinta, che si
spoglia di ogni apparenza e lo fa volgarmente, che non
cerca pretesti per farsi una scopata, ovunque, così come
viene, in macchina alla boia di un Giuda, addosso a un
pilone dell’A24, dentro un cinema, al cesso di un
ristorante… Teresa: E lei rappresentava questo per
te? Paolo: Lei era facile. Teresa: Ed io sarei una
donna difficile? Paolo: Teresa l’abitudine ci ha
travolto e tu lo sai. Teresa: Non chiamarmi per nome!
Paolo: Non è colpa di nessuno dei due se quel figlio non
è mai venuto… Teresa: E quindi hai pensato bene di
scoparti una sciacquetta incontrata per caso? Paolo:
È stato un lampo e mi sono sentito bene perché in fin
dei conti mi piace piacere… è una questione di
autostima… Teresa: Non so se sei più stronzo ora o
quando ti sei scopato quella. Paolo: Sei tu che mi
fai dire queste cose, che mi fai pensare alle
motivazioni per cui ho ceduto, fino ad oggi pensavo solo
che la causa fosse stata la pazzia di una notte.
Teresa: Quindi solo ora stai realizzando? Paolo: Ma
no, mi sforzo per non apparire un imbecille ai tuoi
occhi. Dai vieni qui, lo sai che amo solo te, dammi un
bacio. Teresa: Imbecille lo sei lo stesso.
Teresa si alza, ma non va da lui, entra in casa e si
siede sul divano. Lui la segue. Teresa: Per favore
dammi da bere. Paolo: Dai andiamo a nanna, hai bevuto
fin troppo stasera. Ora mi dici perché stasera ti sei
intestardita così? Teresa: Ma perché lo so che dopo
tanti anni di matrimonio ci può stare che si prenda
qualche sbandata in fin dei conti ne ero certa già prima
che tu ti decidessi a parlare. Paolo: Quindi ora non
ce l’hai con me? Teresa: Ma no, e anche se volessi
non potrei… Paolo: Perché? Teresa: Perché te l’ho
detto, dopo tanti anni ci sta. Paolo: E quindi basta
questo per perdonarmi? Teresa: Paolo, non ci
crederai, ma ora mi sento più sollevata. Paolo: Non
chiamarmi per nome! Teresa: Non stavo perdonando te,
ma me stessa. Paolo: In che senso? Teresa:
Andiamo a dormire ora dai Paolo: No ora voglio
sapere. Non capisco io ti tradisco e tu ti devi
perdonare? Dimmelo, cosa c’è? Teresa: Non devo dirti
nulla, hai già detto tutto tu ed io non devo aggiungere
altro, motivazioni, pazzia di una sera, sentirsi bella,
consolata, la stupidità di piacere… il vestito da
indossare, il trucco, la scelta del rossetto, la
mutandina nuova, il profumo… ora andiamo a letto per
favore. Paolo: No, voglio sapere. Teresa: L’ho
fatto per gli stessi tuoi motivi Paolo: Non possono
essere gli stessi motivi! Uomo e donna sono diversi!
Teresa sorride… Teresa: Scusa in che senso? Non
capisco. Paolo: La donna non va in giro a scopare e
se le succede è perché ci sono motivazioni più profonde.
Tipo sentimento o roba del genere. Teresa: Ma che
dici? L’hai detto tu che c’è una componente essenziale
che si chiama autostima e quella davvero non ha sesso.
Mio caro noi donne abbiamo esattamente le stesse vostre
esigenze. Paolo: Quindi mi hai fatto confessare
perché eri tu a sentirti in colpa, vero? Teresa:
Perché tu non ti senti in colpa, vero? Per te una
scopata è semplicemente infilare quel cazzo d’uccello
dentro due cosce. Niente di più immagino! Che mente
ristretta! Paolo: E allora tu che sai tutto, dimmelo
tu che cos’è. Perché lo hai fatto? E soprattutto cosa
sentivi quando ti scopava… Teresa: Ti ripeto l’ho
fatto per lo stesso tuo motivo, desiderio di piacere,
voglia di attenzioni, insomma volevo compiacermi.
Paolo: Sei una troia! Teresa: Tale e quale alla tua
sciacquetta. Paolo: Quando e come è successo? Dimmelo
cazzo! Teresa: Esattamente la stessa notte. Non sono
uscita con la mia amica Clara, ho semplicemente
incontrato un collega che mi faceva il filo da tempo.
Per questo quando mi hai detto dei miei ti ho subito
corretto, me lo ricordo bene. Paolo: E dove siete
stati? Teresa: Al mare, non ricordo esattamente il
posto, ma era incantevole. Prima siamo andati al
ristorante e poi abbiamo trascorso la notte in albergo.
Paolo: Ci hai scopato? Teresa: E scusa perché ci
sarei andata allora? Paolo: Era bravo a letto? Meglio
di me? Hai goduto? Quante volte? Fino all’alba? Come si
chiama lui? Ti sei tolta tu le mutandine o te le ha
tolte lui? Glielo hai preso prima in bocca? Avete
parlato di me? Era sposato? L’avete fatto sul letto?
Subito oppure lo hai fatto penare? Ce l’aveva grosso? Vi
sentite ancor……
FINE |


Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale. Liberamente ispirato al fiim Les infidèles
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