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Adamo Bencivenga
Non chiamarmi tesoro
In un appartamento parigino di Rue
de Condé, una tranquilla serata tra Claire e Serge si trasforma in
un confronto teso quando lui scopre un SMS sul suo telefono,
rivelando un tradimento. Tra sarcasmo, provocazioni e difese, la
coppia naviga un mare di bugie e verità non dette, mettendo a nudo
le fragilità del loro matrimonio

Appartamento in Rue de Condé. Sono le sette e
mezza di sera. Claire è arrivata da poco a casa, si
toglie il soprabito, lascia borsa e telefono in
cucina e dopo aver salutato Serge, suo marito, si
dirige verso il bagno. Serge sta preparando la cena
e mentre lei sta facendo la doccia arriva un sms sul
suo telefono. SMS: “Claire, oggi sei stata
meravigliosa. A.” Serge lo legge.
Claire
esce dalla doccia e si reca in cucina in
accappatoio. Claire: Amore cosa mi stai
preparando questa sera per cena? Lui non
risponde. Claire: Sei pensieroso? Come è andata
la tua giornata? Lui risponde alterato.
Serge: Non ho fatto nulla, Claire! Non faccio mai
nulla! Claire: Qualcosa non va Serge? Serge:
Mi stavo semplicemente chiedendo quale fosse il nome
del tizio che ti ha scopata oggi: Alexander, Amadeus
o Alain?
Il viso di Claire cambia
immediatamente espressione. Claire: Tre nomi
decisamente interessanti… Dumas, Mozart o Delon…
Serge: Mi complimento per la tua cultura, ma non mi
hai risposto… Lei sbuffa. Claire: Serge,
dobbiamo per forza parlarne ora? Sappi che sono
molto stanca e quando sono stanca perdo facilmente
il controllo. Serge: Fai tu, se non ritieni
necessario mettere al corrente tuo marito circa le
tue scopate segrete allora tengo per me la mia
curiosità. Claire: Mi chiedo che importanza possa
avere un banale nome… è ovvio che mi stai
provocando… Serge: Fammi capire, sono io che sto
provocando te?
Serge sorride amaramente.
Claire: Tesoro, non mi sembra il caso parlarne,
tutto qui. Serge: Non chiamarmi tesoro! E
comunque ero solo curioso di sapere il nome, ma se
con questo altero il precario equilibrio della mia
signora faccio scena muta.
Lei nervosa si
stringe nell’accappatoio, si accende una sigaretta,
poi apre il frigo e si riempie il calice di vino
rosso. Claire: E va bene, lo hai voluto tu! La
lettera A sta per Armando, è un ragazzo spagnolo.
Soddisfatto o vuoi sapere anche il numero di
telefono o quanto porta di scarpe? Serge: Hai un
amante con questo nome? Claire: Di solito non
scelgo un uomo dal nome. Vuoi suggerirmene uno tu?
Serge: Non ci penso proprio. Claire: Appunto uno
o l’altro cosa vale? Serge: Era solo per farti
sapere che so. Claire: Avrai sbirciato nel mio
telefono… Serge: Non ho sbirciato, era qui ed ho
letto… Se tu una buona volta ti decidessi ad
inserire una maledetta password io non potrei farmi
i fatti tuoi… Claire: Quindi sei dispiaciuto
perché hai letto o per quello che hai letto?
Serge: Smettila non mi incanti signora professoressa
di sofisma e retorica! Claire: Comunque non
capisco tutta questa scenata, per me è semplicemente
una cosa da nulla. Serge: Quel messaggio “Sei
stata meravigliosa.” Non mi sembra affatto una cosa
da nulla. Claire: Ma lo è! Cosa vuoi che conti
per me? Avrei potuto mentirti, dire che con quel
messaggio Armando si riferiva alla lezione di oggi,
ma proprio perché non gli do alcuna importanza non
ci vedo nulla di male. Serge: Fammi capire, tu
oggi hai scopato con un altro uomo ed io dovrei far
finta di niente proprio perché tu non lo reputi
importante? Claire: Non è un uomo, è solo un
ragazzo e per giunta mio allievo. Serge: Quello
che sia sia, come supponevo mi stai confermando che
ci sei andata a letto. Claire: Dai ti prego non
usare parole da dramma familiare, rendono la
situazione più pesante e penosa di quanto lo sia
veramente. Serge: Te lo sei scopato o no?
