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RACCONTI 
Adamo Bencivenga
Le due sorelle
La Storia di Helene e Margot
In un pomeriggio domenicale, nel giardino della loro una villa,
Margot e sua sorella Helene parlano svelando i loro segreti, mentre
Maurice, il marito di Margot, prepara i bagagli. Tra accuse di
tradimenti e verità sconvenienti, emerge un intreccio di gelosia,
amore e complicità che lega le due sorelle e l’uomo conteso...

È domenica pomeriggio, Margot e suo marito
Maurice sono in partenza. Lui è in casa e sta preparando
i bagagli mentre sua moglie è seduta nel giardino di
casa dei genitori insieme a Helene, sua sorella.
Helene: “Ci hai scopato questa notte, vero?”
Margot: “No, ma che dici?” Helene: “Vi ho sentito,
non mentire ti prego!” Margot: “Maurice è stato male,
aveva mangiato pesante. Avremo solo fatto un po’ di
rumore, nient’altro.” Helene: “Non mi prendere per il
culo sorellina…” Margot: “Helene non ti sto prendendo
in giro…”
Helene ha una smorfia di rassegnazione.
Helene: “Infin dei conti siete sposati, che c’entro io…
È assurda questa situazione!” Margot: “Se è per
questo abbiamo anche un figlio insieme…” Helene: “Già
il figlio della colpa! Non me lo ricordare ti prego.
Comunque non sono pazza, vi ho sentito! E quello che
desidero è, quando venite qui nei weekend a casa di
mamma, che non facciate l’amore. Chiedo troppo?”
Margot: “Dai calmati ora…”
Margot si avvicina e
le accarezza i capelli. Helene infastidita si allontana.
Helene: “Non mi toccare! Stammi lontana!” Margot: “Ma
perché fai così?” Helene: “Non ho mai capito perché
con tutti gli uomini che esistevano al mondo ci sei
dovuta andare a letto e poi ti sei messa con lui sapendo
benissimo che lo amavo. Io ti raccontavo tutto!”
Margot: “Tesoro ne abbiamo parlato tanta volte.
Purtroppo è successo, sono rimasta incinta e mi sono
dovuta sposare. Papà non avrebbe tollerato altra scelta
semmai ce ne fosse stata.” Helene: “Potevi dire che
non era suo figlio, che avevi scopato con qualche
barbone raccolto per strada!” Margot: “Immagina la
faccia di papà, per lo meno mi avrebbe diseredata! E poi
non sono stata la sola a decidere…” Helene: “Cazzo,
ma era il mio ragazzo! L’avevo conosciuto due anni prima
di te all’università. Tra noi andava tutto bene, ci
amavamo e tu lo sai che pensavamo ad andare a vivere
insieme…”
Margot sbuffa. Margot: “Sono passati
dieci anni Helene, mi dispiace che ancora ti faccia
male, ma sai bene che non è andata proprio così!”
Helene: “Ah no? Dici che sono diventata matta nel
frattempo e mi invento le cose?” Margot: “Forse le
stai solo romanzando, del resto se ti avesse davvero
amata come tu dici, quella sera non sarebbe venuto con
me.” Helene: “Lo sai bene che era ubriaco, me lo ha
ripetuto tante volte e tu non hai avuto scrupoli a
portartelo a letto e allargare le cosce. Ti è piaciuto
farti il ragazzo di tua sorella, vero?” Margot: “Dai
Helene smettila, mi stai dando della puttana.”
Helene: “Hai un modo migliore per definire quello che
hai fatto? La sostanza è questa! Non fare la
santerellina! Sei stata tu a rubarmi l’uomo della mia
vita e non le circostanze!” Margot: “Ah già certo,
hai detto bene, l’uomo della tua vita! Credi che dorma
da piedi e non ne sia al corrente?” Helene: “Perché?
Ora hai anche qualcosa da rimproverarmi?” Margot:
“Non ti ho mai rimproverato nulla, sei la mia sorella
più piccola ed ho cercato sempre di proteggerti in
questi anni, ma non dormo da piedi e so che tra voi non
è mai finita.” Helene: “Se ti riferisci a qualche
lettera e qualche messaggio che ci scriviamo, sei fuori
strada.” Margot: “No, no, non è solo quello. Credi
sia stupida?” Helene: “Allora non capisco…”
Margot: “Ecco brava continua a non capire…”
Ora è
Margot che si allontana, si alza, ha paura di dire
troppo, fa un giro per il giardino, coglie una rosa, poi
ci ripensa e torna a sedersi. Margot: “Ascoltami
tesoro, so che non vi siete mai lasciati, sono dodici
anni che state insieme, ed io l’ho scoperto quando gli
ho sentito il tuo profumo addosso, eravamo appena
sposati. Un bel giorno vi ho seguiti e vi ho visti
insieme. Credi che non lo sappia che quando vieni a
stare da noi a Parigi vieni esclusivamente per lui?
