HOME       CERCA NEL SITO       CONTATTI      COOKIE POLICY

1
MUSE ISPIRATRICI

1





La Venere di Urbino
(La Musa di Tiziano Vecellio)

L'Opera educativa
L’opera di Tiziano fu commissionata dal rampollo del Ducato di Urbino, Guidobaldo II, il quale desiderava esporlo nelle sue stanze a scopo educativo nei confronti della consorte Giulia da Varano. Moglie estremamente giovane ed ancora acerba ed inesperta. Tramite la tela Guidobaldo sperava di convincerla ad un connubio amoroso più soddisfacente





(1538)
 

 

Adamo parliamo della Venere di Urbino?
L’opera è una tela a olio di Tiziano Vecellio dipinta intorno al 1538 e oggi conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

All’epoca fece scandalo vero?
Qualcuno definì l’opera come il dipinto più osceno che il mondo possiede. È sicuramente una versione più provocante ed esplicita della Venere di Dresda di Giorgione. L’opera ha anche il merito di aver sviluppato il filone della Venere distesa. Molti pittori tra i quali Giorgione con la “Venere dormiente”; Igres con “La grande odalisca” e Manet con “Olympia” si cimentarono sul tema.

Qual è il contenuto dell’opera?
Tiziano rappresentò la sua Venere trasponendola in un ambiente domestico moderno. La sensuale dea, completamente nuda, è infatti distesa su un letto coperto da un lenzuolo bianco mentre, con il braccio appoggiato su due cuscini, guarda lo spettatore e con la mano sinistra si copre il pube in atteggiamento pudico.

Quindi non sfida lo spettatore?
Beh sì, la dea fissa comunque l'osservatore noncurante della sua nudità, con una posa ambigua, a metà strada tra il pudore e l'invito. Però a mio parere più che la malizia Tiziano ha voluto rappresentare la caducità del tempo, in effetti con la mano destra la Venere lascia cadere lentamente alcune rosse rose (fiore sacro che simboleggia la passione) facendo intendere che ineluttabilmente la bellezza fisica appassisce con l'avanzare della vecchiaia e che quindi bisogna basare la propria esistenza su altre qualità più durature, quali, appunto, la fedeltà (di lì la mano sul pube e il cagnolino ai piedi della Dea).

Chi commissionò il quadro a Tiziano?
Fu ordinato dal rampollo del Ducato di Urbino Guidobaldo II Della Rovere, Duca di Camerino, il quale voleva adornare il suo palazzo con un quadro raffigurante una "donna ingnuda" di Tiziano. Purtroppo il rampollo non avendo disponibilità chiese il denaro a sua madre Eleonora Gonzaga. La donna però, che non vedendo di buon occhio il capriccio del figlio non sborsò neanche un ducato.

Che fine fece il dipinto?
Rimase nella bottega del pittore e Guidobaldo, preoccupato che fosse venduto ad altri, assicurò che avrebbe pagato anche a costo di impegnare qualcosa di suo. Così qualche mese dopo l’opera riuscì finalmente a prendere la strada per Urbino con la contentezza del Duca.

Per quale motivo Guidobaldo desiderava fortemente quel quadro?
Lo voleva esporre nelle sue stanze a scopo educativo nei confronti della consorte Giulia da Varano. Moglie estremamente giovane del duca, sposata nel 1534 per ragioni politiche quando questa aveva solo dieci anni, ma che al momento dell’acquisto dell’opera era ormai adolescente. Evidentemente tra loro non c’era una intesa perfetta a letto per cui il povero Guidobaldo tramite la tela sperava in pratica di convincere la sua sposa a non rinunciare all’aspetto amoroso del loro matrimonio invitandola così ad un connubio amoroso più soddisfacente.

Qualcuno aggiunse che la fanciulla dipinta da Tiziano fosse un’amante di Guidobaldo…
Tutto è possibile dato che Guidobaldo frequentava le terre venete essendo capo della condotta generale delle armi venete. Comunque la modella compare in quel periodo in altre tre tele di Tiziano, ovvero La Bella, il Ritratto di fanciulla in pelliccia e il Ritratto di fanciulla con cappello piumato, e conquistò così larga fama che altri artisti la reclamarono per i loro dipinti.

Come mai ora è nella Galleria degli Uffizi di Firenze?
Nel 1631 Vittoria Della Rovere, ultima discendente della dinastia, si sposò con Ferdinando II de' Medici portando a Firenze inestimabili capolavori del ducato urbinate, tra cui anche la celebre Venere.



 











Venere di Urbino
Autore Tiziano Vecellio
Data 1538
Tecnica olio su tela
Dimensioni 119×165 cm
Ubicazione Galleria degli Uffizi, Firenze











 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA ANCHE GRAZIE A:
 https://it.wikipedia.org/wiki/Venere_di_Urbino
https://www.arteworld.it/venere-di-urbino-tiziano-analisi/
https://www.theartpostblog.com/venere-di-urbino/





 







 
Tutte le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi autori. Qualora l'autore ritenesse improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione verrà ritirata immediatamente. (All images and materials are copyright protected  and are the property of their respective authors.and are the property of their respective authors. If the author deems improper use, they will be deleted from our site upon notification.) Scrivi a liberaeva@libero.it

 COOKIE POLICY



TORNA SU (TOP)


LiberaEva Magazine Tutti i diritti Riservati
  Contatti