Claire: Serge, ti prego, non usare quelle parole…
Serge: E da dove esce questo pudore da ragazzina
innocente? Claire: Non è pudore, mi danno
semplicemente fastidio… Serge: Vuoi dire che
certe cose si fanno, ma non si dicono? Claire:
Sono le parole che usi che mi danno fastidio.
Serge: Mia cara le cose vanno chiamate col nome
proprio, solo in questo modo ci si rende conto di
ciò che si è fatto. Forse per questo non vuoi
sentirle? Claire: Oh no, non mi sento in colpa. È
solo un piccolo diversivo sessuale e lui non è il
mio amante, ma solo un passatempo. Cosa mai c’è da
chiarire? Serge: Tanto per sapere, da quanto
tempo è che ti dai a questi piccole distrazioni
extraconiugali? Claire: Ti sembra tanto strano?
Sono anni che viviamo come fratello e sorella… A
parte qualche rara eccezione tipo in vacanza o nelle
feste comandate. Serge: Quindi mi devo sentire
responsabile dei tuoi tradimenti? Claire: Non
dico questo, ma almeno realista, è evidente che una
donna ha bisogno di certe attenzioni non credi?
Serge: Non credo a nulla in questo momento, comunque
non le definirei attenzioni ma vere e proprie
scopate! Claire: Beh chiamale come vuoi, ora sai
che ogni tanto mi concedo qualche distrazione come
penso faccia anche tu.
Claire si siede e
continua a fumare e a centellinare il suo vino,
Serge, di spalle, rivolto verso i fornelli continua
a cucinare. Rimangono per qualche minuto in
silenzio, dalla stanza da pranzo provengono le voci
della tv accesa. Serge: Sai cosa mi lascia più
sbalordito? Il fatto che tu lo dica con questa aria
di sufficienza, come se fosse una banalità. A volte
sei disarmante. Claire: Tesoro… Serge: Non mi
chiamare tesoro… Claire: Tesoro stiamo insieme da
venti anni, te ne rendi conto o no? Nessuna coppia
resiste così tanti anni senza qualche storiella
extra! È la legge delle coppie che durano e noi
rispettiamo semplicemente la regola. Serge: Ti ho
detto di non chiamarmi tesoro, non te lo permetto.
Claire: Sei sempre il mio tesoro anche se scopo
con un altro. Serge: E dove te lo scopi se posso
sapere… Claire: Al Motel Bellavie in rue
Maupassant. Tutti i venerdì dopo la lezione.
Serge: Immagino sia bravo e ti faccia godere…
Claire: Non occorre essere esperti in amore, basta
avere la giusta voglia e un’ottima sintonia.
Serge: Parli da esperta. Claire: Ci sono più di
vent’anni di differenza tra me ed Armando, vuoi che
non lo sia? Serge: Non intendevo questo. E
spiegami come avviene la cosa? Claire: Vuoi i
dettagli? Ti eccitano? Serge: Non scherzare!
Claire: Mi prende come mi prendevi tu quando nutrivi
ancora un po’ di passione. Abbiamo poco tempo per
cui non ci dilunghiamo in preliminari. Serge:
Quindi ti penetra immediatamente? Claire: Dai
Serge, ma a che serve tutto questo? Serge: Godi?
Claire: Che senso avrebbe avere una relazione
extraconiugale se non godessi? Sinceramente non
trovo altre ragioni per andare con un ragazzo.
Serge: Nonostante l’età ci sa fare allora…
Claire: Il suo compito è solo uno, essere pronto al
momento giusto, per il resto faccio io… Serge:
Immagino non abbia difficoltà in quel senso.
Claire: Le difficoltà ci sono in una coppia
collaudata come noi per l’età che avanza e per il
desiderio che manca… Di contro quale difficoltà
immagini possa avere lui? Del resto si fa la sua
insegnante, vogliosa, disponibile, formosa e per
giunta sposata. Serge: Adora le tue tette?
