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MUSICA PASSIONE 
Nina se voi dormite
e la Festa di San Giovanni
.«Nina, si voi dormite, sognate che ve bacio, ch’io v’addorcisco
er sogno cantanno adacio, adacio. L’odore de li fiori che se
confonne, cor canto mio se sperde fra le fronne.» (1901)

Adamo mi parli di Nina si voi dormite? Nina è una
canzone romana, scritta da Romolo Leonardi per il testo
e da Amerigo Marino per la musica. Si tratta di una
serenata cantata da un innamorato alla sua amata. La
canzone ci dà modo di esplorare un’anima romantica della
canzone romana. Oltre a ciò le parole dell’innamorato
danno bene l’idea di un certa atmosfera che Roma sa
tirare fuori.
È una canzone antica vero? Nina
si voi dormite fu una delle canzoni più belle e
vincitrice della Festa di San Giovanni del 1901 che si
svolgeva proprio nel giorno dedicato al Santo e che era
dedicato alla canzone romana.
Cos’era la Festa
di San Giovanni? Al tempo insieme con le osterie, i
teatri, i café chantant per ascoltare la musica vi erano
innumerevoli Feste popolari. Tra le più antiche c’era
sicuramente quella di Nagona a Piazza Navona e quella di
Maggio a Testaccio e verso la fine dell’Ottocento quella
di San Giovanni Battista, la cosiddetta Festa delle
Streghe. Praticamente un raduno popolare presso Porta
San Giovanni, dove si sfidavano cantanti e cantastorie,
in una gara di stornelli alimentati dal vino dei
Castelli. Il preambolo fu senza dubbio il desiderio di
festeggiare il ventennale dell'Unità d'Italia con Roma
capitale.
Come nasce? La prima edizione della
Festa di San Giovanni si svolse nel 1891 nella notte tra
il 23 e il 24 giugno in una osteria appena fuori Porta
San Giovanni, chiamata Facciafresca e grazie al padre
dell’editoria romana, l’editore del Rugantino, ovvero
Edoardo Perino. L'oste di Facciafresca si era occupato
di far costruire un grosso palco, dove c'era
l'orchestrina. La manifestazione riscosse un successo di
pubblico inaspettato, al punto che la folla, in preda al
grande entusiasmo invase il palco dove avrebbero dovuto
esibirsi i cantanti e l’orchestra di mandolini,
chitarre, violini, grancassa. La struttura crollo e
l'organizzatore fu costretto a rimandare la
manifestazione al giorno seguente cambiando sede. Il
festival si tenne al teatro Grande Orfeo, situato
all'epoca sotto la galleria Regina Margherita,
nell'attuale via Depretis e fu vinto dalla canzone Le
streghe. Le cui strofe facevano pressappoco così: M'
hanno detto che le streghe/ so' vecchiacce brutte
assai;/ nun capisco come mai/ nun so' belle come
te. Perché tu sei un angioletto/ che dar celo sei
cascato/ La canzone ebbe successo perché rievocava i
personaggi per tradizione legati alla grande festa di
san Giovanni Battista: le streghe.
Poi fu
ripetuta l’anno seguente immagino. La manifestazione
proseguì l'anno dopo al teatro Morgana, ora Brancaccio,
e poi al cinema teatro Massimo, a piazzale san Giovanni,
demolito poi per far posto ai magazzini Coin. Ma fu il
1893 l'anno di maggior pregio, ovvero l'anno di
“Affaccete Nunziata”, una serenata, che entrerà più
tardi nel repertorio di Ettore Petrolini. Poi come detto
nel 1901 trionfa una delle più belle serenate mai
composte dal titolo “Nina si voi dormite”, una
combinazione di sublime e tenero, di etereo e
passionale, una canzone suadente, rasserenante e in
grado fin troppo di intenerire, ‘Nde ‘sta nottata
piena de dorcezze pare che nun esistono dolori! Un
venticello, come ‘na carezza, smove le piante e fa
bacia' li fiori. Nina, si voi dormite, sognate che
ve bacio, ch'io v'addorcisco er sogno cantanno
adacio adacio! L'odore de li fiori se confonne cor
canto che se perde tra le fronne!
Era un momento
d’oro per la musica romana… Cantanti famosi come
Fiorentini, Checco Marconi e Toto Cotogni, per non
parlare di Lina Cavalieri portarono le canzoni romane in
tutta Italia e persino nei templi della musica
internazionale come il Metropolitan. Ma ovviamene c’era
un po’ di tutto, dalle marcette che ispirarono anni dopo
Faccetta nera a canzoni filopapiste o anticlericali,
basate spesso su rime di Pasquino e di Ciceruacchio.
Nonostante le feste in piazza rimanevano le osterie
i luoghi più popolari dove esibirsi… A cavallo del
secolo le osterie erano i luoghi più popolari, dentro le
quali tra fumi e alcool e riti magici per allontanare le
famigerate megere si dettarono le strofe de La società
dei magnaccioni rielaborata dopo qualche decennio e
portata al successo da Gabriella Ferri. Tra le canzoni
della mala, celeberrima furono Gira e fai la rota, la
rivisitazione del Canto del carcerato ed il Canto della
Passatella, che era un gioco di società tutt'altro che
innocuo.
Ovvio che il festival non fini con Nina…
Assolutamente no! Passarono per quel palco cantanti
famosi come il Sor Capanna, Lorenzo Fregoli, Romoletto,
Ettore Petrolini e tanti altri. Alcune canzoni sono
passate alla storia e sono cantate ancora oggi: come
Affaccete 'Nunziata, Barcarolo romano, Chitarra romana e
Quanto sei bella Roma con un'interprete d'eccezione in
Anna Magnani. Poi nell’ultima edizione venne presentata
Arrivederci Roma! Il concorso di canzoni romanesche
terminò nel 1955 ma comunque serenate, madrigali,
tarantelle, passagallo, sonetti, romanelle, stornelli
erano comunque entrati nella storia della canzone
romana.
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L'ARTICOLO E' A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATO
REALIZZATO GRAZIE A: .https://www.romasegreta.it/index.php?option=
com_content&view=article&id=863:roma-nella-
musica&catid=54:roma-nella-musica
https://it.wikipedia.org/wiki/Canzone_romana
http://romacult.blogspot.com/2018/09/canzoni-
romane-per-il-festival-nella.html.

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