Altro che nipote, altro che sorella! Puntualmente
trovate il modo di stare insieme inventando delle balle
a cui faccio finta di credere.” Helene: “Mi sembra il
minimo, del resto se non marito è comunque mio amico, o
sei gelosa?” Margot: “Non è questione di amicizia
Helene, conosco anche la pensione dove vi vedete, sempre
la stessa. Comunque come vedi sono stata sempre zitta e
non ho mai detto nulla né a te né tantomeno a lui.
Chissà poi per ottenere in cambio cosa…” Helene:
“Perché non mi hai detto nulla?” Margot: “È stata
dura tesoro, ma ora mi dà sollievo sapere di dividerlo
con te e non gli ho mai chiesto di lasciarti. Agli inizi
sapevo che ti dava quello di cui avevi bisogno e poi è
subentrata l’abitudine. Helene: “Dai, ma che dici?
Non ci credo!” Margot: “Anche per me è un modo di
starti vicino. Mi manchi così tanto sorellina. Se non
fossi rimasta incinta ora sarei qui in questa bella
villa ed io e te giocheremo ancora su questo bel prato
verde come da bambine.”
Helene cerca di
ribellarsi, non sopporta quel tono apprensivo e smielato
della sorella. In fin dei conti Margot ha ottenuto
quello che lei non potrà mai avere. Helene: “Non
occorre che mi tratti così con questa voce finta
materna. Una madre già ce l’ho! E comunque stanotte ci
hai scopato, ho sentito chiaramente i suoi lamenti,
altro che mal di stomaco!” Margot: E tu mia cara ci
hai scopato ieri pomeriggio! Credi davvero che riposassi
perché ero stanca del viaggio? Siete andati su in
mansarda e lo avete fatto in piedi, ti basta questo o
vuoi anche altri dettagli? Ti prego non farmi
arrabbiare.” Helene: “A volte mi riprendo il dovuto
anche se raramente… E poi l’ho fatto perché speravo che
questa notte non si avvicinasse a te…” Margot: “Le
qualità di Maurice le conosciamo entrambe…” Helene:
“Non parlare così di lui ti prego, io lo amo!”
Margot: “Lo ami nella misura in cui ti manca, se fossi
sposata con lui parleresti in maniera diversa.”
Helene: “Cosa vuoi dire che non lo ami?” Margot: “Non
ho detto questo, ma è evidente che il tuo sia un amore
viscerale.” Helene: “Quando penso a lui mi manca il
respiro, credevo che il tempo mi guarisse, ma ormai è
diventato un sentimento patologico.” Margot: “Non è
solo sentimento, ma anche attrazione e possessione
fisica.” Helene: “Che ci posso fare? Vorrei fare
sesso con lui in ogni momento, anche ora ad esempio, se
fosse per me salirei su in stanza e mi concederei a lui
anche per soli trenta secondi.” Margot: “Cosa provi?”
Helene: “Quando è dentro di me mi abbandono
completamente, mi sembra di stare in un’altra
dimensione, ma nonostante tutto non mi basta perché so
che non è mio.” Margot: “Io non ho tutto questo
desiderio con lui…” Helene: “Forse non ti scopa bene
come fa con me…” Margot: “Non fare la ragazzina. Sei
solo morbosa…” Helene: “Credi che non ci abbia
provato a dimenticarlo? Ho avuto altre occasioni, altri
uomini, ma nel tempo ho collezionato solo delusioni.
Nessuno è come lui! Nessuno mi fa stare bene come
Maurice. Lui rimane sempre il mio massimo.” Margot:
“Tesoro vorrei essere al tuo posto e conoscere cosa si
prova ad amare così.” Helene: “Tu non lo provi perché
lo hai avuto gratis e non ne sei mai stata innamorata.
Lui lo sente cosa credi?” Margot: “Te lo dice?”
Helene: “No, ma lo sento, anzi vorrei che me lo
dicesse!” Margot: “Ora sei ingiusta Helene!”