Claire: Tutti i ragazzi le adorano, sanno di madre.
Serge: E lui com’è alto, basso, moro, porta la
barba, gli occhiali? Claire: Una volta lo hai
anche conosciuto. Ricordi lo scorso anno quando
ospitai quei cinque ragazzi per festeggiare la fine
del corso? Serge: Erano due ragazze e tre
ragazzi, sì. Claire: Ecco uno dei tre ragazzi era
Armando, quello moro, durante la cena era seduto
accanto a me. Serge: E già ci scopavi?
Claire: Sì, tu non ti sei accorto di nulla, ma ad un
certo punto ha iniziato a toccarmi sotto il tavolo.
Serge: Non ci posso credere. Sei una donna
disonesta! Mi hai coperto di ridicolo! Claire: Ma
era una cosa gioiosa, di quelle che fanno i ragazzi.
Io lo rifiutavo e lui insisteva. Non so se ti
ricordi, ma tutti quanti avevamo alzato un po’ il
gomito. Serge: Scommetto che non portavi le
mutande… Claire: Non le metto mai in casa,
dovresti ricordartelo. Serge: Ti ha fatto godere?
Claire: No, ma mi faceva sentire giovane. Poi però
ci siamo rifatti il giorno dopo. Serge: Più che
giovane io ti definirei una squallida puttana, lo
hai fatto anche in mia presenza! Non ci posso
credere! Claire: Era un gioco Serge, ovviamente
non adatto ad un uomo adulto come te. Serge: Vuoi
dire vecchio? Claire: Non lo sei Serge, sei solo
diventato un essere pigro, mezzo uomo e mezzo
divano. Ma non credo che tu non abbia ancora
desiderio. Piuttosto, ora che siamo in pieno dramma
familiare puoi benissimo confessarmi come e con chi
sfoghi le tue pulsioni. Hai 54 anni non credo che tu
abbia abbandonato completamente la tua attività
intima. Serge: Sbagli, contrariamente a quanto tu
possa pensare, mi rendo conto di essere
un’eccezione. Anche perché le feste comandate per me
sono più che sufficienti. Claire: Vuoi dire che
non mi hai mai tradito? O ti fa fatica ad ammetterlo
per il solo gusto maschile di farmi sentire in
colpa? Serge: Odio questo tuo modo di ragionare,
ossia pensare che tutti facciano quello che fai tu e
in questo modo lavarti la coscienza e giustificarti
ogni tua azione perché pensi che lo facciano anche
altri. Claire: Comunque non ci credo che non mi
hai mai tradita. Non puoi accontentarti di cinque
sei volte l’anno. In caso andrai a pagamento, ma
ovviamente questo non me lo confesserai mai, signor
“Tutto d’un pezzo!” Serge: E se ti dicessi che è
la pura verità? Claire: Non ci crederei, stai
mentendo! Serge non stiamo facendo una gara e il
palio non c’è alcun premio fedeltà…
Lui si
siede e si versa del vino. Serge: Forse ho
sposato la donna sbagliata tutto qua, forse non eri
tu la mia sposa ideale… Claire: Perché avevi uno
stuolo di ragazze da sposare a quel tempo? Serge:
Qualcuna c’era e mi amava anche, ma ho preferito te…
e ora mi rendo conto di aver perso i miei anni
migliori per una donna bugiarda. Claire: Dai ti
prego non litighiamo ora come una banale coppia che
scopre un tradimento… Serge: Già noi non siamo
normali e solo ora mi rendo conto del motivo.
Claire: Dai non fare così Serge: Lasciami stare
devo riflettere… Claire: Io invece, ora che te
l’ho detto, mi sento più leggera Serge: Non fare
l’onesta, sono stato io a chiedertelo dopo aver
letto il messaggio… Tu non me lo avresti mai detto.
Claire: Vuoi sempre gareggiare… che importanza vuoi
che abbia? Serge: Comunque disapprovo il tuo
comportamento, non ci vedo nulla di normale. Vorrei
solo sapere quando mi hai avvisato che in vecchiaia
mi avresti tradito. Claire: Se insisti allora
dobbiamo riflettere veramente. Serge: Fai pure,
ma immagino che tra una riflessione e l’altra ti
trastulli col lo spagnolo. Claire: Infatti non ho
detto che non ci farò più l’amore… Serge: Non
chiamarlo amore… Claire: Hai ragione scusa,
comunque intendo frequentarlo ancora, nei modi e nei
tempi in cui decido io, non voglio subire alcun
ricatto morale da parte tua. Soprattutto perché mi
sento nel giusto e se tu non fossi intervenuto con
questi discorsi non lo avrei mai considerato un
tradimento. In questi anni non ti ho mai tolto
nulla. Serge: Anni? Claire: Serge siamo
differenti quello che è sufficiente per te, non
basta a me. Serge: Quindi ne hai avuti altri…
Claire: Uno o cento che vuoi che cambi? Serge: Oh
nulla, mi domando solo quale sia il numero per
considerarti una puttana. Claire: Oh sì anche io
me lo sono chiesto e credo di essere ben sotto la
soglia visto che i miei incontri sono settimanali e
non sono alla ricerca sfrenata di piacere, ma
semplicemente lo faccio per appagare i miei bisogni.
Serge: Non ti importa del mio giudizio vero?
Claire: Ripeto lui mi dà quello che non mi dai tu,
ma tu non vuoi capire che è una cosa meramente
fisica. Non so… come chiamare un artigiano per fare
dei lavori in casa che tu non fai. Serge: Stai
banalizzando per accaparrarti più spazi possibili ed
avere tacitamente il mio consenso. Claire: Non ti
tolgo nulla, semplicemente è una cosa che tu fai
raramente e con estrema parsimonia. Serge: E se
fosse al contrario? Ci hai mai pensato? Claire:
Capirei se a letto la sera mi negassi… Ma per
negarmi servirebbe qualcuno che facesse delle
avance… Serge: Ci sono vari modi per negarsi… E
scusa tu cosa fai per invogliarmi? Claire: Se
ogni tanto ti decidessi di alzarmi la gonna…
potresti scoprire che sono esattamente vestita come
piace a te. Serge: La prossima volta lo farò.
Claire: Sì, ma tanto non lo fai. Serge: Fare
sesso non dovrebbe essere un dovere. Claire:
Tesoro, renditi conto è solo mancanza di passione e
ci sta in una coppia che vive insieme da venti anni.
Serge: Non mi chiamare tesoro. Claire: Ma perché
ti ostini a mescolare i sentimenti col sesso? Fai
come me io li ho sempre tenuti nettamente separati.
Serge: Comodo. Vai a letto con un altro mentre
il sottoscritto, visto che lavora in casa, ti
prepara anche la cena. Così hai due pappe pronte.
Claire: Alle volte mi spaventi, mi chiedo davvero
chi abbia mai sposato? Serge: Non sono moderno
vero? Pensa che sono così antico che credo ancora
nella fedeltà di coppia. Che cretino che sono!
Claire: Non so come dirtelo, ti prego non essere
geloso, avete due funzioni diverse. Serge: È una
questione di dignità. Claire: Ma io non ti sto
sminuendo. Tu sei e sarai sempre l’unico uomo della
mia vita.
I due si calmano. Ora parlano
sottovoce. Claire: Cosa vuoi fare ora che sai?
Serge: Non lo so, mi hai messo alla strette.