Ora Helene piange. Helene: “Ti chiedo scusa sorella,
lo so che agli occhi degli altri sarei solo l’amante di
tuo marito, davvero ci ho provato a dimenticarlo, ma non
ci riesco… Per un anno intero mi sono allontanata, sono
stata anche in terapia, ma poi è bastata una telefonata
e ci sono ricascata. Ma come si fa a stare bene senza di
lui? Me lo spieghi?” Margot: “Anch’io ti chiedo
perdono sorellina e ora, visto che sai che so, spero che
tu ti renda conto che non è stato facile neanche per
me.” Helene: “Non potrò mai stare con un altro, del
resto non mi sono mai sposata e questa ne è la riprova.”
Margot: “All’inizio ci ho sperato sai, ma se sei rimasta
a vivere qui a casa dei nostri genitori, credo che non
sia solo per tua volontà.” Helene: “Cosa vuoi dire?”
Margot: “Maurice non vuole vero?” Helene: “Ovvio che
non vuole, sono sua e semmai dovessi conoscere qualcuno
il primo a saperlo sarebbe lui.” Margot: “Fammi
capire vorresti il suo consenso?” Helene: “Non credo
che lui approverebbe. Anche noi siamo una coppia!”
Margot: “Vedi? Non c’è soluzione e più ci penso e più mi
convinco di aver fatto bene a tacere tutto questo
tempo.”
In quell’istante passa Maurice carico di
valigie. Si dirige verso l’auto. Margot abbassa la voce.
Margot: “Tu sei l’amante di mio marito, ma non ci hai
pensato cosa sono io? Altro che donna fortunata! Sono
semplicemente una moglie tradita e per giunta da sua
sorella!” Helene: “Che intenzioni hai? Cosa vuoi
fare?” Margot: “Nulla tesoro, non posso rischiare che
la matrigna di mio figlio sia anche sua zia. E poi i
nostri vecchi morirebbero di crepacuore.” Helene:
“Credi che mamma non lo sappia, non se ne sia mai
accorta?” Margot: “Beh spero di no!” Helene: “Sai
Margot, a me dà sollievo che tu lo sappia, perché in
questa storia c’erano anche tanti sensi di colpa. Più
volte mi sono data dell’egoista pensando a quanto male
ti stavo facendo.” Margot: “Pensa invece in che
condizione sono io… Vedi se avessi scoperto che mio
marito se la intendesse con qualsiasi altra donna, mi
sarei comportata di conseguenza, lo avrei lasciato,
sarei tornata a vivere qui con voi, ma con te è
diverso.” Helene: “Quindi…” Margot: “Quindi nulla,
devo subire e tacere per il bene di tutti, tranne il
mio!” Helene: “Non mi chiedi di lasciarlo vero?
Impazzirei al solo pensiero…” Margot: “Sei fragile
tesoro. Ti chiedo però di essere più accorta, sia mai
che papà e mamma sappiano che condividiamo lo stesso
uomo.” Helene: “Certo è assurdo, ma quando sono con
lui non penso mai che è tuo marito. E poi penso che lui
si comporti diversamente quando sta con me, per cui è
come se stessimo con due uomini diversi.” Margot: “Ed
io in un certo senso lo amo perché ti fa felice.”
Helene: “Come fa l’amore lui, non lo fa nessuno al
mondo!” Margot: “Credi che non lo sappia?”
Helene ha un brivido di freddo. Helene: “Abbracciami
Margot” Margot: “Sei più calma ora?” Hai preso la
medicina?” Helene: “Dici che lui si stancherà? Che
lascerà una delle due?” Margot: “Ora però non ti far
prendere da altre fobie. Comunque se non gli rendiamo la
vita difficile, non credo che lo faccia, in fin dei
conti quale uomo non vorrebbe stare nella sua
posizione!” Helene: “Quindi non farai nulla e
lascerai che lo veda ancora vero?” Margot: “Tesoro
desidero solo che nulla cambi perché voglio il tuo bene,
il suo e quello di mio figlio.”
Maurice chiama
Margot, le dice che è tardi. Le due donne si
abbracciano. Helene: “Ecco vedi? Per timore che tu
possa scoprire qualcosa non mi ha neanche salutata.”
Margot: “Ti dispiace?” Helene: “Certo, ma lo capisco.
Ascolta sorellina posso venire da voi la prossima
settimana?” Margot: “La mia casa è sempre aperta per
te…” Helene: “Grazie, grazie, grazie.”
Helene
bacia più volte sua sorella. Margot: “Ovviamente
Maurice non deve sapere che ci siamo parlate e che io
so.” Helene: “Avrò la bocca cucita, del resto è un
nostro segreto!” Margot: “Ti voglio bene, sorellina.”
Helene: “Anche io, tanto.”
FINE
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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