Claire: Io la soluzione ce l’ho. Comportati come se
non lo sapessi, o meglio come hai sempre fatto senza
saperlo. Serge: E se il venerdì pomeriggio lo
passassi con me non è una soluzione vero? Claire:
E dove mi porti? A fare una passeggiata romantica
lungo la Senna? Non insistere dai, pensa piuttosto
che esco con le amiche. Me lo proibiresti? Serge:
Ma con le amiche non ci scopi. Claire: No, ma ci
raccontiamo tante cose intime…
Lui non parla…
Claire: Ascolta, impegna anche tu il venerdì
pomeriggio, esci, incontra qualcuna, se non sai chi
posso aiutarti. Nella mia facoltà c’è una mia
collega molto desiderosa di attenzioni. È sposata,
ma suo marito ha un’amante e lei vorrebbe vendicarsi
e mettergli dei cornini fatti bene! È un po’ avanti
con gli anni, ma potrebbe piacerti, ha le tette
grosse come lei mie. Che dici, ti piacerebbe
conoscerla? Serge: Il sesso mi piace farlo con
te. Claire: Ma sarebbe un diversivo. Ovvio che
non sarei io, ma ti giuro è una donna molto calda e
vendicativa, non aspetta altro. Serge: E tu mi
manderesti con lei pur di scoparti il ragazzino
spagnolo! Claire: Tesoro… Serge: Non mi
chiamare tesoro Claire: Beh voglio solo
dimostrarti che col sesso non si tradisce quando
nella coppia non c’è più desiderio. È una questione
fisica, tecnica, serve solo per tornare a casa più
leggera e amarti di più. Serge: Sei singolare.
Se fossimo in scena ora mi diresti platealmente: “Ti
tradisco perché ti amo!” Claire: Non male come
battuta teatrale. Serge: Peccato che non sia solo
una battuta. Comunque con la tua collega non se ne
parla. Preferisco stare a casa ed aspettarti.
Claire: Come vuoi. Ora che sai non dovresti più
sentirti tradito. E sicuramente io mi sento meglio.
Serge si alza e poi subito dopo si risiede. Ha
una sola curiosità in testa. Serge: Dì la verità
quel telefono lasciato qui in bella mostra non è
stato un caso vero? Claire: Sapevo che mi avrebbe
mandato quel messaggio. Lo fa sempre. Serge:
Quindi? Claire: Del resto già sapevo di non fare
nulla di male, ma mi dava tremendamente fastidio il
fatto che avessi un segreto con te. Non lo
sopportavo perché ti amo tanto e ti desidero ancora
di più. Serge: Anch’io ti desidero tanto.
Claire apre il suo accappatoio, poi prende la mano
di Serge e la porta sul suo seno. Serge: Quindi
lo hai fatto apposta per scaricarti la coscienza.
Claire: Potrebbe esserci anche un altro motivo, no?
Lei inizia a sospirare, i suoi gemiti diventano
subito caldi. Serge: Inizio a capire quale possa
essere. Claire: Toccami Serge… Un tempo ti
piaceva molto farlo quando ero in accappatoio… Ti
piace ancora? Serge: Hai dei dubbi? Hai sempre
delle belle tette Claire. Sono così rigogliose che
fatico a credere che qualcuno oggi pomeriggio possa
averle strapazzate ben bene. Claire: Continua a
pensarlo! Serge: Sei tremendamente perversa.
Claire: Continua a pensarlo! Serge: Lo penso
davvero. Claire: Anche io lo penso! Le mogli
degli altri che tradiscono sono decisamente
appetitose, ma le proprie hanno decisamente un gusto
perverso. Serge: Le migliori sono quelle perverse
che lavorano di fantasia, e tu sei la regina!
Lei si alza e lui la segue. L’accappatoio
scivola sul pavimento. Claire: Dai andiamo in
camera da letto anche se oggi non è una vigilia di
festa. Serge: Tu sai come prendermi… Claire:
Anche tu tra un po’ saprai come prendermi. Serge:
Oh sì, sono tremendamente eccitato. Ti desidero!
Claire: Non conosco migliore afrodisiaco della
gelosia… Serge: Raccontami ancora la scena sotto
il tavolo quando non portavi le mutandine…
Claire: Ti è piaciuta vero? Serge: Sei magnifica.
Claire: Sei tu magnifico. Serge: E se
pensassi che quel messaggio lo hai mandato dal tuo
telefono di servizio mentre eri in bagno? Penserei
male? Claire: Devo necessariamente risponderti?
Serge: No, no, non occorre.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale. Liberamente ispirato a al film Chambre 212
diretto da Christophe Honoré
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